27 agosto 2023

LA LOTTA DELLE DONNE




Fa bene la premier Giorgia Meloni ad andare,come ha detto di voler fare,a Caivano,nel luogo dove si é consumato l'orrore delle violenze su quelle due bambine,accogliendo la richiesta dell’eroico Don Patriciello,il prete di Caivano noto per il suo impegno contro la camorra e che dalla camorra era già stato minacciato con un ordigno fatto esplodere davanti alla sua chiesa.E sarebbe una cosa ancora più buona se,insieme alla premier,a Caivano e a Palermo ci andasse anche Elly Schlein:ora che in Italia a capo del governo e dell'opposizione ci sono due donne,sarebbe ottima cosa se,insieme,andassero sui posti dove le donne hanno subito un immane violenza ed offesa,perché questo non é argomento sul quale dividersi.

E' vero:quartiere degradato,nessun controllo della famiglia.Assenteismo scolastico.C'è tutto questo nei fatti di Caivano.Ma c'é anche un'altra domanda che sorge dopo quegli orrori:dov'é che comincia quel tipo di "cultura" che continua a rendere le donne cittadine "minori",esseri di serie B ? Solo carne, oggetto di disprezzo semplicemente da "consumare" ? In realtà la "cultura" della violenza comincia prima ancora della violenza sessuale stessa.Quando si arriva al ricatto e all’assalto fisico sessuale si è già fatta una strada che inizia ai vertici della società.Chi alla fine porta in un capannone delle ragazzine,e ne festeggia la distruzione fisica come un successo,in realtà trasferisce nella distruzione materiale di una donna la stessa considerazione che delle donne si ha nei luoghi di lavoro,nei consigli di amministrazione,negli ospedali,negli uffici pubblici,nelle scuole,giù giù fino ai nuclei familiari,quando la voce di una donna viene limitata,osteggiata,derisa.

A monte di ogni stupro "nei quartieri degradati" c’è un processo nei livelli alti della società,che opera per continuare a tenere le donne in una vita "minore".Un processo di svilimento intellettuale che mantiene viva la disistima nei confronti delle donne,che non hanno diritto ad essere “ascoltate” perché esseri "inferiori",nella cultura maschilista e patriarcale di cui é intrisa questa società.Qui non si tratta di dare "potere" alle donne.Si tratta di dare rispetto intellettuale alle donne che,nel nostro Paese  manca come il rispetto fisico.Sì,é previsto nelle leggi,nella Costituzione,ma dov'é questo rispetto nella realtà ?

Questa violenza intellettuale,con il mancato riconoscimento delle giuste ambizioni delle donne,non è meno devastante dell’assalto fisico.Come pure devastante é la coercizione che la donna subisce quando é costretta a rinunciare a quella che é la sua più naturale aspirazione,quella di essere madre;e questo avviene per paura di perdere il lavoro(già così precario)o quando deve rinunciare alle proprie legittime ambizioni,o subire ricatti,condizionamenti e diminuzioni sul lavoro e nella vita.

Anche questi sono i motivi per cui l’Italia è il paese con il record di violenze contro le donne.In ogni aggregato e stratificazione sociale,non si é mai saputo,né soprattutto voluto  praticare il rispetto profondo nei confronti delle donne.Con buona pace delle grandi lodi che si fanno sulle nostre tradizioni "patriottiche",sulla nostra  cultura e la nostra Storia secolare.Non siamo l'Iran né l'Afghanistan,eppure anche qui,ancora nel 2023,in un Paese civile e democratico come l'Italia,ogni giorno le donne devono affrontare una lotta continua per rivendicare i loro diritti e la loro dignità.

26 agosto 2023

E' MORTA PURE LA SPERANZA




Ci sono zone,spazi fisici e intellettivi nei quali sembra che non ci sia mai stata civiltà e dove,invece,sembra che ci sia posto solo per barbarie,degrado e abiezione mentale e culturale.

Sono le periferie delle grandi città,quei territori suburbani,che non danno spazio e speranza ad alcun progresso civile e culturale.Sono certe zone di Milano,Roma o Torino.O altre come la "Vucciria" di Palermo o Caivano di Napoli,dove nei giorni scorsi sono avvenuti quegli indicibili orrori con lo stupro su una 19enne a Palermo o quello,ancora più,orrido,su due bambine 12enni a Caivano,nel napoletano.E' al Rione Verde di Caivano che é successo quell'orrore:un quartiere di 6000 abitanti,sorto dopo il terremoto del 1980,dove vivono ammassate esistenze umane,non certo vite ed umanità.Qui non c'é niente:non una farmacia,non c'é illuminazione pubblica,neanche una luce,a voler simboleggiare una possibile uscita di sicurezza.A stento c'é una chiesa e la stazione dei Carabinieri.In compenso c'é una delle più grandi piazze di spaccio d’Europa.

Questa é Caivano:a metà strada tra Caserta e Napoli,nel cuore di quella che da Plinio a Goethe è sempre stata chiamata "Campania Felix",poi celebrata come "Terra di lavoro",infine raccontata dallo scrittore Roberto Saviano come "Terra dei fuochi",per via degli interramenti di rifiuti tossici e per le tante discariche abusive,dove quei rifiuti vengono bruciati diffondendo diossina e altri gas altamente inquinanti.

Fu proprio qui,in questo "Rione Verde" di Caivano,che qualche anno fa si consumò,un altro fatto raccapricciante.Quello della piccola Fortuna Loffredo,violentata a sei anni e poi gettata nel vuoto dall'ottavo piano.Tanti inoriddirono e s'indignarono.Era il 2014,son passati 9 anni,ma nulla é stato fatto e l'orrore si ripete.E le domande rimangono le stesse:dov’era allora,dov'é oggi la famiglia? E la scuola? E le istituzioni,locali e nazionali? Ci sono due dodicenni stuprate e violentate per mesi.Com’è possibile che nessuno si sia accorto di nulla? Non c'é una comunità educante,le famiglie e la collettività locale,in cui ci siano occhi e orecchi che veglino sui bambini:e invece ci sono luoghi in questo Paese in cui i bambini non hanno diritto a vivere una vita fatta di sogni e leggerezza.Come é stato possibile? Nelle zone di marginalità sociale,fortemente degradate,e Caivano è una di queste,dove le famiglie sono assenti e fallisce la scuola,cresce una cultura della sopraffazione,della violenza:ma "quella" violenza sulle bambine é quasi come prevista,tollerata,accettata.La violenza dell'orco sugli innocenti.

Intanto lo spazio lasciato vuoto dalle istituzioni viene riempito dalla malavita.E sono le donne a pagare il prezzo più alto.Le donne,e le bambine.A Caivano ma in tutt’Italia.Ma perché lo Stato si ritira? Ma dire Stato significa coinvolgimento anche di ognuno di noi,di ogni cittadino che di questo Stato fa parte.Significa pretendere servizi sociali e sanitari per tutti,soprattutto per le fasce deboli,come le donne e i bambini,ma anche per l'immigrato,il diverso e l'emarginato.Significa educatori, assistenti sociali,volontari,psicologi.

Nessun luogo è un destino,nemmeno Caivano se le istituzioni scelgono di fare la propria parte.La violenza contro le donne non è questione locale: supera i confini della geografia,delle classi sociali,delle età.Ma occorre che lo Stato dica con chiarezza dov'é,cosa intende fare:perché,nonostante la choccante gravità dei fatti di Caivano sembra che quelle violenze restino ancora nelle pagine di cronaca,non riescano ad uscire da una secondarietà a cui la condanna una cultura vecchia e patriarcale.

Eppure c'é una Carta,la Convenzione d’Istanbul,che sancisce che la violenza contro le donne è una lesione dei diritti umani.L’Italia lo ha firmato quel Trattato e adesso più che mai é ora di applicarlo in pieno,proprio oggi che abbiamo due donne alla guida del governo e delle opposizioni.Farlo significherebbe uscire dalla mediocrità della lotta politica,assumendolo come momento imprescindibile di civiltà.E non si può,non si deve dire:ci dispiace,ci sono altre priorità.No.La priorità sono loro:le bambine di Caivano.

E' vero.Non è che non si sia fatto proprio nulla.Ad esempio vicino Casoria é stato fatto l'inceneritore di Acerra,che ha salvato Napoli dalla vergogna dell’emergenza rifiuti.Ma,è servito, appunto, più a Napoli che alla sua estrema periferia. Per anni, mentre a Napoli si scavava per costruire le stazioni della metropolitana più belle del mondo,a Casoria si sterrava clandestinamente per smaltire tutto quello che la città produceva:dai rifiuti organici ai rifiuti tossici.E la diossina é aumentata e il degrado materiale,psichico e culturale di quella terra é aumentato.

A volte,però,subentra lo scoramento."Parco Verde" é il nome di quel quartiere di Caivano.Verde,il colore della speranza:ma che speranza ci può essere quando accadono fatti come quelli di Fortuna e delle due 12enni?

23 agosto 2023

PAURA DEL FUTURO



Le immagini dell'Emilia Romagna sommersa dalle acque di una violenta alluvione o quelle di laghi e fiumi prosciugati dalla siccità o,ancora,i 40 gradi e oltre toccati in diverse città italiane,impressionano la pubblica opinione.Anzi.Gli effetti del riscaldamento globale fanno proprio paura.Ed é diffuso un senso di angoscia e disagio, soprattutto tra le nuove generazioni,che hanno la netta percezione di vedere il loro futuro compromesso.Per giunta portiamo ancora addosso i postumi delle dolorosa esperienza del Covid che tanto ci ha segnato nel fisico e nell'anima.

Si é dunque dissolta quell’euforia diffusa,quel senso di fiducia in un futuro di "magnifiche sorti e progressive" che ha accompagnato gli anni della globalizzazione e,al contrario,si rafforza la sensazione di "un mal de vivre",un vivere in uno stato di crisi permanente.

A questo clima di sfiducia collettiva si è poi aggiunto il feroce attacco di Putin all’Ucraina.Anche la nuova realtà di un conflitto al centro dell'Europa ha aumentato angosce e ha contribuito a quel crollo di certezze in un sistema di tranquillità e benessere diffuso,pur restando fermo il convincimento che il sostegno militare ed economico all'Ucraina sia comunque necessario,perché ad essere in gioco é l'intera nostra civiltà ed il modello di società liberaldemocratica occidentale,che invece Putin sprezzantemente ritiene "obsoleto e decadente".

Il discorso bellico si va poi a sovrapporre a un grosso impoverimento della popolazione dovuto alla crisi economica.Al di là del covid e della guerra in Ucraina,erano già diversi anni che l’instabilità cronica aveva diminuito la fiducia nella crescita illimitata,facendo aumentare il risentimento sociale dei tanti che si sono sentiti esclusi dai benefici promessi.Il che costituisce un problema per le democrazie,a causa delle reazioni sociali che da essa possono derivare.

Di fronte all’aumento della incertezza,ampie fasce dell’ opinione pubblica si sono chiuse in sentimenti di respingimento etnico e culturale,costruiti contro un "altro" minaccioso da cui difendersi con ogni mezzo.Ecco allora l’intolleranza verso l'immigrato,il diverso e la costruzione di muri(materiali e mentali)respingenti,l’incuranza per le sofferenze del mondo.Un atteggiamento,questo,alimentato dal sovranismo populista,sempre dedito a cavalcare rabbie,paure,frustrazioni.

In questo contesto si é inserita la diffusione di gruppi di estrema destra,con il loro elogio della violenza,dell'intolleranza,del negazionismo,scientifico all'epoca del Covid,climatico adesso.Così in vari paesi europei, tra i ceti svantaggiati dal punto di vista economico,perciò con minori difese culturali,si diffondono gruppi che esplicitamente si definiscono neonazisti.

Intanto si aggiungono nuove angosce e nuove crisi di certezze dovute ai cambiamenti climatici,un problema che,nonostante tutti i negazionismi,non solo esiste ma che,secondo lo scrittore americano Johatan Franzen ormai ha assunto forme di disastro ecologico planetario inarrestabili e senza ritorno.

E dunque,dopo l’euforia di inizio secolo,oggi il senso tragico di essere alla fine di un’epoca pervade il cuore di molti.L’avvenire appare minaccioso,privo di prospettive positive.A livello personale e collettivo.Un sentimento oscuro che ha bisogno di una nuova idea di crescita,che però questo mediocre ceto politico non sembra per niente in grado di elaborare.


In alto il dipinto di Edvard Munch "L'urlo" nel quale ben si possono riassumere l'angoscia e le paure esistenziali di questi giorni nostri.

19 agosto 2023

QUESTO DISGRAZIATO, BELLISSIMO PAESE




La matematica non é un'opinione e difronte a certi numeri non puoi girarci attorno.E se poi i numeri in materia di sbarchi e immigrazione sono quelli forniti direttamente dal Ministero dell'Interno,non si può nemmeno stare a fare chissà quali interpretazioni o a prendersela con le "speculazioni" da parte delle opposizioni.Difronte ai quei numeri é lampante che le politiche del governo Meloni in materia di immigrazione sono un clamoroso disastro e un fiasco totale.

I dati forniti dal Ministero dell'Interno dicono infatti che  dal primo gennaio di quest'anno a Ferragosto sono sbarcati nel nostro Paese oltre 100 mila migranti,con un aumento del 107% rispetto ai 49mila di tutto l'anno scorso.Ecco,questi sono i numeri che attestano il totale fallimento del governo Meloni in materia di flussi migratori.E i dati appaiono ancor più significativi se si pensa che proprio la questione migratoria era stata messa in cima alla lista di promesse fatte dalla destra in campagna elettorale con quei beceri slogan tipo "blocchi navali" oppure:attenta Europa che ora "la pacchia è finita".

Nessun governo,negli ultimi 6 anni,ha fatto peggio di Meloni in quanto a sbarchi.Né Gentiloni,né Conte,né Mario Draghi,il quale,nello stesso momento,ha dovuto fronteggiare anche qualche altro "problemino" come la pandemia,le vaccinazioni e la guerra in Ucraina.

In verità la premier qualcosa  lo ha  fatto,usando le buone e le cattive.Dapprima ha usato le cattive,i toni duri,la faccia feroce,gli atteggiamenti,cioé,tipici della cultura e delle politiche della destra,tutta legge e ordine.Così arrivarono i decreti contro le navi Ong,a cui venne impedito il soccorso in mare ai migranti;poi ci fu la tragedia di Cutro,a cui seguì le polemiche con Macron con la falsa propaganda sul "cambio di passo" in Europa e la narrativa secondo cui adesso "finalmente l’Italia conta".

Come poi quella fase "cattivista" è andata a finire é ben noto.E' cominciata allora la fase "buonista" della Premier,quella dell'approccio più dialogante con l'Europa,della quale la Meloni,nonostante il suo becero sovranismo elettoralistico,ha capito bene di non poter fare a meno.

Son cominciati,così,i "piani Mattei" per blandire e compiacere le dittature nordafricane con paccottate di soldi elargiti dalla tanto detestata Europa.La Premier ha così cercato di concludere accordi in Nordafrica(soprattutto col dittatore tunisino Saied)per fermare le partenze.Ogni volta quegli accordi erano descritti come un trionfo diplomatico,ogni volta é seguito il niente più totale.Sono stati talmente un fallimento quei presunti accordi,che il governo italiano é stato costretto perfino a chiedere  una mano alle navi Ong per fermare la strage nel Mediterraneo.

Naturalmente il fenomeno migratorio é complesso e problematico da affrontare.Ma questa,più che un esimente é un aggravante nel comportamento della Meloni.Perché la colpa maggiore della presidente del Consiglio è stata quella di aver mentito agli elettori,proponendo soluzioni demagogiche,violente e populiste, cavalcandone gli umori peggiori,affermando che se la situazione dell'immigrazione in Italia era così grave era perché chi governava prima di lei era "complice" o amico degli scafisti.Alcune centinaia di migliaia di sbarchi dopo,la Meloni ha dovuto prendere atto(anche non dicendolo)che le cose stavano diversamente da come lei le raccontava quand'era all'opposizione.

La verità é che non si possono avere ruoli diversi a seconda se si sia al governo o all'opposizione.Bisogna avere,sempre e comunque,il senso dello Stato ed avere la responsabilità di "governare" il Paese anche stando all'opposizione.E' un percorso obbligato e nessuno può sottrarsi a questa prova.Nemmeno quelle forze che ora sono passate all'opposizione e inveiscono demagogicamente contro la destra di governo.Del resto c'erano già stati esempi in questo senso.Il più eclatante é stato quello dei Cinquestelle.Prima della loro vittoria alle politiche del 2018,avevano promesso la chiusura dell'Ilva e della Tav:una volta al governo,però,non hanno potuto più metter piede né a Taranto né in Val di Susa per il tradimento di quelle promesse.

E la verità é anche che l'Italia non ha(più)una classe politica e dirigente che sappia guardare ai reali bisogni della gente.Si vive di propaganda,proclami e sondaggi e la Politica(con la maiuscola)e il senso dello Stato sono oggi parole sconosciute in questo nostro disgraziato eppur bellissimo Paese.

17 agosto 2023

IL MINISTRO LIBERALE



Sembra incredibile ma é proprio così.Mentre si continua a parlare della tragica morte delle due donne nel carcere di Torino,si rimane esterrefatti,ma alla fine indignati,per le parole del ministro della Giustizia,di quel Carlo Nordio che in tanti,un tempo,credevamo liberale,garantista e riformista.Non si può provare infatti altro sentimento se non l'indignazione nel sentire il ministro equiparare il suicidio delle due detenute a quello dei due gerarchi nazisti(condannati per crimini contro l'umanità),suicidi a Norimberga,Hermann Göring e Robert Ley.Suicidi "uguali" ed "inevitabili" ha detto Nordio."Non c’è sorveglianza che tenga,ha detto,quando qualcuno,per motivi “imperscrutabili”, decide di mettere fine alla propria vita(...)"I due gerarchi erano sotto strettissima sorveglianza eppure sono riusciti a sottrarsi all’esecuzione della pena ingoiando cianuro.

"Motivi imperscrutabili",dice il ministro.E se invece quei motivi andassero cercati nella condizione del sistema penitenziario italiano?Se andassero cercati nell'assenza nelle carceri italiane,di ogni rispetto dei diritti dei detenuti? Invece nessuna reponsabilità il ministro ha ritenuto di imputare all'infame regime carcerario italiano.Nessuna responsabilità da parte degli agenti,dei dirigenti,dei medici,dei vertici dell’amministrazione penitenziaria e meno che mai di sé stesso,che in base alla Costituzione ha il compito di curare “l’organizzazione e il buon funzionamento dei servizi relativi alla giustizia”.

Far funzionare i servizi della giustizia.E tra questi servizi c’è il carcere.Come lo Stato é tenuto ad assicurare a tutti i cittadini la fruizione dei servizi fondamentali,come la sanità,i trasporti,l'istruzione,anche il carcere è un servizio pubblico e ha come utenti i cittadini-detenuti,ai quali deve assicurare diritti,salute fisica e mentale,benessere e dignità anche quando essi sono in stato di restrizione della propria libertà.

Il resto sono solo chiacchiere da bar:pene più severe,marcire in galera,buttare la chiave,ma intanto é proprio questa é l'ottusa logica secondo la quale sta agendo questo governo e questo ministro:la volontà di fare la "faccia feroce" e parlare alla pancia dei cittadini/elettori.Solo propaganda,in realtà;solo un insulto alla civiltà del diritto.

Forse,chissà,poi Nordio avrà avuto un soprassalto di dignità e ha fatto un videomessaggio per annunciare la sua “intenzione di proporre” un “ampliamento” delle telefonate dei detenuti ai propri familiari.Come se fosse chissà che in un sistema penitenziario civile e rispettoso dei diritti umani:una piccola cosa che dietro le sbarre però significa tanto per uscire dalla solitudine.Eppure, finora è stata negata.

Ma questo "regalo" del ministro di ampliare il numero di telefonate dei detenuti,sembra  essere più una graziosa concessione del potere sovrano verso i propri sudditi che il riconoscimento di un diritto.Ed é pure curioso che il ministro non annuncia una decisione che pure potrebbe prendere a legislazione vigente,ma soltanto “l’intenzione di proporre”.

In quel videomessaggio il Ministro ha anche detto che avverte un "dolore personale per l'accaduto".Poi stop.Più niente.Fine delle trasmissioni.La realtà é che lui e il governo sembrano essere in una totale assenza di idee,incapaci,come sono,di proporre vere e serie soluzioni per far uscire il sistema carcerario dall'inferno nel quale é sprofondato. 

Uno dei cardini della nostra Costituzione è la tutela dei diritti fondamentali della persona.Invece il sistema carcerario italiano è la negazione di quei diritti.La Costituzione dichiara inviolabili i diritti della persona,dal diritto alla salute all’istruzione,dal al lavoro fino alle relazioni familiari e affettive.Tutti diritti compressi in carcere e dal carcere,perché il carcere viene visto come il luogo di rappresaglia e vendetta della collettività contro l'individuo che ha sbagliato. 

Eppure i costituenti posero dei limiti al potere punitivo statale,disponendo,nell'articolo 27,la funzione rieducativa della pena.È qui che si dovrebbe dimostrare la presunta cultura liberale di Nordio:nella capacità di dimostrare che il detenuto non è diverso dalle persone libere quanto alla sua dignità e quindi non può essere trattato soltanto come mostro da cancellare dal consesso umano e civile,ma resta titolare dei diritti fondamentali. A partire dal diritto alla salute,che deve essergli garantito in pieno,allo stesso modo delle persone libere,anche facendogli scontare la pena fuori dal carcere se il carcere è incompatibile con la sue particolari condizioni di salute.E non pare proprio che così sia stato nella vicenda di Susan morta in carcere per uno sciopero della fame.Eppure una volta,tanto tempo fa,c'era un ministro che si definiva garantista e liberale e il suo nome era Carlo Nordio.

15 agosto 2023

IL GIORNO DELL'ASSUNTA

Tiziano, particolare de l’Assunta nella  basilica di Santa Maria Gloriosa dei Frari a Venezia


Feriae Augusti (ossia il riposo di Augusto):è da questa locuzione latina che deriva il nome di Ferragosto.La festa in onore di Ottaviano Augusto,primo imperatore romano,da cui prende il nome anche il mese,appunto agosto.Ferragosto era quindi un periodo di riposo e di festeggiamenti e fu istituito nel 18 a.C dallo stesso imperatore.

La giornata del 15 agosto,Ferragosto, è da tempo festa laica,fulcro delle vacanze estive,occasione per scampagnate con immancabili risvolti turistico-gastronomici.Ma in questo approccio consumistico,molti dimenticano che in realtà è una delle festività più importanti della religione cattolica e ortodossa. 

La festa,infatti,venne assimilata dalla Chiesa Cattolica attorno al VII secolo,con le celebrazioni della Madonna Assunta,festività fissata,appunto,il 15 agosto.Il dogma dell’Assunzione(riconosciuto come tale solo nel 1950)stabilisce che la Vergine Maria sia stata assunta,cioè accolta,in cielo sia con l’anima sia con il corpo.Una ricorrenza molto sentita per la religione cristiana che celebra l’Assunzione di Maria Vergine con grande solennità.

Sono moltissime le celebrazioni dedicate alla ricorrenza.Come il Palio di Siena che si corre in suo onore il 16 agosto,denominato appunto il “Palio dell’Assunta”.A Orvieto alla Madonna Assunta in Cielo è intitolata la celebre cattedrale: nei giorni immediatamente precedenti la vigilia della festa la statua della Vergine,collocata in una grande macchina settecentesca,è condotta alla Collegiata dei Santi Andrea e Bartolomeo,e la sera della vigilia viene posta sul sagrato per poi tornare con una solenne processione verso la cattedrale.A Santa Maria Capua Vetere,in provincia di Caserta,la Beata Vergine Assunta in cielo viene festeggiata il 14 agosto con una solenne processione che termina con l’”incendio del campanile” del Duomo,spettacolo pirotecnico che simboleggia l’Assunzione.

Ma l’episodio religioso dell’Assunzione di Maria è divenuto tema trattato spessissimo nell’arte, con infinite rappresentazioni in pittura,affreschi e sculture.Ad opera dei più grandi artisti della storia, da Tiziano (fra le più celebri, l’Assunta veneziana dei Frari,meta di pellegrinaggio per studiosi d’arte e per fedeli)a Perugino, Carracci,Correggio,Guido Reni,Donatello, Mantegna,Rubens,Tintoretto. Ecco di seguito solo alcune delle tantissime opere che l'arte ha dedicato al 15 agosto,giorno dell'Assunzione in cielo della Vergine Maria....



L’Assunzione della Vergine di Tintoretto,Chiesa di Santa Maria Assunta, Venezia

L’Assunzione di Pietro Perugino, Chiesa di Santa Maria, Corciano (provincia di Perugia)




Assunzione della Vergine di Rubens nella Cattedrale di Anversa



Guido Reni, Assunzione (1642), Pinacoteca Monaco di Baviera


L’Assunzione di Annibale Carracci, Pinacoteca Nazionale di Bologna

12 agosto 2023

MA LORO NON PORTANO VOTI




Susan John e Azzurra Campari.Due donne,unite da uno stesso comune destino:morire in un carcere italiano a poche ore l’una dall’altra. Lo stesso carcere,per giunta:quello di Torino.Entrambe morte per volontà propria anche se con modalità diverse.Susan,nigeriana,è morta di fame e di sete,perché faceva lo sciopero della fame e della sete.Lo Stato l’aveva in custodia.Lo Stato aveva in mano la sua vita ma l’ha lasciata morire.Lo Stato l’ha condannata a morte,anche se in Italia la pena di morte è vietata dalla Costituzione.

Azzurra invece si è suicidata:l'hanno trovata impiccata nella sua cella.Morta perché aveva deciso di morire.Perché non sopportava il carcere.Perché lo viveva come una sopraffazione, un’ingiustizia,un’ingiustizia più grande ancora del suo istinto di conservazione."Non ce la faccio più",aveva detto alla madre.Azzurra si è impiccata.Nello stesso giorno nel quale è morta Susan.Nemmeno a lei lo Stato ha impedito di morire.Anzi.Le ha imposto la sua legge,la follia di una legge che prevede il carcere per punire.Il carcere,la tortura,l’infamia.Altro che "rieducazione",come prevede la Costituzione.

Come se poi il carcere fosse la soluzione e non il problema.Come se il carcere non fosse da abolire del tutto.Di Susan e Azzura,della loro vita,dei loro eventuali sbagli non sapevamo niente fino a ieri.Ora sappiamo che erano le persone numero 45 e 46.Cioè le ultime due delle 46 persone morte in carcere solo in questi primi 8 mesi dell'anno.Persone divenute numeri.Sigle.Età.Statistiche.Come Susan e Azzurra.

No,le carceri sono il problema,non risolvono i problemi,se non nell'ottusa logica illiberale e reazionaria di questo governo.E questo lo dicevo lo stesso ministro Nordio,quando  sui quotidiani scriveva quei suoi bei editoriali garantisti,nei quali diceva di essere contro l'ergastolo(salvo poi  confermare la giustezza del 41 bis)e che il carcere doveva essere solo l'extrema ratio.

Le carceri vanno abolite perché non servono a punire i delitti:le carceri SONO un delitto.Il più grave delitto che stavolta lo Stato ha consumato nel carcere di Torino,nei confronti di Azzurra e Susan,morta a 42 anni,due figli,di cui uno di soli 4 anni.

Come è possibile che nessuno sapesse che da 20 giorni Susan stava facendo lo sciopero della fame,perché si dichiarava innocente e perché voleva rivedere il suo bambino piccolo,che vive senza la mamma? Perché anche questo reato ha commesso lo Stato:quando una mamma viene inprigionata e lascia a casa dei bambini piccoli,anche loro scontano,nella loro innocenza,la condanna di essere senza la propria madre.

Ma non ci aveva detto lo stesso ministro che le carceri sono il rimedio estremo? L "extrema ratio" appunto? Ed é extrema ratio, mettere in prigione una donna con un figlio di quattro anni, che soffre come un cane senza la sua mamma? Ed é extrema ratio tenere in cella una donna che da 20 giorni non mangia e non beve e che i medici dicono che sta per morire?E la magistratura di sorveglianza era stata avvertita?E perché non è stata avvertita il garante dei diritti dei detenuti?

Viene il dubbio che in una società moderna e civile vale di più lo scalpo di una donna,forse innocente o forse colpevole,che il rispetto della vita umana.

Ma qui non si tratta più solo di giustizia.Qui c'entra anche e soprattutto la politica,che dovrebbe intervenire per tutelare i principi dello stato di diritto.Ma dov’è la politica?Si è manifestata solo dopo i fatti accaduti,col ministro Nordio che è andato al carcere di Torino(contestatissimo dai detenuti)per dire che quella signora non stava facendo lo sciopero della fame e non ce l’aveva col governo,e ha detto che le circostanze e la ragione della morte sono “dettagli tecnici” che non ha approfondito.Sì:"dettagli tecnici",proprio così ha detto il ministro che una volta si definiva garantista.

E il resto della politica? E tutti quelli che si definiscono liberali? E la sinistra?Certo,non portano voti i detenuti.Al contrario,fanno perdere i voti delle persone c.d. "per bene" che vogliono che i carcerati stiano lì,sbattuti nelle celle,e se i detenuti non vogliono mangiare affari loro:crepino pure.

Eppure me lo ricordo quel tempo.Era il tempo di tanti anni fa, quando in Italia,pur infuriando la mafia e il terrorismo,c’erano dei politici che si occupavano della condizione di vita dei carcerati e c’era un parlamento che votava quasi all’unanimità la legge Gozzini che alleggeriva la sofferenza dei detenuti.

Quanto tempo è passato da allora ? Decenni,forse secoli? Nel frattempo in tutto questo tempo la politica si è dissolta,sparita,evaporata.E con essa  tutto un mondo fatto di idee,valori,persino di umanità.Oggi la politica si esaurisce nei sondaggi. E i sondaggi dicono di lasciare stare le carceri e i diritti dei detenuti perché "loro",i carcerati,non portano voti.E allora le tante Susanna e Azzurra delle carceri italiane possono pure continuare a morire.Perchè le loro vite e le proprie tragedie e tanto meno i loro diritti non portano voti.