26 gennaio 2024

FURTO DI VITA









Beniamino Zuncheddu è un nome che rimarrà per sempre come una delle pagine più vergognose della giustizia italiana degli ultimi 30 anni.33 per l'esattezza:gli anni che Beniamino Zuncheddu,appunto,un ex pastore sardo,ha trascorso in carcere  da innocente,un'innocenza che solo oggi ha visto riconosciuta,tornando libero dopo una condanna all’ergastolo e una vita trascorsa dietro le sbarre per un reato mai commesso.

Zuncheddu,infatti,è stato assolto nel processo di revisione dai giudici della Corte di Appello di Roma dall’accusa di essere stato l’autore della strage di Sinnai (Cagliari) dell’8 gennaio del 1991 in cui furono uccisi tre pastori.In una delle ultime udienze del processo di revisione,il superstite della strage ha ammesso che il poliziotto che allora conduceva le indagini gli aveva mostrato una foto di Zuncheddu "suggerendogli" di indicarlo come il colpevole.Una roba raccapricciante,se ci si pensa.Se si pensa,cioè,che anche uno di noi possa un giorno trovarsi incolpato di un qualcosa,solo perchè qualcuno usa la giustizia come fosse un telecomando dove scegliere il canale,e in questo caso il colpevole,un nome da accendere e sbattere in galera,senza che un solo giudice si preoccupi di accertare la veridicità di quelle affermazioni.

La fortuna di Zuncheddu è stata quella di aver trovato un avvocato,Mauro Trogu,e un Partito,ovviamente e come sempre quello Radicale di Marco Pannella,che si sono battuti per lui e tramite lui per una giustizia giusta. 

Ma anche adesso che tutto è finito non è facile per la magistratura,per la politica e in fondo per ognuno di noi,cavarsela così,come se tutto fosse stato un "errore giudiziario".Come si fa a guardare le immagini in tv di quell'uomo senza chiederci perchè ancora una volta tutto questo è successo.Senza chiederci che cosa hanno fatto(o non fatto)la giustizia,la Politica e cosa abbiamo fatto tutti noi in questi 33 anni per evitare che accadesse quello che invece è accaduto a Zuncheddu.Perchè questo non è  un  "semplice" errore giudiziario.Qui si sta parlando del furto di libertà e di vita che quell'uomo ha subito e della barbarie di questo presunto Stato di diritto nel quale ci illudiamo di vivere.

In questi 33 anni destra e sinistra hanno avuto feroci scontri proprio sulla giustizia,usandola strumentalmente come arma con cui colpire l'avversario,mai con l'idea e la volontà di una vera e seria riforma strutturale.Dal canto suo la magistratura ha sempre rivendicato un diritto di intromissione impropria nel campo della politica e degli altri Poteri istituzionali.  

Intanto Beniamino aveva 27 anni quando le porte del carcere di Bad 'e Carros di Nuoro si chiusero dietro di lui."Desideravo avere una famiglia,costruire qualcosa,essere un libero cittadino come tutti.30 anni fa ero giovane, oggi sono vecchio.Mi hanno rubato tutto".Così ha detto Beniamino dopo la sentenza di assoluzione.Ecco,questo è il punto:il furto di vita e di libertà subito da un uomo innocente per opera di un sistema giudiziario perverso e mostruoso.

Ma se Beniamino è stato assolto,l'assoluzione non c'è per noi che soltanto oggi parliamo della liberazione di un uomo innocente. La sua vita è stata dimenticata anche da noi.Liquidato dalle cronache giudiziarie,abbandonato all’arbitrarietà della ricostruzione dei fatti e alla soggettività delle sentenze,il suo caso è diventato un emblema di come questa giustizia continua a percorrere le vecchie strade dell'orrore giustizialista.Dopo la mostruosità del caso Tortora s'era detto che mai più dovevano esserci infamie giudiziare così enormi.Ed invece rieccoci a parlare delle stesse,identiche cose,della più lunga infamia giudiziaria della storia della Repubblica,costellata di ritrattazioni,depistaggi,false testimonianze, cieca ostinazione a mantenere un impianto accusatorio segnato dal pregiudizio,incapace di ammettere l'errore.

E' dall'efferatezza di questo caso giudiziario che sorge per ognuno il terrore.Perchè quanto avvenuto potrebbe accadere a tutti,e tutti restiamo appesi a un filo che separa l’innocenza dalla colpevolezza.Sotto la mannaia di un possibile arbitrio.È per questo che tanta importanza ha l'esecizio della giustizia in un "normale" Stato di diritto:la sua amministrazione,i suoi organi di controllo, la garanzia dei tre gradi di giudizio dove ogni storia di vita deve essere vista e rivista e rivista ancora,ogni prova deve essere sottoposta a vaglio,e ogni verità riconsiderata e sottoposta a verifica,perchè non si scherza con la vita della gente.Meglio un colpevole fuori che un innocente dentro.

Giustizia deve essere sinonimo di imparzialità,equità ed esercizio della Ragione.Se così non è,la giustizia diventa vendetta,arbitrio,barbarie.E di questo soffrono soprattutto i più poveri e i più marginali.Ed invece proprio questo accade oggi in Italia:accade che le vite più fragili possono essere stritolate in quel perverso meccanismo che è il sistema giudiziario italiano,dove il semplice indagato è vittima dell'indifferenza o,peggio ancora,del pregiudizio che si fa giudizio("se lo hanno arrestato,qualcosa avrà fatto",è il pensiero incivile e barbaro della nostra società).Come Beniamino:una persona semplice,un ex pastore,un ragazzo facile da incastrare,uno che tanto non avrebbe avuto i mezzi nè la voce per difendersi. 

La macchina giudiziaria può allora così trasformarsi in una disumana fabbrica di errori,per cortocircuiti di ordine psicologico,politico e sociale, per il ruolo dell’opinione pubblica e della stampa(già,quante forme di perversa interconnessione ha la stampa con la magistratura), per proteggere lo Stato,ma anche per approssimazione, per cecità delle procedure in assenza di confronto con la realtà,quando chi deve decidere è oberato dalle carte,ma più spesso da quei pre-giudizi di cui si diceva.

"Sì, mi hanno liberato, ma oggi sono poco più di un cadavere",ha detto Beniamino Zunchedda.Difronte a queste terribili parole c'è stato un silenzio agghiacciante.Ma veramente nessuno aveva niente da dire o rimproverarsi?Ad esempio,l'Associazione Nazionale Magistrati,non ha niente da dire adesso?E i giornali,che hanno massacrato per anni Zuncheddu non dovrebbero ristabilire la verità dei fatti ricostruendo minuziosamente le ragioni che hanno determinato questo capovolgimento di prospettiva? 33 anni di carcere da innocente.Chi restituirà la vita perduta a Beniamino, allevatore sardo sbattuto ingiustamente in galera? E le forze politiche dovrebbero guardare oltre gli steccati ideologici e pensare ad una riforma della giustizia che eviti orrori come questi e che responsabilizzi maggiormente le toghe affinché rispondano in prima persona dei loro errori come tutte le altre categorie professionali.Una riforma della giustizia è interesse di tutti e invece continua ad essere un terreno di scontro tra destra e sinistra.Ma forse son prorpio il verificarsi di fatti come questi che fanno capire perchè l'Italia è un Paese abbrutito dal punto di vista civile,politico e istituzionale.

19 gennaio 2024

MEGLIO CAROSELLO



Col tempo il mondo e la società cambiano e anche le professioni,le arti,i mestieri si modificano ed altri nascono,in rapporto al diverso modello di società e di stili di vita venutosi a formare.Ed oggi è "nato" quest'altro "lavoro",così tanto ambito dalle giovani generazioni:l'"influencer".

Dice il vocabolario:"Influencer è quel personaggio di successo,popolare nei social media e in generale molto seguìto dai media, che è in grado di influire sui comportamenti e sulle scelte di un determinato pubblico".Quindi un tizio che sui social,avendo acquisito per le sue "qualità"(quali poi?)attenzione e ascolto presso numerose persone che lo/a “seguono”(i c.d. followers)è in grado di "indirizzare" le scelte di costoro verso l'acquisto di un bene o prodotto,ricavando dei guadagni da quel meccanismo di "persuasione".

L'Influencer,dunque,come persona di successo.Ma cos’è poi il successo?Sempre dal vocabolario:è la:"riuscita,affermazione,celebrità,fama,notorietà,popolarità.Questo è il successo,oggi.Nel vecchio mondo di "prima",invece,il successo derivava dall'acquisizione di conoscenza,dal sapere e dal (saper)pensare e proporre progettualità originali.In questo modo si era ammirati,non “seguiti”.

Oggi invece è proprio quello lo scopo:contare il numero dei "seguaci",che sui social ti "vengono dietro"come belante gregge in adorazione.Un successo ottenuto grazie ai propri video e foto nei quali ci si atteggia e ci si mostra per come è più vantaggioso far credere di essere.Per questa non ha senso vivere senza apparire.Per loro la vita è “essere visti”.

Nel suo celebre libro  “Avere o Essere,Erich Fromm dimostra come le cose che crediamo di possedere in realtà ci possiedano,e che l’abbandonarci a un consumismo smodato conduca inevitabilmente alla perdita della nostra identità.


In questa società della comunicazione,dei social,del gossip,della sovraesposizione mediatica,il titolo di quel libro forse andrebbe cambiato in “Apparire o essere”,vero dilemma della contemporaneità.L’illusione maggiore del mondo dei new media, della televisione,dei social network è l’aver fatto pensare che la felicità possa essere un regalo e non il frutto di un lavoro faticoso, il tutto a scapito della capacità di affrontare la realtà della vita.

Da un lato gli influencer,dall'altro il popolo dei "followers",dei "seguitori".Quel popolo a cui piace sentirsi in qualche modo "parte" del mondo fatato(???)degli influencer.Ore e ore a seguirli sui social.Com’è possibile non accorgersi che è tutto finto?A ben pensarci anche il pifferaio magico era un influencer,lo seguivano tutti in massa,prima i topi  poi i bambini di Hamelin,gli uni affogando nel fiume,gli altri sparendo nel nulla per sempre.Lui usava la musica (per questo era magico) gli influencer foto e video.

Gli influencer mostrano ai e condividono con i loro "seguitori" il loromondo:amori,figli,genitori,matrimoni,malattie,premi.Poi,così,per caso,tra quelle immagini compaiono un paio di jeans,degli occhiali da sole e magari,quand'è Natale o Pasqua,un pandoro o una colomba.Una maniera subdola di pubblicità proposta infilando citazioni di un brand dentro un post o un videoclip.

È questa la nuova forma della pubblicità:suggestionare,persuadere,influenzare,mediante la condivisione:l'influencer mostra,ostenta,al "seguitore" il proprio modello di vita e gli dice che anche lui può essere parte di quel mondo,acquistando quel prodotto o quel marchio,mentre lui,come un piazzista, ricava una percentuale sul venduto.
Alla fine l'influencer non è altro che il nuovo modo di fare pubblicità(o "reclame" come si diceva un tempo)e il follower non è che un altro modo di essere consumatore.Ci voleva mica la Ferragni per capirlo.E' il commercio,bellezza.E il consumismo.Il nuovo modello della vecchia forma di Potere che inganna e possiede l'individuo,come già aveva capito Pier Paolo Pasolini.


Ancora oggi,del resto,alcuni filosofi moderni,studiosi dei fenomeni della Rete,sostengono che gli influencer sono una perversione del capitalismo che oggi si difende creando figure elitarie che assumono,per mezzo dei social,un comando economico e culturale,inculcando il messaggio:"Tutto e subito".

Sarà che sono un "boomers",sarà non so cosa,ma io ricordo un altro tipo di pubblicità,che a distanza di anni,mi suscita tenerezza e sorrisi:quella di "Carosello",che la Rai mandò in onda negli anni del boom economico e che raccontava di un’Italia del dopoguerra ancora poco scolarizzata  ma con famiglie unite da un sentimento positivo,piena di speranza verso il futuro;l’Italia  che dopo la guerra e il fascismo,s'era ripresa la propria libertà e nella quale tutto sembrava funzionare alla perfezione,fino a quando poi arrivarono gli anni di piombo.


In quell'Italia “Carosello” promuoveva un consumismo “buono” con quegli spot pubblicitari creati come mini commedie, attraverso cui si pubblicizzavano prodotti tramite famosi attori e registi.Eppure proprio la Rai di allora,vedeva "Carosello" come una vergogna,perchè il concetto stesso di pubblicità mal si coniugava con la mission di tv pedagogica che la Rai s'era data; la réclame era una cosa "brutta",e portava il pubblico sulla "cattiva strada" del consumismo.Era perciò che solo alla fine di quelle minicommedie c'erano 15 secondi(il "codino",tecnicamente)nei quali compariva il nome del marchio.
Perchè era questo che succedeva.Carosello rappresentava in forma pop l'anomalia italiana "centrista". La sua nascita avvenne infatti all'incrocio tra la cultura cattolica e quella marxista, entrambe concordi nel ritenere il denaro (e il profitto) un escremento diabolico.Da questo matrimonio germinò quel "codino", ossia la caratteristica ipocrita di quei proto-spot: la netta separazione tra gratuiti sketch e un'autonoma parte sul prodotto, che arrivava in coda ai filmati.Il prodotto repelle,però compratelo, per carità.

Certo,da allora tempo ne è passato,la società è cambiata e Carosello non c'è più.Siamo nell’epoca del mondo digitale,dove gli spot in tv incalzano a ritmo incessante,come un bombardamento mediatico:pubblicità brevi e immediate,in ogni fascia oraria.E non si chiama nemmeno più pubblicità o réclame,ma advertising marketing e sta in tutte le cose e fa parte delle nostre vite quotidiane.

Ma oggi  che Carosello non c'è più,comprendiamo che esso non era solo "reclame";perchè,anzi,questa,diventava secondaria rispetto a quello che Carosello riusciva a fare.Carosello riuniva e connetteva(esso sì)famiglie e persone,perchè conteneva tutti i generi più popolari:lo sketch comico,ma anche la fiaba,il teatro di avanspettacolo,cinema(western,avventura,poliziesco)sceneggiati tv,cartoni animati.Oggi,invece,anche all'interno della stessa famiglia,non ci si parla più,divisi e distanti come siamo,il capo chino sui cellulari,a seguire Facebook,Instagram o Whatapps.

La Rai,con Carosello fece evolvere consumi e costumi.In breve tempo la televisione diventò strumento di unificazione nazionale,sia sotto il profilo socio-culturale,sia sotto il profilo linguistico.Molte persone,in particolare quelle dei ceti meno abbienti,iniziarono a comprendere maggiormente la lingua italiana.L’avvento di questa ondata di modernità fatta di spensieratezza,musica e risate diede alle persone un nuovo inizio;un’accesso più diretto nei confronti della vita,facendo dimenticare gli anni della'immane tragedia della Guerra.
Questo è stato il diverso tempo che Carosello ci ha dato,le emozioni e i sentimenti che sapeva suscitare.Quelle emozioni che nessuun influencer potrà mai dare.

12 gennaio 2024

L' ARTE AL CINEMA

 





Qualche anno fa,nel 2018,in occasione del centenario delle loro morti,fu organizzata a Vienna la mostra di due dei più grandi artisti della pittura e della cultura mitteleuropea:Egon Schiele e Gustav Klimt.Klimt e Schiele,infatti,morirono a pochi mesi di distanza l’uno dall’altro. Gustav Klimt,il 6 febbraio 1918, per le conseguenze dell’epidemia di Spagnola.Sei mesi dopo, a soli 28 anni se ne andava anche Egon Schiele.

Attraverso le loro opere la mostra ripercorreva una straordinaria stagione della cultura europea,un momento magico per arte,letteratura e musica, in cui cominciavano a circolare nuove idee,a scoprire con Freud i moti della psiche e le donne rivendicarono la loro indipendenza. Un’età che svelava gli abissi dell’io in cui ci specchiamo ancora oggi.La mostra si intitolava:"Klimt e Schiele. Eros e Psiche" e su di essa venne prodotto un docufilm da Nexo Digital (sopra,primo video). 

Lo stile di Egon Schiele è unico,tormentato e nervoso, caratterizzato da un tratto rapido e contorto,capace però di restituire grandi emozioni.Schiele fu il pupillo di Gustav Klimt e in qualche modo anche naturale prosecutore della sua arte.

Oggi,alle porte del nuovo anno,è in arrivo la nuova stagione della Grande Arte al Cinema, il progetto originale di Nexo Digital che porta nelle sale italiane le storie più belle della storia dell’arte. Nel 2024, da gennaio ad aprile, i tre appuntamenti del nuovo cartellone vedono protagonisti due maestri indiscussi della pittura,e un viaggio alla scoperta di una delle istituzioni museali più importanti del Paese.Dagli antichi egizi ai paesaggi solitari di Edward Hopper, passando dagli ori di Gustav Klimt.

Si comincia il 30 e 31 gennaio 2024 con le tinte trionfali della Secessione grazie a IL BACIO DI KLIMT, il docufilm diretto da Ali Ray (secondo video in alto)prodotto da Phil Grabsky che indaga la storia,i materiali abbaglianti e i misteri di uno dei dipinti più suggestivi, conosciuti e riprodotti del mondo. Dipinta a Vienna intorno al 1908, l’opera è uno dei capolavori di Klimt, artista controverso che ha dominato la scena artistica del suo tempo.

Gustav Klimt fu capace di creare nuovi mondi decadenti che fondevano sensualità e mitologia antica alla modernità più radicale. Molti dei suoi dipinti vedono protagonista la bellezza e il mistero del corpo femminile e in particolare il suo “periodo d’oro” è caratterizzato da un metodo di lavoro unico.È dalla sua tecnica particolare che sono nate alcune delle sue opere più famose, tra cui il simbolo senza tempo della bellezza e dell’espressione artistica, l’iconico Bacio.Il film della "Nexo Digital",che esamina i dettagli dell’oro,dei disegni decorativi,del simbolismo,si domanda anche: come ha fatto Il Bacio a divenire così famoso? A trasformarsi, tra le altre cose, in un’icona pop e nel poster più popolare tra quelli appesi alle pareti dei dormitori degli studenti da Pechino a Boston?Con questa domanda si è portati idealmente tra le strade della straordinaria Vienna di fine secolo, quando un nuovo mondo si scontrava con il vecchio mentre la modernità cominciava ad affacciarsi al mondo.

LE MERAVIGLIE DEL MUSEO EGIZIO




Il secondo appuntamento del calendario della Grande Arte al Cinema sarà il 12 e 13 marzo 2024, con "UOMINI E DEI. LE MERAVIGLIE DEL MUSEO EGIZIO",prodotto da Nexo Digital e Sky in collaborazione con il Museo Egizio di Torino,nel bicentenario della sua fondazione.Il film vede la partecipazione straordinaria del Premio Oscar Jeremy Irons, che guida gli spettatori in un viaggio alla scoperta dei tesori di una delle civiltà più affascinanti della storia antica.

Con oltre un milione di visitatori nel 2023, il Museo Egizio è il più antico al mondo dedicato all’antica civiltà del Nilo. A Torino sono custoditi 40mila reperti.Sfingi, statue colossali, minuscoli amuleti, sarcofagi, raccontano quasi 4mila anni di storia antica. Tra i reperti celebri nel mondo ci sono il Papiro dei Re,che ricostruisce il susseguirsi dei faraoni, scritta a mano su papiro,e ancora il Papiro delle Miniere,una delle più antiche carte geografiche conosciute.Ci sono poi sculture come la statua di Ramesse II,oltre al ricco corredo funebre di Kha, sovrintendente alla costruzione delle tombe dei faraoni.

HOPPER. UNA STORIA D’AMORE AMERICANA








Il terzo e ultimo evanto ci sarà il 9 e 10 aprile con la mostra "HOPPER.UNA STORIA D’AMORE AMERICANA, dedicato a uno degli artisti-simbolo dell’arte statunitense.Quella di Hopper è un’America popolare,silenziosa e misteriosa,capace di influenzare pittori come Banksy,registi come Alfred Hitchcock e David Lynch,ma anche fotografi e musicisti. Ma come ha fatto Hopper,che all'inizio della carriera non poté permettersi di dedicarsi solo alla pittura,e dovette per lungo tempo lavorare per un’agenzia pubblicitaria,a creare tanti capolavori capaci di parlare alle persone comuni così come agli esperti ?

Il docufilm diretto da Phil Grabsky analizza l’arte di Hopper,la sua vita e il rapporto con la moglie Jo, che abbandonò la sua promettente carriera artistica per fargli da manager. E ancora il successo delle sue tele,la capacità di indagare il sentimento della solitudine come nessuno prima di lui era riuscito a fare, tanto da dialogare, a distanza di decenni, anche con chi, in periodo Covid, si è trovato recluso, solo, isolato.

10 gennaio 2024

UN PAESE SENZA FUTURO






Anno nuovo,problema vecchio.Ed irrisolto.Irrisolto "perfino" da questa destra di governo italiana,nonostante tutti i roboanti proclami fatti in campagna elettorale.Il problema dell’emigrazione ha messo in crisi e sta sempre più mettendo in crisi la politica di tutti i paesi democratici ed in particolare del nostro Paese nel quale gli sbarchi di immigrati nel 2023 sono stati 155.000,il 50% in più rispetto al 2022(dati del Ministero dell'Interno)con le relative problematiche di gestione di un fenomeno indubbiamente complesso.

Ma se c'è una costante nella storia dell’umanità,questa è proprio il fenomeno migratorio.Anche i numeri di oggi non sono molto diversi rispetto a quelli di 50 o 60 anni fa.Basti ricordare che la sola emigrazione italiana nel mondo,dal 1861 al 1970,coinvolse complessivamente oltre 27 milioni di cittadini,una cifra davvero impressionante.In soli 5 anni,poi,dal 1958 al 1963,l'Italia "esportò" in Europa oltre 1 milione e mezzo di migranti,molti di questi meridionali.Le classi politiche dell'epoca,infatti,credevano,come sottolinea lo storico Rosario Villari,che questo fosse un modo per fornire una soluzione "spontanea" alla questione meridionale.

Tuttavia,in qualsiasi paese democratico del mondo avanzato,dagli Stati Uniti all'Europa,avviene che le elezioni sono vinte da quelle forze politiche che si schierano contro l’immigrazione.In ogni campagna elettorale tutte le negatività della vita politica e sociale,dalla mancanza di alloggi, agli episodi di violenza,alla crisi della sanità e della scuola sono imputate,soprattutto dalle classi economicamente più deboli,al fenomeno migratorio.Ed il paradosso consiste nel fatto che questo sentimento ostile verso le migrazioni si accentua proprio mentre la crisi demografica e l'evoluzione del mondo del lavoro moltiplicano la richiesta di lavoratori stranieri.

Oltre,quindi,alle esigenze etiche e umanitarie,che sono fondamentali per l’accoglienza di minori,donne, persone fragili e profughi in fuga da guerre,crisi climatiche e carestie,bisogna seriamente porsi difronte al fenomeno migratorio.Non ci si può limitare ad uno scontro puramente ideologico ed elettoralistico tra “accoglienza ad ogni costo”o “nessuna accoglienza”,tra  “frontiere aperte” o “porti chiusi”.

Governare il fenomeno migratorio,infatti,significa avere chiare visioni che partono dai dati oggettivi del sistema sociale ed economico italiano(calo demografico,invecchiamento della popolazione,mancanza di manodopera)per poter programmare una integrazione conveniente sia per gli immigrati che per i paesi di accoglienza.Ad oggi,invece,è diffusa,da una parte e dall'altra,una sorta di radicalismo culturale con cui il problema viene affrontato.Questo radicalismo mette in difficoltà i partiti moderati e conservatori.Accade in Italia,con le politiche anti immigrati dei partiti sovranisti di Salvini e Meloni.Ma accade anche in Germania dove il partito neonazista Afd ha conquistato notevoli suffragi elettorali con la sua campagna antimigratoria.O in Olanda dove il partito dell’ex Primo Ministro Rutte è crollato a vantaggio dei partiti propugnanti politiche contro le migrazioni.

Sarebbe quindi interesse comune per l'Europa trovare tra tutti gli Stati politiche condivise al problema migratorio,ed invece nessun progetto comune è stato posto in essere.E questo nemmeno in vista ed anzi proprio perchè tra pochi mesi ci saranno le elezioni europee,nelle quali le migrazioni saranno al centro della campagna elettorale.Così ogni singolo Paese procede per suo conto,con politiche nazionali,del resto velleitarie e inefficaci,ma sempre più ostili al fenomeno migratorio.Basti pensare all'iniziativa del governo Meloni di trasferire verso l'Albania il flusso dei richiedenti asilo,con l'intenzione di trasmettere agli elettori un segnale di durezza.Ma,a parte i dubbi di legalità giuridica e di rispetto dei diritti umani, è evidente che si tratta di un provvedimento economicamente non conveniente per il nostro Paese.L'Italia,infatti,dovrebbe costruire a proprie spese nuove infrastrutture portuali e strutture edilizie oltre a dover affrontare onerosi costi economici per l'espletamento delle procedure burocratiche.

Continuare con l’estremismo della politica anti immigrazione, unita alla becera comunicazione della stampa di destra(un disgusto i titoli di "Libero","La Verità" ed "Il Giornale")non fa che alimentare sentimenti razzisti anti migranti,senza minimamente riflettere sulle opportunità e le possibili risorse che l’immigrazione ci offre,e valutare in modo oggettivo i costi e i benefici che l’immigrazione è in grado di portare alla nostra economia.Le dichiarazioni di Meloni e del ministro-cognato Lollobrigida che farneticano addirittura di "sostituzione etnica",delineano l'ottusa visione ideologica l'incapacità del governo  di vedere le opportunità che i migranti possono fornire all’economia italiana e alla tenuta del sistema previdenziale.Senza i migranti,infatti,tra soli 20 anni i conti Inps saranno critici. Il minimo storico di nascite è un numero pericoloso per la sostenibilità delle pensioni. In prospettiva, con questa demografia, avremo più o meno lo stesso numero di persone che vanno in pensione e che entrano nel mercato del lavoro.Un rapporto di uno a uno.

Le economie ricche occidentali hanno invece tutte molti migranti. Anche noi abbiamo l’esigenza di coprire la domanda di lavori con gli stranieri.La soluzione non può che essere l’accesso di un’immigrazione regolare e fluida. Anche perché, chi arriva in Italia è per lo più giovane e contribuirebbe perciò alla sostenibilità del welfare italiano.Con le ottuse politiche  di questo governo,invece,non solo non siamo rispettosi dei nostri doveri morali e giuridici verso i migranti,ma nemmeno si farebbero gli interessi di un Paese destinato a restare senza futuro.

06 gennaio 2024

L' ADORAZIONE DEI MAGI




Il 6 gennaio la Chiesa cattolica celebra l’Epifania.Nella tradizione cristiana l'Epifania è la festa della rivelazione di Gesù come Dio.Il termine"epifania"viene infatti dal greco e significa "apparizione", "venuta".Ancora oggi, nella tradizione cattolica, il 6 gennaio rappresenta il giorno in cui i Magi giungono alla grotta di Betlemme dove è nato Gesù Bambino. Secondo il Vangelo di Matteo(2,1-12)i Magi sarebbero stati alcuni saggi astrologi o scienziati che seguendo una stella,"il suo astro" (qualche studioso ha ipotizzato che si trattasse di una Cometa di Halley di passaggio in quel periodo storico)giunsero da Oriente a Gerusalemme per adorare il bambino Gesù, il "re dei Giudei" che era appena nato.Il nome di "Magi" deriva non deriva dal fatto essi fossero versati nelle arti magiche,ma per la loro grande competenza nella disciplina dell'astrologia.Che poi fossero in tre verrebbe fatto risalire al numero di doni che portarono a Gesù: l’oro, che ne omaggiava la regalità; l’incenso, che ne omaggiava la divinità; e la mirra, che anticipa la Passione di Cristo, quando gli verrà offerta mescolata al vino prima della crocifissione.

Ma al di là delle mere questioni astrologiche, è sulla figura dei dotti in arrivo da Oriente che si concentra la bella riflessione di Papa Benedetto XVI per l’omelia della Santa Messa il 6 gennaio 2013 incentrata sulla figura dei Re Magi:"Gli uomini che allora partirono verso l’ignoto erano uomini dal cuore inquieto.Uomini spinti dalla ricerca di Dio e della salvezza del mondo.Uomini in attesa, che non si accontentavano del loro reddito assicurato e della loro posizione sociale considerevole. Erano alla ricerca di realtà più grande".

Questa ricerca,questo tipo di "curiosità intellettuale,culturale e di fede" di cui parlava Papa Ratzinger è la stessa di cui parlava lo scrittore inglese Chesterton,il quale scriveva che quella particolare “curiosità” portò i Magi a cercare il cielo “sotto terra”: «Cristo(...)era nato allo stesso livello dell’umanità(....).Il primo atto del dramma divino non solo non fu recitato su nessun palco posto al di sopra degli spettatori, ma in un oscuro palco col sipario calato, sottratto alla vista di chicchessia".La storia di Melchiorre, Gaspare e Baldassarre è intrinseca alla loro curiosità:"vediamo in loro quella curiosità che smuove tutti i sapienti.Secondo Chesterton,infatti,quei Magi non cercavano fiabe ma verità.Le stesse parole,come si vede,di Papa Ratzinger.

L'Adorazione dei Magi è uno dei soggetti più ricorrenti anche nella storia dell'arte e nella pittura,risalente addirittura al II secolo come si vede da questo affresco delle Catacombe di Santa Priscilla a Roma.



Molti grandi pittori rivolsero la loro sensibilità artistica al tema dell'Adorazione dei Magi,a cominciare da Giotto in questo affresco della Cappella degli Scrovegni:


E poi di seguito,l'Adorazione del Beato Angelico:




"Adorazione dei Magi" di Sandro Botticelli
 



"Adorazione" di Leonardo da Vinci




Domenico il Ghirlandaio




Mantegna




Raffaello Sanzio




Pietro Perugino


Pieter Bruegel il Vecchio




Pieter Bruegel il Giovane




Tiziano




Tintoretto




Rubens




Diego Velazquez



Rembrandt




Artemisia Gentileschi



 
Esteban Murillo