29 gennaio 2021

GIUSTIZIA A 5 STELLE

Il governo Conte è caduto.Erano troppe(e troppo profonde)le spaccature con Renzi e Italia Viva.Dal modo di utilizzo,da parte del premier,dei Dpcm,durante il lockdown,a temi cruciali non affrontati dal governo,come la riapertura delle scuole,i trasporti,il rafforzamento delle strutture sanitarie e il piano vaccinale.E poi sono subentrati altri temi divisivi,come il modo e i tempi di gestione dei fondi assegnati dall'Europa all'Italia(il "Recovery Fund")e l'utilizzo del MES.Ma alla fine,a ben vedere,Conte è caduto su un tema fondante della cultura dei 5Stelle,il partito di riferimento del Premier,e cioè sul giustizialismo.Non a caso la crisi si è aperta nei giorni in cui il Ministro della Giustizia,Alfonso Bonafede,avrebbe dovuto riferire alle Camere sullo stato delle giustizia nell'anno appena trascorso.Proprio la giustizia e la sua riforma,è sempre stata motivo di acceso scontro all'interno della maggioranza,tra Italia Viva e il Movimento Cinque Stelle,specialmente per quanto riguarda il tema della prescrizione,ossia quell'orrida legge che introduce il blocco della prescrizione dopo il I grado di giudizio,anche in caso di assoluzione dell'imputato.In realtà per i 5Stelle il tema della giustizia era ed è un punto dirimente,sul quale i grillini non hanno nessuna intenzione di cedere.In questi 3 anni di governo hanno ceduto praticamente su tutto il loro programma elettorale:sull’Europa,sulla Tap,sulla Tav.Essendo loro "il nulla"(così li ha definiti l’ingegner Carlo De Benedetti)non hanno nemmeno faticato a cambiar idea.Ma il giustizialismo manettaro,quello no,non possono proprio abbandonarlo,perché è la loro vera natura,è nel loro DNA,è l'elemento fondante della loro politica.Sulla giustizia i 5Stelle giocano la loro concezione dell’individuo,della società e dello Stato,assieme a quei Davigo e a Travaglio,eccelsi esponenti e teorici dello Stato Etico tramite sentenza.E' di questo che si dovrebbe occupare(e preoccupare)il PD,che comunque rimane un partito riformista e di certo non giustizialista.Queste sono le tematiche che il PD dovrebbe porre sul tavolo,in sede di trattativa per il nuovo governo e chiunque sia il premier.Far respingere,nero su bianco ai 5Stelle la spazzacorrotti e l’eliminazione della prescrizione;imporre l’effettiva terzietà del giudice,eliminare l’abuso della custodia cautelare e la durata eccessiva dei processi(che viola la norma costituzionale della durata del "giusto processo")e la prassi non governata delle indagini preliminari.I tanti,troppi "casi Tortora",per il quale si sono spesi i Radicali di Marco Pannella,non hanno insegnato proprio niente?E forse la cultura giuridica e politica di questo Paese ha "voluto" dimenticare il significato dei film di Elio Petri("Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto",con il sempre bravissimo Gian Maria Volontè e la colonna sonora di Ennio Morricone)



e quello di Nanni Loi ("Detenuto in attesa di giudizio",con Alberto Sordi,in una delle sue rare rappresentazioni drammatiche).




Ma c’è poco da illudersi:il Partito democratico di Zingaretti è diventato il partito del potere per il potere.Perciò non farà nessuna battaglia sulla giustizia,esattamente come non l'ha fatta nell’estate del 2019,quando ha incredibilmente accettato che Bonafede,un avvocataticchio di provincia che non sa distinguere tra dolo e colpa,uno che sostiene che "gli innocenti non vanno in carcere",perfetto epigono della "cultura" giuridica di magistrati come Davigo e giornalisti come Travaglio,unico avvocato italiano manettaro e giustizialista,restasse Guardasigilli.Il PD non muoverà nemmeno un dito non solo perché Zingaretti non ha capacità di far valere i principi veri del suo Partito,ma perché ha il terrore del voto,unico collante di questa maggioranza.Non lo farà perché aprire una discussione sulla giustizia,farebbe saltare tutte le panzane che i dirigenti piddini si sono raccontati sulla strategia di “mescolare i due elettorati”,sulla possibilità,cioè,di una alleanza strategica con il Movimento 5Stelle,il Movimento che gridava contro "il partito di Bibbiano".Perchè per Zingaretti & Company entrare nel merito del problema di una "Giustizia giusta",vorrebbe dire scoprire che i 5Stelle sono radicalmente illiberali,che hanno una concezione dello Stato che soffoca l’individuo,che amano le tricoteuses e la giustizia senza giustizia.Per questo il PD farà finta di niente,magari dirà solo qualche vacuo e generico luogo comune su qualche marginale punto programmatico e continuerà a raccontarsi favolette sulle piattaforme comuni a sinistra.



25 gennaio 2021

SEMPRE PEGGIO



Nel guardare l'indegno spettacolo svoltosi nelle aule parlamentari in occasione della crisi di governo,si può comprendere lo stato di degrado politico,istituzionale e culturale cui è giunta la classe politica italiana.La questione riguarda il Presidente del Consiglio,anzitutto.Su quella sedia dove una volta sedeva Alcide De Gasperi,c'è da tre anni un signor nessuno mai presentatosi in alcuna competizione elettorale,privo di qualunque percorso politico-istituzionale precedente,estraneo a qualunque appartenenza che possa farne indovinare idee e valori.Un tizio,disposto a essere qualsiasi cosa,uno Zelig che abbraccia qualunque punto di vista,diametralmente opposti tra loro,capace di tutto,pur di mantenere la poltrona:così prima firma il provvedimento sicurezza contro l'immigrazione e poi firma quello per l'abrogazione dello stesso provvedimento.Un camaleonte che per una sfrenata ambizione si acconcia a presiedere coalizioni di governo del tutto opposte tra loro:con la Lega prima,con il Pd dopo.Un altro elemento che si è manifestato in tutta la sua evidenza è quello di una rappresentanza parlamentare composta di uomini e donne in grandissima parte sconosciuti ai propri elettori.Senatori e deputati eletti unicamente grazie alle loro relazioni personali con un pugno di oligarchi padroni di fatto delle liste elettorali,e quindi delle elezioni.Un Parlamento composto da gente di una rozzezza e povertà culturale sconcertante.Chi ha ascoltato in tv o attraverso le radio il dibattito parlamentare ne ha avuto una conferma straziante.Un semianalfabetismo di tanti dei suoi membri,una insulsaggine repellente,una deprimente miseria culturale,un infantilismo argomentativo dei loro interventi,al quale si accompagnava una sconfinata presunzione di essere o valere qualcosa.Ma oltre il cialtronesco pattume dei vari parlamentari,c'è la crisi del sistema dei partiti.Un sistema che ormai annovera quasi soltanto partiti-meteore e partiti personali,che consente a un partito che ha perso le elezioni di sedere pressoché in permanenza al governo e dominare da sempre l’assegnazione di centinaia di incarichi pubblici di vertice.E' per questo che quel folto stuolo di coloro che vivono di politica dipinge l’eventualità di un ricorso alle urne come la massima sciagura possibile,per il Paese,essi dicono,per sé medesimi,in realtà,agitati come sono da un terrore per la competizione democratica.E' questa la tipica manifestazione di un potere votato all’autoperpetuazione.La conseguenza di questa fame di poltronismo,che contribusce a distruggere qualunque fiducia nella democrazia da parte dei cittadini,si riassume in un'unica parola:"irresponsabilità".Per qualunque errore od omissione del potere,in Italia infatti è rarissimo che qualcuno paghi.Questo sia perché il meccanismo dei governi di coalizione e la farraginosità delle procedure consentono sempre di eludere qualsiasi precisa attribuzione di responsabilità(ad esempio:qualcuno hai mai capito ad esempio chi è stato nel governo dell’epoca a permettere ad «Autostrade per l’Italia» di ottenere le concessioni che ha ottenuto con quelle scandalose clausole di favore?).E anche perché le elezioni,quando pure si fanno,sono un sistema blindato che garantisce di essere eletto anche a un cavallo,come fece Caligola,purché il capo della "scuderia" sia d’accordo.Senza contare la frequenza con cui deputati e senatori cambiano partito o schieramento(in questa legislatura sono già più di 200;in tutta la Prima Repubblica furono solo 14).Così,non potendosi individuare con trasparenza i percorsi e le motivazioni decisionali,alla fine nessuno risulta più responsabile di nulla. A cominciare da quella specie di presidente del Consiglio,che è il simbolo di una degenerazione trasformistica che ha ormai pervaso tutto il sistema.E quindi,anche se sono ormai 40 anni che se ne parla,il rimedio possibile è quello di cambiare le regole.Innanzi tutto,le regole riguardanti l’elezione dei parlamentari.I cittadini devono conoscere coloro ai quali delegano la propria rappresentanza in Parlamento,evitando che un tizio senz’arte né parte e che non sa mettere quattro parole di fila ci vada solo per essere un galoppino del capo del suo partito.Si deve mantenere ferma,insomma,l’idea che si eleggono delle persone,non solo delle liste o delle sigle dal momento che poi alla Camera e al Senato siedono delle persone(preferibilmente con un pò di cervello)non dei manichini.Dopo di che è il sistema di governo che va cambiato.Va,ad esempio,accresciuto il potere e la responsabilità di chi il governo lo guida nonché la stabilità del governo stesso,magari introducendo una regola come quella della "sfiducia costruttiva",che in Germania vige da tempo.Con questa regola ed altre consimili si eviterebbe l’aleatorietà delle coalizioni e delle alleanze improvvisate,oltre che il degrado morale ed etico della politica,come è accaduto in questi giorni di crisi di governo,nei quali il Parlamento è stato trasformato in un vergognoso mercato e ad un mercimonio di poltrone.Perché è il Parlamento che deve riacquistare una centralità nell’emanazione delle regole che determinano la vita della collettività,temperando i deliri d’onnipotenza dell’esecutivo e di questo Premier,che con quello strumento di poca trasparenza democratica che sono i Dpcm ha trasformato e limitato la vita di tutti noi,arrecando un grave "vulnus" alla democrazia rappresentativa.Il fatto,però,è che queste riforme fanno troppo paura.A destra come a sinistra nessuno se la sente di sollevare il problema delle regole.Così come nessuno pensa davvero al tema cruciale della legge elettorale,che,non a caso,fino ad oggi sono state tante(il "Mattarellum",il "Porcellum",il "Rosatellum",l'"Italicum").Il fatto è che ognuno cerca di ottenere il testo che più gli consenta di sfruttare al massimo il proprio capitale di voti danneggiando i rivali,e che insieme permetta ai capipartito di continuare a essere i padroni delle elezioni.Altro che fare le cose "per il bene dell'Italia".Per l’Italia,invece,tutto sembra destinato a continuare come prima.Sempre lo stesso,sempre peggio.

05 gennaio 2021

ERASMO D'EUROPA



Alle 24 del 31 dicembre 2020 il "Big Ben" di Westminster ha segnato l'addio all'anno vecchio,ma anche l'addio dell'Inghilterra all'Europa,perchè in quel giorno e a quell'ora sono andate a termine le procedure finali della Brexit.Tra le tante conseguenze derivanti dall'uscita dell'Inghilterra dall'Europa c'è n'è una,tra le più dolorose,e cioè l'uscita dell'Inghilterra anche dal programma Erasmus,(acronimo di European Community Action Scheme for the Mobility of University Students),ovvero il programma di scambi di studio fra studenti universitari europei.Erasmo non abita più in Inghilterra.Dal primo gennaio 2021 questa parola non risuonerà tra le mura dei più antichi college britannici,nei verdi prati dove fu inventato il football,lungo le rive del Tamigi dove si svolge la "Boat Race",la gara di canottaggio tra le Università di Oxford e di Cambridge.Dal 1987 tanti studenti,che si sono avvalsi dell'Erasmus,hanno potuto conoscere la nazione che ha aperto le porte della cultura anglo sassone ai giovani provenienti da ogni parte d’Europa.Pare un secolo fa,quando,nel 1990,veniva inaugurato il tunnel sottomarino della Manica,che collega Francia e Inghilterra e che sembrava rappresentare materialmente il simbolo dell'unione tra l'Isola britannica e il Continente e il realizzarsi del sogno di una grande Europa.Alla fine tra Boris Johnson e Ursula von der Leyen si è trovato un accordo che tutela gli interessi commerciali,le politiche doganali,i regimi fiscali di molte industrie già da tempo operanti nei diversi settori della vita britannica.Ma non ci sono solo interessi economici e materiali.C'è un grande vulnus causato dalla Brexit.Una grave ferita recata alla dimensione culturale-europea prossima ventura,rappresentato dalla fuoriuscita dall'"Erasmus" dell'Inghilterra.Naturalmente non ci sarà nessun problema per i rampolli di famiglie agiate che dalla Francia alla Spagna,dall’Italia alla Germania potranno continuare a studiare nelle prestigiose Università inglesi.Gli altri,se lo vorranno,potranno trascorrere nelle isole britanniche non più di 3 mesi,come studenti/turisti,per apprendere la lingua più parlata nel mondo globalizzato,i cui termini hanno colonizzato il mondo più di quanto fecero la Compagnia delle Indie,le flotte corsare di Francis Drake e quel "Grande Gioco" di cui Rudyard Kipling ha scritto.L'Europa ha già rinunziato al suo "polmone" destro con l’incomprensibile errore di non aver mai aperto alla Russia di Alexandr Puskin,di Lev Tolstoy e di Fédor Dostoevskij ottenendo in cambio Vladimir Putin;e ha chiuso gli occhi davanti alla feroce repressione del premier turco Erdogan,dimenticando l'"altra" Turchia,la Turchia di Nazim Hikmet,per esempio.Ora l'Europa perde anche il patrimonio culturale e ideale inglese.Certo,si potrà sempre continuare a studiare Shakespeare,Byron,Dickens e Orwell,ma tutt'altra cosa è il vedere i posti e l' "humus",dove il "sentire" di questi Grandi si è sviluppato.E gli italiani di domani,oltre la rassegna dei film capolavori ambientati nella nebbia di Londra e d'Inghilterra,da “Blow-Up” di Michelangelo Antonioni


a “Fumo di Londra” con Alberto Sordi,a Mario Monicelli con la “Ragazza con la pistola”,che raccontarono il clima culturale e il "vivere" inglese,cosa riusciranno a cogliere delle atmosfere "british" tanto essenziali all’identità europea?E vien da sorridere,poi,nel pensare che nel 250° anniversario della nascita di Ludwig Van Beethoven,sembra compiersi la vendetta del grande musicista,la cui Nona Sinfonia("Inno alla Gioia",adottato come "colonna sonora" della Comunità Europea)fu ridotta a cura psichiatrica per quell'Alex,il protagonista del film “Arancia Meccanica",di Stanley Kubrick,tratto dal romanzo dello scrittore Antony Burgess.



Il progetto Erasmus ha rappresentato il più importante esperimento di scambio e di confronto interculturale per giovani che l’Europa abbia mai varato,ed ha allevato una generazione di cui il cinema ha narrato le gesta:“L’appartamento spagnolo” di Cedric Klapish,“Persepolis” di Marjane Satrapi,“L’attimo fuggente” di Peter Weir(con uno straordinario Robin Williams)



“To Rome With Love” di Woody Allen.Una galleria di situazioni e di ritratti di giovani sottratti al provincialismo delle proprie nazioni e proiettati nella grande sfida dell’incontro con l’altro e il diverso,alla ricerca di una nuova e più completa identità.L’Europa percorsa da studenti e professori era il sogno di Erasmo da Rotterdam,il teologo olandese del XV secolo,il cui nome latino è già un vero e proprio programma di vita:Desiderius Erasmus Roterodamus.Egli fu il più completo umanista che il vecchio mondo abbia mai prodotto e che viaggiò per tutta la vita.Erasmo rappresenta l’uomo dello studio e del silenzio,libero e senza partito,precorritore del pensiero moderno.Giunse in Inghilterra nell’anno 1500,dall'amico Tommaso Moro,in casa del quale scrisse “Elogio della Follia”.La Brexit ha minato il senso dell’identità comunitaria,inteso come senso di appartenenza ad un "NOI",ad una comunità,ad un ambiente,ad una "famiglia" che è la "famiglia" europea.Anche l'"Erasmus" ha fatto sì che il "cives" europeo si riconoscesse come appartenente ad un gruppo molto più ampio,condivisivo degli stessi ideali,diritti,valori,e di quella millenaria Storia comune europea.Evidentemente non a caso la Brexit si è potuta realizzare nel momento politico-culturale nel quale un pò in tutto il mondo,si affermano sovranismi ed egoismi e interessi nazionalistici.Acquista,così una singolare attualità l'opera di Erasmo,"Elogio della follia",dove egli ironizza sulle diverse forme di irrazionalità che caratterizzano il suo tempo.Mai come oggi,guardandosi intorno,si ha l’impressione che proprio la follia stia prendendosi la sua rivincita sulla ragione nei diversi settori della vita pubblica e privata,rendendo sempre meno respirabile l’aria non solo della Gran Bretagna,ma del vecchio continente nel suo insieme.E forse,davanti a tutto questo,Erasmo sorriderebbe di nuovo,come dei suoi contemporanei,anche di noi, con triste e amara meraviglia.