Nel guardare l'indegno spettacolo svoltosi nelle aule parlamentari in occasione della crisi di governo,si può comprendere lo stato di degrado politico,istituzionale e culturale cui è giunta la classe politica italiana.La questione riguarda il Presidente del Consiglio,anzitutto.Su quella sedia dove una volta sedeva Alcide De Gasperi,c'è da tre anni un signor nessuno mai presentatosi in alcuna competizione elettorale,privo di qualunque percorso politico-istituzionale precedente,estraneo a qualunque appartenenza che possa farne indovinare idee e valori.Un tizio,disposto a essere qualsiasi cosa,uno Zelig che abbraccia qualunque punto di vista,diametralmente opposti tra loro,capace di tutto,pur di mantenere la poltrona:così prima firma il provvedimento sicurezza contro l'immigrazione e poi firma quello per l'abrogazione dello stesso provvedimento.Un camaleonte che per una sfrenata ambizione si acconcia a presiedere coalizioni di governo del tutto opposte tra loro:con la Lega prima,con il Pd dopo.Un altro elemento che si è manifestato in tutta la sua evidenza è quello di una rappresentanza parlamentare composta di uomini e donne in grandissima parte sconosciuti ai propri elettori.Senatori e deputati eletti unicamente grazie alle loro relazioni personali con un pugno di oligarchi padroni di fatto delle liste elettorali,e quindi delle elezioni.Un Parlamento composto da gente di una rozzezza e povertà culturale sconcertante.Chi ha ascoltato in tv o attraverso le radio il dibattito parlamentare ne ha avuto una conferma straziante.Un semianalfabetismo di tanti dei suoi membri,una insulsaggine repellente,una deprimente miseria culturale,un infantilismo argomentativo dei loro interventi,al quale si accompagnava una sconfinata presunzione di essere o valere qualcosa.Ma oltre il cialtronesco pattume dei vari parlamentari,c'è la crisi del sistema dei partiti.Un sistema che ormai annovera quasi soltanto partiti-meteore e partiti personali,che consente a un partito che ha perso le elezioni di sedere pressoché in permanenza al governo e dominare da sempre l’assegnazione di centinaia di incarichi pubblici di vertice.E' per questo che quel folto stuolo di coloro che vivono di politica dipinge l’eventualità di un ricorso alle urne come la massima sciagura possibile,per il Paese,essi dicono,per sé medesimi,in realtà,agitati come sono da un terrore per la competizione democratica.E' questa la tipica manifestazione di un potere votato all’autoperpetuazione.La conseguenza di questa fame di poltronismo,che contribusce a distruggere qualunque fiducia nella democrazia da parte dei cittadini,si riassume in un'unica parola:"irresponsabilità".Per qualunque errore od omissione del potere,in Italia infatti è rarissimo che qualcuno paghi.Questo sia perché il meccanismo dei governi di coalizione e la farraginosità delle procedure consentono sempre di eludere qualsiasi precisa attribuzione di responsabilità(ad esempio:qualcuno hai mai capito ad esempio chi è stato nel governo dell’epoca a permettere ad «Autostrade per l’Italia» di ottenere le concessioni che ha ottenuto con quelle scandalose clausole di favore?).E anche perché le elezioni,quando pure si fanno,sono un sistema blindato che garantisce di essere eletto anche a un cavallo,come fece Caligola,purché il capo della "scuderia" sia d’accordo.Senza contare la frequenza con cui deputati e senatori cambiano partito o schieramento(in questa legislatura sono già più di 200;in tutta la Prima Repubblica furono solo 14).Così,non potendosi individuare con trasparenza i percorsi e le motivazioni decisionali,alla fine nessuno risulta più responsabile di nulla. A cominciare da quella specie di presidente del Consiglio,che è il simbolo di una degenerazione trasformistica che ha ormai pervaso tutto il sistema.E quindi,anche se sono ormai 40 anni che se ne parla,il rimedio possibile è quello di cambiare le regole.Innanzi tutto,le regole riguardanti l’elezione dei parlamentari.I cittadini devono conoscere coloro ai quali delegano la propria rappresentanza in Parlamento,evitando che un tizio senz’arte né parte e che non sa mettere quattro parole di fila ci vada solo per essere un galoppino del capo del suo partito.Si deve mantenere ferma,insomma,l’idea che si eleggono delle persone,non solo delle liste o delle sigle dal momento che poi alla Camera e al Senato siedono delle persone(preferibilmente con un pò di cervello)non dei manichini.Dopo di che è il sistema di governo che va cambiato.Va,ad esempio,accresciuto il potere e la responsabilità di chi il governo lo guida nonché la stabilità del governo stesso,magari introducendo una regola come quella della "sfiducia costruttiva",che in Germania vige da tempo.Con questa regola ed altre consimili si eviterebbe l’aleatorietà delle coalizioni e delle alleanze improvvisate,oltre che il degrado morale ed etico della politica,come è accaduto in questi giorni di crisi di governo,nei quali il Parlamento è stato trasformato in un vergognoso mercato e ad un mercimonio di poltrone.Perché è il Parlamento che deve riacquistare una centralità nell’emanazione delle regole che determinano la vita della collettività,temperando i deliri d’onnipotenza dell’esecutivo e di questo Premier,che con quello strumento di poca trasparenza democratica che sono i Dpcm ha trasformato e limitato la vita di tutti noi,arrecando un grave "vulnus" alla democrazia rappresentativa.Il fatto,però,è che queste riforme fanno troppo paura.A destra come a sinistra nessuno se la sente di sollevare il problema delle regole.Così come nessuno pensa davvero al tema cruciale della legge elettorale,che,non a caso,fino ad oggi sono state tante(il "Mattarellum",il "Porcellum",il "Rosatellum",l'"Italicum").Il fatto è che ognuno cerca di ottenere il testo che più gli consenta di sfruttare al massimo il proprio capitale di voti danneggiando i rivali,e che insieme permetta ai capipartito di continuare a essere i padroni delle elezioni.Altro che fare le cose "per il bene dell'Italia".Per l’Italia,invece,tutto sembra destinato a continuare come prima.Sempre lo stesso,sempre peggio.
Nessun commento:
Posta un commento