23 novembre 2021

PER UN'ETICA DELLA RESPONSABILITA'




Certo,c'è il telecomando per spegnere la tv ed evitare la tortura dei talk show che sono diventati il cassonetto della spazzatura nei quali confluisce tutta la subumanità di quel mondo no vax e no green pass,che trovano nel populismo di 
Salvini e Meloni i loro referenti politici.Ma anche dopo aver spento la tv,ti accorgi che qualcosa è rimasto.Proprio grazie a quei talk e a quella politica sovranpopulista,sono state seminate nella gente dubbi e ancor più sentimenti di rancore,rabbia e risentimento.Lo si vede nei disordini delle piazze di Roma,Milano,Torino e Trieste.Ed è qui che ci sono le responsabilità dei massmedia e dei talk show.Il "format" di questi talk è sempre lo stesso:usare una sorta di "par condicio",per dar spazio e voce,ai mondi del si e no vax,del si e no green pass.Ma utilizzare il bilancino della par condicio in materia vaccinale è irresponsabile.La par condicio fu adottata in politica da un sistema ipocrita,che aveva paura che la gente si ponesse domande e che voleva(e vuole)centellinare l'informazione,nel presupposto antico che la libertà sia rischiosa.Proprio come Fëdor Dostoevskij fa dire alla famosa figura del "Grande Inquisitore" nei "Fratelli Karamazov".Con la pandemia,però,è tutto diverso.In tema di Covid,vaccini e green pass non si può far parlare tutti,fino all'ultimo imbecille che propone improbabili teorie fanta-sanitarie.Non si può far confrontare chi raccatta qualche nozione pseudosanitaria su Wikipedia,con chi ha passato la vita in laboratori e corsie d'ospedale.Così il telespettatore,davanti a tesi contrapposte può essere attratto dal più bravo nello storytelling o da quello che grida più forte.Ogni conduttore o conduttrice di talk show sa che è bene invitare qualccuno a blaterare qualsiasi stupida idea priva di dignità e contenuto,affinché questa persona posso dare spettacolo con le proprie fantasie e i propri slogan in modo tale da provocare la reazione delle persone che esprimono,invece,competenze e conoscenze,idee correlate ai fatti e ai dati.Così,alla fine,si accende nello studio tv uno sguaiato dibattito urlato con improperi e insulti,fatto di nulla che però fa schizzare la trasmissione nelle classifiche dell'audience.Del resto il Presidente Mediaset,Fedele Confalonieri,ha detto senza ipocrisie:"Il talk-show deve fare casino,sennò chi lo guarda?".Ma con la scelta di questo modello di talk si giunge poi a dar voce alle bestialità di certa gente,tipo quel sacerdote,don Paolo Pasolini,secondo il quale:"Ci sono donne ingravidate da aziende statali o private per farle abortire,asportare loro il feto e usarne gli organi per la sperimentazione dei vaccini anti-Covid".Oppure quel portuale di Trieste,tal Puzzer,che ubriacato dalle telecamere e dalle interviste,chiede che Draghi e Mattarella vadano a conferire con lui.Sì è proprio di Trieste quel tizio lì,la città dove Franco Basaglia liberò i matti dai manicomi.E questo accade mentre in tutta Europa arriva in forma cruenta la quarta ondata del virus.E così in Austria proclamano un nuovo lockdown nazionale e in Germania la Cancelliera uscente,Angela Merkel,afferma che la situazione è "tragica e drammatica" e il Ministro della Sanità tedesco dice una frase choc:"quasi tutti i tedeschi alla fine dell’inverno saranno vaccinati,guariti o morti”.
In un’ottica liberale si potrebbe dire che non si può certo vietare ad altri di esprimere idee diverse.Ma qui anche Voltaire si rifiuterebbe di difendere quelle idee.Qui si vorrebbero far passare come liberali e libertarie,le idee deliranti di questi personaggi.No,non si tratta di libertà di esprimere idee diverse e di manifestare.Perchè poi quelli che invocano le libertà dal vaccino e dal green pass sono gli stessi che per primi quelle libertà non rispettano,e,anzi,minacciano gli scienziati costringendoli a girare con la scorta,aggrediscono i giornalisti,deridono e insultano le istituzioni.Di questa prepotenza di minoranze organizzate,i populisti nostrani si fanno difensori e proprio costoro trovano spazio inappropriato i talk show televisivi.E proprio a questa gente forniscono armi ideologiche uomini di cultura come i filosofi Cacciari e Agamben o lo storico Barbero.La comunicazione,perciò,deve fare un esame di coscienza:essa,durante la pandemia,ha avuto un vizio di partenza:quello,appunto,di ritenere che chiunque potesse parlare e mettere in discussione la scienza.Ma il tema urgente e di fondo della democrazia,in questo momento così drammatico,è quello di difendere il diritto delle persone alla vita e alla salute,non certo quello di far parlare una minoranza di cretini che,in nome di un fantomatico attacco alla libertà,pensano di poter dire qualsiasi cosa,contrapponendo il loro pensiero complottista alla ricerca scientifica.Max Weber diceva che in democrazia c'è un'etica dei principi e un'etica della responsabilità.E' giunto il momento in cui prevalga un'etica di responsabilità.I massmedia che sono chiamati a diffondere conoscenza e consapevolezza è quest'etica che devono rispettare e non certo quello di far parlare tutti.Financo Puzzer e don Pasolini.



11 novembre 2021

L'UOMO DEL SOTTOSUOLO




Quest'anno ricorrono i 200 anni dalla nascita di Dostoevskij.Dostoevskij nacque infatti a Mosca l'11 novembre del 1821 ed è considerato uno dei più grandi scrittori della letteratura mondiale.Del pensiero di Dostoevskij sono note le grandi direttrici:il Bene e il Male,il libero arbitrio,cioè la libertà che Dio lascia all'Uomo di scegliere tra l'uno o l'altro(famose sono le pagine sul personaggio del "Grande Inquisitore" nei "Fratelli Karamazov")una tendenza all’analisi interiore dei personaggi dei suoi romanzi,che sembrano anticipare Freud e la psicoanalisi.Celebrare i 200 anni dalla nascita di Dostoevskij,significa riflettere sull’uomo contemporaneo,al tempo stesso lacerato dalla propria mancanza di certezze e ugualmente teso verso un sistema di valori in grado di dare senso alla propria vita.E' per questo che Dostoevskij è considerato l'antesignano del moderno Esistenzialismo,erede del padre dell'Esistenzialismo filosofico,il danese Soren Kierkegaard.I romanzi di Dostoevskij ancora oggi rappresentano il tentativo di capire chi siamo e chi vorremmo essere.I suoi più grandi capolavori furono: Delitto e castigo LIdiota I demoni  I fratelli Karamazov e "Memorie dal sottosuolo".I personaggi dei suoi romanzi mostrano una profonda inquietudine spirituale che racchiude nella stessa persona caratteri contrastanti.La vita di Dostoevskij,così piena di dolori,contribuì sicuramente alla creazione di romanzi che scandagliano le profondità dell'animo umano.Nelle sue opere c'è il tormento interiore dei suoi personaggi.Alcolisti,prostitute, contadini,uomini costretti a condurre esistenze infami,sono i protagonisti assoluti delle opere di Dostoevskij.Tuttavia in questi personaggi si assiste ad una ricerca incessante della spiritualità che lo scrittore russo riteneva insita nell’uomo.Da qui nasce la tragedia esistenziale dei suoi personaggi.La lettura delle sue opere influenzò anche la formazione culturale di Freud, il quale dedicò un saggio("Dostoevskij e l'uccisione del padre" ) per analizzare la personalità dello scrittore russo.
Dostoevskij soffrì di epilessia,malattia che segnò la sua esistenza.E questo male caratterizza alcuni dei suoi personaggi.Eppure,nonostante questo e nonostante tutto il dolore della propria esistenza(gli morirono la prima moglie e un figlio e fu condannato ai lavori forzati in Siberia,dopo  aver rischiato la condanna a morte per cospirazione)Dostoevskij ebbe una profonda fede,riscontrabile soprattutto nel suo capolavoro,“I fratelli Karamàzov“.Una fede che nasce dal dubbio e dal perenne conflitto tra Credo e libero arbitrio.Fu questo personale conflitto interiore a caratterizzare tutti i suoi personaggi,dilaniati da una tensione tra il Bene e il Male.Per Dostoevskij l’uomo che può giungere al divino è per lo più il cosiddetto “peccatore” perché ha più sofferto(sembra qui di rileggere la pagina evangelica del Figliuol prodigo).Così in "Delitto e castigo" Raskòl'nikov accetta la propria condanna per l'omicidio dell'usuraia anche grazie all'aiuto dell'amore di Sonja).
Uno dei più importanti romanzi dello scrittore russo,fondamentale per comprendere il suo pensiero,è indubbiamente “Memorie del sottosuolo“.L’uomo del sottosuolo è un uomo smarrito e sordido("Io sono un uomo malato.Sono un uomo malvagio" è l'incipit del romanzo)che analizza in modo impietoso le sue contraddizioni e le sue grettezze,alla ricerca di qualcosa che riesca ad illuminare la propria esistenza.L'uomo del sottosuolo dostoevskijano è un individuo a disagio con se stesso,incapace di instaurare relazioni con la società.Ed è in quel sottosuolo nel quale cerca se stesso,scrutando i suoi lati oscuri,che si può rintracciare la vicinanza alle teorie di Freud con l'analisi del proprio Io per poter superare o almeno convivere con le proprie macerazioni interiori.Quell'uomo ristretto nel proprio "sottosuolo",non riesce a trovare delle risposte nella propria incapacità di vivere,rimanendo,così,in quel luogo infimo in cui si allontana dagli altri e dove tenta di nascondere la sua angoscia di vivere.Un romanzo che rappresenta quasi una sintesi del pensiero di Dostoevskij sulla drammaticità esistenziale dell'Uomo.Ma è ne “I fratelli Karamazov” che emerge tutto il pensiero filosofico di Dostoevskij,in cui le tematiche inerenti il conflitto tra bene e male e la questione religiosa vengono trattati nel grande dialogo del "Grande Inquisitore" con Gesù.
Dostoevskij è attuale ancora oggi.Perchè,in fondo,Dostoevskij non ha mai smesso di parlare all’uomo di ogni tempo e alla sua anima."L’uomo è un mistero,egli diceva."Io mi occupo di questo mistero,poiché voglio essere un uomo".