28 giugno 2022

NON DOVEVA ESSERE "MAI PIU' " ?




"Per avere la pace non si devono più fornire armi all'Ucraina".Questo il trito refrain ripetuto decine e decine di volte da politici,giornalisti,intellettuali e accademici di destra e di sinistra e financo da qualche prelato,in dibattiti più o meno seriosi in teatri,università o in quei  talk show sguaiati che offrono visibilità e palcoscenici televisivi a gente in realtà senza arte nè parte.Davanti a tutta questa compagnia da avanspettacolo davvero non si riesce a trovare qualcuno disposto a parlare chiaro e a dire che le azioni criminali che le autorità russe stanno facendo in Ucraina è qualcosa che prima di oggi solo Hitler e Stalin avevano osato fare?Magari auspicando anche un tribunale per giudicare le loro colpe?Perché qui non si tratta della guerra che Putin ha scatenato il 24 febbraio.La guerra é sempre e comunque qualcosa di orribile e non ci saranno mai "regole",per renderla meno "brutta".Nulla e nessuno,ad esempio,riuscirà mai ad impedire ad una delle parti in guerra l’uso di un’arma cosiddetta "proibita"(tipo le bombe a grappolo che i russi infatti impiegano con la massima disinvoltura).

Qui,però,si tratta di cose diverse che con la guerra non c’entrano nulla. Qui si tratta di decine e decine di casi di feroci uccisioni fatte per rappresaglia di civili ucraini inermi,massacrati per strada come bestie,al di fuori di qualunque scontro militare in atto. Di sparizioni nel nulla (quindi di presumibili soppressioni) di autorità locali delle città ucraine occupate dalle forze di Mosca.Qui si tratta di un feroce e radicale tentativo di "deucrainizzazione" di tutti i territori occupati,di cancellazione di quel Paese dalla faccia della Terra,fatta mediante la proibizione di libri in lingua ucraina che vengono bruciati e distrutti,proprio così come faceva il nazismo,oppure col divieto di istruzione nelle scuole secondo i programmi fin qui adottati,di soppressione di tutti i mezzi di comunicazione(radio,tv,telefonia).E si tratta addirittura di un fatto orrendo e criminale,di una crudeltà inimmaginabile,ripugnante ad ogni animo umano,e cioé la deportazione in Russia di centinaia di migliaia di bambini ucraini(c’è chi dice che sono già trecentomila)Per quale fine poi?Privare di forze future il nemico?Per "rieducarli" secondo i ben noti sistemi putiniani?Per darli in adozione?

Facile immaginare le tesi dei putiniani fintopacifisti italiani:tutte "fake nws",bieca propaganda occidentale,immagini e informazioni costruite ad arte dagli ucraini,come ad esempio,ebbe a dire il giornalista Toni Capuozzo sulla strage di Bucha.E invece no.Per ognuna di questi orrori compiuti dai russi vi sono troppe notizie circostanziate dalla stampa,troppe prove raccolte dai tanti inviati dalle tv di tutto il mondo sul campo,troppe testimonianze dirette,perché si possano avere dubbi.La verità é solo una:nei territori dell’Ucraina che occupa,Putin sta mettendo in atto una vera e propria pulizia etnica,una politica di tipo genocidiario mirante alla cancellazione di fatto dell’identità nazionale di quel popolo.Una "politica" già messa in atto a Grozny con i ceceni,del resto.Una politica simile a quella che la Germania nazista mise in atto durante la Seconda Guerra mondiale nella parte di Polonia occupata che intendeva annettere.

E allora se questo è vero(ed é vero,signori putinisti italioti)bisogna pure dire che è inutile,ipocrita addirittura,che un Paese coltivi in tutte le occasioni la sua memoria antifascista,celebri ogni santo 27 gennaio "la giornata della memoria",che continui ad evocare le colpe di chi,contro le infamie del totalitarismo nazifascista,"doveva parlare ma non parlò",e gridare solennemente che questo non dovrà essere MAI PIU'.E' inutile fingere di indignarsi solo nei giorni "consacrati" del 27 gennaio,del 25 aprile e del 1 maggio,se poi oggi si assiste ad un sostanziale silenzio su quanto sta accadendo dalle parti del Donbass e dintorni.

Sì,questo é quello che accade oggi in Italia.Su queste cose non parlano e non dicono in tanti oggi in Italia,forse perché tropo presi dal loro supposto impegno pacifista.Bisogna invece chiedersi come è possibile che nel nostro discorso pubblico culturale e religioso(certo,anche quello religioso)ci siano tanti soggetti così tanto avvezzi  a parlare di rispetto dei diritti umani,di legalità,solidarietà e giustizia,che poi,però,sull'Ucriana preferiscono  discettare di una "pace" teorica(magari fatta sulla pelle degli ucraini,pretendendo la loro resa unilaterale,proprio come la Russia vorrebbe)senza,di fatto,dir nulla sui crimini e le barbarie che la Russia sta commettendo in Ucraina.

Invece,proprio se una pace vera si vuole avere e se vogliamo riempire di significato e di forza quel MAI PIU' che ogni anno retoricamente pronunziamo,è invece proprio di quei crimini e di quelle mostruosità che si deve parlare,che poi é solo il minimo che si può fare.Perché anzi é doveroso fare anche di più,non limitarsi solo a parlare.Agire,per esempio,per sollecitare gli organi di giustizia internazionale ad attivarsi per raccogliere prove e nomi di sospetti criminali russi,di responsabili russi,da trascinare un domani in giudizio con le loro mani ancora sporche di sangue,come si fece 80 anni fa in una città tedesca di nome Norimberga.

20 giugno 2022

LA NUOVA INQUISIZIONE



Due anni tragici e tremendi.E ancora non ne siamo venuti fuori e chissà quando ne verremo fuori.Prima c'é stato il trauma della pandemia,poi quello della guerra nel cuore dell’Europa.Due avvenimenti di natura epocale quali l'Umanità non vedeva da anni.Prima c'é stata l’angoscia dell’infezione portatrice di morte e malattia nelle nostre case e l'inaspettata "scoperta" della fragilità del corpo e dell'anima.La coscienza della propria solitudine fisica ed esistenziale.

Poi un'altra angoscia di fronte alla crudeltà dell’aggressione russa e alla potenziale escalation del conflitto bellico dagli esiti imprevedibili.Il terrore atomico che riappare e che atterisce,salvo poi scoprire che c'é già qualcosa che ha sconvolto e destabilizzato la nostra vita collettiva.La sensazione diffusa di smarrimento e di incertezza provocata da questo doppio incubo riguarda non solo il tempo presente,fatto di povertà diffusa e crescente,ma anche il nostro futuro.

Nel tempo pandemico,che in questo tempo di guerra già sembra essere quello di una vita fa,era proprio il futuro in quanto tale ad essere messo in gioco e nel modo più estremo.Dapprima l'incertezza sul proprio personale futuro:"Ci sarà per me ancora un pezzo di vita per poter sperare in un pezzo di futuro?"E poi la domanda sul tipo e sul modello di futuro che ci poteva ancora essere:"Ci sarà ancora un futuro?Ci sarà ancora il mondo come lo abbiamo conosciuto?".Queste domande ci siamo posti con più o meno forza,durante la pandemia,non sempre sapendo dare risposte compiute difronte alla virulenza del Covid. 

Tuttavia,accanto al senso di impotenza e di inermità individuale e collettiva,abbiamo anche vissuto un’esperienza di resistenza al male,di resilienza alle nuove difficoltà.Ora possiamo dire che le istituzioni,tanto vilipese dall’ideologia populista,ci hanno salvato:la famiglia,gli ospedali,la scuola,la scienza,l’esercito,l’azione dei governi che hanno gestito l’emergenza,anche se a volte con una  dose di approssimazione,inefficienza e improvvisazione.E' comunque indubbio che le istituzioni repubblicane(non certo le forze politiche)hanno dimostrato che senza di esse la nostra stessa vita - fisica ma anche sociale,economica e democratica - si sarebbe perduta.Ed anche le istituzioni europee hanno dimostrato,difronte a questo nuovo male globale,una insospettata e concreta solidarietà verso i singoli Stati.

E' stato così distrutto in maniera radicale il postulato dell’ideologia populista e cioè che le istituzioni sono antagoniste alla vita.Quello che abbiamo visto è invece l’esatto contrario:le istituzioni non sono affatto nemiche della vita perché anzi senza istituzioni sane non c'é vita.La questione del vaccino e la macchina organizzativa per la sua distribuzione lo ha ampiamente dimostrato. 

Ma in questi nuovi giorni che viviamo,non riusciamo a vivere le nostre vite senza un pensiero costante alla guerra.Con l’invasione russa dell’Ucraina una nuova,greve cappa di incertezza è calata sulle nostre vite.Sono preoccupazioni legate al timore di una degenerazione del conflitto sul piano militare.Ma sono anche preoccupazioni economiche,sociali e lavorative che adesso prendono piede nelle nostre vite.Prima,nel tempo della pandemia,quello che si rischiava di perdere era il mondo intero nelle forme della sua precedente normalità(viaggiare,incontrarsi,abbracciarsi,condividere spazi ricreativi e culturali,il lavoro).Oggi a rischio é invece la pace. 

Dal dopoguerra ad oggi abbiamo costruito faticosamente l’Europa come un luogo dove il conflitto politico che pure c'é stato tra gli Stati e dentro gli Stati,veniva poi comunque a ricomporsi nella democrazia,senza mai ricorrere alla brutalità della guerra.L'idea dei padri fondatori fu proprio quella di costruire una comune casa tra i Paesi del Vecchio Continente,per evitare conflitti,dopo la tragica esperienza delle due guerre mondiali.

Ed invece questa idea della pace che avevamo dato per acquisita,si è oggi drammaticamente sfaldata.E quel pensiero quotidiano alla guerra null'altro significa che l'avvenuta presa di coscienza che quello che accade oggi in Ucraina ci riguarda direttamente.Nel senso che con l’aggressione dell’Ucraina è anche l'aggressione alla nostra faticosa costruzione della pace. 

Eppure nella concezione di Putin e dei suoi ideologi,a cominciare da quella patetica macchietta del patriarca Kirill,l'Europa non è affatto un luogo di pace,ma di perdizione e depravazione.Essi vedono nell'Europa una comunità priva di valori etici e anzi profondamente corrotta nello spirito.Per loro la nostra libertà è un qualcosa di falso,come è falsa la nostra pace.E la cosa triste e deprimente é che numerosi accoliti italiani ed europei,sia di sinistra che di destra,avallino giornalmente questa aberrante narrazione putiniana.

E' dunque un finto concetto di pace,una falsa libertà,secondo Putin,quello di cui godremmo noi occidentali.Gli stessi,identici concetti avanzati dagli ideologi nostrani No Vax e No Covid nel tempo più drammatico della pandemia.Lo stesso dubbio sostenuto da molti di coloro(praticamente le stesse persone fisiche)che sostengono le ragioni russe nel conflitto in Ucraina.In realtà al fondo di queste posizioni c’è un odio politico nemmeno troppo nascosto contro le democrazie e un giudizio morale sulla decadenza inarrestabile dell’Occidente.Un sentimento comune alla concezione veterocomunista e a quella neo populista. 

C'é,per fortuna la stragrande maggioranza degli italiani che non si fa coinvolgere da dibattiti ideologici e pretestuosi,e che invece non ha avuto dubbi né sui vaccini,né sul crimine compiuto da Putin nei confronti del popolo ucraino.Così,anziché chiedersi perché i Paesi al confine della Russia si sono via via liberamente allontanati da essa dopo il crollo del Patto di Varsavia,chiedendo di entrare(come ad esempio la Polonia e l'Ungheria)alla  Nato,i nostri inflessibili critici  della democrazia europea non hanno esitazioni nel condividere pienamente l’idea di un Occidente corrotto fin dalle sue fondamenta.Proprio le stesse parole,che troviamo sia sulla bocca di Putin e del patriarca Kirill.Parole di natura medioevale che sanno tanto di una nuova santa inquisizione. 

19 giugno 2022

LA BELLEZZA SALVERA ' IL MONDO

 





"La bellezza salverà il mondo",é la frase che il grande scrittore russo Dostoevskij fa dire al principe Myskin,il protagonista del suo romanzo "L'Idiota".E' una frase divenuta oramai celebre nella letteratura mondiale di tutti i tempi.Il Principe Myskin é il personaggio al quale Dostoevskij fa rappresentare il tipo umano più semplice,l'uomo nel quale si incarna la Bontà e il Bene.Nella visione religiosa e cristiana dostoevskijana,infatti,Bellezza e Bontà sono un binomio inscindibile ed egli ritiene che Bellezza e Bontà ancora ci siano nel mondo,nonostante tutte le sue brutture,il cinismo,l'ingordigia di danaro e potere,la disonestà,l'abbandono dei più deboli e fragili,come bambini e anziani che egli racconta nei suoi romanzi.
Una frase,quella del Principe Myskin,che dovrebbe essere custodita in fondo ai nostri cuori stanchi e amareggiati,specie quando lo sconforto,come in questo tempo di guerra,si fa sentire con maggiore pesantezza.In russo la parola mondo è MIR.Ma essa ha anche un altro significato,e cioé:Pace.E allora,la Bellezza riuscirà davvero a salvare il Mondo e restituire ad esso la Pace ? Si potrà sorridere all'idea e si potrà dire:ma come possono la Bellezza e la Bontà salvare il Mondo e l'Umanità,sconfiggere l'odio e la guerra? Eppure si può.Perché la Bellezza nel significato in cui Dostoevskij la descrive,scuote le coscienze,sconfigge ogni forma di indifferenza,facendo provare repellenza per il Brutto e il Male.Il cuore dell’uomo di fronte al Bello,al Buono,si infiamma,esce dal proprio guscio e inizia la propria avventura nel mondo.È questa la scintilla dalla quale nasce una passione,scaturisce un progetto di vita o prende forma una nuova iniziativa.Grazie a questa trasformazione,ci si sente veramente coinvolti nella realtà che si vive e si vince lo stato di passività di fronte al mondo.E sono l'Arte e la Cultura a creare Bellezza,perché sono esse che riescono a suscitare queste emozioni in una specie di "Sindrome di Sthendal".
Così quei tanti,quei troppi intellettuali italiani e occidentali che vendono pseudopacifismo a buon mercato,fregandosene dei destini e di una tragedia di un popolo,e,di fatto,negando all'Ucraina il diritto ad esistere,non capiscono(o fingono di non capire)che essere dalla parte dell'Ucraina significa preservare e difendere anche il patrimonio ideale e culturale del nostro mondo occidentale,costruito nei secoli su battaglie ideali epocali,come quelle della Rivoluzione Francese o quella Americana,che hanno dato all'Uomo libertà e democrazia e dignità economica e sociale.
E' perciò che dobbiamo difendere questo nostro patrimonio,senza accettare compromessi sulla nostra cultura,contro ogni tentativo di demonizzazione o irrisione fatta da Putin,Medvedev,aggrappati ad arcaiche e irrealizzabili visioni del mondo.
In questa epoca nella quale sulla cultura e sul Bello e il Bene prevalgono l'effimero,il vacuo e la decadenza,frasi come quella di Dostoevskij dovrebbero essere affisse sui tabelloni per le strade,per diffondere la consapevolezza di quella che é l’unica arma contro il progressivo declino della nostra società,e cioé la Cultura.
"La bellezza riporterà in vita il mondo",sembra dire anche "quella" foto in alto che ritrae una studentessa ucraina,nel suo abito rosso,che "sfila" tra le macerie della sua scuola distrutta dalla violenza bastarda dei bombardamenti russi.E,guardando quell'immagine,sono proprio le parole di Dostoevskij a tornare in mente,forse perché,nel vortice di furia cieca che ha investito l'Ucraina,tra le vittime c'é anche la bellezza del sentimento umano,quella bellezza che c'é in ogni rivolo di vita,in qualsiasi manifestazione del pensiero umano:nella musica,nella poesia,nella pittura,nella letteratura.Quella foto,la foto di quella ragazza postata da una sua zia,ci parla di una bellezza tradita,di una cultura tradita,di un sapere negato.Questa foto ci racconta dell'incapacità,da parte di chi ha scatenato la barbarie,l'odio e il male,di separare il cinismo e la follia della guerra dalle parole della Ragione e del Pensiero umano,che sono poi le parole della Letteratura,della Musica,della Pittura,appunto.

L'immagine di Valerie,così si chiama la ragazza di rosso vestita,ci racconta la storia di una studentessa che si preparava per quella che da noi si chiama ancora l'esame di "maturità".Per un evento così atteso,quella studentessa ucraina si era preparata bene,e aveva perfino comperato un vestito che avrebbe indossato per celebrare l'evento:rosso come il futuro,come il fuoco che brucia in chi si affaccia alle soglie della vita adulta.Rosso come il cappottino rosso di Schindler' s list.Rosso speranza, insomma.




Ma il 27 febbraio scorso,pochi giorni dopo l'inizio della guerra,la scuola di Valerie è stata distrutta dalle bombe russe cadute su Kharkiv.Di quella scuola adesso non ne é rimasto più niente.Solo macerie su macerie,dove fino a qualche giorno prima c'erano le aule e i banchi e le lavagne e i laboratori e il cortile dove nei momenti di pausa si sentivano risuonare urla e risate.
Da quella foto arriva solo il silenzio della distruzione.Eppure,quasi come per miracolo,spunta il vestito rosso di Valerie,quasi a voler sfidare l'orrore e la devastazione che c'é tutt'intorno.Ed é un trionfo di bellezza, nonostante tutto.Proprio quella Bellezza raccontata da Dostoevskij.Come per ricordarci che la guerra può distruggere il contenitore ma non il contenuto perché i progetti,le speranze,i sogni sono fatti d'altro,di un materiale molto più resistente di quello degli edifici.Perché noi,come diceva il Grande Bardo,"siamo fatti della stessa sostanza dei sogni".
La foto di Valerie rappresenta la constatazione di tutto quello che si é perduto,di tutto quello che é stato tolto a quella ragazza,ma é anche la consapevolezza di non essere stati sconfitti ed anzi la volontà di resistere attraverso la propria bellezza e la bellezza dei propri desideri.
Quella foto ci dice che una ragazza di nome Valerie non si diplomerà nella sua scuola e non festeggerà con il bell'abito che aveva preparato.
Che cosa vale questa storia minima di fronte alla conta dei morti? Che cosa aggiunge o toglie al racconto che ci arriva quotidianamente dal fronte?Forse nulla,forse tutto.Dipende da come la si guarda.Per alcuni,abituati alle violenze e allo sciocchezzaio dei social,susciterà solo un pò di curiosità transeunte:una piccola storia domani già dimenticata,tra i miliardi di parole ogni minuto battuti sulle tastiere.

Ma per tant'altri si andrà a sommare alla lista,già lunghissima,dei "danni collaterali" di questa guerra.Sarà un'ulteriore testimonianza della violenza occulta del conflitto che fa deragliare i treni dai loro binari e le vite dai loro progetti.Sarà una delle tante tappe di quella reazione a catena che la guerra innesca e che porta i prezzi del carburante ad aumentare, il costo dei cereali a salire,le persone a impoverirsi,e i ragazzi come Valerie,a impoverirsi dei loro sogni e a fare i conti con le macerie che dovranno spalare.Altre tragedie dopo la tragedia della pandemia,che,in modo diverso,ha fatto tante altre macerie.
Eppure davvero la bellezza salverà il mondo,perché essa è una forma di resistenza.È un grido di battaglia verso il futuro e che dice:ritornerà la vita dove ora c'è polvere,e i nostri progetti andranno avanti,partendo proprio da questa polvere e da queste macerie.La bellezza è una risposta alla bruttura della violenza,dell'odio e del Male,e i nostri progetti risorgeranno,come un'Araba Fenice,da queste macerie e da questa polvere. 

11 giugno 2022

SCONTRO DI CIVILTA '




"Li odio.Sono bastardi e degenerati.Farò di tutto per farli sparire".Sembrebbero le parole di un classico leone da tastiera,di quelli che nascondono un disagio psichico dietro alle invettive sui social,o di uno di quegli esagitati personaggi che ogni giorno compaiono in qualche talk show televisivo.Ed invece a scrivere quelle parole su Telegram è stato Dmitri Medvedev,ex presidente della Federazione russa,alter ego al potere di Vladimir Putin.Sono parole dirette contro l'Occidente e gli occidentali per l'appoggio che stanno dando all'Ucraina in questa guerra scatenata da Putin contro Kiev.A dire il vero Medved non é stato nemmeno originale,perché lui non é certo il primo a dichiarare il suo "odio" per gli occidentali,non é certo il solo a desiderare di "vederli sparire" perché bastardi e degenerati.Già 21 anni fa ci fu un gruppo di arabi,"mandati" da un certo Bin Laden,che dirottarono e fecero schiantare contro le Torri gemelle a New York e il Pentagono a Washington,gli aerei di linea sui quali s'erano imbarcati.Anch'essi pensavano e speravano di poter distruggere l'Occidente,la sua Cultura e la sua Civiltà.

E dunque,la guerra all’Ucraina si é trasformata in un nuovo e sciagurato "scontro di civiltà".Le farneticazioni storiche di Putin,che si autodescrive come il nuovo zar Pietro il Grande,e i discorsi del suo sodale,il patriarca Kirill,hanno replicato nelle parole di Medvedev un'unica aberrante narrazione di una grande Russia custode della vera,unica Fede cristiana e sociale.

Se dunque in Ucraina é in corso una "guerra per procura",come molti intellettualoni italiani affermano,questa guerra non é tra USA o Nato da un lato e la Russia dall'altro:in realtà i russi puniscono gli ucraini perché non si sentono più russi,ma occidentali.Hanno la stessa visione di società aperta che c'é in Occidente.Ecco perché questa è una guerra mossa anche all’ Europa.Perchè lOccidente è innanzitutto Europa,perchè é l'Europa che è stata la culla dei suoi valori,della sua cultura,della sua tecnologia.E' in questa Terra che sono nate ed esportate tutte le rivoluzioni industriali della storia.E' qui che sono nati i Lumi della ragione,della libertà e dell’uguaglianza.E se é vero che qui ci sono stati gli orrori dello schiavismo,del colonialismo e dello sfruttamento dell’uomo sull’uomo,é anche vero che l'Occidente,a differenza di Putin,ha saputo fare i conti con se stesso,elaborando nuove e più avanzate forme di Libertà ed Uguaglianza.Per i suoi formidabili successi,per lo stato di avanzamento della sua Scienza e del suo Umanesimo l'Occidente è da secoli temuto da tutti i suoi avversari.E per questo odiato.Ma anche ammirato e imitato.Non a caso il fondatore dell’impero zarista,Pietro il Grande,viaggiò apposta in Europa per assumere centinaia di tecnici e specialisti europei per costruire la flotta con la quale riuscire a conquistare l’accesso al Mar d’Azov (una fissa della storia russa).

Dunque non é certo il timore di trovarsi la Nato ai confini di casa il motivo per cui la Russia ha aggredito l'Ucraina.Molto tempo prima che nascesse la Nato,"la Russia diffidava già degli stranieri e degli occidentali",come ha scritto lo storico Stephen Kotkin.L’Europa nei secoli ha trovato in America la sua nuova "frontiera" e lo sviluppo naturale del suo modello culturale e sociale,espandendosi a Ovest fino a raggiungere il Pacifico.Nello stesso tempo la Russia,si lanciava alla conquista delle immense distese a Oriente,arrivando sull’altra sponda dello stesso oceano.La sua espansione é continuata fino a coprire un sesto delle terre emerse del pianeta e a competere con l’Occidente,senza mai cercare con esso una qualche forma di integrazione.Da sempre retta da autocrazie,ha rappresentato a lungo l’alternativa(e per tante generazioni la speranza di schiacciamento)delle democrazie liberali occidentali,fino a sfidarne la supremazia,indossando la corazza disumana ed ideologica del comunismo,poi sconfitta e umiliato dinanzi al Muro di Berlino in quel novembre del 1989.

Ed è proprio questa storia di contrapposizione ideologica che attrae ancora oggi i nemici interni dell’Occidente.Li vediamo all’opera tutti i giorni qui da noi,nascosti dietro la maschera di un finto pacifismo.E' una specie variegata quella degli antioccidentali:si va dai tardi epigoni della sinistra anti-capitalista e terzomondista,ancora ostaggio del feticismo del Cremlino,per continuare con certo cattolicesimo di sinistra a cui é invisa una società laica,fino ai tradizionalisti che vedono in Mosca la Terza Roma,il faro di civiltà cristiana che non ha ceduto ai demoni dell’individualismo,dell’edonismo,e della libertà sessuale.Del resto non è un caso,se Putin si è presentato come improbabile paladino della lotta alla teoria del gender,o se il patriarca Kirill ha identificato nelle sfilate gay il declino morale dell’Occidente,quel declino che(a suo dire)hanno giustificato la guerra all’Ucraina e a quella civiltà verso la quale l'Ucraina vuole andare.Forse sarà per questo che siamo "bastardi e degenerati".Ma Putin e Medvedev e il "chierichetto" Kirill(come lo ha definito Papa Francesco)e i loro piazzisti e propagandisti delle tv russe e italiote,se ne facciano una ragione e non si facciano venire un accidente quando sapranno che riusciremo a "sopravvivere".Sì.Perchè la Cultura occidentale riuscirà a "sopravvivere" anche stavolta,come bene o male é successo con altri inquilini del Cremlino.

Perché quello che questa gente non ha capito é che in Occidente c'é sempre la capacità di distinguere tra i popoli e i loro governanti.In Russia i governanti pretendono di rappresentare una unità spirituale tra sangue,suolo e nazione,neanche mettendo in discussione che nella gente possano esserci altre visioni storiche e politiche,come una dissidenza soffocata,ma pur sempre più diffusa,sta a dimostrare.

Da noi i popoli sono invece fatti di cittadini,e ognuno ha diritto alle sue idee,tutti possono parlare,perfino i filo-russi.E i cittadini possono anche sconfiggere i propri governanti,come é successo col Vietnam,quando l'opinione pubblica mondiale ha sconfitto il militarismo americano.Per questo non possiamo odiare i russi come Medvedev "odia" gli occidentali.Per questo non vogliamo "vederli sparire",anzi,ci auguriamo di poterli riaccogliere un giorno in un sistema di sicurezza europeo,come era sembrato possibile per qualche anno dopo la caduta del Muro di Berlino.Paradossalmente,aiutando gli ucraini a resistere lottiamo anche per la libertà del popolo russo,oppresso da infami e sanguinari dittatori.Semmai sono gli ucraini che odieranno per sempre i russi che hanno invaso la loro terra,hanno ucciso civili inermi,stuprato donne,deportato bambini.Perciò,impedire la sconfitta e la capitolazione del popolo ucraino sarebbe il più grande contributo a mettere fine alla spirale dell’odio,e a dare sostanza alla parola pace.