"La bellezza salverà il mondo",é la frase che il grande scrittore russo Dostoevskij fa dire al principe Myskin,il protagonista del suo romanzo "L'Idiota".E' una frase divenuta oramai celebre nella letteratura mondiale di tutti i tempi.Il Principe Myskin é il personaggio al quale Dostoevskij fa rappresentare il tipo umano più semplice,l'uomo nel quale si incarna la Bontà e il Bene.Nella visione religiosa e cristiana dostoevskijana,infatti,Bellezza e Bontà sono un binomio inscindibile ed egli ritiene che Bellezza e Bontà ancora ci siano nel mondo,nonostante tutte le sue brutture,il cinismo,l'ingordigia di danaro e potere,la disonestà,l'abbandono dei più deboli e fragili,come bambini e anziani che egli racconta nei suoi romanzi.
Una frase,quella del Principe Myskin,che dovrebbe essere custodita in fondo ai nostri cuori stanchi e amareggiati,specie quando lo sconforto,come in questo tempo di guerra,si fa sentire con maggiore pesantezza.In russo la parola mondo è MIR.Ma essa ha anche un altro significato,e cioé:Pace.E allora,la Bellezza riuscirà davvero a salvare il Mondo e restituire ad esso la Pace ? Si potrà sorridere all'idea e si potrà dire:ma come possono la Bellezza e la Bontà salvare il Mondo e l'Umanità,sconfiggere l'odio e la guerra? Eppure si può.Perché la Bellezza nel significato in cui Dostoevskij la descrive,scuote le coscienze,sconfigge ogni forma di indifferenza,facendo provare repellenza per il Brutto e il Male.Il cuore dell’uomo di fronte al Bello,al Buono,si infiamma,esce dal proprio guscio e inizia la propria avventura nel mondo.È questa la scintilla dalla quale nasce una passione,scaturisce un progetto di vita o prende forma una nuova iniziativa.Grazie a questa trasformazione,ci si sente veramente coinvolti nella realtà che si vive e si vince lo stato di passività di fronte al mondo.E sono l'Arte e la Cultura a creare Bellezza,perché sono esse che riescono a suscitare queste emozioni in una specie di "Sindrome di Sthendal".
Così quei tanti,quei troppi intellettuali italiani e occidentali che vendono pseudopacifismo a buon mercato,fregandosene dei destini e di una tragedia di un popolo,e,di fatto,negando all'Ucraina il diritto ad esistere,non capiscono(o fingono di non capire)che essere dalla parte dell'Ucraina significa preservare e difendere anche il patrimonio ideale e culturale del nostro mondo occidentale,costruito nei secoli su battaglie ideali epocali,come quelle della Rivoluzione Francese o quella Americana,che hanno dato all'Uomo libertà e democrazia e dignità economica e sociale.
E' perciò che dobbiamo difendere questo nostro patrimonio,senza accettare compromessi sulla nostra cultura,contro ogni tentativo di demonizzazione o irrisione fatta da Putin,Medvedev,aggrappati ad arcaiche e irrealizzabili visioni del mondo.
In questa epoca nella quale sulla cultura e sul Bello e il Bene prevalgono l'effimero,il vacuo e la decadenza,frasi come quella di Dostoevskij dovrebbero essere affisse sui tabelloni per le strade,per diffondere la consapevolezza di quella che é l’unica arma contro il progressivo declino della nostra società,e cioé la Cultura.
"La bellezza riporterà in vita il mondo",sembra dire anche "quella" foto in alto che ritrae una studentessa ucraina,nel suo abito rosso,che "sfila" tra le macerie della sua scuola distrutta dalla violenza bastarda dei bombardamenti russi.E,guardando quell'immagine,sono proprio le parole di Dostoevskij a tornare in mente,forse perché,nel vortice di furia cieca che ha investito l'Ucraina,tra le vittime c'é anche la bellezza del sentimento umano,quella bellezza che c'é in ogni rivolo di vita,in qualsiasi manifestazione del pensiero umano:nella musica,nella poesia,nella pittura,nella letteratura.Quella foto,la foto di quella ragazza postata da una sua zia,ci parla di una bellezza tradita,di una cultura tradita,di un sapere negato.Questa foto ci racconta dell'incapacità,da parte di chi ha scatenato la barbarie,l'odio e il male,di separare il cinismo e la follia della guerra dalle parole della Ragione e del Pensiero umano,che sono poi le parole della Letteratura,della Musica,della Pittura,appunto.
L'immagine di Valerie,così si chiama la ragazza di rosso vestita,ci racconta la storia di una studentessa che si preparava per quella che da noi si chiama ancora l'esame di "maturità".Per un evento così atteso,quella studentessa ucraina si era preparata bene,e aveva perfino comperato un vestito che avrebbe indossato per celebrare l'evento:rosso come il futuro,come il fuoco che brucia in chi si affaccia alle soglie della vita adulta.Rosso come il cappottino rosso di Schindler' s list.Rosso speranza, insomma.
Ma il 27 febbraio scorso,pochi giorni dopo l'inizio della guerra,la scuola di Valerie è stata distrutta dalle bombe russe cadute su Kharkiv.Di quella scuola adesso non ne é rimasto più niente.Solo macerie su macerie,dove fino a qualche giorno prima c'erano le aule e i banchi e le lavagne e i laboratori e il cortile dove nei momenti di pausa si sentivano risuonare urla e risate.
Da quella foto arriva solo il silenzio della distruzione.Eppure,quasi come per miracolo,spunta il vestito rosso di Valerie,quasi a voler sfidare l'orrore e la devastazione che c'é tutt'intorno.Ed é un trionfo di bellezza, nonostante tutto.Proprio quella Bellezza raccontata da Dostoevskij.Come per ricordarci che la guerra può distruggere il contenitore ma non il contenuto perché i progetti,le speranze,i sogni sono fatti d'altro,di un materiale molto più resistente di quello degli edifici.Perché noi,come diceva il Grande Bardo,"siamo fatti della stessa sostanza dei sogni".
La foto di Valerie rappresenta la constatazione di tutto quello che si é perduto,di tutto quello che é stato tolto a quella ragazza,ma é anche la consapevolezza di non essere stati sconfitti ed anzi la volontà di resistere attraverso la propria bellezza e la bellezza dei propri desideri.
Quella foto ci dice che una ragazza di nome Valerie non si diplomerà nella sua scuola e non festeggerà con il bell'abito che aveva preparato.
Che cosa vale questa storia minima di fronte alla conta dei morti? Che cosa aggiunge o toglie al racconto che ci arriva quotidianamente dal fronte?Forse nulla,forse tutto.Dipende da come la si guarda.Per alcuni,abituati alle violenze e allo sciocchezzaio dei social,susciterà solo un pò di curiosità transeunte:una piccola storia domani già dimenticata,tra i miliardi di parole ogni minuto battuti sulle tastiere.
Ma per tant'altri si andrà a sommare alla lista,già lunghissima,dei "danni collaterali" di questa guerra.Sarà un'ulteriore testimonianza della violenza occulta del conflitto che fa deragliare i treni dai loro binari e le vite dai loro progetti.Sarà una delle tante tappe di quella reazione a catena che la guerra innesca e che porta i prezzi del carburante ad aumentare, il costo dei cereali a salire,le persone a impoverirsi,e i ragazzi come Valerie,a impoverirsi dei loro sogni e a fare i conti con le macerie che dovranno spalare.Altre tragedie dopo la tragedia della pandemia,che,in modo diverso,ha fatto tante altre macerie.
Eppure davvero la bellezza salverà il mondo,perché essa è una forma di resistenza.È un grido di battaglia verso il futuro e che dice:ritornerà la vita dove ora c'è polvere,e i nostri progetti andranno avanti,partendo proprio da questa polvere e da queste macerie.La bellezza è una risposta alla bruttura della violenza,dell'odio e del Male,e i nostri progetti risorgeranno,come un'Araba Fenice,da queste macerie e da questa polvere.
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