20 giugno 2022

LA NUOVA INQUISIZIONE



Due anni tragici e tremendi.E ancora non ne siamo venuti fuori e chissà quando ne verremo fuori.Prima c'é stato il trauma della pandemia,poi quello della guerra nel cuore dell’Europa.Due avvenimenti di natura epocale quali l'Umanità non vedeva da anni.Prima c'é stata l’angoscia dell’infezione portatrice di morte e malattia nelle nostre case e l'inaspettata "scoperta" della fragilità del corpo e dell'anima.La coscienza della propria solitudine fisica ed esistenziale.

Poi un'altra angoscia di fronte alla crudeltà dell’aggressione russa e alla potenziale escalation del conflitto bellico dagli esiti imprevedibili.Il terrore atomico che riappare e che atterisce,salvo poi scoprire che c'é già qualcosa che ha sconvolto e destabilizzato la nostra vita collettiva.La sensazione diffusa di smarrimento e di incertezza provocata da questo doppio incubo riguarda non solo il tempo presente,fatto di povertà diffusa e crescente,ma anche il nostro futuro.

Nel tempo pandemico,che in questo tempo di guerra già sembra essere quello di una vita fa,era proprio il futuro in quanto tale ad essere messo in gioco e nel modo più estremo.Dapprima l'incertezza sul proprio personale futuro:"Ci sarà per me ancora un pezzo di vita per poter sperare in un pezzo di futuro?"E poi la domanda sul tipo e sul modello di futuro che ci poteva ancora essere:"Ci sarà ancora un futuro?Ci sarà ancora il mondo come lo abbiamo conosciuto?".Queste domande ci siamo posti con più o meno forza,durante la pandemia,non sempre sapendo dare risposte compiute difronte alla virulenza del Covid. 

Tuttavia,accanto al senso di impotenza e di inermità individuale e collettiva,abbiamo anche vissuto un’esperienza di resistenza al male,di resilienza alle nuove difficoltà.Ora possiamo dire che le istituzioni,tanto vilipese dall’ideologia populista,ci hanno salvato:la famiglia,gli ospedali,la scuola,la scienza,l’esercito,l’azione dei governi che hanno gestito l’emergenza,anche se a volte con una  dose di approssimazione,inefficienza e improvvisazione.E' comunque indubbio che le istituzioni repubblicane(non certo le forze politiche)hanno dimostrato che senza di esse la nostra stessa vita - fisica ma anche sociale,economica e democratica - si sarebbe perduta.Ed anche le istituzioni europee hanno dimostrato,difronte a questo nuovo male globale,una insospettata e concreta solidarietà verso i singoli Stati.

E' stato così distrutto in maniera radicale il postulato dell’ideologia populista e cioè che le istituzioni sono antagoniste alla vita.Quello che abbiamo visto è invece l’esatto contrario:le istituzioni non sono affatto nemiche della vita perché anzi senza istituzioni sane non c'é vita.La questione del vaccino e la macchina organizzativa per la sua distribuzione lo ha ampiamente dimostrato. 

Ma in questi nuovi giorni che viviamo,non riusciamo a vivere le nostre vite senza un pensiero costante alla guerra.Con l’invasione russa dell’Ucraina una nuova,greve cappa di incertezza è calata sulle nostre vite.Sono preoccupazioni legate al timore di una degenerazione del conflitto sul piano militare.Ma sono anche preoccupazioni economiche,sociali e lavorative che adesso prendono piede nelle nostre vite.Prima,nel tempo della pandemia,quello che si rischiava di perdere era il mondo intero nelle forme della sua precedente normalità(viaggiare,incontrarsi,abbracciarsi,condividere spazi ricreativi e culturali,il lavoro).Oggi a rischio é invece la pace. 

Dal dopoguerra ad oggi abbiamo costruito faticosamente l’Europa come un luogo dove il conflitto politico che pure c'é stato tra gli Stati e dentro gli Stati,veniva poi comunque a ricomporsi nella democrazia,senza mai ricorrere alla brutalità della guerra.L'idea dei padri fondatori fu proprio quella di costruire una comune casa tra i Paesi del Vecchio Continente,per evitare conflitti,dopo la tragica esperienza delle due guerre mondiali.

Ed invece questa idea della pace che avevamo dato per acquisita,si è oggi drammaticamente sfaldata.E quel pensiero quotidiano alla guerra null'altro significa che l'avvenuta presa di coscienza che quello che accade oggi in Ucraina ci riguarda direttamente.Nel senso che con l’aggressione dell’Ucraina è anche l'aggressione alla nostra faticosa costruzione della pace. 

Eppure nella concezione di Putin e dei suoi ideologi,a cominciare da quella patetica macchietta del patriarca Kirill,l'Europa non è affatto un luogo di pace,ma di perdizione e depravazione.Essi vedono nell'Europa una comunità priva di valori etici e anzi profondamente corrotta nello spirito.Per loro la nostra libertà è un qualcosa di falso,come è falsa la nostra pace.E la cosa triste e deprimente é che numerosi accoliti italiani ed europei,sia di sinistra che di destra,avallino giornalmente questa aberrante narrazione putiniana.

E' dunque un finto concetto di pace,una falsa libertà,secondo Putin,quello di cui godremmo noi occidentali.Gli stessi,identici concetti avanzati dagli ideologi nostrani No Vax e No Covid nel tempo più drammatico della pandemia.Lo stesso dubbio sostenuto da molti di coloro(praticamente le stesse persone fisiche)che sostengono le ragioni russe nel conflitto in Ucraina.In realtà al fondo di queste posizioni c’è un odio politico nemmeno troppo nascosto contro le democrazie e un giudizio morale sulla decadenza inarrestabile dell’Occidente.Un sentimento comune alla concezione veterocomunista e a quella neo populista. 

C'é,per fortuna la stragrande maggioranza degli italiani che non si fa coinvolgere da dibattiti ideologici e pretestuosi,e che invece non ha avuto dubbi né sui vaccini,né sul crimine compiuto da Putin nei confronti del popolo ucraino.Così,anziché chiedersi perché i Paesi al confine della Russia si sono via via liberamente allontanati da essa dopo il crollo del Patto di Varsavia,chiedendo di entrare(come ad esempio la Polonia e l'Ungheria)alla  Nato,i nostri inflessibili critici  della democrazia europea non hanno esitazioni nel condividere pienamente l’idea di un Occidente corrotto fin dalle sue fondamenta.Proprio le stesse parole,che troviamo sia sulla bocca di Putin e del patriarca Kirill.Parole di natura medioevale che sanno tanto di una nuova santa inquisizione. 

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