Alle 24 del 31 dicembre 2020 il "Big Ben" di Westminster ha segnato l'addio all'anno vecchio,ma anche l'addio dell'Inghilterra all'Europa,perchè in quel giorno e a quell'ora sono andate a termine le procedure finali della Brexit.Tra le tante conseguenze derivanti dall'uscita dell'Inghilterra dall'Europa c'è n'è una,tra le più dolorose,e cioè l'uscita dell'Inghilterra anche dal programma Erasmus,(acronimo di European Community Action Scheme for the Mobility of University Students),ovvero il programma di scambi di studio fra studenti universitari europei.Erasmo non abita più in Inghilterra.Dal primo gennaio 2021 questa parola non risuonerà tra le mura dei più antichi college britannici,nei verdi prati dove fu inventato il football,lungo le rive del Tamigi dove si svolge la "Boat Race",la gara di canottaggio tra le Università di Oxford e di Cambridge.Dal 1987 tanti studenti,che si sono avvalsi dell'Erasmus,hanno potuto conoscere la nazione che ha aperto le porte della cultura anglo sassone ai giovani provenienti da ogni parte d’Europa.Pare un secolo fa,quando,nel 1990,veniva inaugurato il tunnel sottomarino della Manica,che collega Francia e Inghilterra e che sembrava rappresentare materialmente il simbolo dell'unione tra l'Isola britannica e il Continente e il realizzarsi del sogno di una grande Europa.Alla fine tra Boris Johnson e Ursula von der Leyen si è trovato un accordo che tutela gli interessi commerciali,le politiche doganali,i regimi fiscali di molte industrie già da tempo operanti nei diversi settori della vita britannica.Ma non ci sono solo interessi economici e materiali.C'è un grande vulnus causato dalla Brexit.Una grave ferita recata alla dimensione culturale-europea prossima ventura,rappresentato dalla fuoriuscita dall'"Erasmus" dell'Inghilterra.Naturalmente non ci sarà nessun problema per i rampolli di famiglie agiate che dalla Francia alla Spagna,dall’Italia alla Germania potranno continuare a studiare nelle prestigiose Università inglesi.Gli altri,se lo vorranno,potranno trascorrere nelle isole britanniche non più di 3 mesi,come studenti/turisti,per apprendere la lingua più parlata nel mondo globalizzato,i cui termini hanno colonizzato il mondo più di quanto fecero la Compagnia delle Indie,le flotte corsare di Francis Drake e quel "Grande Gioco" di cui Rudyard Kipling ha scritto.L'Europa ha già rinunziato al suo "polmone" destro con l’incomprensibile errore di non aver mai aperto alla Russia di Alexandr Puskin,di Lev Tolstoy e di Fédor Dostoevskij ottenendo in cambio Vladimir Putin;e ha chiuso gli occhi davanti alla feroce repressione del premier turco Erdogan,dimenticando l'"altra" Turchia,la Turchia di Nazim Hikmet,per esempio.Ora l'Europa perde anche il patrimonio culturale e ideale inglese.Certo,si potrà sempre continuare a studiare Shakespeare,Byron,Dickens e Orwell,ma tutt'altra cosa è il vedere i posti e l' "humus",dove il "sentire" di questi Grandi si è sviluppato.E gli italiani di domani,oltre la rassegna dei film capolavori ambientati nella nebbia di Londra e d'Inghilterra,da “Blow-Up” di Michelangelo Antonioni
Il progetto Erasmus ha rappresentato il più importante esperimento di scambio e di confronto interculturale per giovani che l’Europa abbia mai varato,ed ha allevato una generazione di cui il cinema ha narrato le gesta:“L’appartamento spagnolo” di Cedric Klapish,“Persepolis” di Marjane Satrapi,“L’attimo fuggente” di Peter Weir(con uno straordinario Robin Williams)
e “To Rome With Love” di Woody Allen.Una galleria di situazioni e di ritratti di giovani sottratti al provincialismo delle proprie nazioni e proiettati nella grande sfida dell’incontro con l’altro e il diverso,alla ricerca di una nuova e più completa identità.L’Europa percorsa da studenti e professori era il sogno di Erasmo da Rotterdam,il teologo olandese del XV secolo,il cui nome latino è già un vero e proprio programma di vita:Desiderius Erasmus Roterodamus.Egli fu il più completo umanista che il vecchio mondo abbia mai prodotto e che viaggiò per tutta la vita.Erasmo rappresenta l’uomo dello studio e del silenzio,libero e senza partito,precorritore del pensiero moderno.Giunse in Inghilterra nell’anno 1500,dall'amico Tommaso Moro,in casa del quale scrisse “Elogio della Follia”.La Brexit ha minato il senso dell’identità comunitaria,inteso come senso di appartenenza ad un "NOI",ad una comunità,ad un ambiente,ad una "famiglia" che è la "famiglia" europea.Anche l'"Erasmus" ha fatto sì che il "cives" europeo si riconoscesse come appartenente ad un gruppo molto più ampio,condivisivo degli stessi ideali,diritti,valori,e di quella millenaria Storia comune europea.Evidentemente non a caso la Brexit si è potuta realizzare nel momento politico-culturale nel quale un pò in tutto il mondo,si affermano sovranismi ed egoismi e interessi nazionalistici.Acquista,così una singolare attualità l'opera di Erasmo,"Elogio della follia",dove egli ironizza sulle diverse forme di irrazionalità che caratterizzano il suo tempo.Mai come oggi,guardandosi intorno,si ha l’impressione che proprio la follia stia prendendosi la sua rivincita sulla ragione nei diversi settori della vita pubblica e privata,rendendo sempre meno respirabile l’aria non solo della Gran Bretagna,ma del vecchio continente nel suo insieme.E forse,davanti a tutto questo,Erasmo sorriderebbe di nuovo,come dei suoi contemporanei,anche di noi, con triste e amara meraviglia.
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