17 agosto 2023

IL MINISTRO LIBERALE



Sembra incredibile ma é proprio così.Mentre si continua a parlare della tragica morte delle due donne nel carcere di Torino,si rimane esterrefatti,ma alla fine indignati,per le parole del ministro della Giustizia,di quel Carlo Nordio che in tanti,un tempo,credevamo liberale,garantista e riformista.Non si può provare infatti altro sentimento se non l'indignazione nel sentire il ministro equiparare il suicidio delle due detenute a quello dei due gerarchi nazisti(condannati per crimini contro l'umanità),suicidi a Norimberga,Hermann Göring e Robert Ley.Suicidi "uguali" ed "inevitabili" ha detto Nordio."Non c’è sorveglianza che tenga,ha detto,quando qualcuno,per motivi “imperscrutabili”, decide di mettere fine alla propria vita(...)"I due gerarchi erano sotto strettissima sorveglianza eppure sono riusciti a sottrarsi all’esecuzione della pena ingoiando cianuro.

"Motivi imperscrutabili",dice il ministro.E se invece quei motivi andassero cercati nella condizione del sistema penitenziario italiano?Se andassero cercati nell'assenza nelle carceri italiane,di ogni rispetto dei diritti dei detenuti? Invece nessuna reponsabilità il ministro ha ritenuto di imputare all'infame regime carcerario italiano.Nessuna responsabilità da parte degli agenti,dei dirigenti,dei medici,dei vertici dell’amministrazione penitenziaria e meno che mai di sé stesso,che in base alla Costituzione ha il compito di curare “l’organizzazione e il buon funzionamento dei servizi relativi alla giustizia”.

Far funzionare i servizi della giustizia.E tra questi servizi c’è il carcere.Come lo Stato é tenuto ad assicurare a tutti i cittadini la fruizione dei servizi fondamentali,come la sanità,i trasporti,l'istruzione,anche il carcere è un servizio pubblico e ha come utenti i cittadini-detenuti,ai quali deve assicurare diritti,salute fisica e mentale,benessere e dignità anche quando essi sono in stato di restrizione della propria libertà.

Il resto sono solo chiacchiere da bar:pene più severe,marcire in galera,buttare la chiave,ma intanto é proprio questa é l'ottusa logica secondo la quale sta agendo questo governo e questo ministro:la volontà di fare la "faccia feroce" e parlare alla pancia dei cittadini/elettori.Solo propaganda,in realtà;solo un insulto alla civiltà del diritto.

Forse,chissà,poi Nordio avrà avuto un soprassalto di dignità e ha fatto un videomessaggio per annunciare la sua “intenzione di proporre” un “ampliamento” delle telefonate dei detenuti ai propri familiari.Come se fosse chissà che in un sistema penitenziario civile e rispettoso dei diritti umani:una piccola cosa che dietro le sbarre però significa tanto per uscire dalla solitudine.Eppure, finora è stata negata.

Ma questo "regalo" del ministro di ampliare il numero di telefonate dei detenuti,sembra  essere più una graziosa concessione del potere sovrano verso i propri sudditi che il riconoscimento di un diritto.Ed é pure curioso che il ministro non annuncia una decisione che pure potrebbe prendere a legislazione vigente,ma soltanto “l’intenzione di proporre”.

In quel videomessaggio il Ministro ha anche detto che avverte un "dolore personale per l'accaduto".Poi stop.Più niente.Fine delle trasmissioni.La realtà é che lui e il governo sembrano essere in una totale assenza di idee,incapaci,come sono,di proporre vere e serie soluzioni per far uscire il sistema carcerario dall'inferno nel quale é sprofondato. 

Uno dei cardini della nostra Costituzione è la tutela dei diritti fondamentali della persona.Invece il sistema carcerario italiano è la negazione di quei diritti.La Costituzione dichiara inviolabili i diritti della persona,dal diritto alla salute all’istruzione,dal al lavoro fino alle relazioni familiari e affettive.Tutti diritti compressi in carcere e dal carcere,perché il carcere viene visto come il luogo di rappresaglia e vendetta della collettività contro l'individuo che ha sbagliato. 

Eppure i costituenti posero dei limiti al potere punitivo statale,disponendo,nell'articolo 27,la funzione rieducativa della pena.È qui che si dovrebbe dimostrare la presunta cultura liberale di Nordio:nella capacità di dimostrare che il detenuto non è diverso dalle persone libere quanto alla sua dignità e quindi non può essere trattato soltanto come mostro da cancellare dal consesso umano e civile,ma resta titolare dei diritti fondamentali. A partire dal diritto alla salute,che deve essergli garantito in pieno,allo stesso modo delle persone libere,anche facendogli scontare la pena fuori dal carcere se il carcere è incompatibile con la sue particolari condizioni di salute.E non pare proprio che così sia stato nella vicenda di Susan morta in carcere per uno sciopero della fame.Eppure una volta,tanto tempo fa,c'era un ministro che si definiva garantista e liberale e il suo nome era Carlo Nordio.

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