29 dicembre 2016

AVERE UNA CHANCE

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Fare un regalo a Natale,significa,quasi sempre,regalare o regalarsi un libro.Ed un libro che sicuramente può interessare,per la ricchezza dei temi in esso contenuti,è Zero K, l’ultimo romanzo dello scrittore americano Don DeLillo,l’autore di Underworld, Rumore bianco e Cosmopolis ."Zero K" è il 16° romanzo di DeLillo,il quale,ad avviso del famoso critico letterario Harold Bloom è,insieme e Philip Roth,Thomas Pynchon e Cormac McCarthy,uno dei più grandi scrittori americani contemporanei.Il titolo di Zero K fa riferimento allo "Zero Kelvin",cioè il cosiddetto Zero Assoluto,la temperatura più bassa(meno 273,15°)che si può ottenere in assoluto.A questa temperatura si collega la cosiddetta disciplina scientifica della "Crionica",nota anche come ibernazione umana,criopreservazione o biostasi,e che è la tecnica scientifica di preservare e conservare a basse temperature,dopo la loro morte legale,il corpo di pazienti terminali,nella speranza che future tecnologie ne permettano un  giorno il ritorno in vita.E' su questo tema che si svolge la trama del libro:l'archeologa Artis Martineau,che è gravemente malata e sta per morire,decide di scegliere una forma di suicidio assisitito,facendosi ricoverare in una clinica supertecnologica dove la morte viene controllata e il corpo viene conservato con metodi criogenetici(detti anche metodi di animazione sospesa )nell'attesa che la scienza scopra il modo di farla tornare in vita in futuro.Bellissime alcune parole di DeLillo,fatte "dire" dal marito di lei:"Siamo nati senza sceglierlo.Dovremmo morire nello stesso modo?"E ancora:"La gloria dell'uomo non è rifiutarsi di accettare un destino sicuro?".Una domanda che rispecchia l’incipit del romanzo:"Tutti vogliono possedere la fine del mondo".Tra le recensioni ricevute dal libro c’è quella di Michiko Kakutani, la più famosa critica del New York Times,che ha definito Zero K il "romanzo più convincente di DeLillo dopo il suo capolavoro del 1997,"Underworld".Oppure quella della scrittrice statunitense Jennifer Egan,che ha affermato:"Tra centinaia di anni,ammesso che l'umanità non si sia estinta e continui a leggere libri,se qualcuno vorrà capire cos'era la vita in Occidente tra la fine del ventesimo secolo e l'inizio del nuovo millennio non avrà modo migliore per farlo che leggere i romanzi di Don DeLillo"."Zero K" è insomma un romanzo ricco di problematiche attuali e controverse:i conflitti(insoluti ma,in fondo,insolubili)tra scienza e religione,tra Fede e Ragione",tra Vita e Morte,tra Eutanasia e Legge,alla ricerca del significato di una vita degna di essere vissuta nella propria finitezza e della possibile rinascita corporale e spirituale post mortem.Nel libro si parla di un desiderio di fuga da un mondo segnato,cruento,destinato ad estinguersi,in nome di un desiderio di perfezione e completezza.Ma il libro esamina anche il potere acquistato dalla Tecnologia:un Mostro smisurato,divenuta una forza che non siamo più in grado di controllare.In realtà,sembra dire DeLillo,la Vita Vera si alimenta di imprevisti,di semplici oggetti e acquisisce un senso e un significato proprio in vista di una Fine.E allora:"possedere" la Vita,"sottomettere" la Morte?Forse la risposta più semplice sta in quella parte del libro dove si parla di "quell' essere piacevolmente avvolti dalle grida di stupore e di meraviglia di un bambino,pur menomato e sofferente",difronte allo spettacolo cromatico della luce solare.Il romanzo di DeLillo assume una più accentuata attualità se si pensa alla notizia riportata dai media qualche mese fa.Una adolescente britannica(14 anni soltanto!)ha chiesto ed ottenuto di essere criogenata."Io non voglio morire, ma so che sto per morire– avrebbe scritto al giudice la giovane affetta da cancro in fase terminale-ed allora voglio una chance;voglio essere crioconservata per avere una chance di poter essere curata,al mio risveglio, anche se questo dovesse avvenire fra diverse centinaia d’anni".I genitori della giovane,che sono divorziati,erano divisi sulla richiesta della figlia.Il padre era contrario:"Anche se il trattamento riuscisse,e lei ritornasse alla vita fra 200 anni,lei potrebbe non avere nessuno vicino e non potrebbe ricordarsi di nulla».Ma il giudice dell’Alta Corte di Londra,chiamato a decidere sulla questione,ha accolto la richiesta della ragazza e,motivando la sentenza,ha sostenuto di aver voluto accogliere la richiesta della ragazza,avendo individuato una base scientifica all’origine della richiesta:"Questo è un esempio di nuove questioni che la scienza pone alla Legge".Si,credo che valga proprio la pena regalare questo libro a Natale.In fondo Natale è la nascita per eccellenza,il giorno nel quale si acquisisce la Vita.Senza sapere se fra 300 anni si avrà un'altra Vita.Terrena o Ultraterrena.







27 dicembre 2016

UNA PICCOLA "INSURREZIONE"


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Gli ultimi casi giudiziari che hanno visto coinvolte le amministrazioni comunali di Roma e Milano hanno riaperto la discussione sul tema della corruzione politica oggi in Italia.Alcuni studi sul fenomeno della corruzione in Italia hanno quantificato in 40 miliardi la cifra che indica il livello presunto di corruzione in Italia,cioè il 3 per cento del Prodotto interno lordo(Pil).Perciò se il Pil italiano é di circa 1.700 miliardi,la corruzione è pari appunto a 40 – 50 miliardi.E scusate se è poco.E' trascorso un quarto di secolo dall'inchiesta sulla corruzione politica in Italia che prese il nome,ormai famoso,di "Mani Pulite".Eppure nella pubblica opinione,nel sentire comune,rimane netta la sensazione che il fenomeno non è stato affatto debellato,ma che anzi continua a sussistere vigoroso,assumendo soltanto forme altre e diverse.Detto questo, resta tuttavia il problema di comprendere perché la percezione del fenomeno,in questi ultimi anni,rimane così forte.Le cause sono diverse.Alcune di natura politica,altre di natura economica.La prima Repubblica è stata anche terreno di scontro tra gli opposti schieramenti di USA ed URSS.La “guerra fredda” tra Oriente ed Occidente non è stata solo la chiave interpretativa di una fase storica.Le strutture di massa dei singoli partiti che si rifacevano all'uno o all'altro schieramento  esprimevano forze reali,che andavano organizzate,strutturate e mantenute.Tutto ciò richiedeva un'enorme disponibilità di mezzi finanziari che erano fuori della portata del semplice finanziamento pubblico ai partiti.Ed ecco allora da un lato l’oro di Mosca e dall'altro i dollari della Cia.Con l'aggiunta di finanziamenti illeciti che segnarono la caratteristica di un lungo ciclo politico,iniziato con gli anni ’60.Chi pagava?Naturalmente il cittadino,ma in forme mascherate.La pressione fiscale era particolarmente bassa,almeno fino al 1992.Ma tale bassa fiscalità era però "compensata" dal crescente deficit della finanza pubblica,che copriva i costi reali del clientelismo e del malaffare.Un deficit pubblico che si dilatava sempre più fino al punto da determinare le continue svalutazioni monetarie.Entrambe queste condizioni oggi non esistono più.I partiti di massa sono scomparsi dall’orizzonte politico e il "Fiscal Compact" impone limiti invalicabili al deficit di bilancio.Ed ecco perché oggi,a differenza che nel passato,la pressione fiscale è salita enormemente fino a diventare del tutto insostenibile.Tutto ciò ha fatto emergere quel legame limaccioso che,da sempre,intercorre tra l’opacità amministrativa ed il fenomeno del malaffare.Sostenere che i politici rubano come prima,come pure è stato affermato,non è,tuttavia,del tutto esaustivo.Se non altro perché una motivazione di fondo – il finanziamento degli apparati di partito – è venuta fortemente scemando.Ed allora da dove nasce la sensazione che ben poco è mutato?Probabilmente dal fatto che la corruzione si è diffusa in una miriade di micro interventi.Passando dai rami più alti della politica a quelli più bassi dell’Amministrazione,coinvolgendo in questo pantano migliaia di cittadini.Gli esempi sono quotidiani.Basta guardare al contrasto tra l’urgenza del cittadino nel “fare”,nell'agire,nel porre in essere attività di natura commerciale,industriale o edilizia,a fronte dei mille permessi,autorizzazioni,concessioni che la Pubblica Amministrazione rilascia con una estenuante lentezza che appare in certi casi addirittura studiata,voluta ed artatamente imposta all'interno di una macchina burocratica che proprio per questo non si riesce o non si vuole ammodernare davvero.Il cittadino si trova ogni volta di fronte al conflitto tra “ragione” e “sentimento”.Da un punto di vista etico egli è naturalmente portato a rifiutare ogni forma di pagamento improprio.Ma dal punto di vista economico e materiale,la scelta razionale è quella di aderire.Per potere agire e cioè lavorare,produrre,commerciare.Ed allora si paga.Maledicendo,ma si paga.E' questo il riflesso di un potere discrezionale della Pubblica Amministrazione nel suo perverso rapporto con il Potere Politico,senza controllo,che si nutre della complessità e scarsa trasparenza del procedimento amministrativo.Ma pensare che la corruzione possa essere fermata semplicemente con le manette,come fanno molti,anche in maniera strumentale o,per così dire,populista ed ideologica,è cosa senza senso.Ciò che occorre è una grande semplificazione amministrativa che accorci le catene di comando,semplifichi al massimo le procedure,riduca i passaggi ed i poteri di interdizione,dei politici e della macchina burocratica.Ciò di cui c'è bisogno è una politica di privatizzazioni,quanto più ampia possibile,di strutture,organi e attività che favorisca trasparenza e al tempo stesso snellezza nell'agire burocratico.Perché è proprio in quegli anfratti di poca chiarezza di un tenebroso agire politico-amministrativo che si annida il germe vero della corruzione. Ed è forse il caso di fare,dal parte del cittadino,quella che Thomas Jefferson chiamava una "piccola insurrezione",etica e morale contro l'intreccio perverso politico-burocratico,causa prima della corruzione.Una piccola insurrezione liberale per ridare spazio e prospettiva ad una politica che tuteli davvero il cittadino.

17 dicembre 2016

COME PRIMA, PEGGIO DI PRIMA

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#Cambiailverso era l'hashtag con il quale Matteo Renzi iniziò la sua esperienza di Presidente del Consiglio italiano(non eletto,naturalmente).E gli italiani,che volevano che le cose davvero e finalmente cambiassero in un Paese retto per decenni da una casta politica tracotante che aveva fatto del malgoverno il suo carattere distintivo con una corruzione morale prima ancora che materiale,gli diedero fiducia,affidandogli il 40% dei consensi alle elezioni europee del 2014.Ma a vederlo adesso,a giudicare adesso l'era renziana,dopo la severa scoppola al referendum costituzionale del 4 dicembre,si può ben dire che il verso è sempre quello,che nulla è cambiato sotto il cielo della politica di questo Paese.Continuiamo ad essere governati da una classe politica inadeguata e arrogante,per la quale le parole e gli impegni presi davanti ai cittadini valgono meno che niente.Durante i mesi che hanno preceduto il referendum costituzionale del 4 dicembre,tanta parte della maggioranza di governo ha solennemente promesso che avrebbero lasciato la politica se la riforma fosse stata bocciata dai cittadini.Ma ora che 20 milioni di elettori hanno cancellato la riforma che portava la firma di Maria Elena Boschi,sono ancora tutti lì.A partire proprio dalla Boschi,"madrina" della riforma costituzionale clamorosamente respinta dai cittadini.Maria Elena,infatti,uscita da Palazzo Chigi dalla porta laterale vi è rientrata da quella principale,in qualità di sottosegretario alla Presidenza del Consiglio.Eppure fu lei,intervistata a "In mezz'ora" da Lucia Annunziata,a dichiarare:"Anche io lascio se Renzi se ne va:ci assumiamo insieme la responsabilità.Abbiamo lavorato insieme ad uno stesso progetto politico".Ed invece "arieccola":alla cerimonia di giuramento del Governo Gentiloni dei nuovi/vecchi ministri,lei c'era,caspita se c'era.




Maria Elena,però,non è l'unica a non conoscere le parole "dignità politica" e coerenza.Anche il deputato super renziano Ernesto Carbone,in una trasmissione tv,a precisa domanda rispose:"Sì, lascio la politica.Si tratta di essere seri.Se vince il NO,certo che vado a casa,perché vuol dire che ho fallito:grazie a Dio non campo di politica,nella vita ho un lavoro".Fa l'avvocato,l'onorevole Carbone ed è(dice lui)una persona seria.Ma se veramente serio fosse stato,sarebbe tornato a fare l'avvocato nella sua Cosenza,mentre invece lo hanno ancora avvistato dentro i palazzi del potere renziano.Altre belle parole sono poi venute dal ministro dei Beni Culturali,Dario Franceschini.Intervistato da "Repubblica",dichiarò che,in caso di vittoria del No,"si chiude bottega".Ma l'insegna:"chiusa per dignità" non è ancora comparsa sulla bottega politica di Franceschini.Ministro era prima con Renzi,Ministro è adesso con Gentiloni.E poi è stato il turno di Valeria Fedeli,che,parlando di una ipotetica vittoria del No,affermò di "non essere attaccata alla poltrona".E in effetti l'ha cambiata:è diventata ministro per l'Istruzione.E fa niente se aveva detto il falso,dichiarando di avere una laurea,quando invece non ha nemmeno un diploma di maturità.Tanto il web ha organizzato lo stesso la  "Festa di laurea di Valeria Fedeli"



E "dulcis in fundo",ecco "Lui",ecco Renzi.Il premier Matteo Renzi che ha lasciato sì Palazzo Chigi,ma è restato segretario Pd(non ha mica abbandonato la politica).A ben vedere è lui che realmente ha costituito il nuovo Governo,altro che Mattarella,mettendoci tutti i suoi fedelissimi.Ci ha messo il "suo" Premier(Paolo Gentiloni)i "suoi" Ministri(quelli che già c'erano da prima)e ci ha messo i suoi fedelissimi,come la Boschi e Luca Lotti,affidando loro centri strategici per il controllo dell'azione politica.Eppure per tutti i mesi che hanno preceduto il referendum non c'era giorno che non dicesse:"se dovessi perdere il referendum considererei conclusa la mia esperienza perché credo profondamente nel valore della dignità della cosa pubblica".Ed ancora:"Io ho già la mia clessidra girata.Se mi va come spero,finisco tra meno di 7 anni.Se mi va male,se perdo la sfida o il referendum del 2016 vado via subito e non mi vedete più.Ci hanno detto che siamo attaccati alle poltrone,ma noi siamo attaccati alle idee"Ipse dixit il 20 marzo 2016 all'Assemblea deio giovani Pd.Poi fu la volta di Fabio Fazio,quello delle interviste-tappetino,rincarò la dose:"Se io perdo,con che faccia rimango.Ma non è che vado a casa,smetto proprio di fare politica".Come è andata tutti ora lo sanno.Nessun verso cambiato.Tutto come prima se non peggio di prima.


07 dicembre 2016

LA SOLITA LEZIONE


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Alla fine ha vinto quella che "lui",Matteo Renzi,oramai ex premier,aveva sprezzantemente definito l'“Accozzaglia”,cioè tutti quelli che da destra a sinistra,ciascuno con proprie e diverse motivazioni,s'erano permessi di non essere d'accordo con lui nel deformare(più che riformare)un sistema di regole,di pesi e contrappesi che la vigente Costituzione(che comunque è effettivamente da riformare,ma in ben altro modo)nonostante tutto assicura.Non sono stati con lui il 60% di cittadini italiani.Ma più che sul merito della riforma la gente ha votato contro di lui.Contro di lui ha votato l'80% dei giovani fra i 18 e i 35 anni,cioè quel ceto giovanile,che in lui si sarebbe dovuto riconoscere e che in lui avrebbe voluto riconoscere il nuovo della politica italiana.Ma che politica di rinnovamento potevi aspettarti da chi,come Matteo Renzi,ha interpretato il governo della cosa pubblica nella peggiore e più becera forma in puro stampo di arrogante potere clientelare tipo democristiano?Inevitabile,dunque,la sconfitta.Una sconfitta così rovinosa che trascende anche il merito dei quesiti referandari,ma che ha rappresentato un rifiuto della personalità stessa di Renzi,un’insofferenza radicale della sua immagine e del suo proporsi.Questo perché Matteo Renzi è diventato insopportabilmente antipatico.Gli italiani non hanno sopportato più il profluvio dell’ottimismo,gli annunci sull’uscita dal tunnel,quel suo "grazie a me ormai ce l’abbiamo fatta".Ai tanti italiani che viceversa se la passano tuttora male,sentirsi dire che,contrariamente alla loro esperienza quotidiana,le cose si stavano mettendo bene,deve essere suonata come una presa in giro.Specie al Sud dove l'Istat ha stimato che quasi 1 abitante su 2,ovvero la metà dei residenti nel Mezzogiorno,risulta a rischio povertà o esclusione sociale.E poi quelle sue conferenze stampe e quelle sue odiatissime "slides".Con tutta quella marea di parole,in realtà Renzi non ha mai parlato al Paese in modo responsabile e serio.Ha parlato sempre con arrogante sarcasmo.Non ha parlato mai della gente semplice e dei loro problemi.Anzi.Si è compiaciuto degli endorsement che gli provenivano dai giornali economici internazionali(il "Financial Time",soprattutto)dall'Europa dei burocrati che pure fingeva di combattere,dalla Confindustria o dalla Banca d'Italia e dal sistema bancario,al quale ha dato più che un "aiutino" salvando i vertici "amici" nonostante le loro grandi responsabilità nella rovina di decine di migliaia di cittadini italiani.E quanti "collaboratori",diciamo così.nominati in una miriade di posti,scelti solo per la loro sicura fedeltà(vedi soprattutto i vertici Rai).Il popolo italiano ha votato contro tutto questo e contro i ricatti ed il terrorismo di una Apocalisse finanziaria per “un salto nel buio” che nessuno ci avrebbe perdonato.E invece non si è verificato alcun terremoto finanziario.Era una investitura plebiscitaria quella che Renzi cercava col referendum.Autorevolissimi costituzionalisti e giuristi italiani si sono affannati nel difendere una riforma che sapeva tanto di autoritarismo e tanto poco di garanzie di stato di diritto,con rischio di deragliamento dai binari liberali della nostra Repubblica,che quella riforma comportava.Renzi ha potuto contare sull'appoggio della “gente di cultura” nonchè della nostra classe politica e giornalistica.Personaggi annoiati da un uso della ragione e di un pensiero libero e liberale.Ed oggi,come sempre accade,quelli che fino a ieri erano con lui,abbandonano il vascello renziano.Come se nulla fosse successo.E invece molto,troppo è successo per lasciare andare.E' per questo che non possiamo,non dobbiamo dimenticare quanto accaduto perché non si verifichi più qualcosa di analogo,che possa annichilire i valori della ragione.Da tutto questo una lezione,la solita crociana lezione di religione:la religione liberale che ci insegna che la libertà non è mai conquistata una volta per tutte.Ogni giorno c'è da fare qualcosa per essa.Mai conformismo,mai asservimento,ma un continuo perpetuo impegno per difendere le idee proprie,e quelle degli altri.Che accozzaglia non sono.