E ADESSO CHE L'ANNO NUOVO COMINCIA CREDIAMO, O ALMENO FINGIAMO DI CREDERE CHE QUALCOSA CAMBI UN PO' DAPPERTUTTO, UN PO' IN TUTTE LE COSE..ALMENO FINGIAMO DI CREDERCI..., IN FONDO NON COSTA NULLA
31 dicembre 2015
27 dicembre 2015
DICIANNOVE E SETTANDUE
Stavo leggendo i giornali on line della vigilia di Natale e così ho appreso che "anche" lui,dopo l'allievo,se ne era andato,che era morto il professor Carlo Vittori,uno dei simboli dell'atletica leggera italiana(quella vera e pulita e perciò vincente)ma soprattutto storico Maestro di quel grande,umile,introverso"ragazzo del Sud" che fu Pietro Mennea.Tra loro si creò uno straordinario rapporto tra caratteri forti,mai domi,uno dei “binomi” tecnico-atleta più vincenti della storia dello sport italiano
Dapprima Vittori le cose le fece in proprio e le fece bene,per giunta,facendo parte della nazionale di atletica leggera per otto volte,dal 1951 al 1954,diventando campione italiano sulle distanze veloci e partecipando alle XV Olimpiadi di Helsinki come centometrista.Ma il meglio doveva ancora venire,perchè il meglio arrivò quando Vittori e Mennea si incontrarono sulle piste(allora pulite)dell'atletica leggera.Vittori e la Freccia del Sud si erano conosciuti nel 1970,e grazie a lui e alla sua ferrea volontà,l’orgoglio barlettano visse la sua età dell’oro,idealmente culminata, al di là degli straordinari successi di Pietro(il primato mondiale dei 200 metri di Messico 1979 in 19 secondi e 72 centesimi,l’oro olimpico di Mosca 1980 davanti a Valery Borzov,solo per ricordare i due momenti più alti)nella medaglia d’argento mondiale della staffetta 4×100 a Helsinki 1983,con il quartetto azzurro(Tilli,Simionato,Pavoni,Mennea, tutti allievi di Vittori) incastrato tra Stati Uniti di Carl Lewis e le maglie rosse dell’URSS.
Forse,chissà,da quel 21 marzo 2013,da quando Pietro Mennea fece l'ultima sua corsa lassù,Carlo Vittori ha continuato a seguirlo fino all'altro giorno quando ha deciso di lasciare la sua corsia terrena e raggiungerlo al traguardo della Vita.
Guardando quella foto che tutti i giornali hanno pubblicato con Vittori sopra una Vespa che continua a gridare a Mennea di fare il Mennea,mi son ricordato di quel bel film di Luigi Comencini con Gian Maria Volontè e Diego Abatantuono che proprio di un "Ragazzo del Sud" parlava,che parlava di un ragazzo del Sud che correva con le urla del suo "allenatore" dentro il cuore,contro il vento e contro i Tempi:come Vittori,come Mennea.
26 dicembre 2015
22 dicembre 2015
I BOSCHI DELL'ETRURIA
C'era una volta la legge finanziaria,cioè(a farla breve) quella legge che prevedeva le entrate(le tasse,cioè) e le uscite(le clientele,cioè)che lo Stato avrebbe fatto nell'anno successivo.Veramente in origine la legge finanziaria serviva per diminuire tasse e uscite dello Stato,ma vabbè questo è un altro discorso.E siccome la legge doveva essere approvata entro il 31 dicembre e siccome ogni singolo parlamentare in un sistema elettorale da schifo contava qualcosa per mantenere in vita i governi,ecco che nei mesi da settembre a dicembre puntualmente partiva "l'assalto alla diligenza" e ogni parlamentare inseriva di soppiatto nella legge finanziaria qualche comma o emendamento o subemendamento nell'interesse degli italiani,naturalmente,per i votanti del proprio collegio elettorale,in realtà.E così arrivavano finanziamenti per la difesa degli allevamenti delle gallina padovane o sulla tutela della polenta Valsugana o gli incentivi per la costruzione di vaschette per i pesciolini rossi.
Ma naturalmente con Renzi tutto è cambiato,perchè è il verso che è cambiato(?)e tutto è diventato più serio.Almeno così dice lui,almeno così dicono i giornali-tappetino italiani.La Legge Finanziaria adesso si chiama Legge di Stabilità,però,strano a dirsi,pare che anche la "stabilità" di Renzi assomigli tanto alle solite grandi operazioni clientelar-assistenziale stile prima repubblica.Così,dopo decenni e decenni,ci sono ancora i soliti,eterni finanziamenti ai forestali calabresi.E il "film dell'orrore",come Tremonti definì le Leggi Finanziarie continua.Infatti che sia Finanziaria o Stabilità la vergogna continua,alla faccia della previsione proprio della legge di Stabilità che vieta che il provvedimento di bilancio contenga disposizioni localistiche o microsettoriali.Ma figuriamoci se microsettoriali può chiamarsi una norma che attribuisce 150 milioni a Camera e Senato per soddisfare le richieste degli onorevoli,cioè ancora tante marchette parlamentari.E mica sono microsettoriali i 500 euro ai diciottenni e i 100 milioni del 2 per mille alle associazioni culturali,oppure i 9 milioni per il comune di Campione d’Italia,dove la locale casa da gioco in dieci anni ha perso 105 milioni.L'emblema,quello della casa da da gioco,della morale a doppio senso di uno Stato che mentre dice di voler colpire il gioco d’azzardo poi ripiana le perdite del casinò di proprietà di una società pubblica.E poi ancora 20 milioni per i collegamenti aerei con la Sicilia,15 del Fondo per la montagna,5 per la bonifica della Valle del Sacco,e poi ancora lo sconto fiscale sulla compravendita dei calciatori,come se ci fosse qualcosa da "scontare" in un'attività dove girano centinaia di milioni di euro.Per non parlare di briciole ancora più minute contenute in quella lista.Come i soldi per finanziare festival,cori e bande: 3 milioni in tutto.O il milioncino al Club alpino e al Centro ricerca Ebri,i 500 mila euro alla Fondazione Maxxi e all’Istituto Suor Orsola di Benincasa, i 300 mila per la sopravvivenza della società Dante Alighieri,fino ai 70 mila al museo della civiltà istriano-fiumano-dalmata.Con il piccolo particolare che le norme di salvaguardia(aumento dell'IVA cioè)sono dietro l'angolo pronte per essere applicate dall'Europa.Ma tutta questa cosa è invece davvero esaltante per la grande stampa italiana,sempre in ginocchio davanti al ducetto di Firenze.
Una cosa non ha previsto il Governo Renzi nella Legge di Stabilità:non ha previsto come andranno a finire le mille storie,diventate tragedie,dei piccoli risparmiatori della Banca dell'Etruria.In compenso,però,Renzi ha previsto un'altra cosa:la "salvaguardia" e la "tutela" dei Boschi dell'Etruria.
14 dicembre 2015
PURE ANCORA SIAMO
Bello quando quella vita nostra era...
la mia, la tua, la stessa...
era vita altra
quella vita nostra
"sentirci" noi;esser sordi e ciechi degli altri...
solo tu,solo io significavamo
alcun senso il resto;
che nessun POI avuto avremmo
solo Follia sembrare poteva;
così tu pensavi, così io pensavo,
perchè solo il sempre,solo il mai per noi esisteva;
Eppure, dietro quell'angolo
di vita,quello che non credevamo accadde
e proprio quella Follia avvenne...
e quell'esser nostra vita altra cadde....
noi-divisi-al Reale fummo costretti...
Tu ora in diversa altra terra di vita
con gente altra e diversa,
io dentro altri più deboli giorni
Ma in quei rari,rapidi vedersi di adesso
pure uguale rimane il "sentirsi" di allora
Follia niente dunque potette
il Miracolo è che di nuovo
tu,ed io,e noi come allora ancora siamo....
13 dicembre 2015
07 dicembre 2015
IL TEMPO DI ADESSO
Il 10 dicembre,giorno della morte di Alfred Nobel, Svetlana Aleksievic,riceverà il Premio Nobel per la letteratura 2015 per il suo libro:"Tempo di seconda mano.La vita in Russia dopo il crollo del comunismo"(Bompiani editore).Il libro fa riemergere memorie e macerie,materiali e spirituali,della storia russa recente. In esso e con esso torna prepotente la differenza mentale e culturale tra il «prima»,rappresentato dagli anni dell'Utopia e dell'Idea comunista e il "dopo" rappresentato dalla fine dell’Urss.Il libro è' come un romanzo,ma non è un romanzo.Potrebbe,invece,essere catalogato-come dice l'autrice-una specie di studio di una specie umana tutta particolare apparsa e (forse) dissoltasi nel corso del XX secolo:l’homo sovieticus,ossia il prodotto di settant’anni di laboratorio marxista-leninista.Una specie inconfondibile,diversa da tutte le altre,con un suo vocabolario,una sua idea del bene e del male,i suoi eroi e i suoi martiri,le tragedie che quella specie del genere umano ha vissuto,dalla guerra afghana al disastro di Cernobyl,sulle quali l'autrice ha scritto altri due suoi libri:"Ragazzi di zinco" e "preghiera per Cernobyl".
La Aleksievic rileva le tracce della civiltà sovietica ma non pone domande sul socialismo;"ascolta" e registra,col proprio magnetofono,la miriade di testimonianze, e racconta come questo homo sovieticus abbia reagito di fronte alla libertà inaspettata che si è a un tratto trovato davanti.Le vicende politiche e sociali del Paese vissute con Eltsin e Gorbaciov portarono alla fine della censura,alla liberazione dalle pastoie burocratiche,all’arricchimento vertiginoso, alla sensazione che il futuro stesse dietro l’angolo e che tutto fosse a portata di mano. Un’ubriacatura,un disorientamento che si vedono attraverso mille ricordi di mille persone diverse,dalle più alte cariche della nomenklatura, come quelle dei burocrati del Cremlino o del generale Achromeev,morto suicida proprio per la sconfitta del comunismo,a intellettuali,studenti, alle classi più umili di contadini e operai.
Tra tutte queste voci,l’autrice coglie una voce più grande e unitaria:la"forte domanda di Unione Sovietica"manifestatasi nella società russa negli ultimi anni,anche da parte di chi della dittatura sovietica è stata vittima."Rinascono-scrive la Aleksievic-idee di vecchio stampo:quella del grande impero,del pugno di ferro,della peculiare via russa… E invece del marxismo-leninismo,l’ortodossia".Questo libro è importante perché ci aiuta a capire i giorni presenti,il tempo di adesso.Perché ci mostra come,attraverso il marasma degli anni Novanta,l’homo sovieticus sia giunto fino a noi.Perché cosa altro è Putin,se non l’homo sovieticus riplasmato attraverso la distruzione dei valori del postcomunismo?Non a caso la mobilitazione generale per la guerra in Ucraina ha ricompattato il consenso neo-sovietico.Vien da chiedersi,quanto ci sia di nostalgico in tutta questa vicenda."L’immobile mongolo",aveva scritto Marx."Sono passati cent’anni -annota la Aleksievic - e di nuovo il futuro non è al suo posto.Siamo entrati in un tempo di seconda mano».
30 novembre 2015
CASA, DOLCE CASA
Buon ultimo è arrivato il ministro del lavoro Poletti,sì,proprio quello fotografato in un ristorante romano in allegro convivio con commensali del "rango" di Buzzi e Casamonica e tutta l'allegra compagnia di Roma Mafia capitale.Poletti se ne è uscito affermando che "prendere 110 e lode a 28 anni non serve a un fico".Dal suo punto di vista, Poletti ha pure ragione,visto che lui la laurea mica ce l'ha(come del resto il suo Premier,Renzi)avendo sempre campato di Coop e politica.Ma Poletti è solo l'ultimo di una lunga serie di personaggi che si son sentiti tutti in obbligo di dire la loro sui giovani e sul lavoro oggi in Italia.Il primo fu il Ministro Padoa Schioppa che appellò come "bamboccioni" i ragazzi che restano a casa con i genitori,non si sposano e non diventano autonomi.Forse al Ministro sfuggiva che i giovani rimangono a casa più che altro perché di lavoro mica tanto ce n'è in giro e di acquistare casa e metter su famiglia manco a parlarne.E perciò si resta a casa a vivere (ancora)con i soldi di mamma e papà.Poi venne l'indimenticabile ministra del governo Monti,Elsa Fornero.Anche per lei "non era ammissibile che i giovani se ne stessero a casa,magari nella stessa città accanto a mamma e papà”.I giovani,diceva Elsa,non devono essere "choosy",schizzinosi,cioè,ma accettare lavori purchè siano.Lo dicesse a quei ragazzi laureati con 110 e lode che poi trovano lavoro precario per qualche centinaio di euro in un call center.Certo,schizzinosa non è la figlia della ministra che insegna all'Università di Torino,nell'Università(tu guarda un po')dove insegnano mammà e papà.Poi fu la voltadell'altra ministra del governo Monti,Annamaria Cancellieri a ribadire le parole della collega Fornero:"i giovani vogliono avere il posto di lavoro fisso,magari nella stessa città di mamma e papà".E mica ha bisogno di stare con mammà il figlio della Cancellieri,dal momento che lui campa con la modica cifra di 3,6 milioni di euro di buonuscita incassata dal gruppo Fonsai (ex Ligresti),quei Ligresti con un po' di problemi con la giustizia,ma così tanto amici della ministra Cancellieri.Ma non basta.I giovani italiani si son sentiti dare dello "sfigato" dal viceministro del governo Monti(sempre lui)Michail Martone.Michail è invece diventato Prof. universitario giovanissimo e magari sarà pure bravo,ma insomma se hai un papà barone universitario,come quello di Michail,l'aiuto di qualche altro barone universitario amico di papà,male davvero non fa.Alla fine di tutto questo straparlare di tutti questi soggetti una certezza la ricavi:la certezza è quella di trovarti davanti a gente lontana dalla gente, che vive(benissimo)nei propri mondi dorati ma lontano dai problemi quotidiani di chi vive i drammi della disoccupazione o dei licenziamenti.E se questa mancanza di lavoro continua ad essere così alta sarà forse perché a 3 anni da quel governo tecnico in loden verde,c'è ancora in Italia una rigidità del mercato del lavoro,che né i boccaniani nè nessun job act è stato capace di eliminare.E se poi il giovanotto di Firenze,continua a gravare il bilancio statale con spese elettoralistiche in perfetto stile democristiano-Prima Repubblica,tipo 80 euro,vuol dire che messi bene proprio non siamo.Ah casa, dolce casa, com'è bello stare a casa(senza lavoro)con mamma e papà.
(L'immagine è quella della locandina del film francese "Tanguy")
23 novembre 2015
35 ANNI DOPO
Erano le 19.34 del 23 novembre 1980 quando il terremoto scosse con una forza spaventosa le terre di Campania e Basilicata.Durò 90 secondi quel terremoto.90 terribili,tremendi, interminabili secondi.Erano le 19,34 del 23 novembre 1980,di quel giorno di 35 anni fa quando,in 90 secondi,si consumò l'immane tragedia.La terra tremò in Campania e Basilicata.E ci furono tremila morti.E ci furono novemila feriti.E ci furono trecentomila sfollati.Dopo il terremoto del 23 novembre 1980,dopo 35 anni,è legittimo chiedersi:che è accaduto dopo quel giorno?Cosa è cambiato al Sud,dopo 35 anni, dopo il terremoto del 23 novembre?Credo,temo,che la domanda sia domanda retorica.Che la risposta sia "niente" o "poco".Ma a tale domanda possono a mio avviso meglio rispondere le parole contenute nel bel libro di Franco Compasso "Dopo il 23 novembre".Franco Compasso è stato rappresentante di spicco del Partito Liberale Italiano negli anni '70 e '80.Di quel partito fu anche parlamentare europeo.Ma ancor più Franco Compasso fu un fine intelletto culturale e sensibile studioso delle tematiche meridionalistiche,problema ormai secolare dai tempi dell'Unità nazionale ad oggi. Ecco perché mi è sembrato che le parole di Franco Compasso siano ancor oggi capaci a dire quel che è stato dopo quel 23 novembre,cos'è successo al Sud nei 35 anni dopo il terremoto,cos'è ancora oggi la "Questione Meridionale".
DAL LIBRO "DOPO IL 23 NOVEMBRE" DI FRANCO COMPASSO
Dopo il 23 novembre:che fare per il Sud devastato dal terremoto ? Quei terribili 90 secondi hanno fatto tremare il Mezzogiorno, già sconvolto da una crisi profonda e saccheggiato da una rozza gestione clientelare del potere, ed hanno scosso il "Palazzo" già indebolito dall'infuriare della "Questione morale". Il Sud del terremoto è quello di sempre: sottosviluppo, emigrazione, assistenza clientelare. Il terremoto ha solo squarciato i veli dell'antico malessere ed ha messo a nudo i guasti di un sistema clientelare ed arrogante,, i limiti di una classe dirigente che si è adagiata nella comoda gestione assistenziale. Il terremoto ha aggravato l'antica condizione di depressione che caratterizzava le aree interne dell'economia dell' "Osso" ed ha messo in ginocchio una economia già provata dalla crisi strutturale dell'agricoltura di sussistenza, tenuta in piedi dalle rimesse degli emigrati. Il terremoto in Campania e Basilicata ha chiamato il Paese a discutere e a decidere sull'avvenire del Mezzogiorno, a tradurre in scelte operative concrete e non più rinviabili quella centralità della questione meridionale elusa per decenni e tornata, con violenza, alla ribalta in soli 90 secondi. Emergenza e ricostruzione non sono due momenti separati. L'emergenza non può continuare all'infinito, la ricostruzione non può attendere venti anni. La ricostruzione deve tendere all'obiettivo dello sviluppo del Sud. Se vogliamo rendere operante il sentimento umano e politico della solidarietà che tutti abbiamo sentito durante i 90 secondi dell'apocalisse che ha schiantato il Sud, dobbiamo operare perché una nuova qualità della vita prenda il posto della miseria e della disoccupazione, dell'emigrazione e della disgregazione. Solo così avremo onorato i nostri fratelli morti e reso giustizia alla disperazione dei vivi.
19 novembre 2015
I SOLONI
La solidarietà al popolo francese dopo il 13 novembre è ovvia,naturale.Eppure, guardando la tv,navigando nel web vedi degli autentici lestofanti che convintamente dicono che "è stato giusto" fare quelle "cose" a Parigi, perchè è l'Occidente che opprime i popoli islamici.Di fronte a queste affermazioni disgustose e repellenti quello che atterrisce è vedere l’animo mesto,rassegnato,arrendevole con cui i fatti di Parigi sono stati accolti dalle collettività occidentali:è stato tutto uno sfoggio di fiorellini e lumini davanti alle ambasciate di Francia;e poi bandiere francesi su Facebook e Twitter,hashtag a non finire “Je suis Paris”,la lacrimuccia che scende dall'occhietto colorato di rosso di bianco e di blu,gli inviti via sms,come catena di sant’antonio multimediale,ad accendere la candelina per ricordare i poveri angeli saliti in cielo.La mollezza occidentale è proprio qui:lacrimare sulla vicenda del 13 novembre e ignorare che invece il messaggio stragista è stato chiaro:colpire i luoghi in cui si consuma la vita "dissoluta" dell’Occidente (una partita di calcio,un concerto rock,locali dove si mangia e si beve alcool)pretendendo di portare la paura a casa nostra,di soffocare la nostra quotidianità,punire gli infedeli che non si piegano alle leggi coraniche.Nessuna percezione di quello che è avvenuto:siamo in uno scontro di civiltà,che l’Occidente sta già perdendo per la sua insipienza.Non si vuol prendere atto che da una parte ci sono orrendi e spietati aguzzini e dall’altra dei codardi di non-pensanti.Da una parte degli assassini con una strategia e dall’altra dei dialoganti che elaborano flaccide teorie nei salotti delle città dove tutto è sotto attacco:chiese,monumenti,palazzi delle istituzioni.Da una parte c'è chi combatte per i propri macabri ideali di annientamento e dall’altra "soloni" e "filosofi",che non combattono più nemmeno per difendere la propria cultura.Appartengono a varie categorie questi soloni.Ci sono i "benaltristi"(ci vuole ben altro)o i "Premessisti"(premesso che sono contro tutte le violenze).Sono i teorici del dialogo ad ogni costo(dialogare con chi?Con l'Isis?),quelli che, quando ci sono morti ammazzati come a Parigi,ti fanno ricostruzioni geopolitiche fantasiose per concludere come Michael Moore,con il solito complotto della CIA.Questi Soloni sono quelli per i quali il problema non è il terrorismo,ma Salvini che incita all’odio.Sono quelli che si preoccupano delle sorti degli immigrati clandestini che dei poveri cristi che vanno ad un concerto e non fanno più ritorno a casa.Sono quelli che,se esistono gli sgozzatori,è colpa dell’imperialismo e del capitalismo occidentale.
In realtà sul piano internazionale occorrerebbe supportare Russia e Francia;sostenere il popolo Curdo,collegare le intelligence dei vari Paesi,coinvolgere i paesi arabi per tagliare i finanziamenti all'Isis.Sul piano interno è inutile mandare qualche poliziotto in più sul territorio perché le forze dell’ordine non possono presidiare ogni angolo del Paese;i fatti di Parigi dimostrano,infatti,che gli obiettivi "sensibili" sono tanti ed è impossibile montar la guardia a tutti.E allora Schengen addio,chiudere le frontiere,perché una cosa sono i bei principi ed un'altra la necessità di salvaguardare vite umane in un momento come questo. Non c'è bisogno,invece,di aumentare le intercettazioni "ambientali":quelle no,quelle in Italia già oggi son tante,son troppe.Forse tutto questo non piacerà ai soloni del dialogo ma potrebbe consentirci di sostituire il concetto di sicurezza convenzionale,in favore di un approccio più concreto ed efficace ad un problema che convenzionale più non è. Senza sofismi e senza elucubrazioni da parte dei tanti,inutili Soloni nostrani.
07 novembre 2015
LA DEMOCRAZIA DELLA GIUSTIZIA
"Solo" 25 anni."Solo" un quarto di secolo.Solo dopo un quarto di secolo di indagini,processi,accuse,testimonianze più o meno veritiere,ricostruzioni accusatorie romanzate,i giudici di Palermo hanno assolto l'ex ministro Calogero Mannino dall'accusa di concorso esterno in associazione mafiosa(una fattispecie che non c'è in nessun altro codice penale al mondo)e da quella di attentato al corpo politico dello Stato,reato contestato a lui e ad altri dai giudici Ingroia e Di Matteo che ci hanno “costruito” sopra la propria carriera,professionale e politica,come fece Di Pietro ai tempi di Tangentopoli. Mannino è stato assolto PERCHE' IL FATTO NON SUSSISTE, cioè è stato sentenziato che il reato addebitato all'imputato formulato dai 2 PM non ha trovato riscontro nel dibattimento.Cioè,a dirla breve,Ingroia e De Matteo hanno costruito un sistema accusatorio basato sul niente.
"Solo" dopo 25 anni è arrivata una sentenza che accusa i d PM di aver avuto un’impostazione inquisitoria priva di prove,in alcuni casi addirittura inventate.Difronte al caso giudiziario di Mannino,gli italiani dovrebbero tremare pensando a come 2 giudici hanno potuto fare i processi per sé,accanendosi come lupi feroci "annusando" come "quel" caso giudiziario avrebbe portato loro visibilità mediatica e politica.Di fronte a tutto questo gli italiani dovrebbero tremare;tremare di fronte all’arbitrarietà,alla ferocia giustizialista ed inquisitoria di giudici della specie di Ingroia e Di Matteo.Ecco perché c'è bisogno,con assoluta urgenza,di una legge sulla responsabilità dei giudici.Questa legge è indispensabile alla democrazia italiana se si pensa a quello che è accaduto,prima di Mannino,a Bruno Contrada,dirigente di polizia e funzionario dei servizi segreti del Sisde,e ai suoi 23-anni- 23,di vita devastati ed ai ben dieci anni di carcere anche lui con l'accusa di concorso esterno in associazione mafiosa.Contrada ha avuto una devastazione totale:fisica,morale,professionale e familiare che lo ha accompagnato dal giorno del suo arresto nel 1992 alla fine del 2012.Poi,dopo decenni(forse perché nemmeno a Berlino c'è un giudice e se c'è dorme per lunghi anni prima di dare diritto) ,la Corte europea gli ha successivamente dato ragione ma non ci potrà mai essere né risarcimento né “soddisfazione”. La Corte europea dei diritti dell’uomo ha stabilito(dopo anni)che Contrada non doveva essere condannato per concorso esterno in associazione mafiosa,perchè il reato “non era sufficientemente chiaro e prevedibile”.
Quali sono le sanzioni per il giudice che sbaglia?Al massimo,lo spostamento di sede deciso dal Consiglio Superiore della Magistratura(ANM) organo di AUTOgoverno dei giudici.Ecco.AUTOgoverno.Questa parola è la prova di quanto sia spaventosamente grande e (pre)potente la Casta dei Giudici oggi in Italia.Come nel caso Saguto,per esempio,nel quale la magistrata siciliana accusata di corruzione nello svolgimento proprio delle funzioni da giudice; invece proprio il caso Saguto dimostra che non bastano "spostamenti di sedi",perché la corruttela coinvolge anche la magistratura ma intanto,a differenza dei comuni mortali,non ci sarà mai nessun giudice che condannerà un giudice per corruzione.Tutto questo accadrà fino a che non ci sarà una legge sulla responsabilità dei giudici che li faccia rispondere,come ogni altro professionista del proprio operato,limitandoli nelle loro smanie di grandezza e soprattutto negli errori,sbagli,e persecuzioni.Occorre,poi,ritornare ad una "legalità democratica",ad una "democrazia della giustizia" di un ordinamento giudiziario,di un codice penale garantista,che tuteli i diritti dell'imputato.Cancellando,ad esempio il reato di concorso esterno in associazione mafiosa - per il quale la Corte europea dei diritti dell’uomo ha più volte censurato l’Italia.Ecco cosa dice quell'articolo del C.P.:“Il reato di concorso esterno in associazione mafiosa si realizza quando una persona,senza essere stabilmente inserita nella struttura di un’organizzazione mafiosa, svolga un’attività(.....)che consista in un contributo per le finalità dell’organizzazione stessa”.Un reato dai mille margini di discrezionalità ed arbitrarietà interpretativa fatta ad uso e consumo del giudice.Ecco,la "democrazia della giustizia" la si conquista anche con l'eliminazione di questa assurda fattispecie di reato,usata da qualche giudice per i propri narcisismi o interessi pubblici o privati.Non si può e non si deve finire in prigione e avere distrutta la vita in base a perverse elucubrazioni giudiziarie elaborate nella mente di qualche ambizioso Torquemada della magistratura italiana.Altrimenti avremo in giro sempre qualche simil-Ingroia,che andrà dicendo,come il "vero" Ingroia ha detto:"che contano quasi trent’anni di processi ed un anno di carcerazione preventiva di un tizio di fronte all’esigenza di ricercare la verità?"
03 novembre 2015
IMMAGINI D'ITALIA
Non ci sono stato.Però pare che la manifestazione Expo 2015 svoltasi a Milano dal 1° maggio al 31 ottobre,sia stata un grande successo,di immagine e di pubblico.I 20 milioni di ingressi,testimoniano un grande successo di immagine per l'Italia nel mondo,sono la dimostrazione,secondo alcuni,di quali livelli tecnologici ha raggiunto l'Italia e quale sia l'immagine di eccellenza del nostro Paese percepita nel mondo.Per la verità c'è chi dice(i soliti incontentabili)che all'Expo non è che si sia discusso poi tanto del tema della manifestazione che era quello di:"Nutrire il pianeta,energia per la vita". Questa scelta voleva trattare delle tecnologie,dell'innovazione,della cultura,delle tradizioni e della creatività legati al settore dell'alimentazione e del cibo;ed anche dell'utilizzo delle risorse alimentari nel mondo e della loro redistribuzione fra paesi ricchi e paesi poveri.Ma a voler uscire dal "politically correct"che tutto è stato bello,a voler dire che "il re è nudo",si potrebbe pur dire che alla fine i 20 milioni di visitatori dell'Expo è come se avessero fatto un giro tra i padiglioni di una grande Fiera mondiale,sentendo ogni tanto qualche concerto di qualche famoso artista internazionale,senza però "sentire" il filo conduttore della manifestazione.Poi il 31 ottobre,con il discorso conclusivo del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella,Expo 2015 ha chiuso i battenti.Ma proprio negli stessi giorni,nelle stesse ore nelle quali il Presidente Mattarella chiudeva l'Expo,c'era un'altra immagine che ha portato l'Italia all'attenzione del mondo:in Sicilia,terra natìa del Presidente Mattarella,la città di Messina,è rimasta per giorni senza acqua:niente acqua negli ospedali,niente lavatrici,niente docce,niente vestiti puliti,scuole chiuse.Con il fiorire del mercato nero dell’acqua di contrabbando.E conseguenti sconvolgimento della quotidianeità familiare,distrutta dalle ristrettezze sopportate,dal cercare soluzioni di ogni tipo,come il lavarsi a mare,trasferirsi in un'altra città,mettersi in ferie fino a quando possa garantire di non costituire un pericolo igienico sanitario per sé e per gli altri.Milano e Messina.A Milano si è parlato di tecnologie,di innovazione,di nuovi modelli di sviluppo delle società postindustriali.Già.Innovazione,tecnologie,tradizioni.Ma se a Milano è stato un successo,se con l'Expo l'Italia ha fornito una bella immagine di capacità tecnologica e organizzativa,quale immagine ha fornito l'Italia al mondo con la vicenda di Messina?E vien da chiedersi,allora,se Messina è in Italia,nell'Italia dell'innovazione tecnica.A quale Italia appartiene Messina?Sì,perchè vedere certe cose,vedere la gente in fila con recipienti per rifornirsi d'acqua alle autobotti sembra più immagine da Paese del Terzo Mondo che da Paese tecnologicamente avanzato.O no?
31 ottobre 2015
SALE IN ZUCCA
Anche quest'anno,come oramai da diversi anni,il 31 ottobre verrà festeggiato in tutta Italia,il giorno di Halloween,ricorrenza che affonda le sue radici nell'antica festa celtica di Samhain (tradotto dall'irlandese arcaico:fine dell'estate)una ricorrenza divenuta,nel corso dei secoli,sempre più popolare,soprattutto negli USA.I negozi di giocattoli,per l'occasione, diventano quasi piccole botteghe dell'horror,pronti a fornire maschere a forma di zucca e vestiti variopinti ai bambini che, nella serata del venerdì,inizieranno a girare per strada, pronti a giocare brutti tiri a coloro che non saranno disposti a riempire i loro sacchi di dolciumi. ("trick or treat"? "Dolcetto o scherzetto"?).Forse questa "festa" potrà portare,almeno per un giorno,un sorriso,un po' di distrazione in un periodo di crisi che sta rendendo tutti più tristi e preoccupati;tutti sempre più chiusi in se stessi,senza tanta voglia(e possibilità)di divertimento e distrazione.Ciò nonostante,però,c'è da dire qualcosa su questa festa di Halloween.C'è da fare qualche considerazione sui "dolcetti" che in questa festa girano,così come dovrebbero girare la moneta e l'economia in Italia.Considerazioni che lasciano l'amaro in bocca.
Ecco,ad esempio.Il 31 ottobre si festeggia una festa importata dai paesi anglosassoni,ma completamente estranea alle nostre radici storiche,sociali e culturali.Una festa non nostra;una festa che da molti,in particolare dai ragazzi,è più sentita rispetto a tante ricorrenze italiane che, al contrario,passano inosservate o addirittura non sono conosciute(come i santi patroni e la festa della repubblica, per citare solo pochi esempi).Ancora più triste è il fatto che una festa che deriva da arcaiche tradizioni popolari,sia divenuta una ricorrenza di stampo strettamente commerciale:un'occasione,cioè, per vendere giocattoli,organizzare feste in discoteca e per vendere beni di consumo.Non si può far a meno,cioè,di pensare alla festa italiana di Halloween come una festa senz'anima,utile solo per svagarsi e per dimenticare per una sera i problemi che attanagliano i singoli individui ed in generale,il nostro Paese.Così,almeno per un giorno,almeno per una sera,almeno in parte,ci saranno i sorrisi dei bambini in versione zombie e vampiri e di tutti i ragazzi e la ragazze che andranno a divertirsi con una maschera a forma di zucca,in chissà quale festa a tema:tutto ciò,per una sera,non può far che bene.Come è un bene,sicuramente,confrontarsi con altra gente e altri popoli.Ogni volta che si visita un Paese ci si confronta con una lingua,una tradizione una cultura diversa dalla nostra.E' bello lo scambio culturale interetnico.Ma se la nostra cultura diventa l'altrui cultura,se ci si appiattisce nelle stesse tradizioni e nella stessa lingua,non ci sarà più possibilità di confrontarsi,non ci sarà più nulla da scambiare in termini culturali.Perdendo,di conseguenza,la nostra dignità storica,il nostro immenso patrimonio intellettuale.
Ed allora,e a proposito di zucche,sarà opportuna che in questo angolo di mondo che è l'Italia,in questa Provincia periferica del villaggio globale,che è diventata oggi purtroppo l'Italia,occorre mettere sale in zucca e riscoprire quel senso di orgoglio e di appartenenza alla "nostra" cultura,che ha dato tanto al mondo intero sin dai tempi degli antichi Romani.Lasciando perdere stupidaggini e scempiaggini come l'idea dei "Caschi Blu" della Cultura che soltanto un governo di "minus habens",come è il governo dei Renzi e dei Franceschini delle Boschi e delle Mogherini poteva avere.
Ed allora,e a proposito di zucche,sarà opportuna che in questo angolo di mondo che è l'Italia,in questa Provincia periferica del villaggio globale,che è diventata oggi purtroppo l'Italia,occorre mettere sale in zucca e riscoprire quel senso di orgoglio e di appartenenza alla "nostra" cultura,che ha dato tanto al mondo intero sin dai tempi degli antichi Romani.Lasciando perdere stupidaggini e scempiaggini come l'idea dei "Caschi Blu" della Cultura che soltanto un governo di "minus habens",come è il governo dei Renzi e dei Franceschini delle Boschi e delle Mogherini poteva avere.
22 ottobre 2015
A BENEVENTO SI PIANGE
Qualche tempo fa,durante un programma televisivo,mi capitò sentir dire,da parte di un presentatore televisivo (non ricordo chi fosse):"Benevento ? E dove si trova Benevento"?Beh certo. Quel presentatore doveva essere davvero un grande analfabeta(come del resto parecchi altri superpagati "talk show men" della tv)se ignorava che di Benevento ne parla già Dante nel III canto del Purgatorio a proposito di Manfredi, figlio dell'imperatore Federico II di Svevia,morto appunto nella battaglia di Benevento combattuta tra le truppe guelfe di Carlo d'Angiò e quelle ghibelline di Manfredi di Sicilia .Quel Manfredi che Dante presenta così:" Biondo era e bello e di gentile aspetto (.....)con i successivi famosissimi versi:
"l'ossa del corpo mio sarieno ancora
in co del ponte presso a Benevento,
sotto la guardia de la grave mora.
Or le bagna la pioggia e move il vento"
E deve essere(non può che essere)un grande analfabeta,quel conduttore televisivo, se ignora che il popolo sannita sconfisse il potente esercito romano alle "Forche Caudine" durante le guerre sannite.Ed è un grande analfabeta quel conduttore televisivo se ignora che la chiesa di Santa Sofia,costruita dai longobardi e che a Benevento si trova,è stata iscritta nella Lista dei patrimoni dell'umanità dell'UNESCO.Ed è un analfabeta se ignora che a Benevento è nato il Premio Letterario "Strega",universalmente riconosciuto come il premio letterario più prestigioso d'Italia,oltre a godere di una consolidata fama in Europa e nel resto del mondo,vinto,nel corso degli anni,da tanti importanti scrittori italiani.
Ecco.Forse sarò di parte,perchè sono sannita,vicino Benevento ci abito.Ma veramente di Benevento e del Sannio e delle sue belle terre finora davvero pochi ne avevano parlato.Probabilmente anche per colpa di noi beneventani e sanniti.Adesso,invece,tutti ne parlano.Purtroppo.Ne parlano magari anche quei presentatori televisivi che di Benevento ne ignoravano l'esistenza.Ne parlano per gli accadimenti naturali, per il cataclisma alluvionale che a Benevento c'è stato in questi giorni.Benevento adesso è conosciuta in tutta Italia.Già.Adesso è conosciuta.Per questi motivi drammatici adesso di Benevento se ne conosce l'esistenza.Adesso si parla del dramma di Benevento,della sua gente e delle sue terre in tutti i talk show televisivi.Ma per questo,da sannita e beneventano,avrei voluto che di Benevento si continuasse ad ignorare l'esistenza.Adesso che a Benevento si piange.
26 settembre 2015
70 ANNI INUTILI
Quest'anno le Nazioni Unite(ONU) "compiono" 70 anni.Se si volesse fare un consuntivo di quello che l'ONU ha fatto in questi 70 anni,la risposta sarebbe facile:NIENTE.Già nel 1945,quandola carta dell'ONU fu firmata,Winston Churchill annotò nei suoi diari che il tutto gli sembrava “la premessa di una babele".Figuriamoci cosa direbbe oggi Sir Winston.I principi fondanti dell'ONU erano quelli di:"mantenere la pace e la sicurezza internazionale,risolvere le situazioni che potrebbero portare a "una rottura della pace" ;promuovere il rispetto dei diritti umani e delle libertà fondamentali di tutti gli individui".Ma la realtà,in questi 70 anni,è stata tutt'altra.Già negli anni della Guerra Fredda l'ONU non è riuscito a risolvere alcuna crisi.Poi ha perso l’onore.Nella ex Jugoslavia,soprattutto,dove i caschi blu sono stati spettatori inerti di un massacro durato dieci anni.Nella Storia resteranno sempre come una vergogna per l’Onu il nome della città di Srebrenica,la cittadina bosniaca la cui popolazione fu brutalizzata e uccisa dai serbi sotto gli occhi dei “soldati blu”,e quello di Sarajevo, una capitale sotto assedio, con i civili in balia dei cecchini.Dalla Somalia al Ruanda passando per l’ex Jugoslavia,l’Onu non è mai riuscita a fare qualcosa di buono.Anzi.È servita alle parti a prendere tempo mentre i cannoni tuonavano.E sui diritti umani l'ONU è stata umiliata da una bambina di 12 anni,Malala Yousafzai,Premio Nobel per la Pace,che ha mostrato,lei sì,quale coraggio bisogna avere per affermare il diritto delle donne all'istruzione anche nelle terre afghane. Il Palazzo di Vetro è ormai un palazzone evanescente, che serve a nutrire se stesso e la propria burocrazia.Fa qualcosa solo qualche sua agenzia(le poche che funzionano,come l'Unicef)ma con un divario tra fondi investiti e fondi che realmente finiscono ai destinatari,perdendosi il grosso nei corridoi del Palazzo per foraggiare una struttura burocratica elefantiaca e le varie parentopoli clientelari che si aggirano dentro quei corridoi.Perfino Amnesty international parlando dei “fallimenti miserabili” dell’occidente,se la prende anche con le Nazioni Unite.Se il 2014,scrive Amnesty,è stato un anno terribile,“catastrofico”,se le stragi di civili sono sate tremende,la colpa,è anche dell’Onu.Anche Papa Francesco,parlando al Palazzo di Vetro,ha detto che l'ONU "va cambiata" affinché sia utile alle necessità dei popoli.
L'ONU è fallita,senz'altro.Bisogna dirlo chiaramente,senza ipocrisie.Rispetto alle grandi questioni come la sicurezza e la pace,l’Onu è un ente inutile:ha tradito lo spirito e i principi della Carta istitutiva,come dimostrano i numerosi disastri e gli scandali,dal genocidio in Ruanda del 1994 alla corruzione come nel caso del programma umanitario "Oil for Food".C'è bisogno di un nuovo modello di azione perché l'ONU è ancora figlia della guerra fredda.Oggi il mondo è cambiato,non c'è più il bipolarismo del dopoguerra Est-Ovest.Le frequenti crisi locali richiedono interventi che negli ultimi anni solo gli Stati Uniti hanno dimostrato di saper operare.
La democrazia,come diceva sempre Winston Churchill,"é la peggior forma di governo,eccezion fatta per tutte le altre forme che si sono sperimentate sinora,ed é bene che diventi un "vizio",nella speranza che sia difficilissimo poi smettere".Nella speranza che quel "vizio" contagi sempre più vaste aree del mondo,la cosa migliore,forse,almeno per il momento sarebbe un altra.Sarebbe forse un bene che le democrazie se ne stiano per conto loro,fuori da Organismi Internazionali,creando una loro organizzazione lottando per imporre la democrazia contro le dittature.Perché,ormai s'é capito,l'ONU è inutile,corrotta.E' più che altro una provococazione,certo.Ma quello che è auspicabile è che "questa" ONU,così come é oggi,non ci sia più.Perchè i 70 anni di "questa" ONU sono stati 70 anni inutili per la pace e per i diritti dell'Uomo nelle varie parti del mondo.
23 settembre 2015
19 settembre 2015
IL "LEONE" E L'AGNELLO
Ancora un suicidio di un ragazzo,vittima del "cyberbullismo",cioè del bullismo esercitato anonimamente sulla Rete.E di nuovo ritornano gli interrogativi sul ruolo dei social network e della Rete.I "cyberbullisti" sono gruppi di scellerati che sfruttano le fragilità altrui per trarne godimento,senza il minimo scrupolo.E' impressionante la quantità di soggetti sui social che nutrono malvagità interiore e la sfogano sulla rete perché non avrebbero mai il coraggio di farlo faccia a faccia.Sono i cosiddetti "leoni" della Rete che in genere hanno una vita frustrata, insoddisfacente ma dietro a una tastiera si sentono "leoni",appunto,per fare del male a persone psicologicamente fragili,a incrudelirsi contro l'Agnello virtuale.Purtroppo questi non sono casi limite ma la punta di un iceberg di un malessere sempre più diffuso tra gli adolescenti protagonisti,ma anche vittime,dei social network.Da studi e statistiche si è rilevato come un'alta percentuale di ragazzi passi molte ore al giorno su Internet, con una grande partecipazione ai social network, Facebook in testa. E la tendenza a manipolare,profili,foto e messaggi sta diventando un'occupazione sempre più diffusa.Il cyberbullismo è caratterizzato da un indebolimento delle remore etiche e "crea" "un'altra persona" online.E così questa diversa "persona" on line fa e dice online cose che non farebbe o direbbe nella vita reale.La vittima diventa ancora più fragile ed esposta.Tra gli effetti di questo fenomeno ci sono nella vittima bassa autostima,depressione, ansia,paura,frustrazione,problemi scolastici e familiari.Ma Internet è ormai parte costituiva dell' identità sociale e personale di ognuno di noi,fa parte della nostra vita e del nostro lavoro,assume significati e modalità diverse a seconda dell'età,dei fattori sociali,psicologici e culturali.La Rete offre la possibilità di condividere interessi e aggregarsi ad altre persone,superando con la velocità di un click confini spaziali e temporali.Con i "social" si hanno contatti con amici di tutti i giorni,si mantengono,anche se da lontano,le amicizie "reali" maturate nel tempo.Tramite Internet si sperimentano molteplici e infinite identità, con passaggi continui tra mondi virtuali e reali.Ma accanto a questi aspetti, come sempre, ne esistono altri negativi,con il rischio concreto di isolarsi dal mondo reale.Navigando su Internet i ragazzi possono imbattersi in contenuti falsi e mistificatori,oppure essere influenzati da valori e modelli di comportamento inadeguati o dannosi,diventare,appunto,vittime di cyberbullismo o essere adescati da adulti potenziali abusanti.Ecco.Sul tema di Internet c'è l'esigenza di conoscere meglio il fenomeno e di apprendere qualche possibile orientamento educativo.C'è da vedere il vissuto quotidiano degli adoloscenti nelle famiglie,nella scuola,che poi significa anche andare a rivedere modelli e indici comportamentali di questa nostra società.Famiglie disgregate da affetti sempre più effimeri e superficiali tra i soggetti.E poi la crisi economica di questi anni,che ha portato ad un abbassamento economico,sociale ma anche valoriale nella vita dei soggetti,soprattutto quando questi vengono espulsi dal mercato del lavoro,con i giovani senza occupazione e senza futuro davanti.Forse una riflessione su tutto questo potrebbe portare a modelli e stili di vita diversi,non più fondati sull'Effimero e sull'Apparire,ma sostanziati nel valore dell'Essere.E forse così saranno possibili nuovi modelli relazionali e affettuali,reali e virtuali.Senza i "Leoni" della Rete.
13 settembre 2015
DIRITTO AD AVERE DIRITTI
La vicenda è nota.Mentre cammina per i viali dell'università romana "La Sapienza" la studentessa Marta Russo viene colpita alla nuca da un colpo di pistola. Dopo 5 giorni di coma, Marta muore. Le indagini sull’omicidio conducono a 2 assistenti della cattedra di Filosofia del Diritto dell’Ateneo:Giovanni Scattone e Salvatore Ferraro.I due si proclamano innocenti.Il processo si conclude in Cassazione dopo 5 gradi di giudizio:Scattone è condannato in via definitiva per omicidio "colposo" a quasi 6 anni di reclusione.
Il processo diede luogo ad infinite polemiche.Anzitutto per il comportamento intimidatorio degli inquirenti nei confronti degli indagati e dei testimoni.Ma anche perché tutto l'impianto accusatorio dei pm non resse in alcuna sede di giudizio.Gli inquirenti non riuscirono mai a dimostrare davanti a una Corte la tesi dell'omicidio volontario,pur avendo fatto ricorso alle teorie più incredibili come quella del "delitto perfetto" o al mito nietzschiano del Superuomo. E così,alla fine i pm dovettero "contentarsi" dell'omicidio colposo perché avevano confuso prove,testimonianze,intercettazioni,perizie.Scattone venne quindi condannato per omicidio colposo e non volontario come invece chiedeva l'accusa.Delitto colposo:equiparabile a un delitto per caso,accidentale,commesso per sbaglio o per errore.Se per la Giustizia è stato lui a uccidere,per quella stessa Giustizia non aveva l'intenzione di uccidere;se ha sparato,l'ha fatto maneggiando incautamente una pistola(peraltro mai ritrovata).Scattone ha scontato interamente la pena senza beneficiare di amnistie o condoni.Ed è quindi,a tutti gli effetti, un libero cittadino.Per di più per la sua buona condotta è stato formalmente riabilitato dal Tribunale di Roma.Ora la stampa torna ad occuparsi di Scattone perché,grazie anche alla renziana legge della #buonascuola,diviene titolare di cattedra di psicologia in una scuola di Roma.E succede il finimondo.Ora gli si imputa una nuova "colpa".Lo si ritiene "inadeguato" a stare a contatto con dei giovani studenti.In più gli si contesta il mancato "pentimento" per l’uccisione della ragazza.Ma perché Scattone dovrebbe scusarsi se continua a proclamarsi innocente?Resta il fatto che Scattone oggi è un uomo libero che ha il diritto di tornare a vivere pienamente la sua vita.E invece no.Per certi benpensanti e certa cultura forcarola italiana,Scattone era,è e sarà sempre l'"assassino",continuerà a portare impresso a fuoco il marchio per un delitto per il quale magistrati a dir poco superficiali non son stati capaci di raccogliere prove convincenti sulla sua colpevolezza.Ma bene o male siamo in uno stato di diritto;e uno stato di diritto,oltre che garantire un "giusto processo",deve anche assicurare il "diritto ad avere diritti" al condannato che ha scontato la pena.Uno Stato liberale in senso lato,deve farsi carico di assicurare anche i diritti di quelli che sono stati condannati in maniera più o meno credibile da un lavoro approssimativo di una magistratura che voleva ad ogni costo condannare il Mostro Scattone.Una società libera dovrebbe preoccuparsi non solo della pur minima possibilità che un innocente sia stato ingiustamente perseguitato e condannato,ma anche di un colpevole che, avendo scontato la sua pena,venga riabilitato.Accanirsi contro il tentativo di Scattone di tornare alla normalità significa che lo Stato stesso non è più "normale".E uno Stato che non assicura più il diritto dell'individuo ad avere diritti è uno Stato che sta entrando(se già non vi è entrato)nella buia Notte della Ragione,nel cupo Tempo dei Diritti Negati.Gran brutta notte,gran brutto tempo sarà quella Notte e quel Tempo.
07 settembre 2015
UNA PICCOLA "DEFAILLANCE"
M'ero ripromesso di scrivere ogni mese un post sulla malagiustizia italiana.In fondo non è poi così difficile scrivere un post sullo scempio della Giustizia e del Diritto che in Italia si sta compiendo ad opera di magistrati e politici.Non è difficile perché di materiale per scrivere un post sulla malagiustizia ce n'è a iosa.Stavolta,però,il post è come se non lo scrivessi io.E' come se lo scrivessero altri.E' come se lo "scrivessero",diciamo così,gli stessi giudici,o almeno da quella (piccola parte)di giudici che ancora "stendono" sentenze secondo i dettami di uno Stato di diritto,che cercano di assicurare davvero i diritti dell'imputato,secondo i principi di una democrazia liberale.Ecco,è come se questo post lo scrivessero quei magistrati che hanno depositato le motivazioni della sentenza che ha assolto Raffaele Sollecito e Amanda Knox,per l'omicidio della studentessa Meredith Kercher.Una sentenza che nell'assolvere Sollecito e la Knox,ha "condannato" senza appello quella magistratura italiana che,nella sua ottusa arroganza,nel suo ritenersi casta intoccabile,sempre alla ricerca di una rilevanza mediatica,aveva già condannato con prove irrilevanti,addirittura senza movente i due ragazzi.
Così scrivono i giudici della Cassazione:"A carico di Amanda Knox e Raffaele Sollecito, accusati dell'omicidio di Meredith Kercher, manca un "insieme probatorio" contrassegnato "da evidenza oltre il ragionevole dubbio".Lo afferma la Cassazione nelle motivazioni dell'assoluzione dei due ex fidanzati .
Così scrivono i giudici della Cassazione:"A carico di Amanda Knox e Raffaele Sollecito, accusati dell'omicidio di Meredith Kercher, manca un "insieme probatorio" contrassegnato "da evidenza oltre il ragionevole dubbio".Lo afferma la Cassazione nelle motivazioni dell'assoluzione dei due ex fidanzati .
"Clamorose defaillance nell'inchiesta".Secondo la sentenza della Cassazione il processo per l'uccisione di Meredith ha avuto "un iter obiettivamente ondivago, le cui oscillazioni sono, la risultante anche di clamorose defaillance o 'amnesie' investigative e di colpevoli omissioni di attività di indagine"."Se non ci fossero state tali defaillance investigative,e se le indagini non avessero risentito di tali "colpevoli omissioni", si sarebbe consentito di delineare un quadro, se non di certezza, quanto meno di tranquillante affidabilità,nella prospettiva vuoi della colpevolezza vuoi dell'estraneità" di Knox e Sollecito.Imputati assenti(!!!!!! n.d.b.) da scena del delitto". E' un dato "di indubbia pregnanza" a favore di Knox e Sollecito - "nel senso di escludere la loro partecipazione materiale all'omicidio, pur nell'ipotesi della loro presenza nella casa di via della Pergola",la "assoluta mancanza di tracce biologiche a loro riferibili" nella stanza dell'omicidio o sul corpo della vittima."Il clamore mediatico non ha giovato".Per la Cassazione "l'inusitato clamore mediatico" del delitto Kercher e i "riflessi internazionali della stessa vicenda, non hanno "certamente giovato alla ricerca della verità" provocando una "improvvisa accelerazione" delle indagini "nella spasmodica ricerca" di colpevoli "da consegnare all'opinione pubblica internazionale".
Ad avviso sempre della Cassazione "la riscontrata imputabilità delle tracce a profili genetici della Knox si risolve in un dato non univoco ed anzi indifferente, dato che la giovane statunitense conviveva con il Sollecito, dividendosi tra la sua abitazione e quella di via della Pergola", spiega la Cassazione nelle motivazioni dell'assoluzione di Knox e Sollecito.Ecco,un altro caso di malagiustizia all'italiana è compiuto.Ma quello che è assurdo,che assume aspetti di incredibile ed inaudita gravità è che tutte le indagini,tutti i sopralluoghi,tutti i rilievi di dna e quant'altro,sono stati fatti con i due ragazzi chiusi in carcere per ben 4 anni (quattro !!!!).Chiusi in carcere come se fossero già stati condannati.Ora Raffaele Sollecito ha annunciato che chiederà il risarcimento dei danni per "ingiusta detenzione".Certo,è il minimo che un innocente(dichiarato tale da 3 gradi di giudizio)possa fare.E Sollecito magari sarà anche risarcito.Ma quei giudici e quegli investigatori dove sono adesso?Cosa pagheranno in termini economici e professionali?Nulla,si sa già.Ad essi però una domanda:sapete cosa significa buttar via 4 anni della propria vita dentro le mura di un carcere e soprattutto di un carcere italiano? E se un giorno,in questo maledettissimo sistema criminale giudiziario italiano entraste anche voi?E se anche voi un giorno rimarreste impigliati per 4 anni in questa macchina infernale che avete costruito con la "vostra" giustizia?
03 settembre 2015
SOLO UN AQUILONE
Storie,tante storie.Ma poi alla fine ti accorgi che non son le storie, ma che è la STORIA che si ripete.Le storie di bambini,la Storia dell'Umanità che si ripete, sempre uguale,sempre identica. L'altroieri in Polonia nel Ghetto di Varsavia, ieri in Vietnam, oggi in Turchia.Ma la Storia non cambia,perchè è l'Uomo che non cambia.Ce lo dicono quelle foto di quei bambini piangenti,terrorizzati,disperati,e poi morti che cercano di scappare lontano,che corrono via lungo le (violente)strade delle tante, troppe guerre in tutti gli angoli del mondo. E' la Storia, in realtà.E' l'Uomo che infine,era e rimane criminale, disumano, violento,che per i suoi interessi economici o per i suoi deliri di onnipotenza,continua a commettere brutalità e barbarie contro l'altro Uomo,su altri popoli,su altre,diverse civiltà.E in questi orrori c'è l'orrore più grande,quello delle eccidi fisici e morali sui bambini,violati nel loro bene più grande che è l'innocenza;che sono depredati del loro diritto a sperare nei Grandi,negli Uomini,a sperare di avere,di vivere un'altra vita, altra e diversa rispetto a quella che l'Uomo vuol loro dare.Quante altre foto di bambini come quelle, come questa raccapricciante che stiamo vedendo in queste ore sul lido di una spiaggia,dobbiamo ancora continuare a vedere per sperare che l'Uomo cambi ?
Adesso tutti inorridiamo davanti la foto di Aylan innanzi alla foto di un bimbo a pancia in giù sulla battigia delle spiagge della Turchia,dove magari avrebbe sognato di giocare insieme al fratellino,anch'egli morto,o con altri bambini come lui.Ma tra qualche giorno ci saremo già scordati di Ayland e dei tanti, troppi bambini che ora ci guardano chiedendo, implorando qualcosa con i loro silenzi,dietro quei visi sui quali è scomparso ogni forma di sorriso. Di qui a qualche giorno finiremo di indignarci e di provare raccapriccio e torneremo alle nostre vite egoiste di ogni giorno. Fino alla prossima foto di un bambino violato, di un altra storia di bambino che voleva solo sognare, che voleva solo vivere una vita di gioia e felicità. E che magari voleva solo correre sulla riva del mare inseguendo e guardando il suo aquilone lassù, in alto nel cielo.
26 agosto 2015
LA BELLA ESTATE
Anche da questo si vede.Anche da vicende così piccole si comprende quanto grande sia l'arroganza della più greve Casta tra le tante che esistono in Italia,quella della Magistratura.C'è stato un tempo,infatti,in cui,tra le tante sue "slides",il premier Renzi raccontò "urbi et orbi" di voler riformare la giustizia italiana,per dimostrare che anche in questo campo il verso era cambiato.Così,per fingere che veramente s'era cominciato a riformare la giustizia,il Premier partì in maniera,per così dire, "soft",guardandosi bene dall'affrontare,come invece aveva promesso, riforme "serie e vere" come la responsabilità civile dei giudici o la separazione delle carriere.Renzi invece cominciò da "riformine".Cominciò dicendo di voler tagliare il periodo di ferie dei magistrati.Apriti cielo!Anche per questa "riformina",l'Associazione Nazionale Magistrati(ANM)scatenò una reazione furibonda.Anche così,per l'ANM,si attentava all'autonomia e all'indipendenza della magistratura(il solito,classico refrain).E ci fu addirittura qualche giudice,come il procuratore Marcello Maddalena che ebbe a dire sul taglio dei 15 giorni di ferie voluto dal governo “Renzi vuol far crepare di fatica i magistrati come il maiale Napoleone della fattoria di Orwell” . No,non è un'omonimia:quel Marcello Maddalena è lo stesso che ai tempi di "Mani Pulite" sostenne che "quello immediatamente successivo all'arresto è un "momento magico".Una frase che probabilmente avrebbe fatto raccapricciare perfino Torquemada.
Ora qui non si vuol dire che i magistrati non debbano riposarsi un pò.Anche Dio(al Quale ogni tanto i Sommi Sacerdoti della Giustizia italiana ritengono di potersi equiparare)riposò il settimo giorno.Ma qui si vuol solo dire che quello del magistrato non è un "lavoro" qualsiasi,non è un lavoro come un altro.I magistrati svolgono un "lavoro" dal quale dipendono altre vite,la vita di chi,ancora innocente(fino a prova contraria e a terzo grado di giudizio)continua a stare in carcere aspettando un interrogatorio che verrà fatto chissà quando dal magistrato chissà chi,quando ritornerà abbronzato dal mare.E "certe" attese,fatte guardando il sole "a quadretti" da chi poi magari verrà dichiarato completamente estraneo ai fatti,non sono il massimo per uno Stato di diritto.Oppure,al contrario,i pesanti tempi della giustizia italiana,le lentezze dei giudici,i troppi "interessi" extragiudiziari dei magistrati portano a non scrivere le sentenze o a scriverle e depositarle fuori i tempi di legge,con conseguente messa in libertà di pericolosi mafiosi che le forze dell'ordine hanno arrestato a rischio della propria vita.
Forse per voi,signori giudici,le vacanze sono belle e lunghe e l'estate,a dirla con Pavese,è davvero una "bella estate".Ma per tanti poveri cristi l'estate è solo un periodo dell'anno uguale agli altri:un buio,tetro,infinito inverno(e inferno)del Diritto.
Ora qui non si vuol dire che i magistrati non debbano riposarsi un pò.Anche Dio(al Quale ogni tanto i Sommi Sacerdoti della Giustizia italiana ritengono di potersi equiparare)riposò il settimo giorno.Ma qui si vuol solo dire che quello del magistrato non è un "lavoro" qualsiasi,non è un lavoro come un altro.I magistrati svolgono un "lavoro" dal quale dipendono altre vite,la vita di chi,ancora innocente(fino a prova contraria e a terzo grado di giudizio)continua a stare in carcere aspettando un interrogatorio che verrà fatto chissà quando dal magistrato chissà chi,quando ritornerà abbronzato dal mare.E "certe" attese,fatte guardando il sole "a quadretti" da chi poi magari verrà dichiarato completamente estraneo ai fatti,non sono il massimo per uno Stato di diritto.Oppure,al contrario,i pesanti tempi della giustizia italiana,le lentezze dei giudici,i troppi "interessi" extragiudiziari dei magistrati portano a non scrivere le sentenze o a scriverle e depositarle fuori i tempi di legge,con conseguente messa in libertà di pericolosi mafiosi che le forze dell'ordine hanno arrestato a rischio della propria vita.
Forse per voi,signori giudici,le vacanze sono belle e lunghe e l'estate,a dirla con Pavese,è davvero una "bella estate".Ma per tanti poveri cristi l'estate è solo un periodo dell'anno uguale agli altri:un buio,tetro,infinito inverno(e inferno)del Diritto.
26 luglio 2015
COMUNQUE TARDI
Solo le intercettazioni sullo scandalo "Mafia Capitale" o quelle sul Governatore della Sicilia Crocetta e ancor di più quelle sullo stesso Premier Renzi,hanno cominciato a far dire qualcosa alla sinistra italiana che finora aveva taciuto sull'uso e l'abuso di questo strumento giudiziario.La sinistra italiana era stata in silenzio probabilmente perché proprio sulle intercettazioni di certa magistratura "amica" la sinistra ha campato politicamente.Ma oggi si accorge della delicatezza della questione.Se ne accorta perfino la Ministra Boschi che adesso dice:"è grave che intercettazioni non penalmente rlevanti siano pubblicate sui giornali".E finalmente anche il Garante della Privcy,per tanto tempo così silente,adesso dice che bisogna evitare la "gogna mediatica".Già.Adesso.Adesso la sinistra italiana s'accorge del problema delle intercettazioni.Adesso che il Premier Renzi viene intercettato mentre parla con il Generale della Guardia di Finanaza Adinolfi,al quale dice che Enrico Letta è " incapace” a governare e al quale racconta della presunta "ricattabilità" dell’ex presidente della Repubblica,Giorgio Napolitano.E ci volevano le intercettazioni sullo scandalo delle Coop a Ischia,nelle quali vien fatto il suo nome,per far dire a Massimo D'Alema,peraltro in maniera non elegantissima:"La giustizia non può avere come fine quello di sputtanare le persone".Una vera e propria inversione ad "U" quella del "lider maximo" rispetto a certe sue precedenti affermazioni sulle intercettazioni a carico di Berlusconi.Insomma per il Pd le intercettazioni sono una vergogna.Certo che è così.Peccato che la posizione del Pd è cambiata solo ADESSO,quando a venir intercettati sono loro del Pd e non esponenti del centrodestra.Ed anche D’Alema,che non è un dilettante della politica,dovrebbe ricordare che,direttamente o indirettamente,lui e altri esponenti del centrosinistra (Prodi,Amato)hanno governato il Paese per quasi dieci anni.E non è che in questo periodo si siano molto occupati del problema.Ed anche il giovin signore di Firenze che governa ormai da 2 anni,si è preoccupato della cosa solo dopo che le intercettazioni lo hanno riguardato direttamente.E comunque il renzismo non sembra "voler" risolvere il problema.Gli ultimi fatti indicano un’opinione che oscilla a secondo della convenienza,come dimostrano i casi di Marino e Crocetta.
Le intercettazioni sono una cosa terribilmente seria,perchè riguardano il rapporto tra giustizia,politica e informazione,ma soprattutto il rispetto della dignità,della libertà e della vita stessa degli individui.E se la Boschi e D'Alema e lo stesso Renzi avessero detto o fatto qualcosa sulle intercettazioni in tempi non sospetti(cioè quando ad essere intercettati non erano loro)adesso sarebbero più credibili.Le intercettazioni in Italia,o meglio il modo con cui sono condotte e l'uso che di esse si fa,sono una vera barbarie giuridica.Addirittura certi giornali annunciano che sul loro prossimo numero saranno pubblicate "altre" intercettazione,quasi si trattasse di un romanzo "noir" a puntate.Senza dire di quelle trasmissioni,di stampo santoresco,nelle quali le intercettazioni vengono "recitate" da qualche ridicolo commediante.
E ancora.Può essere qualificata "libera stampa" quella che pubblica le intercettazioni,facendo da ufficio stampa alle Procure di mezz'Italia che usano "certi" giornali per scopi politici?Al contrario:in questi casi la libertà di stampa è svilita,perché il giornalista non scrive quello che sceglie lui,ma quello che altri gli dettano.E che tutela dei propri diritti ha l'imputato,quando le intercettazioni,che il codice vorrebbe quali mezzo di "ricerca" della prova,diventano esse stesse una prova?Ma perchè è accaduto tutto questo?È accaduto per una combinazione perversa di interessi e di viltà.L’interesse sta in chi maneggia questo strumento abominevole per squallide speculazioni politiche che però poi finiscono per colpire chi con esse voleva colpire.Ma colpevoli siamo anche tutti noi che abbiano accettato questa nefandezza senza un esame delle conseguenze civili e morali.Forse perché da secoli nei confronti dello Stato ci sentiamo solo dei sudditi e non abbiamo ancora acquisito la dignità di uomini liberi.E se finalmente un giorno qualcuno sarà tanto bravo da eliminare questa porcheria,gli si dovrà dire che (ipoteticamente)viene fatto,è stato fatto comunque troppo tardi:troppo diritto,troppe vite sono state nel frattempo massacrate.
05 luglio 2015
LA VERGOGNA DELL'EUROPA
Qualsiasi giornale sfogliavi in questi giorni,qualsiasi telegiornale ascoltavi,qualunque sito web guardavi,non trovavi altre parole che queste: "Grecia,Germania,Berlino,Atene,Euro,Grexit,Dracma,Default,Referendum,Oxi,Tsypras,
Merkel,Banche,Bancomat,Rischio contagio" e via di questo passo.
Chissà come andrà a finire la vicenda della crisi economica ellenica,la vicenda di un popolo che ogni giorno vive momenti privati e collettivi drammatici,angosce del presente e di un futuro che non sai.Economia in crisi,ma anche crisi sociale,storica,esistenziale.Ma se la Grecia vive una crisi anche l'Europa,o almeno una certa idea di Europa è oramai pressoché distrutta.Sì,perchè - e questo lo si può con sicurezza dire - è stata distrutto e massacrato il sogno europeo di Konrad Adenauer,Robert Schuman,Alcide De Gasperi,Altiero Spinelli ed Ernesto Rossi.Il sogno di un'Europa dei popoli,dell'unico popolo di un unico Stato,l'ideale degli Stati Uniti d'Europa.Forse nemmeno loro,nemmeno i capi dei governi d'Europa sanno come andrà a finire,perchè ancora non hanno trovato il modo per far valere e prevalere i propri egoismi nazionalistici.Ma di una cosa si può esser certi.Si può esser certi,cioè,del dramma di un popolo,plasticamente rappresentato dalle lunghissime,interminabili ma civilissime ed ordinate file agli sportelli dei bancomat per prelevare quel poco che ancora s'aveva,quel poco che ancora era restato.Di questa vicenda,comunque andrà a finire,rimarrà la certezza di una Europa delle banche che ha "offesa e umiliata" la dignità di un Popolo sovrano.Rimarranno quelle vergognose parole pronunciate da qualcuno che in Europa ha proposto un "aiuto umanitario" per la Grecia.Un'offesa alla dignità e all'orgoglio di un Paese al quale tutto il mondo civile deve inchinarsi per la Storia,la Cultura,la Democrazia che in quelle Terre hanno conosciuto cime di elevata grandezza.
Ma tra tutte rimarrà come accusa infamante per l'Europa delle banche,della Finanza,degli egoismi e degli interessi,la foto di quel pensionato di Salonicco che,disperato per non aver potuto ritirare la pensione alla moglie,s'è lasciato andare ad un pianto disperato,s'è lasciato scivolare per terra,come colpito e ferito dal maglio dell'economia mondiale che non guarda e non vede qual è la gente d'Europa,qual'è il popolo d'Europa,qual'è il motivo unico per il quale è nata e ha ragione d'esserci.Quell'uomo lì in terra che piange è il popolo d'Europa che ad essa grida in faccia di quanto essa debba vergognarsi per quello che oggi è diventata.
Iscriviti a:
Post (Atom)