La vicenda è nota.Mentre cammina per i viali dell'università romana "La Sapienza" la studentessa Marta Russo viene colpita alla nuca da un colpo di pistola. Dopo 5 giorni di coma, Marta muore. Le indagini sull’omicidio conducono a 2 assistenti della cattedra di Filosofia del Diritto dell’Ateneo:Giovanni Scattone e Salvatore Ferraro.I due si proclamano innocenti.Il processo si conclude in Cassazione dopo 5 gradi di giudizio:Scattone è condannato in via definitiva per omicidio "colposo" a quasi 6 anni di reclusione.
Il processo diede luogo ad infinite polemiche.Anzitutto per il comportamento intimidatorio degli inquirenti nei confronti degli indagati e dei testimoni.Ma anche perché tutto l'impianto accusatorio dei pm non resse in alcuna sede di giudizio.Gli inquirenti non riuscirono mai a dimostrare davanti a una Corte la tesi dell'omicidio volontario,pur avendo fatto ricorso alle teorie più incredibili come quella del "delitto perfetto" o al mito nietzschiano del Superuomo. E così,alla fine i pm dovettero "contentarsi" dell'omicidio colposo perché avevano confuso prove,testimonianze,intercettazioni,perizie.Scattone venne quindi condannato per omicidio colposo e non volontario come invece chiedeva l'accusa.Delitto colposo:equiparabile a un delitto per caso,accidentale,commesso per sbaglio o per errore.Se per la Giustizia è stato lui a uccidere,per quella stessa Giustizia non aveva l'intenzione di uccidere;se ha sparato,l'ha fatto maneggiando incautamente una pistola(peraltro mai ritrovata).Scattone ha scontato interamente la pena senza beneficiare di amnistie o condoni.Ed è quindi,a tutti gli effetti, un libero cittadino.Per di più per la sua buona condotta è stato formalmente riabilitato dal Tribunale di Roma.Ora la stampa torna ad occuparsi di Scattone perché,grazie anche alla renziana legge della #buonascuola,diviene titolare di cattedra di psicologia in una scuola di Roma.E succede il finimondo.Ora gli si imputa una nuova "colpa".Lo si ritiene "inadeguato" a stare a contatto con dei giovani studenti.In più gli si contesta il mancato "pentimento" per l’uccisione della ragazza.Ma perché Scattone dovrebbe scusarsi se continua a proclamarsi innocente?Resta il fatto che Scattone oggi è un uomo libero che ha il diritto di tornare a vivere pienamente la sua vita.E invece no.Per certi benpensanti e certa cultura forcarola italiana,Scattone era,è e sarà sempre l'"assassino",continuerà a portare impresso a fuoco il marchio per un delitto per il quale magistrati a dir poco superficiali non son stati capaci di raccogliere prove convincenti sulla sua colpevolezza.Ma bene o male siamo in uno stato di diritto;e uno stato di diritto,oltre che garantire un "giusto processo",deve anche assicurare il "diritto ad avere diritti" al condannato che ha scontato la pena.Uno Stato liberale in senso lato,deve farsi carico di assicurare anche i diritti di quelli che sono stati condannati in maniera più o meno credibile da un lavoro approssimativo di una magistratura che voleva ad ogni costo condannare il Mostro Scattone.Una società libera dovrebbe preoccuparsi non solo della pur minima possibilità che un innocente sia stato ingiustamente perseguitato e condannato,ma anche di un colpevole che, avendo scontato la sua pena,venga riabilitato.Accanirsi contro il tentativo di Scattone di tornare alla normalità significa che lo Stato stesso non è più "normale".E uno Stato che non assicura più il diritto dell'individuo ad avere diritti è uno Stato che sta entrando(se già non vi è entrato)nella buia Notte della Ragione,nel cupo Tempo dei Diritti Negati.Gran brutta notte,gran brutto tempo sarà quella Notte e quel Tempo.
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