Fa bene la premier Giorgia Meloni ad andare,come ha detto di voler fare,a Caivano,nel luogo dove si é consumato l'orrore delle violenze su quelle due bambine,accogliendo la richiesta dell’eroico Don Patriciello,il prete di Caivano noto per il suo impegno contro la camorra e che dalla camorra era già stato minacciato con un ordigno fatto esplodere davanti alla sua chiesa.E sarebbe una cosa ancora più buona se,insieme alla premier,a Caivano e a Palermo ci andasse anche Elly Schlein:ora che in Italia a capo del governo e dell'opposizione ci sono due donne,sarebbe ottima cosa se,insieme,andassero sui posti dove le donne hanno subito un immane violenza ed offesa,perché questo non é argomento sul quale dividersi.
E' vero:quartiere degradato,nessun controllo della famiglia.Assenteismo scolastico.C'è tutto questo nei fatti di Caivano.Ma c'é anche un'altra domanda che sorge dopo quegli orrori:dov'é che comincia quel tipo di "cultura" che continua a rendere le donne cittadine "minori",esseri di serie B ? Solo carne, oggetto di disprezzo semplicemente da "consumare" ? In realtà la "cultura" della violenza comincia prima ancora della violenza sessuale stessa.Quando si arriva al ricatto e all’assalto fisico sessuale si è già fatta una strada che inizia ai vertici della società.Chi alla fine porta in un capannone delle ragazzine,e ne festeggia la distruzione fisica come un successo,in realtà trasferisce nella distruzione materiale di una donna la stessa considerazione che delle donne si ha nei luoghi di lavoro,nei consigli di amministrazione,negli ospedali,negli uffici pubblici,nelle scuole,giù giù fino ai nuclei familiari,quando la voce di una donna viene limitata,osteggiata,derisa.
A monte di ogni stupro "nei quartieri degradati" c’è un processo nei livelli alti della società,che opera per continuare a tenere le donne in una vita "minore".Un processo di svilimento intellettuale che mantiene viva la disistima nei confronti delle donne,che non hanno diritto ad essere “ascoltate” perché esseri "inferiori",nella cultura maschilista e patriarcale di cui é intrisa questa società.Qui non si tratta di dare "potere" alle donne.Si tratta di dare rispetto intellettuale alle donne che,nel nostro Paese manca come il rispetto fisico.Sì,é previsto nelle leggi,nella Costituzione,ma dov'é questo rispetto nella realtà ?
Questa violenza intellettuale,con il mancato riconoscimento delle giuste ambizioni delle donne,non è meno devastante dell’assalto fisico.Come pure devastante é la coercizione che la donna subisce quando é costretta a rinunciare a quella che é la sua più naturale aspirazione,quella di essere madre;e questo avviene per paura di perdere il lavoro(già così precario)o quando deve rinunciare alle proprie legittime ambizioni,o subire ricatti,condizionamenti e diminuzioni sul lavoro e nella vita.
Anche questi sono i motivi per cui l’Italia è il paese con il record di violenze contro le donne.In ogni aggregato e stratificazione sociale,non si é mai saputo,né soprattutto voluto praticare il rispetto profondo nei confronti delle donne.Con buona pace delle grandi lodi che si fanno sulle nostre tradizioni "patriottiche",sulla nostra cultura e la nostra Storia secolare.Non siamo l'Iran né l'Afghanistan,eppure anche qui,ancora nel 2023,in un Paese civile e democratico come l'Italia,ogni giorno le donne devono affrontare una lotta continua per rivendicare i loro diritti e la loro dignità.