14 ottobre 2012

STRADE D'ITALIA

Per noi italiani non era certo una novità.Tanto che nemmeno ci scandalizzavamo più.Ci avevamo fatto l'abitudine,oramai.E perfino tante battute,barzellette."Che fai,prendi la Salerno-Reggio Calabria"?Che Dio te la mandi buona" scherzavamo.Oppure."Vai a Salerno?Pensi di farcela per la settimana prossima?".Ma adesso che a parlarne è stato anche un giornale straniero,il "New York Times",capiamo meglio quello che è accaduto negli ultimi 50 anni su quell'autostrada,ma anche quello che è accaduto negli ultimi 50 anni in questa società italiana,in questa politica italiana,in quesa nostra vita italiana.
Scrive il giornale statunitense:"Nulla incarna i fallimenti dello Stato italiano più nettamente di quanto non faccia l’autostrada Salerno-Reggio Calabria"."Il tratto autostradale iniziato negli anni 1960,e non ancora terminato rappresenta "il frutto malato della cultura.E' il frutto avvelenato della cultura dello scambio “voto per lavoro” che, nutrita dal crimine organizzato che è endemico nell'Italia meridionale,ha sistematicamente defraudato lo Stato nell'assenza dei suoi cittadini,lasciando la Calabria geograficamente ed economicamente isolata".
Vero.Innegabilmente vero.E del resto come fai a dire che no,che non è così?Ancora oggi i lavori della "famigerata" autostrada A3,la Salerno-Reggio Calabria avviati mezzo secolo fa sono sono incompleti.Oggi questo tratto automobilistico,così "tristemente" noto è finito in prima pagina sul New York Times: «La Salerno Reggio Calabria è il simbolo di ciò che alcuni Paesi del nord Europa dicono di temere di più dell'Eurozona:il suo sviluppo in un sistema assistenziale nel quale si aspetta che essi sostengano una pigra Europa del sud,dove sovvenzioni e sussidi troppo spesso scompaiono in corruzioni che i governi sembrano incapaci di prevenire".
Il giornale americano ne fa una una impietosa,ma veritiera fotografia:una strada,scrive il giornale,che "spesso si restringe a due corsie, con un percorso a ostacoli di cantieri che hanno indugiato per decenni".
Sì,è vero.Negli eterni lavori della Salerno Reggio Calabria c'è stata,c'è ancora oggi,tanta 'ndrangheta,tante infiltrazioni mafiose.Ma c'è stato anche tanto...Stato.C'è stato assitenzialismo e clientelismo,risorse economiche pubbliche buttate al vento,elargite a pioggia,senza un minimo di controllo.Non c'è mai stata una seria volontà di  ammodernare e cambiare le infrastrutture.Perchè "ammodernamento" è parola che la classe politica non vuole si conosca.Perchè se cominci ad ammodernare le infrastutture chissà dove poi vai a finire.Magari "rischi" di ammodernare anche le istituzioni,la politica e l'economia di questo Paese.E "rischi" di sopprimere il regime partitocratico che per anni si è spartito i finanziamenti statali ed europei che in così grande misura arrivavano,con politiche industriali da follia allo stato puro,come quelle attuate nella pianura di Gioia Tauro,o a Bagnoli,o a Taranto,per esempio.
E così continueremo a percorrere una sola corsia sulla Salerno-Reggio Calabria.Con soste e rallentamenti.E continueremo a percorrere la sola,solita,vecchia via della vita politica.Quella che percorriamo lentamente,stancamente da 50 anni.E a nulla serviranno i cartelli e le segnalazioni stradali di svoltare a destra o a sinistra.Perchè se Cristo si è fermato ad Eboli,le strade politiche per il Meridione d'Italia non sono mai partite da Roma.

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