Il 1° ottobre 1959 moriva Enrico De Nicola.Forse non tutti,forse non tanti sanno chi era Enrico De Nicola.Non sanno chi era perchè oggi in Italia non si sanno (più) i valori ed il significato dell'etica della politica,la "religiosità" della politica,della "spitualità" della politica.Come De Nicola li sapeva.Come lui li intendeva,e soprattutto come lui li viveva e li poneva materialmente in essere.Sconosciute oggi o,peggio,"ignorate" quelle "sue" parole.Parole oggi adoperate solo in occasione di retorici discorsi celebrativi,per celare,invece,con luoghi comuni e frasi di circostanza,quella che è (diventata) la politica oggi in Italia.
Enrico De Nicola fu anzitutto un insigne giurista ed un eccelso avvocato,uno dei più apprezzati d'Italia.Fu deputato e senatore di area liberale,ma non è questa la cosa più importante.Fu soprattutto un galantuomo.Venne criticato da Gobetti e Guido Dorso.Ma un galantuomo.Eletto parlamentare più volte in area liberale,durante gli anni del Ventennio non volle giurare al regime,preferendo tornare ai suoi studi di avvocato.Ma gli avvenimenti storici d'Italia stavano per richiamarlo sul palcoscenico della politica nazionale.
Dopo il voto a favore della Repubblica del 2 giugno 1946,i partiti di massa (Dc,Psi,Pci) erano alla ricerca di un accordo per eleggere un Capo dello Stato provvisorio.Secondo molti l"identikit" per questa carica era quello di un uomo meridionale (per riequilibrare il rapporto con i troppi settentrionali presenti nell'Assemblea).E sarebbe stato meglio se appartenente alla schiera dei moderati,persino simpatizzante con la Monarchia,la quale,come si sa,perse con uno scarto minimo il referendum postbellico,vinto dalla Repubblica.Ed era necessario individuare una figura istituzionale con tali caratteristiche,politiche e personali,per evitare momenti traumatici nel passaggio dal sistema monarchico a quello repubblicano.A decidere furono De Gasperi,Nenni e Togliatti,che scelsero De Nicola.E così,l'Assemblea Costituente nominò Enrico De Nicola Capo provvisorio dello Stato.Qualche giorno dopo, esattamente il 1° luglio del 1946, De Nicola viene insediato.Ma già qui e già in questo comincia ad apparire la "diversità" e l"alterità" di De Nicola.Il suo "sentire" lo Stato,le Istituzioni.Il suo rapporto con esse.Infatti l'Assemblea Costituente aveva solo il compito di procedere alla nomina del Capo provvisorio dello Stato,in attesa dell'esito del referendum tra Repubblica e Monarchia.E proprio considerando la provvisorietà della sua carica,De Nicola ritenne improprio stabilirsi al Quirinale,sede istituzionale del Capo dello Stato,optando,invece,per Palazzo Giustiniani.Ecco.L'uomo De Nicola,prima ancora che il politico De Nicola.Portò sempre,nell'esercizio della sua funzione,un'austerità semplice,un senso integerrimo della vita pubblica,il che giovò molto all'immagine di quella carica.Integerrimo.E perciò particolarmente stimato per l'onestà,l'umiltà e l'austerità dei costumi.E' restato memorabile il suo "insediamento" come Capo dello Stato.Enrico De Nicola giunse discretamente a Roma partendo dalla sua Torre del Greco a bordo della sua auto privata,per assumere la carica (e mettendo in subbuglio il mondo della politica e la polizia fino al suo arrivo).Ma non basta.Rifiutò lo stipendio di capo dello Stato (12 milioni di lire:12 milioni di lire del 1946,dico) ed anzi spese preferibilmente sempre di tasca propria.E famoso divenne il suo cappotto rivoltato,dignitosissimo coprotagonista di numerosissime occasioni ufficiali.Il cappotto,"quel" cappotto che gli fu riparato gratuitamente da un sarto napoletano,anche contro la volontà di De Nicola,assolutamente contrario a quell'avverbio.
Guardatevi un pò intorno e guardate l'Italia politica del 2012.Pensate a De Nicola e pensate al Parlamento ed ai Consigli Regionali del 2012.Di più non dico,di più non aggiungo.....
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