15 aprile 2025

UN GIORNO LO RINGRAZIEREMO

 





Parafrasando l' "Amleto" di Shakespeare si potrebbe dire che c'è qualcosa di positivo nella schizofrenia con la quale Donald Trump ha imposto cambiamenti economici e geopolitici nello scenario internazionale da quando,appena 2 mesi e mezzo fa,si è insediato alla Casa Bianca.Soprattutto l'Europa sta constatando come le politiche di Trump stanno avendo effetti positivi a proprio favore.Trump,cioè,ha fatto riscoprire al Vecchio Continente l'importanza e il valore delle ragioni che furono alla base della sua nascita.Sì,se l'Europa sta rinascendo il "merito" è di quel truculento personaggio di Donald Trump che con il suo stile gangsteristico si accorda con gli altri boss mafiosi del pianeta,da Putin a Orban,dai neonazisti tedeschi di AFD a Nethaniau e ricatta gli ucraini,dà mano libera alle stragi Nethanyau a Gaza,minaccia gli alleati,ma alla fine lede gli stessi interessi economici dei piccoli risparmiatori americani.Sì,l'Europa dovrà un giorno ringraziare Trump per aver costretto l’Europa a ritrovare le ragioni dell'unità,la riscoperta della propria identità e dei propri valori.Volenti o nolenti ora ci sentiamo più europei.Stiamo prendendo atto che questo(fortunatamente)è il nostro destino e che non è certo roba di poco conto.Stiamo insomma cominciando a capire che l’Europa ci protegge meglio e di più delle singole nazioni,anche se l'avremmo già dovuto imparare dalla lezione della pandemia e del PNNR.

Ma i veri europeisti questo lo sanno.Sanno bene che cosa significhi il fatto che Paesi che si sono scannati per secoli,da 80 anni,invece,hanno scoperto l'importanza della pace e l'utilità della collobazione.Sì,da 80 anni l'Europa fa la fatica quotidiana di discutere e di comprendere le ragioni di tutti su tutto,anche dei famosi tappi delle bottigliette,perché anche nelle cose apparentemente marginali c’è il senso dell’Europa:stare insieme,perchè insieme ci si protegge meglio.

Quella fatica di discutere,quella volontà di capire le ragioni dell'altro anche nelle divergenze tra nazione e nazione(che del resto ci sono anche all'interno dei singoli Stati)è stata all’improvviso cancellata da Trump.L'America,l’amico di sempre ha cominciato a trattarci da nemici,a sbeffeggiarci,a dirci addirittura che qui da noi,in Europa,non c'è democrazia e che siamo solo "parassiti".Ed è qui che è scattato l'orgoglio europeo,la rivendicazione della nostra identità,della nostra comune grande,millenaria cultura;è stata questa la spinta che ci ha costretti a reagire.E nel farlo, abbiamo constatato che l’Europa non è solo un’istituzione ma anche un poderoso movimento politico,economico e culturale che si muove grazie ad alcune avanguardie più coraggiose e più lucide.Chi invece rimane chiuso in gretti e rozzi nazionalismi rimane indietro,nella sua incapacità di capire il mondo globalizzato che cambia.

Queste avanguardie più aperte e lungimiranti oggi in Europa sono la Francia,l'Inghilterra e la Germania,ed è grazie a loro se l'Europa fa altri passi avanti sulle due "D":Difesa e Debito,nel momento in cui il vecchio amico americano tradisce gli alleati europei,privilegiando il rapporto con le dittature e le autocrazie del resto del mondo.Proprio questo fa (ri)scoprire l'importanza dello stare insieme di popoli e di Stati come l'avevano pensata i Grandi Padri europei.E le due D diventano una nel momento in cui la Commissione Ue programma di fare debito comune per riarmare l’Europa,nome sul quale tante anime pure  si scandalizzano ma che dà il senso della gravità del momento.

Del resto la necessità di una difesa e un esercito europeo appare tanto più necessaria proprio ora,per non accettare passivamente le nefandezze della nuova amministrazione americana.E infatti quei leader lungimiranti di Francia,Inghilterra e Germania hanno risposto agli insulti del vicepresidente USA Vance e dello stesso Trump che tradisce la martoriata ed eroica Terra d'Ucraina,aggredendo personalmente Zelensky,privilegiando il rapporto col criminale del Cremlino.Difendere l’Ucraina significa proteggere noi stessi,ma anche riaffermare i nostri valori.

I leader di Francia,Inghilterra e Germania hanno accolto alla lettera l’appello accorato dei più importanti e prestigiosi statisti europei,Mario Draghi,che con quel suo "do something" quasi gridato davanti all’Europarlamento ha come imposto all'Europa di "svegliarsi".Così Macron, Starmer e Merz hanno preso iniziative dall’enorme significato,con i primi progetti di un contingente militare europeo,per ora solo franco-britannico,mentre la Germania rompeva lo storico tabù del debito per riarmarsi.

Questo nuovo,sconcertante scenario mondiale fa saltare ogni modello di sovranismo e nazionalismo,con la straniante scoperta che l’unica vera entità proponibile è quella europea:si potrebbe quasi parlare di un "sovranismo europeo",un ossimoro che supera e va oltre il becero sovranismo nazionalistico,capace solo di ripetere all'infinito i soliti slogan di "Europa dei burocrati che misura le vongole e il diametro delle zucchine.Ed invece proprio il nazionalismo di Trump,il suo "America First",ha squassato il "sovranismo doc",che adesso si trova davanti un'Europa più salda e dal forte orgoglio identitario.Non foss'altro che per questo a Trump bisognerebbe dare il "Premio Carlo Magno", che ogni anno viene assegnato  alla persona che ha dato il maggior contributo all'unità europea.

E l'Italia?L'Italia è la solita italietta,che traccheggia e galleggia,che assume i soliti atteggiamenti cerchiobottisti e opportunistici,aspettando di capire da che parte buttarsi.Così questa svolta dell’Europa ha evidenziato le difficoltà dei due campi politici italiani.Da un lato Meloni è stata letteralmente spiazzata dalle posizioni trumpiane.Contava di avere un ruolo(peraltro auto-assegnatosi)di «ponte» tra Europa e l'America del suo "amico" Trump.Ma proprio per compiacere le nuove posture antieuropeiste di Trump,la Meloni rischia di compremettere il suo europeismo,dimostrato col sostegno all’Ucraina.Adesso ha scelto di non scegliere,e trova sempre qualcosa che non va nelle iniziative degli alleati europei:sì a truppe in Ucraina ma con l’egida dell’Onu;riarmo sì,però,debito comune si,forse,ma.Così,mentre ai tempi di Biden la Premier italiana era centrale nello scacchiere internazionale ,oggi Merz, Macron e Starmer contano molto più di lei,nello stesso rapporto con Trump.

Dall'altro lato c'è il solito ondivago atteggiamento del PD,con Elly Schlein che ha perso clamorosamente l'occasione per ribadire l’europeismo del Pdà.E allora frasi come «noi non siamo con Trump e il suo falso pacifismo e non siamo con l’Europa per continuare la guerra»è solo un compromesso tra le varie anime del PD,come pure la critica al piano di riarmo di Ursula von der Leyen,votato da tutti gli altri Partiti Socialisti Europei.E non a caso un "padre nobile" del PD,Romano Prodi ha marchiato come "pacifismo imbelle" le posizioni assunte dalla Schlein sul piano di riarmo europeo.Piano che si può migliorare ma non si può bocciare come ha fatto il Pd, unico tra i partiti socialisti europei.

Con questa classe politica,allora,il rischio di un’Italia marginale è forte.Attualmente,infatti,il Paese degli europeisti De Gasperi e Spinelli,di Einaudi ed Ernesto Rossi si ritrova ad essere umiliato dal vergognoso sovranismo italiota.La "fortuna" è che adesso c'è Trump che ha tolto ogni alibi,che con la sue posizioni antieuropeiste costringe tutti a scegliere dove stare.Il resto d'Europa l'ha fatto e noi?

10 aprile 2025

ADOLESCENCE

 







Ho da poco vista  su Netflix la miniserie Adolescence di cui in questi giorni molto si parla.Lo confesso.Dopo una mezz'ora del primo episodio avevo smesso di guardare.Si perchè provate a immaginare che all'alba la polizia,in assetto antisommossa,sfondi la porta di casa vostra,entri e devasti casa vostra in cerca di qualcosa e che poi vada nella stanza di vostro figlio tredicenne,che lo arresti senza tante delicatezze per l'età e che poi il ragazzino,portato in caserma,venga fatto spogliare completamente nudo per le traumatiche procedure identificative.Scene molto dure,forse anche più  del dovuto,che ho trovato un pò disturbanti ed eccessive perchè coinvolgevano un ragazzino.Poi,però,ho capito che quella serie "doveva" essere guardata,non si poteva non guardarla,perchè la storia di Jamie(il ragazzino tredicenne arrestato dalla polizia perchè accusato dell'omicidio di una coetanea)e la storia della famiglia di Jamie è una famiglia che assomiglia ad una delle nostre. Ed è questo che terrorizza.

Tutto, di questa serie britannica ideata da Jack Thorne e Stephen Graham (quest'ultimo interpreta anche Eddie, padre di Jamie)dà inquietudine.La trama di Adolescence è semplicissima:un tredicenne,Jamie,appunto,uccide a coltellate una coetanea.Difronte a questo fatto sconvolgente e apparentemente inspiegabile,la sua famiglia,i compagni di scuola del ragazzino e l'intera comunità in cui vive, si troveranno a fare i conti.

A generare una profonda angoscia nel pubblico è il riferimento costante al contesto sociale in cui è cresciuto Jamie(davvero sensazionale l'interpretazione di Owen Cooper che all'epoca delle riprese aveva solo 14 anni)che rende inizialmente inspiegabile quell'omicidio.Il protagonista,infatti ha un padre e una madre affettuosi e presenti, una sorella maggiore pronta per il college,ed è stato allevato come tanti altri bambini prima di lui. Jamie, insomma, potrebbe essere il figlio, il fratello, il compagno di classe di chiunque, anche il nostro.

Nonostante queste premesse socialmente tranquille, in una notte qualunque, il ragazzino accoltella e uccidere una sua coetanea,compagna di scuola.Nonostante le sue dichiarazioni di innocenza,la sua responsabilità è presto evidente e incontestabile,in quanto il fatto è stato ripreso dalle telecamere della zona.Ovviamente i genitori e la sorella sono gettati nella disperazione,scoprendo tutta un'altra persona rispetto a quella che avevano innanzi in casa tutti i giorni e da quel momento la loro vita cambia per sempre.

A questo punto ho capito perchè avevo smesso di guardare quella serie.La verità è che questa miniserie ci ha svegliati dal torpore, ci ha dato uno scossone non da poco: ci ha insegnato il significato di termini e significati fino allora poco conosciuti e ignorati:cultura incel e il mondo della manosfera, ovvero la sottocultura in cui, come scopriremo nel terzo episodio della serie,quello del colloquio di Jamie con la psicologa,è nato il gesto insensato del protagonista.

Insensato,in realtà,l'omicidio è solo per gli spettatori, per le persone vicine al ragazzino: Jamie continua a ripetere di non aver fatto nulla di sbagliato, riferendosi a un'etica per lui assolutamente lineare e ovvia. Un codice di comportamento guidato dai dettami della subcultura incel,appunto, alimentato dalla frequentazione di forum e spazi online dedicati e dal maschilismo sostenuto in quei siti che, a volte anche in modo inconsapevole, serpeggia anche nelle migliori famiglie.

Incel vuol dire involuntary celibates,cioè essere casti ma non per scelta: identifica l'insofferenza, l'odio, la frustrazione di un gruppo di uomini eterosessuali nei confronti delle donne, da cui si sentono rifiutati e scherniti.Ed è questo il caso di Jaime,che viene bullizzato e deriso dalla compagna che poi uccide.

In risposta a questo senso di rifiuto, vissuto come un vero e proprio atto di bullismo umiliante e intollerabile, gli incel tendono ad aggregarsi in quel mondo virtuale che delinea il fenomeno social della manosfera,costituita da un gruppo eterogeneo di comunità online che include gli attivisti per i diritti degli uomini,gli incel appunto,i "Men Going Their Own Way" e i Pick-Up Artist (PUA)e i gruppi per i diritti degli uomini e dei padri per discutere della loro posizione: quando questo dibattito esce fuori dallo schermo,la cultura incel può arrivare a trasformarsi in atti di violenza di genere, eventi che popolano le colonne della cronaca nera e che esplodono quasi senza avvisaglie, esattamente come accade in Adolescence.In epoca trumpiana il fenomeno, già noto sin dagli anni Settanta, è cresciuto a dismisura, fomentando una comunità sempre più violenta e schierata contro la cultura woke, il femminismo e la parità di genere.

«Le azioni erano mostruose, ma chi le fece era pressoché normale,né demoniaco né mostruoso»,scrive Hannah Arendt ne La banalità del male, riferendosi alla strage dell'Olocausto e alle motivazioni alla base del nazismo. Una frase che ben si applica anche al mondo di Adolescence. Jamie, suo padre Eddie,sua madre Manda, la psicoanalista che deve tracciare un profilo psicologico dell'assassino, il detective che lo arresta ed è il primo a capire il movente dell'omicidio dopo aver parlato con i compagni di scuola di Jamie,reagiscono agli eventi come noi spettatori,cioè con angoscia,sgomento,sorpresa,negando prima ma poi provando ad accettare quanto è accaduto.

La miniserie ha toccato le corde emotive di milioni di persone, angosciando molto chi ha figli e generando un dibattito rimasto a lungo sopito che oggi è di stretta attualità. La puntata finale è dedicata interamente all'analisi del nucleo familiare di Jaime,che cerca di metabolizzare l'accaduto,ripensando al passato,all'educazione data al figlio e all'interrogativo su eventuali errori,su un qualcosa di diverso che si poteva forse fare per evitare quella tragedia.Per provare ad andare avanti i genitori di Jamie ripercorrono la sua infanzia per tentare di darsi una spiegazione e, soprattutto, un'assoluzione in quanto educatori. «Mio padre mi picchiava»,dice Eddie alla moglie in una scena,«ma io mi sono ripromesso di non farlo mai con i miei figli, e così è stato». In questa frase("ho scelto di non picchiarlo")c'è forse una formula autoassolutoria dei genitori perchè essi pensano che in fondo egli è cresciuto nello stesso ambiente della sorella maggiore che è una ragazza poco ribelle, mansueta, apparentemente equilibrata;proprio guardando al diverso destino della figlia i genitori di Jamie si dicono di aver fatto comunque un buon lavoro.Ma in questo modo il padre non dice che ha spinto Jaime a fare calcio e boxe, attività che Jamie ha portato avanti per non deludere il padre,che attraverso quegli sport voleva "fortificare" Jaime facendolo uscire dalla sua "comfort zone",mentre invece il ragazzo aveva sviluppate attitudini artistiche.

Sono, questi, segnali che presi singolarmente non lanciano alcuna avvisaglia: sono frasi che abbiamo ripetuto molte volte a tavola, che ci siamo detti in quanto educatori nella famiglia e nella scuola.Quelle frasi le riconosciamo come nostre e per questo ci fanno paura perché, pur provando un'umana empatia per tutte le persone coinvolte, ora ci risuonano in modo sinistro. Quello che abbiamo imparato con Adolescence, ormai è sicuro, non lo dimenticheremo più.

21 marzo 2025

LA NUOVA FRONTIERA AMERICANA







Eppure più di uno l'aveva detto durante lo svolgimento della campagna elettorale per le presidenziali americane:il ritorno al potere di Donald Trump avrebbe comportato seri rischi per la tenuta delle istituzioni democratiche degli Stati Uniti.Così adesso ad appena due mesi dall'insediamento di Trump alla Presidenza USA e alla luce di quanto sta accadendo,si può dire che quelle previsioni si stanno avverando.
In queste giorni e in queste settimane stanno tenendo banco le iniziative di politica estera di Trump:dal tentativo di riavvicinarsi alla Russia a danno dell’Ucraina ad appelli sempre più espliciti per la pulizia etnica a Gaza(immorale e disgustoso il video di Elon Musk che pensa di costruire sulle macerie di Gaza un grande resort,con soldi che piovono dal cielo e drink bevuti a bordo piscina da Trump e Nethanyau).



E ancora Trump non perde occasione per continuare a riaffermare le proprie mire espansionistiche sul Canale di Panama,la Groenlandia("ce la prenderemo anche con la forza")mentre il Canada è considerato già come il 51° Stato americano.
C'è poi tutto il discorso sulle tariffe e sui dazi,che risponde a un’idea di esercizio di un potere autoritario e sottomissorio di relazioni estere in cui chi si piega è risparmiato e chi resiste viene punito.In quel suo "elogio dei dazi" Trump esprime chiaramente la sua idea d'Europa:un linguaggio sprezzante,offensivo e oltraggioso verso l'Europa considerata come "parassita",nata solo per "fregare" gli USA. 

Ma non meno spregiudicata e allarmante è l'azione di governo sul fronte interno.La volontà di Trump e della sua cricca che lo circonda è quella di subordinare ai propri concreti interessi economici l'attività degli organi istituzionali con l'indebolimento del sistema di pesi e contrappesi che caratterizza la democrazia americana:ad esempio il Congresso e le Corti;le agenzie indipendenti che dovrebbero prevenire la concentrazione monopolistica di potere ed evitare conflitti di interesse e un'azione di controllo da parte della libera stampa.

Nell'ambito di questo smantellamento del sistema di "check and balances" assume un'importanza fondamentale una figura senza carica formale, il multimiliardario Elon Musk, che dirige un ufficio, il famigerato Dipartimento per l’Efficienza del Governo (DOGE), al quale Trump ha dato un’autorità senza precedenti. Il DOGE ha avuto accesso a informazioni sensibili di milioni di cittadini americani,arrogandosi il diritto di licenziare centinaia di migliaia di funzionari governativi,"colpevoli" di non essere "allineati".Così,dalla sera al mattino,Dipartimenti federali che perseguono finalità contrarie all’agenda ideologica dell’amministrazione come USAID, l’agenzia che fornisce assistenza allo sviluppo economico e all'assistenza umanitaria,o il Dipartimento per l'Istruzione sono stati cancellati con un tratto di penna presidenziale, nonostante fossero stati costituiti per legge dal Congresso e solo da quest’ultimo eliminabili.E poi Agenzie indipendenti create per garantire il rispetto di standard di salute, ambiente e lavoro e per la protezione dei consumatori, alcune delle quali avevano avviato indagini contro le aziende di Musk, sono state di fatto passate sotto il controllo della Casa Bianca.Così,alla faccia di ogni conflitto di interessi,e in questo quadro di indebolimento degli organi istituzionali,le aziende di Musk continuano ad assicurarsi ricchissime commissioni pubbliche.E Musk non è l’unico multimiliardario dell’high-tech che si sta adeguando alla logica clientelare che domina la Casa Bianca di Trump. Jeff Bezos,ad esempio,proprietario di Amazon,in campagna elettorale, ha impedito al Washington Post, di cui è pure è proprietario, di pubblicare raccomandazioni di voto per Kamala Harris,ordinando poi che la pagina degli editoriali affrontasse solo tematiche gradite all’amministrazione in carica. Il caso è emblematico perchè racconta di una stampa intimidita e indebolita,proprio quella libera stampa che ha ha sempre svolto un controllo sugli abusi del potere a tutela di ogni forma di libertà(furono proprio il Washington Post e il New York Time a scoprire lo scandalo dei documenti segreti del governo sulla guerra in Vietnam)al quale si è ispirato l'omonimo film "The Post" con Meryl Streep


Questo attacco allo stato di diritto si è anche allargato agli studi legali accusati di lavorare a sostegno di cause che la trucida amministrazione americana ritiene "distruttive" come l'immigrazione e la discriminazione razziale e sessuale.Questi studi legali sono stati banditi e messi all'indice,rischiando di non poter più rappresentare i loro clienti.Uno di questi studi, Paul, Weiss, Rifkind, Wharton & Garrison,è andato a baciare la pantofola,ritirando tutte le cause contro l'amministrazione,offrendosi di difendere "pro bono"(cioè gratuitamente)il governo.

E poi c'è la feroce campagna contro l'immigrazione,con la deportazione di centinaia di venezuelani (accusati di essere membri di una gang) in base a una legge addirittura del 1798,avvalendosi della quale sono stati scatenati veri e propri rastrellamenti casa per casa e nei locali pubblici.Gli arrestati(che alla fine poi erano chi un cantante,chi un cameriere,chi un muratore)sono stati rispediti in Venezuela con l’accusa di essere membri della gang criminale:incatenati,umiliati,rasati a zero e infine espulsi,caricati sugli aerei come bestie tra gli sbeffeggiamenti via social del presidente-delinquente. 












Tutta questa spregiudicatezza dell’azione intimidatoria dell’amministrazione ha tramortito sia gli oppositori che i sostenitori.Il Partito Democratico,privo di una leadership autorevole e unificante,è in minoranza in entrambe le camere del Congresso e quindi incapace di opporre un argine legislativo. I Repubblicani sono docilmente allineati alla linea dell’amministrazione.Pertanto, nessuna opposizione degna di questo nome arriva dal Parlamento.

In questo pauroso clima autoritario,che mai si sarebbe potuto nemmeno lontanamente immaginare nel Paese della democrazia e delle libertà,non è possibile al momento prevedere quello che accadrà e se le isituzioni riusciranno a reggere questo tremendo "stress test" democratico. 

Forse,però,la speranza per abbattere la rozza,brutale e violenta azione di devastazione della democrazia americana da parte della banda di delinquenti che oggi spadroneggia alla Casa Bianca risiede nella straordinaria capacità della società americana di autorigenerarsi,di sviluppare anticorpi contro ogni forma di autoritarismo,di rinnovare l'impegno per una "Nuova Frontiera" della democrazia,secondo le parole cdi J.F. Kennedy pronunciò nel 1960:"Siamo sul bordo di una Nuova Frontiera, la frontiera delle speranze incompiute e dei sogni. Al di là di questa frontiera ci sono le zone inesplorate della scienza e dello spazio, problemi irrisolti di pace e di guerra, peggioramento dell'ignoranza e dei pregiudizi,nessuna risposta alle domande di povertà ed eccedenze.»

Quelle parole esplicavano l'azione politica rinnovatrice iniziata dall'amministrazione Kennedy, sia nella distensione e nel disarmo degli armamenti nucleari, che in politica interna con i progetti di guerra alla povertà e alla disoccupazione, un benessere materiale e fisico, più solido e più largamente distribuito, le leggi contro la discriminazioe razziale per rinforzare,così,anche tutte le altre lotte per i diritti civili.

E' una strada oggi difficile da seguire,ma è la strada che ha sempre saputo percorrere la democrazia americana anche nei momenti più bui:esprimere nuove visioni del mondo e dell'individuo,che recuperino e ridiano spazio a diritti individuali e collettivi e sappia imporre limiti e doveri precisi al potere.L'America tornerà ad essere l'America che conoscevamo solo con la solidarietà verso i deboli e gli ultimi e solo tornando ad aiutare chi difende la propria libertà,come l'eroico popolo Ucraino sta facendo da tre anni.Oggi profonde tenebre sono scese sulla democrazia americana.Una cosa tremenda per la Terra della libertà ma anche per tutti noi che in quella Libertà,rappresentata da quella Statua,ancora cocciutamente continuiamo a credere.

11 marzo 2025

DA MONACO A MONACO





Anche quest' anno, come tutti gli anni e da 61 anni, si è riunita in Germania la Conferenza di Monaco per la Sicurezza mondiale,che ha lo scopo di discutere sui temi della sicurezza,sul clima e sulle questioni della politica internazionale.E com'è ovvio al centro del dibattito non poteva non esserci la guerra in Ucraina.

Ma quest'anno,con l'elezione di Donald Trump alla presidenza degli Stati Uniti,la Conferenza ha segnato una svolta nei rapporti tra USA ed Europa e ha fatto registrare una rottura profonda sui valori comuni che sono sempre stati alla base delle relazioni transatlantiche.A Monaco si è avvertito lo spirare di  un vento ideologico e populista di attacco alla costruzione europea da parte delle forze politiche e dei governi sostenitori di Trump che considerano l'Europa come un orpello del passato e un fastidioso ostacolo alle nuove aggressive dottrine del tycoon americano.

Anzi.L'Europa si è dovuta sentire anche impartire una lezioncina di democrazia dal vice presidente Vance che ha accusato il Vecchio Continente di liberticidio,di mancanza di rispetto della democrazia,della libertà di espressione e religiosa e di essere il maggiore nemico degli Stati Uniti piuttosto che Cina e Russia.In più Vance è andato poi a offrire,alla vigilia delle elezioni tedesche,uno sfacciato sostegno alla leader del partito neo nazista germanico,ignorando tutte le regole del rispetto e non ingerenza nella politica interna di un Paese alleato.

Ovviamente le affermazioni di Vance sono apparse come musica alle orecchie del Cremlino che ha sempre visto l'Europa come un "nemico" politico e culturale.Con queste prospettive, dopo tre anni di guerra nei quali l'Ucraina si è battuta con immenso coraggio ed eroismo per la propria libertà e per la propria Terra,ma in fondo per tutta l'Europa,si è capito che è in arrivo una resa dei conti piuttosto salata anzitutto per l’Ucraina ma anche per la stessa Europa.Il Presidente USA ha promesso infatti a Putin una serie di importanti concessioni,fatte sulla testa degli ucraini,prima ancora che il negoziato sia ancora iniziato.

Così,a meno di 2 mesi dall'insediamento di Donald Trump alla Casa Bianca,è caduto l’isolamento nel quale  finora era il Presidente russo,pienamente riabilitato da Trump nonostante i suoi crimini consumati in Ucraina,dove sono stati trucidati e gettati in fosse comuni migliaia di civili,stuprate donne,deportati in Russia decina di migliaia di bambini:tutti crimini che hanno portato la Corte Penale Internazionale ad emettere un mandato di cattura internazionale nei suoi confronti.Crimini che si aggiungono agli altri,tanti crimini compiuti dal tiranno russo,come i genocidi in Cecenia e Siria o gli omicidi di giornalisti ed intellettuali che contestavano il suo trucido regime,da Anna Politkovskaya,a Sergei Yushenkov,da Alexander Litvinenko ad  Alexei Navalny.

In questo contesto la situazione del presidente ucraino appare disperata.Egli non dispone infatti di contrappesi negoziali da opporre a Putin e allo stesso tempo deve giustificare a cosa sono valsi tre anni di guerra che hanno provocato morti e distruzioni del suo Paese destinato adesso ad essere smembrato di parte del suo territorio.Ma non migliore è la situazione dell'Europa che cullandosi sotto lo scudo americano e della Nato,ha coltivato l’illusione di piegare la resistenza di Putin e di imporre una pace giusta. Adesso i leader europei dovranno spiegare alle loro rispettive opinioni pubbliche a cosa sono serviti tre anni di guerra e quale è il risultato ottenuto per l’Europa.

Così ora l’Europa si trova per la prima volta,dopo ottanta anni di pace e stabilità nel Continente, a dover fronteggiare da sola la minaccia russa e a farsi carico della sicurezza di quel che resterà dell’Ucraina.Il pericolo russo è concreto e ora si sa che non si può più contare sull’impegno americano.Appare assolutamente necessario che i Paesi dell’Unione Europea insieme alla Gran Bretagna mettano a punto un piano di difesa comune che rappresenti un forte deterrente nei confronti di Putin. Il rischio è infatti che si delinei una nuova Yalta che tracci le zone di influenza tra Russia ,Stati Uniti e Cina. L’Europa deve allora tutelere il futuro proprio e dell’Ucraina utilizzando tutti i mezzi di cui dispone sul piano diplomatico,economico e commerciale per impedire che Putin emerga come il vincitore indiscusso di questa guerra per impedire che un'Ucraina smilitarizzata e privata di un quinto del suo territorio diventi una nuova Bielorussia con la conseguenza di un aumento della minaccia russa.

Alla luce di questi fatti non si può non ricordare quell'altra Conferenza di Monaco,quella del settembre del 1938,quando i leader di Regno Unito,Chamberlain,Francia,Daladier,Italia,Mussolini e della Germania,Adolf Hitler si incontrarono per discutere le rivendicazioni del Führer,sulla regione tedescofona dei Sudeti,nel territorio della Repubblica della Cecoslovacchia.Nel tentativo di "calmarlo" i tre capi di Stato consentirono ad Hitler di imporre al governo di Praga una mutilazione territoriale,pensando così di salvare la pace,contribuendo,invece,allo scoppio della 2° Guerra Mondiale.L’unico a comprendere la vera natura dell’accordo fu Churchill, che dichiarò: «Hanno scelto il disonore per evitare la guerra,avranno il disonore e la guerra».

Ad 85 anni di distanza,il fantasma di quella Conferenza di Monaco è di nuovo tra noi.Allora,con la scusa della tutela della popolazione germanofona sudeta,fu permesso a Hitler di invadere prima la Repubblica Ceca,e poi mezza Europa.Oggi, sempre a Monaco,gli Stati Uniti decidono di abbandonare l’Ucraina,alla quale viene imposto di rinunciare al suo destino europeo ed euro-atlantico, perdere definitivamente i territori occupati, regalare a Trump le terre rare.E come Hitler,anche Putin già pensa di allargare il suo dominio,magari con governi fantocci a lui ossequienti,a Lituania,Estonia,Georgia e Romania.

Eppure,e nonostante tutto,l’esito della partita non è ancora scontato, anche se bisogna agire in fretta: l’Europa è chiamata a diventare adulta e a fare finalmente l’Europa, mettendo in cantiere alcune decisione in tempi brevi per permettere a Volodymyr Zelensky di non accettare alcuna imposizione americana o peggio ancora russo-americana.

Anzitutto deve essere fuori discussione il destino europeo di Kyjiv.Va accelerato il percorso di integrazione europea dell’Ucraina, creando una corsia preferenziale e a tappe forzate. Il Parlamento Europeo deve accogliere da subito un gruppo di deputati ucraini indicati dal parlamento di Kyjiv, anche senza diritto di voto, ma con diritto di parola.Perchè l’Ucraina è Europa, geograficamente, culturalmente e storicamente e una sua sconfitta militare con un esito a sovranità limitata è una minaccia esistenziale per l’Europa stessa.Ed ancora.Se il veto dell’attuale Amministrazione Usa ha interrotto il processo di avvicinamento dell’Ucraina nella Nato,allora,per il momento,vanno realizzati accordi militari bilaterali, sotto l’egida europea, fra l’Ucraina e i singoli Stati membri, più il Regno Unito. Accordi ampi che prevedano un processo costante di forniture belliche;realizzazione di joint venture euro-ucraine per la produzione bellica sul suolo ucraino;apertura di basi militari permanenti sul suolo ucraino degli eserciti dei paesi europei firmatari.Perchè poi,anche con un disimpegno americano dalla Nato,l’Europa ha pur sempre due potenze nucleari (Francia e Regno Unito,che fanno parte anche del Consiglio di Sicurezza ONU con diritto di veto);e ci sono due paesi leader nella produzione bellica (Italia e Germania); un paese che ha già superato il cinque per cento del proprio PIL nella difesa (la Polonia); nazioni che hanno già conosciuto la dittatura comunista e che proprio perciò sono pronti a difendere la propria libertà (Lituania,Estonia,Lettonia,Cechia,Romania,Bulgaria).

È tempo di agire.Ce lo ha ricordato proprio Zelensky,proprio in quest'ultima Conferenza di Monaco,un grande leader di una nazione che da tre anni resiste alla barbara e brutale invasione militare della Russia: «Vi esorto ad agire – per il vostro bene, per il bene dell’Europa – per i popoli d’Europa, per le vostre nazioni, per le vostre case,per i vostri figli e per il nostro futuro condiviso».Perchè questo è il significato di aiutare l'Ucraina:rivendicare la nostra civiltà,le ragioni storiche e culturali e con esse l'orgoglio di essere europei veramente.

27 febbraio 2025

IL SEME DEL FICO SACRO

 






E' da poco uscito nelle sale cinematografiche italiane il nuovo film del regista iraniano Mohammad Rasoulof.Ormai non mi meraviglio più quando vado a vedere un film iraniano.Non mi meraviglio perchè in ognuno di essi ritrovo sempre una ricchezza intellettuale,un grande patrimonio culturale che si trasfonde nel coraggio,nella forza della denuncia di un clima politico e sociale opprimente e nella conseguente ribellione,morale,prima ancora che materiale, contro la brutale violenza del regime sanguinario degli ayatollah.
"Il seme del fico sacro" è il titolo del film di Rasoulof.La forza  della pellicola è chiara sin dal titolo allegorico:come viene spiegato all'inizio del film i semi dell'albero detto "Fico sacro"("Ficus religiosa" il suo nome scientifico)germogliano e crescono sul corpo di una pianta morente fino a sostituirsi ad essa:è,come ovvio,una metafora che si riferisce alle nuove generazioni,ai nuovi semi che nascono nel regime degli ayatollah e che un giorno lo sostituiranno e lo cancelleranno.

Il film è stato presentato al festival di Cannes 2024.Alcuni critici lo hanno ritenuto capolavoro assoluto al pari del precedente film del regista:"Il male non esiste".(There is no evil),Orso d’oro a Berlino nel 2020(sotto il trailer del film)




Con "Il seme del fico sacro" Mohammad Rasoulof ha dovuto fare di necessità virtù: impossibilitato a girare il proprio film a causa della censura e dei processi a suo carico per i lungometraggi precedenti, ha scelto di realizzarlo di nascosto, clandestinamente,optando per una storia che si svolge in interni,scegliendo di fare delle dinamiche familiari il centro della propria storia.In realtà,però,la vita che si svolge all'interno di quella famiglia è allegoria dell'intera vita dell'attuale società iraniana.
Ma anche se le scene vengono dall'interno di una casa la denuncia,l'atto di accusa verso il regime degli ayatollah rimane comunque forte perchè il regista ha scelto di inserire le scene di realtà violenta e cruda nella forma di video reali,realizzati e veicolati sul web tramite cellulari dai ragazzi che parteciparono alle proteste del 2022 dopo la morte di Masha Amini per opera della famigerata Polizia Morale,represse nel sangue dal regime islamista perché contrari alla propaganda ufficiale.

Si tratta,come detto,di un racconto ambientato soprattutto in interni avente la famiglia come centro della narrazione:il film tratteggia in modo mai banale sia le dinamiche interne al nucleo familiare sia le personalità che la costituiscono, divisa fra i genitori (il marito e padre, Iman,che dopo molti anni diventa giudice,ma che presto rimane turbato e scosso perchè costretto a firmare le condanne a morte di ragazzi talora della stessa età delle figlie)la madre, completamente identificata nel suo ruolo di angelo del focolare e sottomessa al marito,e infine le due figlie, una ventenne e l'altra adolescente, desiderose di maggiore libertà e che simpatizzano con la protesta contro quel regime la cui brutalità si realizza proprio attraverso il lavoro del padre.
La famiglia diventa quindi l'allegoria dell'Iran: lo Stato teocratico e le sue strutture sociali si replicano nelle relazioni patriarcali interne alla famiglia. In particolare, il padre è il centro della famiglia,perché è colui che stabilisce le regole di comportamento delle figlie.Inoltre Iman,a causa delle rivolte, e delle responsabilità per il nuovo lavoro e alla perdita della pistola di ordinanza(che per lui potrebbe significare la perdita della carriera oltre che il carcere)incrinerà pian piano i rapporti con la moglie e le figlie,sostituendo sempre più i normali rapporti famigliari con metodi di coercizione e di controllo violenti, divenendo così il perfetto duplicato dello Stato teocratico,repressivo e brutale.

Il film dunque si concentra sul microcosmo della famiglia,nella quale vive,però,il macrocosmo della società iraniana:dalle pressioni che vengono fatte al marito sul posto di lavoro, alle urla della folla in rivolta che si sentono dalle finestre e si vedono sui video dei cellulari.E così il nucleo familiare di Iman è via via sconvolto,impossibilitato a distinguere il privato dal politico,e l'antagonismo generazionale tra un vecchio sistema teocratico e le nuove generazioni,trova il suo specchio nella famiglia dove il padre,integralista religioso,trova l'opposizione delle figlie sensibili a una mentalità più aperta e libera contraria al sistema.

Nel film si illustra la differenza fra la propaganda ufficiale del regime, trasmessa e diffusa dai canali televisivi, e le riprese tramite videocamera delle proteste effettuate dagli stessi partecipanti a queste ultime, poi rese virali attraverso la diffusione nei social network.E proprio quelle immagini registrate dai cellulari e montate nel film,frutto di riprese realizzate durante la partecipazione alle proteste,diventano sempre più macabre man mano che la trama procede: mostrano violenze di ogni genere sui partecipanti ad opera dell'esercito e della polizia e rappresentano un preciso atto d'accusa del regista iraniano.
Quelle immagini,in particolare,simboleggiano non solo la crudeltà di un regime che pratica impunemente la violenza, ma anche l'irruzione della realtà cruenta nell'ambito familiare: dopo queste scene, infatti, il comportamento del padre si farà sempre più disumano e violento, finendo con l'applicare alle figlie e alla moglie le pratiche riservate ai dissidenti politici. I rapporti familiari giungono così a un punto di non ritorno rompendosi e venendo sostituiti da dinamiche più simili a quelle che si troverebbero in un carcere: vige un clima cupo di sospetto e di controllo, culminante con la lotta di tutti contro tutti.

Il film si articola su molteplici filoni:all'inizio viene accennato il problema etico che attanaglia Iman per le condanne a morte che deve comminare;poi vengono affrontate le proteste dei giovani iraniani e il dramma dell'amica delle figlie,uccisa durante una protesta di piazza,in seguito subentra la scomparsa della pistola e le progressive reazioni scomposte del padre. Se l'ambientazione in interni é scelta obbligata con l'analisi delle dinamiche della famiglia,è anche vero che in quella famiglia possiamo vedere la realtà e la drammaticità dei problemi che vivono oggi le giovani generazioni iraniane.Il padre rappresenta la brutalità del potere,la madre,invece,è simbolo di chi crede nella tradizione e nella sottomissione all'ideologia religiosa e al maschilismo ed infine le figlie intente a relazionarsi al mondo esterno e all'aspirazione a quella libertà contenuta nell'inno:"donne,vita e libertà".
Forse è proprio questa caratteristica narrativa, insieme alla denuncia politica, ciò che permette di collegare "Il seme del fico sacro" al grande cinema iraniano d'autore: l'apparente semplicità del racconto perseguita anche tramite la somma di micro-episodi in grado di mostrare vari e diversi aspetti della società che si vuole rappresentare,con i quali avere una ribellione morale contro il regime sanguinario e oppressivo ma che non riesce a capire e vedere che la propria fine è prossima perché un nuovo seme sta crescendo.