24 giugno 2025

RISVEGLIARE LA RAGIONE




Ed alla fine è successo quello che molti avevano temuto ma che in fondo non si credeva potesse mai avvenire.Alla fine gli Stati Uniti di Donald Trump hanno bombardato i siti nucleari iraniani in sostegno di Israele,la cui cancellazione dalla faccia della terra è stato da sempre l'obiettivo dichiarato degli ayatollah iraniani.

Difronte a questo scenario  l’Europa e il mondo intero sembrano essere stati colti di sorpresa,come sonnambuli risvegliati da un sonno profondo,ritrovandosi difronte a scenari di guerra con l'angoscia di essere sull’orlo di un abisso.Sembra essere tornati all'inizio del secolo scorso quando i popoli del primo Novecento si ritrovarono precipitati nella Grande Guerra quasi senza accorgersene,come sonnambuli che si aggiravano nella notte sempre più buia del Mondo.Eppure in quell'epoca il Vecchio Continente dell’Impero austro-ungarico in particolare, viveva in una condizione di benessere così come ce lo descrive nei suoi libri il grande scrittore austriaco Stefan Zweig.La "Felix Austria" colta e liberale di fine Ottocento e del primo Novecento costituiva il suo nutrimento culturale:"Era dolce vivere in quell'atmosfera di tolleranza, dove ogni cittadino -scrive Zweig -senza averne coscienza veniva educato a essere supernazionale e cosmopolita".Insomma,non c’era un motivo per spingere quel mondo verso l’autodistruzione.
Eppure l'inimmaginabile avvenne.Avvenne con l'attentato di Sarajevo nel quale lo studente bosniaco Gavrilo Princip uccise con un colpo di pistola l’erede al trono dell'Impero Austro-ungarico Francesco Ferdinando che portò alla Grande Guerra,un'immane  mattanza che cancellò la vita di 21 milioni di persone,lasciandone ferite altrettante tra militari e civili.

Quel colpo di pistola non fu opera di uno squilibrato ma il portato di tutta una'altra serie di cause che generarono il conflitto.La Prima Guerra Mondiale fu originata da motivi profondi e l'attentato di Sarajevo fu solo il fattore scatenante.L'Europa era percorsa da forti tensioni nazionalistiche, con movimenti che miravano all'indipendenza e all'autonomia nazionale.L'Impero Austro-Ungarico,in particolare,si trovò a fronteggiare le aspirazioni indipendentiste dei popoli slavi,tra cui la Serbia di Gavrilo Princip.L'attentato al successore dell'Impero divenne così la motivazione per l'Austria di regolare una volta per reprimere le aspirazioni indipendentische della Serbia.
Ma tutto precipitò perchè c'era il gioco delle alleanze militari come la Triplice Intesa (Francia, Russia, Gran Bretagna)e la Triplice Alleanza(Germania,Austria-Ungheria, Italia),che,con i patti di mutuo soccorso,trasformarono un conflitto regionale in una guerra su scala mondiale.Quei patti esprimevano in realtà le ambizioni imperialistiche dei singoli Stati,la Germania in particolare,che ambiva a estendere la propria influenza politica ed economica a danno di Francia e Gran Bretagna.

E così anche oggi ci risvegliamo,come nel 1914,sorpresi e impreparati difronte ai nuovi venti di guerra,perchè forse abituati a vivere,almeno fino a 2-3 anni fa,in un tempo di stabilità e relative sicurezze.Ci ritroviamo sorpresi difronte ai nuovi scenari di guerre in Ucraina,Gaza e ora Iran,non comprendendo quasi come sia potuto succedere.Eppure questo è il tempo in cui le informazioni arrivano in tempo reale.Siamo nell’era della cybersicurezza e degli spy-ware, dei satelliti occhiuti e precisi, delle tecnologie invasive, del capitalismo della sorveglianza, dei social e dell’intelligenza artificiale.
La tecnologia procede in tempi incredibilmente brevi e dunque sappiamo degli spietati Ayatollah iraniani,conosciamo le paure di Israele per la sua sopravvivenza, lo strazio di Gaza,le mostruose violenza russe in Ucraina,le ambizioni cinesi e l'agire dello psicopatico nordcoreano.
Eppure, rispetto a questi scenari, ci muoviamo ancora come i nostri bisnonni:spinti da un preistorico e rozzo senso di stupida appartenenza ad una sacra idea di patrottismo,restiamo ancora fermi in antistorici nazionalismi.In un tempo di rinascenti sovranismi si rivendica ancora l'appartenenza a minime parti del mondo globalizzato,declinando beceri linguaggi stile "America first" o "Prima gli italiani",con un riflesso paleolitico che sta smantellando ogni organizzazione sovranazionale,dalla Nato all'Onu,all'Oms,cioè,paradossalmente,proprio quegli organismi sovranazionali che nel momento dell'emergenza,come al tempo del Covid,ci hanno salvato.Del resto è la Storia a dirci che furono proprio ottusi nazionalismi a precipitarci in entrambe le Guerre mondiali che portarono a milioni di persone sterminate sui campi di battaglia e nelle camere a gas.
Siamo poi riusciti ad uscire da quelle tragedie proprio superando sovranismi e nazionalismi grazie alle idee di grandi uomini che credettero nel grande sogno di una Europa unita.

Ma la memoria di quei giorni orribili è come svanita e siamo tornati alle piccole patrie,al rifiuto di capire il dolore collettivo,all’anestesia dell’umanità.Questo rifiuto di una comprensione e condivisione del sentimento collettivo di sofferenza,permette che avvengano nuove stragi quotidiane su una popolazione massacrata mentre è in fila per il pane a Gaza o in Ucraina,fatti sui quali abbiamo perfino smesso di indignarci.

Con la spaventosa pressione dei conflitti alle nostre porte e con gli egoismi neonazionalismi dilaganti,riuscirà l'Europa a ribellarsi ai deliri di onnipotenza della Grande Russia,della Grande Cina o dell’America First?La risposta,nonostante tutto,è SI,perchè l'Europa ha una sua superiorità etica e valoriale nei confronti del gangsterismo trumputiniano,e può far valere la grandezza delle proprie tradizioni,della propria storia millenaria,della propria cultura e civiltà.Questo SI è però subordinato a un PRESTO;bisogna svegliarsi da quel sonno nel quale gli europei sembrano essere caduti.E bisogna farlo presto,perchè il tempo sta finendo;dobbiamo risvegliarci e ritornare ad essere l'Europa che eravamo e riprenderci il ruolo di guida planetaria;l'alternativa è trasformarci invece nelle vestigia di un tempo che fu,seppellita dai nuovi gangsterismi mondiali.
Tornare ad essere.Perchè l'Europa è stata sempre un modello sociale:con servizi pubblici forti, protezione sociale, meno disuguaglianze. E lo è ancora.Forse lo si dà per scontato e lo sottovalutiamo.Ma non lo è.Quella socialità si coniuga bene con il concetto di libertà che non è solo individualismo.Libertà significa infatti combattere insieme per valori comuni e proprio gli Stati Uniti sono stati a lungo visti come la terra della libertà,cosa che invece più non è mentre è l'Europa ad incarnare questi valori.

Non possiamo lasciar spazio alla rinuncia e alla rassegnazione.Il destino dell'Europa,che poi è il nostro destino,dipende da noi e bisogna prendere coscienza dei rischi,avendo la capacità di immaginare e la forza di costruire un diverso futuro per evitare l'incubo di quell'inizio del secolo scorso cominciato a Sarajevo.Possiamo anche non comprendere i tempi,ma la Storia sta lì a ricordarci ciò che è stato e che ancora potrebbe essere.Possiamo far finta di niente e continuare in questo sonno della Ragione.Salvo poi trovarci al risveglio difronte a altri drammatici eventi che ci cambieranno,volenti o nolenti,le nostre vite e le nostre piccole esistenze.

Nessun commento: