11 luglio 2025

A SREBRENICA DOVE ERAVATE ?




Rimarrà scolpito per sempre nella mente e nella coscienza dell'umanità il nome di un luogo e di una data.Srebrenica è il nome di quel luogo,una cittadina della Bosnia vicino al fiume Drina,al confine con lo Stato della Serbia.E l'11 luglio 1995 è quella data.Quella cittadina della Bosnia orientale era un'enclave dentro la Serbia,abitata da bosniaci di fede musulmana.In quelle zone impersarva già da 3 anni,dal 1992,la guerra tra Serbia e Bosnia,nell'ambito delle numerose Guerre balcaniche scoppiate dopo il crollo dell'ex Jugoslavia e la morte del Maresciallo Tito.In quella specifica guerra la Serbia voleva annettere la Bosnia-Erzegovina,mentre la Bosnia combatteva per la sua indipendenza.E fu in quel luogo e in quella data che 30 anni fa si consumarono indicibili orrori e mostruosuità.Orrore di cui provare vergogna:quella vergogna che ancora oggi la comunità internazionale dovrebbe provare per aver consentito che quelle mostrosuità avvenissero.


La guerra,tutte le guerre,sono crudeli,terribili,devastanti,atroci.Ma quello che successe a Srebrenica non fu una guerra,ma un genocidio,una pulizia etnica,uno sterminio di massa di civili bosniaci-musulmani,sterminati proprio perchè bosniaci,proprio perchè musulmani.L'11 luglio e quelli seguenti furono giorni di violenza inaudita.Furono giorni di massacri,violenze,stupri e brutalità di ogni tipo contro,uomini,donne, anziani, bambini, tutti bosniaco-musulmani.20mila persone cercarono anche di fuggire dalla città,ma quasi la metà di esse,almeno 8.372,secondo un calcolo per difetto,vennero trucidate dopo essere state inseguite e catturate nei boschi mentre cercavano di raggiungere la cittadina di Tuzla dove c'erano i soldati bosniaci.Tutti quei corpi violati e massacrati furono poi buttati in fosse comune scavate per eliminare tracce e testimonianze.Quel numero,8.372,compare su una lapide all'ingresso del Cimitero del Memoriale di Potočari,con il nome dei paesi nei quali il massacro fu compiuto(foto sopra). Dal profondo di quelle fosse comuni e dalle centinaia di altri posti dove quei corpi furono buttati,ancora oggi sembra sorgere la domanda:"Dove eravate?”.E' la domanda che si potrebbe rivolgere alla comunità internazionale,e in modo particolare all’Europa e alle Nazioni Unite, quando nel luglio 1995 (dall’11 al 22), a Srebrenica, le truppe serbo-bosniache guidate dal generale Ratko Mladić,sterminarono quel migliaio di civili bosniaci.Sì,a tutta la comunità internazionale andrebbe posta quella domanda.Perchè quella piccola città,enclave bosniaca circondata da territori serbi,costituiva una “zona protetta”,dichiarata tale da una Risoluzione del Consiglio di Sicurezza Onu.Ed era per questo che Srebrenica e le zone intorno erano controllate dalla Forza di protezione ONU,ed in particolare dai caschi blu olandesi ed i bosniaci musulmani si sentivano abbastanza tranquilli,perchè si sentivano protetti dalla comunità internazionale e dall'ONU.Ed invece furono proprio i caschi blu olandesi che non fecero nulla per prevenire lo sterminio.Anzi.in alcuni casi furono loro stessi a consegnare i bosniaci ai serbi ed in un caso,addirittura,fecero uscire dai loro nascondigli alla periferia di Srebrenica, 300 bosniaci che vi si erano rifugiati, consegnandoli di fatto ai loro carnefici.

Per questo motivo il Tribunale dell’Aja, nel febbraio del 2017, ha ritenuto l’Olanda “civilmente responsabile” per la morte di quegli uomini. Dieci anni prima, nel 2007, il genocidio di Srebrenica era stato riconosciuto tale dalla Corte Internazionale di Giustizia che aveva sottolineato la responsabilità della Serbia nel non averlo prevenuto e nel non aver punito i suoi autori.

30 anni dopo quel genocidio, il bilancio delle vittime non è ancora definitivo.All’appello mancano ancora tantissime persone i cui resti giacciono,privi di nome,nei centri di identificazione.Chissà,forse un giorno saranno identificate con il test del Dna e saranno sepolte nel cimitero del Memoriale di Potočari davanti al quale,come un immenso fazzoletto di pietra,si stende una lapide riportante i nomi delle vittime(foto sopra).

Srebrenica fu il primo genocidio al mondo dopo quello dei nazisti nei campi di Auschwitz,Buchenwald,Dachau e tutti gli altri nei quali si sprigionò tutta la bestiale ferocia umana.Dopo allora dall'umanità si alzò il grido:"Mai più !".Eppure dopo quel tempo altri genocidi sono stati consumati in tutto il mondo,come quello in Cambogia da parte dei khmer rossi,quello dei Tutsi e oggi a Bucha in Ucraina da parte del criminale del Cremlino.E tutto questo nel silenzio e nell'immobilismo del mondo ieri a Srebrenica,oggi in tante altre parti del mondo.

E' questa la crisi dell'umanità dei tempi nostri,la vergogna delle nostre coscienze.E' una crisi dovuta anche ad un complice silenzio dei media misto alle grancasse della propaganda.Una comunità internazionale incapace di difendere, allora come oggi, i più deboli, i più piccoli, i più vulnerabili.Incapace di assumere decisioni nemmeno per garantire un corridoio umanitario necessario per salvare migliaia di vite umane allo stremo e in balia di una violenza inaudita. Come a Gaza,come in Ucraina.La domanda “Dove eravate?” oggi continua a rimanere inevasa. Fino al prossimo massacro. Fino al prossimo genocidio.

Sui fatti di Srebrenica vorrei segnalare il bel film:"I Diari di mio padre" del regista bosniaco Ado Hasanovic,nel quale egli racconta il dolore collettivo e familiare di quel luogo e di quei giorni(il trailer sopra).

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