25 novembre 2024

UN DOLORE PERSONALE MA COLLETTIVO



Un anno fa veniva uccisa dall'ex fidanzato Filippo Turetta,la studentessa padovana Giulia Cecchettin.Quell'episodio diede una scossa a tutto il Paese nella presa di coscienza di quanto sia grave in Italia la negazione dei diritti delle donne.Dopo quell'immane dolore Gino Cecchettin,il padre di Giulia ha perseguito e oggi realizzato il progetto che aveva in mente:creare una "Fondazione Giulia Cecchettin",presentata qualche giorno fa alla Camera dei Deputati.
Nell'occasione è intervenuto con un videomessaggio il Ministro della Pubblica Istruzione Giuseppe Valditara per quello che doveva essere un messaggio di saluto all'iniziativa.Ed invece in quel videomessaggio il Ministro si è lanciato in un allucinante discorso che è via via scivolato in declamazioni razziste e negazioniste."Il patriarcato non esiste più"."Il fenomeno della violenza sessuale discende da una immigrazione illegale",solo alcune delle affermazioni del Ministro.Parole da tutti avvertite come "stonate",del tutto fuori luogo e fuori contesto in un'occasione formale come quella della presentazione della Fondazione intitolata a Giulia Cecchettin.

Ed infatti ascoltare le parole del ministro dell’Istruzione lascia basiti.Non solo per il contenuto, ma per la grande confusione che le attraversa. A poco più di un anno dal femminicidio di Giulia e a pochi giorni dal 25 novembre,giornata internazionale contro la violenza sulle donne,Valditara è stato capace di ammassare tutta una serie di concetti confusi,superficiali e approssimativi:narcisismo,patriarcato,immigrazione.Tutto nella solita narrazione retriva della destra di governo italiana.Il Ministro,nella sua furia negazionista,non ha capito nemmeno che parlava in una sede istituzionale e non a un raduno di partito.

Davanti al padre di Giulia Cecchettin, il ministro ha dichiarato che è "ideologico" parlare di "società patriarcale"(con ciò entrando in polemica con Elena,la sorella di Giulia,che di patriarcato aveva parlato per indicare una delle cause dell'omicidio).Per il Ministro il patriarcato è finito nel 1975,quando fu approvata la legge sul diritto di famiglia.E poi,per il ministro,l’aumento delle violenze contro le donne è dovuto all’immigrazione illegale:come se poi Giulia non fosse stata uccisa da un italiano.

Ma il patriarcato è tutt'altro che scomparso.Ancora fino al '56 è sopravvissuto quell'incivile istituto giuridico conosciuto come "ius corrigendi",cioè il diritto dell'uomo di "educare e correggere",anche con la forza,la moglie e i figli.E solo nel 1969 fu dichiarata l'incostituzionalità del reato del Codice Penale che puniva unicamente l'adulterio compiuto dalla moglie.E anche dopo il 1975 altre leggi son dovute intervenire per riconoscere i diritti delle donne:nel 1981 fu abolito il delitto d’onore(inevitabilmente viene qui pensare al bellissimo film di Pietro Germi " Divorzio all'italiana ").E sembra incredibile,ma solo nel 1996 lo stupro da reato contro la morale divenne reato contro la persona.E solo nel secondo millennio,poi,nel 2009,per l'esattezza,è stata approvata la legge sullo "stalking".Tutte conquiste,quindi,relativamente recenti e comunque successive a quel 1975,quando per il ministro il patriarcato sarebbe morto.

Ma,al di là della legislazione,il patriarcato continua pesantemente a permeare la nostra società,con tutto quel portato di minacce,controllo e sguardi di commiserazione che circondano le donne che sono colpevolizzate perfino quando subiscono violenze...(l’hai voluta, potevi pensarci prima o,come dice l'ex compagno della premier Meloni "se vai dal lupo"....).Il patriarcato dunque è qualcosa di più complesso,è un sistema di stereotipi che da secoli ci sono nei rapporti tra uomini e le donne. E nel parlare di femminicidi non si fa ideologia,ma si analizza lo stato delle relazioni affettive uomo-donna,nelle quali la donna è sempre soccombente.E' questo il patriarcato.Una visione distorta dei rapporti tra uomini e donne, dove l’uomo si reputa sempre un gradino sopra, dove all’uomo è concesso sempre un'attenuante, dove il figlio maschio è sempre un bravo ragazzo. Magari poi sbaglia,poi ammazza la sua ex, ma alla fine è sempre colpa di lei che se le è andata a cercare. 

E poi quell'eterna,solita retorica xenofoba e razzista:identificare nell’immigrato il colpevole più probabile,perchè sarebbe per forza più violento, più barbaro, più deviante.E invece i dati dicono tutt’altro:la stragrande maggioranza delle violenze contro le donne avviene in famiglia, negli ambienti “protetti”, quando si è accanto a persone di cui si pensava potersi fidare. Sono mariti, fidanzati ed ex a esercitare la violenza.Quelli non sono immigrati,sono solo uomini bianchi apparentemente normali.

Serve allora uno sforzo collettivo per cambiare i modelli di relazione uomo-donna radicalmente diversi.Ed il segnale di questo cambiamento non va dato solo dopo che una donna è stata uccisa.E' perciò da ammirare Gino Cecchettin,il papà di Giulia,uomo mite ma coraggioso.In questo lungo anno di dolore personale ha raccolto tutto il dolore collettivo e ha riportato il femminicidio a quello che è, fuori dalla dimensione singolare e privata in un orizzonte più ampio, sociale e politico. Un uomo che dignitosamente ha deciso che il dolore suo e dei suoi figli doveva e poteva servire a qualcosa. Almeno ad evitare ad altre persone di fare la stessa fine.

19 novembre 2024

MILLE GIORNI DOPO





Mille giorni son passati da quel 24 febbraio del 2022,quando il criminale del Cremlino,Vladimir Putin,diede ordine di invadere l'Ucraina,un Paese libero e sovrano.Putin pensava che sarebbe  stata cosa facile e veloce,solo di pochi giorni.Perchè lui così aveva ragionato:gli Stati Uniti non reagiranno,s'è visto come si sono ritirati dall’Afghanistan,e poi hanno per capo un presidente imbelle e anziano.E certamente niente faranno i suoi flaccidi,molli alleati europei,incapaci di accordarsi su nulla,figurarsi poi prendere decisioni su una guerra.

Ma Putin li aveva fatti male i suoi conti e ora,mille giorni dopo,Mosca è ancora lì che cerca di conquistare qualche decina di metri di terra ucraina,dovendo pure chiedere l'aiuto alle truppe nordcoreane dell'altro dittatore sanguinario Kim Jong.

Sì,mai come in questa occasione l’occidente si è rivelato straordinariamente unito.Biden da subito aiutò l’Ucraina  perchè aveva capito quello che c'era in gioco:i valori del mondo libero e liberale.E anche un altro calcolo sbagliò Putin:pensò che gli ucraini non solo non sarebbero stati in grado di difendersi,ma non ci avrebbero neppure provato.

Ed invece i soldati di Kyiv e l'intero popolo ucraino,dettero prova di essere capaci di resistere e organizzarsi.Così Mosca,dopo aver perso quelle sue "certezze" sull'Occidente e sugli ucraini restò per alcuni mesi,incredula e  stordita di fronte alla resistenza di Kyiv possibile grazie all’aiuto proprio di quel presidente americano vecchio e dei suoi flaccidi alleati europei.E le truppe russe dovettero fare perfino un ritiro frettoloso dal nord dell’Ucraina, durante il quale i soldati russi si lasciarono dietro una scia di orrori inauditi,come le fosse comuni di Bucha,e chissà quali altri indicibili turpitudini sono state fatte in altri territori occupati,ancora tutti da scoprire.

Ora,però,i risultati delle elezioni americane hanno posizionato l'America su una linea isolazionista e contraria a continuare gli aiuti all'Ucraina.Perchè per Trump la guerra in Ucraina è una faccenda di quel popolo e tutt’al più europea.Per Trump,cioè,non c’è più nulla di ideale e di valoriale nella lotta in corso del popolo ucraino contro l'aggressore russo.Per Trump non è in corso alcuna aggressione al nostro modo di vivere e di pensare la convivenza sociale, economica, politica, non c’è un complesso di idee e valori liberale e democratico,forgiato nel corso dei secoli da difendere.Per Trump c’è solo un paese, la Russia, che ne vuole conquistare un altro, l’Ucraina, e “gli imbecilli” ucraini,con la loro resistenza ostinata,ci hanno coinvolti tutti e chissenefrega dei valori e delle idee e della libertà di un popolo sovrano.

Biden,invece,fornendo armi e aiuto all'Ucraina ha voluto parlare un linuaggio di democrazia, indipendenza,libertà,ed esattamente questo è il linguaggio odiato da Putin che conosce solo quello della forza e della violenza. Putin non vuole soltanto sopprimere l’ambizione democratica dell’Ucraina,ma anche quello di sovvertire il sistema democratico occidentale, come dimostrano le tante ingerenze (finanziarie e di disinformazione) nei cicli elettorali occidentali: per questo un presidente americano come Biden che difende l’Ucraina anche per quel che rappresenta, cioè l’avamposto di un fronte libero e liberale, è un nemico con cui non si può parlare.

Trump invece,come il presidente russo,comprende proprio  la legge del più forte,la logica della potenza e della sua restaurazione.A ben vedere il concetto trumpiano "Make America Great Again",coincide con il tentativo putiniano di recuperare, con la forza una dimensione del passato che si ostina a non prendere atto dei verdetti della Storia perchè lui vede ancora la il crollo dell’Unione Sovietica,come una "umiliazione".

Certo non sappiamo come andrà a finire.Quelli che sono certi sono i missili che Putin continua a lanciare massacrando il popolo ucraino,con la barbarica ferocia a lui propria.Come certi sono,però la determinazione di Zelensky e soprattutto l'eroismo degli ucraini, che da mille giorni SI e CI difendono,che piangono i loro morti nelle fosse comuni,ma che celebrano anche i loro eroi,come Natalia,ad esempio,quella giovane maestra d’asilo che in 5 mesi ha imparato a usare i sistemi di difesa aerea portatili, che due giorni fa ha abbattuto il suo primo missile, e ha riso e ha pianto per la sua Ucraina,per la "nostra" Ucraina.

12 novembre 2024

MA LA DEMOCRAZIA E' PIU' FORTE





40 anni fa uscì un film,"Ritorno al futuro" del regista americano Robert Zemeckis,(lo stesso di "Forrest Gump").Quel film parlava di  una città immaginaria,Hill Valley,finita nelle mani di Biff Tannen,un bullo violento e odioso,che spadroneggiava con metodi banditeschi sulla cittadina.Bill Tannen  è mostrato come un volgare e arrogante personaggio,attorniato da prostitute;un mostro senza scrupoli, rozzo, ignorante, volgare, sprezzante della legge a tal punto da trasformare il tribunale della città in un hotel-casinò.E tutta la città di Hill Valley non ha ormai più regole,e in essa prevalgono l’uso sconsiderato di armi, la violenza e l’ossessione per il denaro.  

Forse nemmeno Robert Zemeckis poteva immaginare che quel suo film,diventato un "cult" del cinema,avrebbe avuto una trasposizione nella realtà nel 2016,quando il magnate Donald Trump che allora nessuno conosceva,divenne Presidente degli Stati Uniti.Quel Donald Trump che per il suo agire e il suo pensare si è rivelato essere come il Bill Tannen di "Ritorno al futuro".Poi Trump è caduto nelle successive  il del 2020.E poi ci sono stati i processi a suo carico,e poi c'è stato l’arresto,e ci sono state le condanne in più di un processo.Ma lui ha sempre continuato  ad aizzare all'odio i suoi sostenitori  fino all’assalto a Capitol Hill del 6 gennaio 2021.Dopo quel giorno sembrava che la "carriera" criminale di un delinquente fosse finita.E invece oggi,dopo le elezioni americane del 5 novembre,ci ritroviamo con lo stesso delinquente rieletto Presidente degli Stati Uniti.E non è poca cosa quell'elezione,perchè le scelte dei Presidenti USA hanno sempre riguardato non solo gli americani ma il mondo intero.

Nella notte del 5 novembre,infatti,le persone che erano davanti alle tv a Catania, Berlino o Kuala Lumpur si son rese conto che il destino delle loro piccole vite quotidiane è anche quello di tutto il pianeta e che esso dipende da qualche paesino sperduto in Pennsylvania.Perchè questa è la globalizzazione,bellezza.Adesso capiamo che le conseguenze di quello che Trump deciderà sul destino dell'Ucraina o del Medio Oriente avrà effetto immediato sulle nostre vite che ci illudevamo potessero continuare a stare tranquille,sotto l'ombrello protettore dello Zio Tom che ci pensa.All'alba di quel 5 novembre ci siamo svegliati in un mondo nuovo,un mondo distopico come quello raccontato da Adolf Huxley.Un mondo dove la realtà è soppiantata dalla post-verità e dove Musk racconta su X,il social di sua proprietà che in fondo,massì,della stampa possiamo farne a meno e ognuno si costruisce la propria verità (magari  con il benevolo "aiuto" proprio di X).

Così il peggior scenario ipotizzabile è diventato realtà,e adesso c'è un autocrate alla Casa Bianca.Questo è successo perchè la società americana è sempre più frantumata e rabbia,odio e frustrazione sono state alimentate ad arte attraverso i social nella quale l’idea dell’Uomo Forte ha conquistato sempre più consenso anche in gruppi sociali e ceti che certo mai beneficeranno della politica di Trump.

Le conseguenze dei suoi atti si vedranno negli Stati Uniti,ma non solo.E non si tratta solo di scelte politiche od economiche.Con l'elezione di Trump è il concetto stesso di democrazia liberale che è in pericolo a livello globale.L'elezione di Donald Trump pone una serie di questioni all’America e al mondo intero.La sua presidenza demolirà,anzitutto,alcuni istituti democratici degli USA e i suoi provvedimenti,così come li ha annunciati,faranno mutare la natura stessa di quella che l'America è stata finora e cioè una grande democrazia liberale.

Per quanto riguarda l’Europa,parlerà ovviamente con i suoi "simili",e cioè con i leader illiberali come l’ungherese Viktor Orban e con le Destre sovraniste.Tutti loro hanno in comune lo stesso linguaggio truculento,carico di rabbia e violenza. Il pericolo è che vorrà disimpegnarsi dalla Nato e la sfera atlantica non potrà più contare su di una forza egemone che sia di certa e sicura ispirazione democratica.E vorrà altresì disimpegnarsi dal sostegno all'Ucraina concedendo dignità di interlocutore al criminale del Cremlino,Vladimir Putin che potrà allungare le mani sulla terra d'Ucraina. 

Certo,l’onda lunga del Populismo mondiale e della demagogia non è roba di oggi.E' iniziata almeno 20 anni fa.Essa ha scavato piano piano,come un tarlo,nelle menti di milioni di persone anche grazie all’avvento del digitale.Il Big Tech(l'espressione con cui si indicano le 5 più grandi multinazionali che dominano il settore dell’informatica e della tecnologia a livello globale e cioè Google, Apple, Facebook, Amazon e Microsoft)ha trovato oltremodo conveniente la saldatura tra i Padroni dei Social e le forze illiberali e nazionaliste che puntano a scardinare la democrazia liberale. Il punto d’intesa è l’ultraliberismo,il turbo capitalismo e la detassazione da una parte e dall’altra, il nazionalismo, i dazi, le deportazioni di immigrati. È un impasto malmostoso che permette di aggirare prima,controllare poi le istituzioni democratiche.Questa saldatura è ancora più evidente adesso tra gli interessi di Trump e quelli di Elon Musk,l'uomo più ricco del mondo con interessi economici(ma non solo)spaventosi che vanno dall'industria aerospaziale a quella delle auto fino,a "Starlink",il sistema satellitare per la fruizione di Internet dallo spazio,fino ai social come,appunto X(l'ex Twitter).Così ora Trump userà la potenza mediatica del proprietario di X per bypassare le istituzioni democratiche e Musk si avvantaggerà delle politiche di Trump per le sue aziende.

Il ruolo di Musk è stato fondamentale nella campagna elettorale di Trump tramite "X".Il linguaggio di Trump è così diventato egemone, una lingua parlata ai settori più emarginati e poveri della società(i "forgotten")e,allo stesso tempo,ai super ricchi.Il punto di intesa è nel fastidio per i riti e i meccanismi della democrazia liberale. 

In Europa il nazionalismo avanza, ma non lo governa.Però dall’altra parte dell’Oceano ora esista una centrale ideologica e politica populista che rappresenta motivo di forte preoccupazione.Il nostro destino dipenderà allora solo da noi europei,perchè Trump prediligerà gli autocrati come Orban, Putin e Xi Jinping.Una sorta di Clan dell’Autoritarismo in cui si decideranno i nuovi destini del mondo e lo svuotamento delle forme di democrazia liberale.Tutti hanno le stesse pulsioni di follia, megalomania e antidemocratica.

Sembra,così,di assistere al tramonto di una civiltà e delle democrazie liberali.Eppure si deve continuare a sperare.Sperare guardando all’Iran,per esempio,dove la democrazia liberale non c’è mai stata, eppure lì le donne e i giovani lottano per avere libertà e diritti.La lotta sarà difficile,ma la democrazia e la libertà sono sempre state più forti di ogni autocrazia e dittatura.I ragazzi di Teheran ce lo insegnano.

08 novembre 2024

IL "SONNAMBULISMO" ITALIANO



Uno dei temi ricorrenti della letteratura,della psicologia e della filosofia del '900,è stato quello sulla figura del “sonnambulo”,cioè del portatore di uno stato di coscienza alterato e di profonde forme di disagio sociale e culturale.Ma ancora oggi,nel nuovo millennio,quella categoria fisica e morale del "sonnambulismo" è ben presente nelle nostre esistenze.

E,quando si parla di "sonnabulismo",è inevitabile pensare a "I Sonnambuli", il romanzo di Hermann Broch, scritto fra l’ultimo decennio dell’Ottocento e il primo ventennio del nuovo secolo.Questo romanzo è devastante per la cultura e l'identità europea.Esso,infatti,racconta la degradazione dei valori europei,raccontandoci i gradini che l'Europa via via discendeva verso il crollo finale della sua cultura e della sua ragion d'essere.Un pò come fanno nelle loro opere Thomas Mann e Stefan Zweig.Una disgregazione di valori che di lì a poco, con l’avvento del nazismo, si trasformerà nel “sonno… che genera mostri”.

Già la prima guerra mondiale aveva segnato un passaggio importante nell'ambito di un radicale mutamento mentale e culturale.Quella guerra,con lo sconvolgimento economico-sociale che ne conseguì,comportò infatti una trasformazione traumatica dell’esperienza umana:essa non mutò solo la carta geografica del mondo,ma lo stesso modo di vivere e del "sentire" degli individui e dei popoli.Era a questo che si riferiva Freud,quando parlava dell’epoca del “Perturbante”.Con questa espressione egli indica quel qualcosa di estraneo e non familiare al soggetto, che genera in lui angoscia,terrore e disorientamento.

Questo accadeva subito dopo la fine della Grande Guerra.Gli uomini,al ritorno dalla traumatica e devastante esperienza bellica,stentavano ad orientarsi.Non si sentivano più in relazione con ciò che li circonda.I legami che "prima" li tenevano vincolati al mondo e agli altri s'erano allentati se non scomparsi del tutto.Perfino tra le mura domestiche e nella vita quotidiana si radicò quel freudiano “Perturbante”.Insomma,dalla tragedia della guerra gli uomini erano tornati impoveriti,non solo economicamente,ma anche nella loro Umanità:dalle trincee gli uomini sono tornati ammutoliti, incapaci di comunicare e di capire quello che intorno a loro accade.Ecco perchè essi sono “Sonnambuli” esseri che non sanno essi stessi cosa sono e che barcollano.

E certamente dopo tanti anni dalla fine di quelle due drammatiche guerre del secolo scorso,sorprende ritrovare la figura del “sonnambulo” anche oggi,anche in questi giorni nostri,in un mondo totalmente e radicalmente diverso.I “sonnambuli”,cioè,sono ancora fra noi e non riportati alla luce dalla letteratura o dalla psicologia ma da precise analisi socio-economiche:sono le analisi che ha fatto il Censis(Centro Studi Investimenti Sociali)nel suo ultimo rapporto intitolato proprio:"I sonnambuli".Il popolo italiano,dice il Rapporto,sembra essere cieco dinanzi ai presagi pur evidenti.Alcuni processi economici e sociali sembrano rimossi dall’agenda collettiva del Paese. Benché il loro impatto sarà dirompente per la tenuta del sistema, l’insipienza collettiva diventa colpevole irresolutezza. La società italiana sembra affetta da sonnambulismo, precipitata in un sonno profondo priva proprio di quella volontà che invece servirebbe per affrontare dinamiche strutturali dagli esiti funesti.

Questo le parole del Censis sullo stato della società italiana:"La società italiana sembra affetta da un sonnambulismo diffuso, precipitata nel sonno profondo del calcolo raziocinante che servirebbe per affrontare dinamiche strutturali, di lungo periodo, dagli effetti potenzialmente funesti”.Un solo significativo esempio: si prevede che appena tra poco più di 20 anni, in Italia la popolazione attiva subirà una drastica riduzione, mancheranno 8 milioni di persone, con un effetto dirompente sulla “capacità di generare valore del settore industriale e terziario”.Come potrà sopravvivere il nostro welfare difronte a questi dati drammatici?"Eppure-continua il Censis-dinanzi ai cupi presagi – il dibattito pubblico ristagna, e non è in grado di volare alto”.

Ma non è solo la classe politica e dirigente a chiudere gli occhi,ma l'intera società ed ogni singolo individuo e tutti si consolano con “desideri minori”,per riparare alla propria scoperta vulnerabilità.E dunque non ristagna solo l’economia, ristagnano perfino sogni e desideri individuali e si spegne la volontà di cambiare il proprio domani.

Il rapporto del Censis si muove tra le macerie della nostra epoca, che fatichiamo a riconoscere,proprio come è accaduto agli uomini reduci dai fronti della prima guerra mondiale,pur cercando di andare oltre l’immobilità del presente e stimolare il desiderio di una vita più degna e più giusta”.Ed è dalla presa di coscienza di questo sonno collettivo che bisogna ripartire per costruire nuovi sogni e nuovi modi di vivere.Individuali e collettivi.

02 novembre 2024

PERCHE' KAMALA




Tra qualche giorno,il prossimo 5 novembre,ci sarà il voto che deciderà il nuovo Presidente degli Stati Uniti.Ma questo appuntamento elettorale non è fondamentale solo per gli Stati Uniti ma per il mondo intero per le profonde implicazioni internazionali ad esso connesse.

Così il mondo si interroga sulle conseguenze che la vittoria dell'uno o dell'altra candidata avranno sulle relazioni globali in un periodo caratterizzato da forti attriti e da due scontri aperti che tengono il mondo con il fiato sospeso.

Da una parte c’è un Trump che ha già vissuto una esperienza da Presidente nel quadriennio 2016-2020;dall’altra c’è Kamala Harris che finora ha ricoperto la carica di vicepresidenza dell'amministrazione Biden,e che propone una linea di continuità politica-economica.

Ma gli occhi del mondo sono particolarmente puntati su Donald Trump che vuole ridiventare presidente con i suoi proclami anti-élite (dalle quali,peraltro,lui stesso proviene).Anche in questa campagna elettorale Trump ha usato lo slogan della sua propaganda:“Make America Great Again”,facendo del contrasto all’immigrazione,l’ostilità alle minoranze etniche e la riduzione degli impegni multilaterali i suoi punti fermi.Un'America che,secondo il ricchissimo tycoon,può tornare grande solo con un ripiegamento su sé stessa.E tuttavia,questa concezione di Trump sta a dimostrare il suo "analfabetismo" economico e politico,in quanto gli USA sono diventati grandi e potenti proprio quando hanno abbandonato le politiche isolazioniste aprendosi al mondo e alle alleanze internazionali.

L'approccio in politica estera di Trump è dunque di natura unilateralista,basato sulle relazioni bilaterali,ostile alla mondializzazione e con la volontà di riconciliarsi con la Russia di Putin,interrompendo ogni aiuto all'Ucraina,lasciando ai Paesi europei, asiatici e del Golfo le responsabilità dirette, e i relativi oneri,correlati alla loro sicurezza.Molti osservatori però,proprio per questo auspicano una vittoria di Harris,per far sì che gli Stati Uniti possano riprendere il ruolo che hanno avuto nel corso del XX secolo,accresciuto dopo la dissoluzione dell'Unione Sovietica: quello,cioè,di Paese certo non più con egemonia incontrastata ma governata in un mondo in via di progressiva liberalizzazione.

È questo il clima che si respira negli USA alla vigilia delle elezioni, che si svolgeranno in un Paese caratterizzato da profonde divisioni interne, con elettori spesso iper-polarizzati dall’una o dall’altra parte, in cui alcuni Stati chiave vedono grandi comunità etniche assumere un ruolo determinante nella scelta del candidato.

E dunque verso quali nuovi (o vecchi?) equilibri globali si muove l'America?Con il dissolvimento dell’Unione Sovietica è indubitabile che ci si è avviati verso un mondo multipolare.La nascita di nuovi equilibri economici mondiali.L’opposizione all’attuale sistema (i BRICS) è guidata da una Cina che rappresenta una sfida strategica, economica e tecnologica, che vuole contendere il primato agli USA e che sta calamitando attorno a sé Paesi che ne condividono l’approccio autoritario e la vocazione antioccidentale.Una coalizione che vede nella Cina e nella Russia i due Paesi che rappresentano una sfida sempre più significativa sui mari,vera arteria economica mondiale. Sul mare viaggiano, infatti, l’80% delle merci,corrono le linee di approvvigionamento energetico e si srotolano le migliaia di chilometri di cavi per i collegamenti telematici.Bloccare l’accesso al mare significa bloccare l’economia globale.

Gli Stati Uniti hanno compreso la sfida che si va delineando. Attualmente sul mare non hanno pari, né rivali. Sono l’unica potenza globale in campo, con un PIL di circa 25.000 miliardi di dollari. Ciò permette agli USA di destinare alla Difesa un budget enorme a fronte di quello cinese e russo,potendo così avvalersi di un arsenale militare completo di armi nucleari, satelliti, armi sofisticate, capacità tecnologiche d’avanguardia, mezzi aerei e,soprattutto, marittimi, con una flotta potente che conta numerosi sottomarini e ben 10 portaerei,e quindi una forte capacità di protezione.Sono proprio queste capacità militari che solo gli Stati Uniti hanno,ad assicurare la protezione delle principali vie marittime di comunicazione(e trasporto merci)e le linee di approvvigionamento energetico e telematiche (che corrono sui fondali marini).Ecco qual'è l'importanza strategica degli USA per la salvaguardia degli interessi economici non solo propri ma di tutto il mondo occidentale.

Negli USA tutti i sondaggi concordano sul fatto che si tratterà di un testa a testa tra i due candidati.Una situazione di equilibrio che appena tre mesi fa non era pronosticabile.La discesa in campo della democratica Harris,prima donna e seconda afroamericana(dopo Obama)a correre per la Casa Bianca,ha conquistato l’attenzione del popolo e dei media, dando uno scossone a una campagna che sembrava ormai avviata verso un successo trumpiano.

Cosa deve allora aspettarsi(o augurarsi)l'Occidente? Con Trump, è facile prevedere un approccio isolazionista e protezionistico verso gli alleati.Con la Harris è invece prevedibile la prosecuzione dell’attuale assetto, meno brutale e sguaiato di Trump.Kamala,cioè,avrà un atteggiamento più equilibrato,“morbido” e cooperativo nei confronti dei Paesi amici, con una politica estera che affronta i problemi mondiali in modo meno unilaterale,ferma restando la difesa dei propri interessi nazionali. 

In ogni caso chiunque alla fine vincerà,sotto il profilo militare, per l'Europa cambierà molto:non esisterà più il posticino tranquillo,comodo e gratuito che abbiamo sempre dato per scontato,tanto c'è lo "Zio Sam" che ci pensa.I tempi sono cambiati e, se vogliamo garantire la nostra sicurezza e contare nel mondo, dovremo assumerci delle responsabilità(con relativi costi economici).Lo ha capito anche la Svezia,rimasta neutrale per 200 anni che poi,però,di fronte al pericolo rappresentato da Putin con l'invasione dell'Ucraina,non ha indugiato oltre aderendo alla NATO.Questo anche in considerazione dell'assoluta insignificanza e del fallimento dell’ONU,incapace di gestire le crisi internazionali.

Come detto il futuro prossimo venturo disegnerà  il nuovo ordine globale sul controllo delle vie di navigazione, nel dominio del mare e nell’esercizio del potere marittimo, unica dimensione in grado di garantire lo sviluppo economico delle nazioni e la prosperità dei popoli.In tale ambito, le alleanze avranno un peso enorme sui futuri equilibri mondiali. Nessuno può farcela da solo a fronteggiare le gravi sfide che si vanno profilando,soprattutto n presenza di avversari come Putin e Xi Jinping, minacciosi e determinati a esasperare ogni crisi,tanto più se vogliamo proteggere il nostro sistema di vita che non sarà perfetto, ma che è il più libero che abbiamo.

Per l'Italia,poi,non ci sono alternative. Per affinità di valori fondamentali, di sistemi di vita, di obiettivi e ideali dobbiamo stare dalla parte occidentale, dei Paesi liberali e democratici, con gli Stati Uniti, con la NATO. Elementi che ci hanno garantito pace e prosperità per decenni. Una appartenenza che ci può far lealmente criticare certe decisioni ma che deve anche essere collaborativa, lasciando tuttavia libertà di mantenere aperti i canali con chi la pensa diversamente, purché sia chiara la nostra collocazione.Dobbiamo essere consapevoli che Italia,Europa e Stati Uniti sono tutte all'interno dello stesso sistema di valori sociali,economici e politici che crede nel libero mercato, nel commercio libero e nel miglioramento delle condizioni di vita dei propri cittadini.E questo sistema di valori,che poi è il sistema di valori liberaldemocratico,è del tutto estraneo alle idee autoritarie e antidemocratiche di Donald Trump.E allora Kamala,who else ?