25 novembre 2024

UN DOLORE PERSONALE MA COLLETTIVO



Un anno fa veniva uccisa dall'ex fidanzato Filippo Turetta,la studentessa padovana Giulia Cecchettin.Quell'episodio diede una scossa a tutto il Paese nella presa di coscienza di quanto sia grave in Italia la negazione dei diritti delle donne.Dopo quell'immane dolore Gino Cecchettin,il padre di Giulia ha perseguito e oggi realizzato il progetto che aveva in mente:creare una "Fondazione Giulia Cecchettin",presentata qualche giorno fa alla Camera dei Deputati.
Nell'occasione è intervenuto con un videomessaggio il Ministro della Pubblica Istruzione Giuseppe Valditara per quello che doveva essere un messaggio di saluto all'iniziativa.Ed invece in quel videomessaggio il Ministro si è lanciato in un allucinante discorso che è via via scivolato in declamazioni razziste e negazioniste."Il patriarcato non esiste più"."Il fenomeno della violenza sessuale discende da una immigrazione illegale",solo alcune delle affermazioni del Ministro.Parole da tutti avvertite come "stonate",del tutto fuori luogo e fuori contesto in un'occasione formale come quella della presentazione della Fondazione intitolata a Giulia Cecchettin.

Ed infatti ascoltare le parole del ministro dell’Istruzione lascia basiti.Non solo per il contenuto, ma per la grande confusione che le attraversa. A poco più di un anno dal femminicidio di Giulia e a pochi giorni dal 25 novembre,giornata internazionale contro la violenza sulle donne,Valditara è stato capace di ammassare tutta una serie di concetti confusi,superficiali e approssimativi:narcisismo,patriarcato,immigrazione.Tutto nella solita narrazione retriva della destra di governo italiana.Il Ministro,nella sua furia negazionista,non ha capito nemmeno che parlava in una sede istituzionale e non a un raduno di partito.

Davanti al padre di Giulia Cecchettin, il ministro ha dichiarato che è "ideologico" parlare di "società patriarcale"(con ciò entrando in polemica con Elena,la sorella di Giulia,che di patriarcato aveva parlato per indicare una delle cause dell'omicidio).Per il Ministro il patriarcato è finito nel 1975,quando fu approvata la legge sul diritto di famiglia.E poi,per il ministro,l’aumento delle violenze contro le donne è dovuto all’immigrazione illegale:come se poi Giulia non fosse stata uccisa da un italiano.

Ma il patriarcato è tutt'altro che scomparso.Ancora fino al '56 è sopravvissuto quell'incivile istituto giuridico conosciuto come "ius corrigendi",cioè il diritto dell'uomo di "educare e correggere",anche con la forza,la moglie e i figli.E solo nel 1969 fu dichiarata l'incostituzionalità del reato del Codice Penale che puniva unicamente l'adulterio compiuto dalla moglie.E anche dopo il 1975 altre leggi son dovute intervenire per riconoscere i diritti delle donne:nel 1981 fu abolito il delitto d’onore(inevitabilmente viene qui pensare al bellissimo film di Pietro Germi " Divorzio all'italiana ").E sembra incredibile,ma solo nel 1996 lo stupro da reato contro la morale divenne reato contro la persona.E solo nel secondo millennio,poi,nel 2009,per l'esattezza,è stata approvata la legge sullo "stalking".Tutte conquiste,quindi,relativamente recenti e comunque successive a quel 1975,quando per il ministro il patriarcato sarebbe morto.

Ma,al di là della legislazione,il patriarcato continua pesantemente a permeare la nostra società,con tutto quel portato di minacce,controllo e sguardi di commiserazione che circondano le donne che sono colpevolizzate perfino quando subiscono violenze...(l’hai voluta, potevi pensarci prima o,come dice l'ex compagno della premier Meloni "se vai dal lupo"....).Il patriarcato dunque è qualcosa di più complesso,è un sistema di stereotipi che da secoli ci sono nei rapporti tra uomini e le donne. E nel parlare di femminicidi non si fa ideologia,ma si analizza lo stato delle relazioni affettive uomo-donna,nelle quali la donna è sempre soccombente.E' questo il patriarcato.Una visione distorta dei rapporti tra uomini e donne, dove l’uomo si reputa sempre un gradino sopra, dove all’uomo è concesso sempre un'attenuante, dove il figlio maschio è sempre un bravo ragazzo. Magari poi sbaglia,poi ammazza la sua ex, ma alla fine è sempre colpa di lei che se le è andata a cercare. 

E poi quell'eterna,solita retorica xenofoba e razzista:identificare nell’immigrato il colpevole più probabile,perchè sarebbe per forza più violento, più barbaro, più deviante.E invece i dati dicono tutt’altro:la stragrande maggioranza delle violenze contro le donne avviene in famiglia, negli ambienti “protetti”, quando si è accanto a persone di cui si pensava potersi fidare. Sono mariti, fidanzati ed ex a esercitare la violenza.Quelli non sono immigrati,sono solo uomini bianchi apparentemente normali.

Serve allora uno sforzo collettivo per cambiare i modelli di relazione uomo-donna radicalmente diversi.Ed il segnale di questo cambiamento non va dato solo dopo che una donna è stata uccisa.E' perciò da ammirare Gino Cecchettin,il papà di Giulia,uomo mite ma coraggioso.In questo lungo anno di dolore personale ha raccolto tutto il dolore collettivo e ha riportato il femminicidio a quello che è, fuori dalla dimensione singolare e privata in un orizzonte più ampio, sociale e politico. Un uomo che dignitosamente ha deciso che il dolore suo e dei suoi figli doveva e poteva servire a qualcosa. Almeno ad evitare ad altre persone di fare la stessa fine.

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