14 settembre 2023

FINZIONI




In questo primo anno di governo della destra reazionaria italiana alcuni suoi esponenti hanno cercato di accreditare la natura "liberal-liberista" dell'esecutivo Meloni.

Ma la Meloni continua ad essere l'amca delle destre estreme europee,come Vox e Orban.Le dichiarazioni(vagamente e comicamente)liberal-liberiste di taluni esponenti di governo lasciano il tempo che trovano,dando sempre l’impressione di essere soprattutto vuoti slogan propagandisti,oppure finzioni di convenienza spediti alla Commissione europea per rassicurarla in materia di realizzazzione del PNRR.

Al contrario,gli esempi che attestano la reale natura vetero statalista di questo governo,del tutto opposta alla narrazione che si vorrebbe far passare di un esecutivo liberal/liberista,sono numerosi.E' solo di poche settimane fa la notizia dell'acquisizione del 20 per cento della società della rete Tim da parte del Ministero dell’Economia.Uno Statalismo telefonico o una sovranità digitale se la vogliamo chiamare così.

Ma il repertorio è assai nutrito:dalla tassazione sugli extraprofitti bancari all’intervento sul caro-voli(il paradosso dei paradossi di questa vicenda é che il governo impone i tetti di prezzo alla compagnia privata RyanAir e dall'altra vende la compagnia aerea di stato Alitalia ai privati tedeschi di Lufthansa).Oppure potremmo ricordare la gastropolitica,quella del "gastrosovranismo" o "gastronazionalismo" del ministro-cognato Francesco Lollobrigida,o ancora il perenne occhio di riguardo per determinate categorie di riferimento elettorale (come i tassisti e i balneari).Ecco,in tutti questi casi la destra meloniana si presenta con il volto di un statalismo populista che vorrebbe tutelare il “popolo”,ma finisce per penalizzare proprio i risparmiatori.

Per non parlare dell’autentica fissa per l’egemonia culturale e dell’irresistibile attrazione per lo Stato etico,che porta a voler vigilare e restringere quelle che in tutto l’Occidente sono libertà private consolidate,palesando allergia verso certi diritti civili individuali.In particolare questo governo non sembra darsi molto da fare,diciamo così,per la tutela di quei diritti previsti dalla Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea,che vieta la discriminazione fondata sull’orientamento sessuale(omofobia, transfobia,discriminazione sulla base dell’orientamento sessuale e dell’identità di genere)delle persone LGBT,in dispregio al disposto della nostra stessa Costituzione.

Una volta di più,perciò,quello della destra populista italiana si conferma,come il malato di Moliere,soltanto un liberalismo immaginario.Questa destra italiana sta cercando di accreditarsi nell’immaginario collettivo come evoluzione verso un approdo liberalconservatore.Ma é soltanto una pura illusione,un'antinomia:liberalismo e populismo sono incompatibili,non hanno nessuna possibilità di coesistenza ideale e/o fattuale:o l'una o l'altra, tertium non datur.

Meloni e FdI,che adesso é il partito di governo maggioritario, continuano a non saper/voler risolvere questo antinomia,a fare una scelta definitiva,continuando a cambiare parti in commedia a seconda dei soggetti cui,di volta in volta,far riferimento(dall’elettorato post-missino alle istituzioni Ue).Ma il primo filone (di estrema destra), che ha radici storiche profonde e di lunga durata (l’arcipelago del fascismo), è pronto da tempo a riorganizzarsi.E ha individuato proprio nella rinnovata rivolta contro il mondo moderno(quello "depravato" o "al contrario",per usare il titolo del becero libro del generale Vannacci)la bandiera dietro a cui aggregarsi.E la premier non può,non vuole proprio staccarsi da certe radici(fasciste).Anche perché allontanarsi dagli abitanti del mondo di Vannacci può costarle caro elettoralmente.

La Meloni non risulta affatto in transizione verso la moderazione dei conservatori,come pure continua ad affermare(e lo ha fatto osservare di recente anche l’Economist:"Il governo italiano di estrema destra sta iniziando a sembrare più radicale.Georgia Meloni indulge al populismo culturale ed economico").

"Finzioni" era il titolo del romanzo dello scittore argentino Jorge Luis Borges.Come quelle della destra meloniana:altro che liberal/liberista.Un consiglio:lasciate perdere.Perché é facile dirsi "liberali" a parole,ma difficile,molto più difficile é esserlo davvero.

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