Sta facendo molto discutere una pubblicità della catena di distribuzione "Esselunga",da qualche settimana in tv."La pesca" é il titolo dello spot che,per molti,più che una pubblicità per la catena di supermercati,sembra essere uno spot al modello di famiglia tradizionale(o "normale",dipende dai punti di vista)funzionale all'idea(ideologia ?)della destra italiana.
In estrema sintesi la storia dello spot é questa:una bambina(Emma é il suo nome)é al supermercato con la mamma alla quale chiede di comprarle una pesca.Quella pesca servirà,nelle intenzioni di Emma,a tentare di far dialogare i genitori separati.La bambina infatti fingerà che si tratti un regalo che la mamma manda al papà per il suo tramite.
Ora,siccome non c'erano altri problemi cui pensare,tipo la NADEF,gli sbarchi dei migranti,i prezzi e lo spread che risalgono,la Premier Meloni ha pensato bene di farci conoscere la sua opinione anche su questo spot."Leggo che questo spot avrebbe generato diverse polemiche e contestazioni.Io lo trovo molto bello e toccante",ha scritto su Facebook.E Salvini a supporto:"E' un messaggio di amore e famiglia"(che poi Salvini sia divorziato,vabbè,che vuoi che sia?)
Con le parole "bello e toccante" la premier porta nel dibattito politico un tema che già aveva suscitato tante polemiche,quello cioé,del modello di famiglia(e quindi di società)che questo governo immagina per l'Italia.Basti pensare alla gestazione per altri (gpa) che il governo vuole perseguire come "reato universale",allo stesso modo,cioè,dei reati di pedofilia e genocidio.Oppure al divieto di trascrizione in comune dei figli di coppie omogenitoriali.Tutte tipiche connotazioni da Stato etico.
Insomma la destra di governo si é "appropriata" della pubblicità Esselunga come ennesimo spot sovranista e tradizionalista,anche con un attacco a ben vedere al divorzio,dopo oltre mezzo secolo dal referendum che confermò la legge che lo aveva introdotto in Italia,nota anche come "legge Fortuna-Baslini ".
Siamo dunque in un campo sostanzialmente ideologico.Ora il termine "famiglia" individua un organismo sociale cambiato innumerevoli volte nel corso non solo dei secoli,ma dei decenni. Parlare di "naturale" o "tradizionale" è una stupidaggine:una volta rinchiudere in casa una donna a sfornare figli e a servire il marito era ritenuto "naturale".Ma, per fortuna la Storia non si può fermare,nonostante i tanti reazionari che abitano il nostro presente(e palazzo Chigi) .
Questo spot,in realtà,rappresenta uno stereotipo di famiglia,una concezione precostituita che non tiene conto dei singoli casi,frutto di un processo di generalizzazione e semplificazione del problema.E che non tiene conto di come il modello di famiglia si sia trasformato in questi veloci e fluidi tempi nostri.Questo spot ricalca i peggiori luoghi comuni sulla separazione come momento necessariamente drammatico,soprattutto per i bambini.Esso sembra infatti rivolgersi alle famiglie unite e felici,facendo nutrire un sentimento di pietà per i bambini figli di coppie divise che pagano il prezzo più alto nella separazione dei genitori,sollecitando nel subconscio l'equazione famiglia unita = famiglia felice e famiglia disunita = famiglia infelice.
La tossicità di questa narrazione sta nel considerare necessariamente drammatica una separazione che invece molto spesso rappresenta una liberazione dalle tensioni coniugali che (quelle sì!)si ripercuotono sulla serenità dei figli.Una famiglia "separata" può essere più felice di una irrimediabilmente, violentemente "unita".Eppure il film "Kramer contro Kramer" qualcosa avrebbe pure dovuto insegnare qualcosa.
La Chiesa e la destra sostengono invece un’idea di famiglia "normale" a tutti i costi:meglio due genitori(rigorosamente maschio e femmina,ovviamente)che stiano insieme a oltranza, anche urlandosi in faccia ogni giorno e anche con la moglie riempita di botte,piuttosto che una famiglia legata al concetto di libertà:libertà di espressione,libertà sessuale,libertà nel vivere i rapporti anche tra uomo e uomo e donna e donna.
Perché poi ci sono le statistiche:una donna uccisa ogni tre giorni in ambito familiare.E chissà quante,tra quelle vittime,avrebbero voluto separarsi anche per il bene dei figli.
La verità vera che lo spot non racconta é invece un'altra:la famiglia non è dove ci sono i legami di sangue,ma dove c’è l’amore.Ogni altra definizione è solo becero ciarpame bigotto.
L’importante non è il nome che si dà ad un legame,sia esso tra sessi diversi o uguali,ma é il continuare a prendersi cura l’una/o dell’altro/a:questa è la sola "normalità" che conta.
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