Ancora su Caivano,perché é orrendo quello che é successo in quella cittadina del napoletano,con la violenza fatta a quelle due bambine.Ancora su Caivano perché ancora tante,troppe sono le Caivano di tutte le parti d'Italia,diretta conseguenza di un degrado politico,civile e culturale di un Paese intero.
Può sembrare che non ci sia alcuna relazione,invece ogni cosa si tiene e si lega.Così la prossima legge di bilancio che il governo sta per varare é strettamente correlata con la ripugnante violenza sulle due bambine e l’episodio di Caivano e delle tante Caivano d’Italia rivela tutta l’inconsistenza e la fallacia della politica e delle false promesse sventolate in campagna elettorale appena un anno fa.
La successione negli anni di bilanci pubblici dalla vista corta, privi di grandi visioni,focalizzati su "favori" clientelari per determinate categorie e corporazioni,come i tassisti o i balneari,ad opera di mediocri politicanti senza senso dello Stato,ha determinato il declino economico,sociale e culturale del Paese e il sorgere di tante Caivano,al Sud come al Nord,nelle quali è difficile per bambine,bambini e adolescenti vivere la vita,apprendere e istruirsi,crescere in condizioni sociosanitarie dignitose e sane.
Il degrado è frutto dell’indifferenza politica nei confronti dei beni comuni.E' frutto,cioé,del disinteresse per i servizi primari per una popolazione:scuola,sanità,trasporti,riqualificazione delle periferie e del territorio.Ognuno di questi settori é peggiorato anno dopo anno,nell'incuria di un potere dedito solo alla propria autoconservazione.
La politica risponde alle domande della popolazione.In un Paese in costante,progressivo invecchiamento,con un significativo decremento delle nascite,sono proprio le generazioni mature e anziane,quelle che hanno perso di vista il quadro generale e chiesto sempre più vantaggi per sé e per le proprie categorie di appartenenza senza domandarsi se il loro stato creasse l'aumento di ricchezza che esse reclamavano.Solo così si spiega quell'egoismo sociale che pensa solo ad arricchimenti immediati e personali trascurando l'arricchimento generazionale e collettivo fatto di investimenti in istruzione,formazione,cultura e salute.
È così cresciuto a dismisura il debito pubblico,senza che aumentasse corrispondentemente il capitale sociale ed umano del Paese.Così i nostri consumi sono finanziati a debito, un debito tranquillamente lasciato in eredità alle generazioni giovani e future.Questa interazione negativa tra richieste immediate dei cittadini e propensione di una classe politica mediocre e irresponsabile a soddisfarle per questioni meramente elettoralistiche,offre con chiarezza l'attuale realtà di una politica priva di visione,senza lungimiranza ed equità tra generazioni.
È questo l’allarme che proviene dalle tante Caivano d'Italia.Sia il governo,sia l’opposizione devono convergere su alcuni principi generali che da subito consentano di mettere al primo posto proprio quei beni comuni per tanto tempo trascurati.Il primo posto spetta all’istruzione,a partire dagli asili nido e dalle scuole dell’infanzia,in modo che anche i ragazzi che vivono in zone degradate,ci vadano volentieri.E proprio nelle scuole deve avvenire la prima integrazione,interetnica e culturale,tra i piccoli alunni con i loro coetanei figli di immigrati.Tra le altre priorità e sullo stesso piano dell’istruzione va collocata la sanità.Dopo un'esperienza così drammatica come la pandemia che ha visto del tutto impreparato il nostro Sistema Sanitario,occorre pensare a diversi modelli di sanità pubblica,adeguati alle esigenze di una società cambiata e di una popolazione rapidamente invecchiata.
C'è poi il lavoro,che deve essere la fonte di reddito per assicurare a tutti e ad ognuno una dignità personale e un benessere sociale.E ci deve essere un lavoro sicuro che tuteli l'individuo in ogni luogo ed in ogni momento,in modo che non si abbiano a ripetere le tante,le troppe tragedie sul lavoro che fanno del nostro Paese la nazione con più alto numero di morti sul lavoro.
I cambiamenti climatici,checché ne pensino i negazionisti di casa nostra,richiedono un riassetto ed una riqualificazione del territorio,ovunque bisognoso di interventi di sistemazione e riqualificazione urbana.
Di questo il Paese ha bisogno,non di velenose polemiche,non di demagogie e sguaiati proclami elettoralistici che magari fanno guadagnare uno zerovirgola in più nei sondaggi elettorali,ma che neppure scalfiscono i gravi problemi accumulati negli ultimi decenni.Non c'é certo bisogno di una legge di bilancio che soddisfi egoistici interessi che dissipi le poche risorse a disposizione.E chissà se oggi,un'altra gobettiana "Rivoluzione liberale" fatta di vero amore e passione per l'Italia,questa volta potrebbe bastare.
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