22 giugno 2023

LA PANCHINA DI FREDRICK






C'é stata la storia di di quei 600 migranti,600 poveracci che non ce l'hanno fatta,morendo affogati nelle acque del Mar Egeo.E ci sono poi storie di altri migranti che ce la fanno a salvarsi dalle acque del Mediterraneo,per i quali,una volta a terra,comincia il "dopo",comincia tutta un'altra vita in un Paese nuovo,tra gente sconosciuta.
Era questa la storia di Fredrick,ad esempio.Fredrick era ghanese,aveva fatto quasi 3000 km fino alla Libia,e lì era stato "normalmente" rinchiuso nei lager di "accoglienza" e derubato e spogliato di tutto.Aveva poi preso la solita carretta del mare,effettuando una pericolosa traversata del Mediterraneo.Tutto questo calvario infinito nella speranza di una nuova vita,per fuggire dagli orrori e dalla miseria della sua terra.
In Italia Friederick era già da qualche anno.Sembrava felice,forse già solo per essere sopravvissuto alle acque del Mediterraneo.

Viveva a Pomigliano d'Arco,un grosso centro del napoletano,e aveva anche preso la licenza media e lì lavorava:si svegliava alle cinque del mattino e caricava frutta al mercato.Lavoro duro,ma lui era sempre contento e ben voluto da tutti.
Ultimamente,però,era caduto nella rete del disagio,non stava bene e beveva.Fredrikin,così,aveva cominciato una vita da clochard.Un clochard,un mendicante,un senzatetto dalla pelle nera.Aveva fatto di una panchina di pietra(la chiamavano ormai la "panchina di Fredrikin")di fronte a un supermercato il suo giaciglio di fortuna,sotto un albero che lo riparava dal sole.Qui passava le sue giornate,aiutando i clienti del supermarket a portare la spesa in cambio di qualche spicciolo.La città lo aveva adottato,perché era una persona mite,conosciuta per la sua gentilezza e affabilità.

Volevano tutti bene a Fredrikin.O quasi tutti.Perché qualche notte fa due giovani si sono avvicinati alla sua panchina,lo hanno svegliato e,senza un motivo,hanno cominciato a prenderlo a botte.Tante botte.Violente.Selvagge.Pugni e calci a non finire;e ridevano e riprendevano tutto col telefonino,mentre lo massacravano di botte.Fredrick é morto qualche ora dopo in ospedale.Chissà perché lo hanno fatto quei due bastardi.Forse  chissà,per una scommessa o uno scherzo o solo per divertirsi.Perché i poveri,gli ultimi,i fragili spesso servono per ridere ed é facile perché non possono difendersi.

Fredrikin era venuto in Italia per fuggire dalla fame e dalla guerra.Era un uomo solo,povero,lontano dalla sua terra,dalla sua gente.I due ragazzi avevano il problema di come poter trascorrere una serata di divertimento;Fredrikin aveva il problema di dover affrontare la  fatica e la durezza della vita.

Ma per quei 2 ragazzi in fondo che differenza fa?La vita,la morte,é tutto come in un videogame,dove manca il tasto “play again”,che permette di resuscitare i morti e ricominciare il "gioco".

La morte di Fredkrin avviene solo qualche giorno dopo la tragedia dell'Egeo con quei morti che l'Europa porta sulla coscienza per non averli soccorsi.Quei morti erano persone che,come Fredkrin,scappavano da fame,guerre e carestie.Quei 600 migranti sono morti senza l'aiuto dell'Europa,negli stessi giorni in cui quattro nazioni mettevano a disposizione qualsiasi mezzo per salvare quattro miliardari,che hanno “giocato” in fondo al mare per andare a visitare i resti del Titanic con un lussuoso sommergibile.

Per gli immigrati nessuno mette a disposizione niente.Non l’Europa dove si alzano muri e grida razziste.Non l'Italia,di certo,con un governo di destra sovranista,nel quale c'é gente che dovrebbe vergognarsi per aver contribuito alla narrazione di un odio cieco contro i migranti che passa anche attraverso parole come:"sostituzione etnica".

Una mano pietosa ha lasciato sulla "panchina di Fredkrin" un cartello con su scritto:"Un innocente ucciso da una società che sta fallendo".Sì,è vero.La morte di  Fredkrin é anche il segnale di questa nostra società decadente e degradata.Non ci accorgiamo nemmeno più dei tanti,dei troppi atti di violenza biechi,vergognosi,devastanti che ci sono ogni giorno in Italia.Tutti senza un motivo,senza un perché.O forse sì.Il motivo c'é.Questa società,così come l'abbiamo costruita,a nostra immagine e somiglianza,non si pone più alcun perché,non si pone più domande sul proprio essere,non ha più motivazioni esistenziali,valori e principi fondanti.Conta l'apparire e non l'essere.E' questo il tempo dei "like".Sono i “mi piace” i nuovi valori,sono il numero di visualizzazioni a far credere a questa "generazione digitale",di poter fare qualsiasi cosa,pur di essere notati.

Non ci sentiamo invece in obbligo di dare dignità di uomo a un immigrato,un povero,un  senzatetto.Non ci sentiamo in obbligo di  inginocchiarci presso quelle panchine per capire,per "sentire" il dolore del mondo.Sappiamo solo piegarci ai potenti di turno,per ricevere favori e qualche ritorno personale.

Frederick è morto su quella panchina,sotto i nostri occhi e per colpa dei "like".E noi non siamo stati capaci di difenderlo.Adesso noi che viviamo nella parte fortunata del mondo dovremmo avere almeno la decenza di chiederci che cosa possiamo fare.Continueremo a far finta di non vedere cosa accade sulle tante panchine italiane o siamo ancora in tempo per dare un nuovo senso e altri valori alla nostra vita ?

Nessun commento: