28 giugno 2023

LA VITA MENO DI UN LIKE





Ha destato enorme scalpore nella pubblica opinione la vicenda dell'incidente a Casal Palocco a Roma.Un Suv,guidato dal gruppo di youtuber The Borderline,si è schiantato contro una Smart su cui viaggiavano una mamma e i due figli.Manuel,uno dei due bambini di soli 5 anni,ha perso la vita.I ragazzi sul SUV stavano partecipando ad una sfida sui social:stare 50 ore in auto senza mai scendere,alternandosi alla guida.Una ‘challenge’(una "sfida")effettuata per raccogliere più clic dai loro follower e riuscire a ‘monetizzare’ le loro performance,ottenendo visibilità e di conseguenza dei guadagni.

E' questo il tempo che stiamo vivendo.Un tempo di vuoto esistenziale,nel quale non parliamo più con gli altri,chiusi nelle nostre vite virtuali sempre col capo chino sui cellulari.

La morte di quel bambino pone molte domande.E se fosse venuto il tempo di ritrovare le parole per ricostruire rapporti reali con gli altri?Se alzassimo la testa dal cellulare per guardare dentro di noi?Nel video postato dai ragazzi prima dell’incidente in cui é morto Manuel,c'é tutta l'evidenza di cervelli mandati al macero con una serie di banalità e volgarità. 

Oramai i social ci hanno trasformato in merce.Si mostrano i corpi,i posti dove andiamo,ciò che mangiamo e indossiamo.E non pensiamo che così consegniamo le nostre vite  agli oscuri archivi del web,dove esse saranno analizzate ed esaminate per influire in maniera più o meno subdola sulle nostre scelte.E non soltanto sulle scelte commerciali per l'acquisto di un prodotto.La cosa più preoccupante é che i "big data" cercano ogni giorno di direzionare anche le nostre idee.

Oggi i ragazzi non cercano più il mondo reale fuori del mondo dei social,nelle relazioni umane,nei viaggi,nella scoperta dell’amicizia e dell'amore,nella natura.Il loro mondo finisce lì:nel conteggio dei follower.E' questa la misura della loro autostima:il giudizio degli altri su di te.Per i più spregiudicati,poi,i follower sono fonte di guadagno facile.Come é successo nella vicenda che ha causato la morte del piccolo Manuel.Esporre il proprio corpo o produrre delle performance oltre i confini conosciuti per acchiappare quanti più "like",e con i like le offerte di diventare testimonial,influencer e fare soldi.

Sul web tutto è gratis,o almeno così ci sembra.In realtà il prezzo che paghiamo siamo noi stessi.Il web appare come il regno sconfinato della libertà ed invece é proprio lungo le strade di internet che cediamo le nostre libertà e ci assoggettiamo al controllo di ogni aspetto della nostra esistenza.

Ci siamo piegati alla negazione delle competenze(lo scrittore americano Tom Nichols ne parla nel suo libro:"La conoscenza e i suoi nemici.L'era dell'incompetenza").Accettiamo la violenza del linguaggio(del resto usata anche da esponenti di governo che non a caso fanno molto uso dei social,come Meloni e Salvini).Ci siamo piegati alla dittatura delle minoranze,anche solo virtuali,come questo fantomatico "popolo della rete" che quasi vorrebbe imporre mode di fare e pensare.Nel frattempo abbiamo rimosso i valori,sostituendoli col culto e l'idolatria per se stessi.

Certo,con l'avvento di internet e dell'Intelligenza Artificiale la nostra vita si é fatta più facile(diffusione della conoscenza,abbattimento dei confini e dello spazio,relazioni commerciali e industriali più veloci).Ma sono gli stessi inventori dell’intelligenza artificiale a mettere in guardia sui pericoli che essa può avere sulla democrazia,la privacy e la diminuzione dell'occupazione in molti settori.

La scienza deve essere libera di cercare sempre nuove conoscenze,e la democrazia libera di regolare i rapporti sociali ed economici tutelando l'individuo evitando abusi o distorsioni.Ci sono infatti momenti in cui la democrazia deve "regolare" la scienza.Si pensi,ad esempio,al ciclista investito e ucciso negli Stati Uniti da una delle auto senza conducente di Uber.Il sistema di guida della vettura non era riuscito a classificare correttamente come “persona in bicicletta” la vittima:probabilmente aveva "scambiato" quell'ostacolo per un qualcosa di "innocuo" e quindi consapevolmente travolta.Un errore di programmazione dunque,che avrebbe potuto essere evitato con facilità.Ma chi verifica l’effettiva sicurezza dei sistemi di guida autonoma?Chi si deve prendere la responsabilità di dare la patente ai robot?Ecco perché viene fuori la necessità di regolare la materia.

Ma nel caso del piccolo Manuel c'é un qualcosa che ci dice che abbiamo già superato il limite.È la legge dei follower che sceglie,anche se non ce ne accorgiamo.La vita di Manuel è stata considerata meno importante di un like.

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