08 settembre 2012

L'OBBLIGO DI PARLARE

 
Il Canada ha chiuso la propria ambasciata a Teheran e ha espulso tutti i diplomatici iraniani che ancora sono sul suo suolo nazionale.Una decisione che segna una cesura netta nei rapporti diplomatici tra Occidente e Iran.Lo ha annunciato il ministro degli Esteri canadese, John Baird attraverso un comunicato scritto."Il regime iraniano ha fornito un aiuto militare crescente al regime di Bashar el Assad e si rifiuta di rispettare le risoluzioni delle Nazioni Unite riguardanti il suo programma nucleare.Inoltre Teheran «minaccia con dichiarazioni continue l'esistenza di Israele e sostiene tesi antisemite e razziste, incitando anche al genocidio".
Il Canada,dunque,è stato il primo (e unico) Paese al mondo che abbia avuto il coraggio e la decisione di prendere questa posizione forte.Tutti gli "altri" Paesi invece no.Tutti gli "altri" Paesi "ascoltano" soltanto.Ascoltano,in  silenzio e con pavidità,senza batter ciglio,senza reagire,le parole di   Ahmedinajad,le sue  tesi "negazioniste" dell'Olocausto,la sua dichiarata volontà di "cancellare Israele dalla faccia della Terra".Tutti gli "altri" Paesi,diversamente dal Canada,invece no.Tutti gli "altri" stanno a guardare il massacro della popolazione civile e dei bambini siriani che compie il regime di Assad,grande alleato di Teheran.Ma il Canada no.Il Canada si schiera.Senza timori,senza esitazioni.Ben sapendo i rischi di attentati terroristici che correrà da questo momento in poi in tutto il mondo.E mentre tutti gli altri Paesi continuano a riunire "summit",votare inutili ed ipocrite mozioni in quella insignificante e vergognosa macchina burocratica che sono diventate le Nazioni Unite,il Canada parla,il Canada agisce,il Canada dice da che parte sta.Certo.Non è che questa iniziativa comporterà chissà quali effetti pratici,concreti,efficaci.Ma il Canada,con questo atto, ha (ri)dato valore e significato alle parole libertà e democrazia.Ha dimostrato,non solo a parole,chi è a favore del rispetto della democrazia e dei fondamentali diritti di libertà dei popoli israeliano,iraniano e siriano.
Gli altri,tutti gli altri Paesi,dalla Cina alla Russia e perfino agli stessi USA stanno a guardare.Ad esprimere la propria  "condanna",la propria "disapprovazione" sui fatti della Siria.Punto e basta.Perchè per loro più che la vita dei bambini siriani,più che la difesa dei diritti di un popolo,contano gli interessi commerciali nella zona.E contano le grandi strategie geopolitiche nella zona.Ed anche Francia e la Gran Bretagna rimangono in silenzio,al contrario di quanto avvenne per la Libia,quando un'incredibile schieramento di uomini e mezzi furono così pronti ad intervenire in quel Paese.Per difendere "la libertà del popolo libico",si disse allora.Per accapararsi commesse commerciali,contratti industriali,in realtà,altro che diritti del popolo libico.Per non parlare dei paci-finti di casa nostra,di quei coraggiosi paladini della libertà che,lontani dale bombe di Hamas ed Hezbollah,bruciano in ogni angolo d'Italia,la bandiera d'Israele,boicottano i negozi ebraici,come avveniva al sorgere del regime nazista.
Scriveva Oriana Fallaci:"Vi sono momenti nella vita in cui tacere diventa una colpa e parlare diventa un obbligo.Un dovere civile,una sfida morale,un imperativo categorico al quale non ci si può sottrarre".
Che volete.Nella mia pochezza,per quel poco che può valere,io sto con Oriana,io sto con il Canada.  

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