30 anni da quel 30 aprile 1993."Tangentopoli"(il nome giornalistico dato alle inchieste giudiziarie sui finanziamenti illeciti ai partiti politici)era cominciata l'anno prima con l'arresto di Mario Chiesa,Presidente del "Pio Albergo Trivulzio".Una data storica per la politica italiana,ma non solo.Storica e anche riassuntiva per raccontare quello che é stata(ed é)la magistratura e la giustizia italiana e di come essa é stata(ed é)amministrata.Ma una data storica anche perché racconta il modo di essere di un popolo,quello italiano,sempre sollecito al "servo encomio e al codardo oltraggio",a dirla con Manzoni,e dei media,prima proni e servi della politica potente,poi della magistratura che devasta vite.
Tante volte,in questi 30 anni,abbiamo visto le immagini di Bettino Craxi bersagliato dalle monetine all'uscita dall'Hotel Raphaël, sua residenza a Roma,quel 30 aprile 1993.Quel giorno una folla inferocita si ritrovò davanti l'albergo per protestare contro la decisione,presa dal Parlamento di negare l'autorizzazione a procedere contro Bettino Craxi.
Quello stesso Craxi che aveva pronunciato a Montecitorio un aspro discorso sulla portata storica del finanziamento illecito alle forze politiche e della responsabilità di ognuna di esse.
Craxi,quella sera del 30 apile,poteva uscire(così come gli era stato consigliato)da una porta secondaria dell'albergo per evitare la folla inferocita,ma lui si rifiutò e uscì a testa alta,dalla porta principale,già sicuro di incappare nella contestazione.Si prese una pioggia di monetine scagliata da militanti del Pds,da ex missini e da passanti inferociti,catturati dall'odore bestiale del linciaggio.Quegli stessi passanti che,magari,fino al giorno prima,erano andati strisciando dal leader socialista a piatire prebende e favori.
C'é un prima e un dopo il 30 aprile 1993.I partiti, indubbiamente, si erano abbandonati al malcostume,approfittando del finanziamento illecito e della cosa pubblica.Ma era inutile fare gli struzzi e fingere di non sapere.Questo disse Craxi in quel suo discorso in Parlamento.Tutti sapevano,perché tutti i partiti vi avevano fatto ricorso a quei finanziamenti,con modalità diverse.La DC e il PCI ricevevano "risorse" dall'estero,come diretta conseguenza della Guerra fredda combattuta anche in Italia da Stati Uniti e Unione sovietica.
Dalle vicenda di Mario Chiesa fu un crescendo di giustizialismo che montava grazie a una alleanza di fatto tra magistratura,media(divenuti uffici-stampa e portavoce delle Procure)e la sinistra "miracolata" dalla magistratura milanese.I giudici occuparono il proscenio e misero in discussione la nozione stessa di diritto,riducendo le garanzie dell'imputato con un abuso della carcerazione preventiva che portò anche a suicidi in carcere,come Sergio Moroni e Gabriele Cagliari.I media si occuparono di assecondare i pregiudizi dei propri lettori,e se dimenticarono che lo Stato di diritto é altra cosa,beh,poco importa,tanto la gente era quello che voleva sentirsi raccontare.
La sinistra post comunista era tranquilla perché su di essa il Pool di Mani Pulite mai indagò,anche se era stato forte il flusso di denaro da Mosca.Berlinguer aveva agitato la questione morale e la c.d. "diversità" del PCI.E i suoi successori post-comunisti ne fecero il centro della loro nuova identità,visto che dopo il Muro di Berlino il socialismo reale non aveva nessuna credibilità.
Quel 30 aprile rimarrà come uno dei giorni più vergognosi dell'intera storia repubblicana.Fu tutto un osceno susseguirsi di dichiarazioni sanguinarie,con la bava alla bocca,di moralismi esasperati,di opportunismo svergognato.Un turpe,immondo giustizialismo che trovò il suo sfogo nel tiro alla monetina a Bettino Craxi.
Ma c'è anche un dopo 30 aprile 1993 e che giunge fino ai giorni nostri. La gogna in piazza,il popolo che emette sentenze con le monetine,i movimenti che entrano in Parlamento(la Lega con il cappio,la Rete e anni dopo i Stelle55)sono tratti di un'Italia in preda alla demagogia e alla tensione:non solo per Mani pulite,ma anche per tutto quel filone forcarolo giudiziario-mediatico nato con i processi di Mafia che strumentalizzarono le morte di Falcone e Borsellino.
In fondo l'Italia del dopo 30 aprile 1993 è l'Italia di oggi,che da allora ha fatto piazza pulita di partiti,istituzioni,reputazioni,rispetto del diritto.Ciò che è venuto dopo non è stata più politica:solo la pan-penalizzazione e il giustizialismo ampliato e moltiplicato sul web e sui social.L'imbestialimento del vivere quotidiano.Il neopopulismo,mascherato sotto il nome ipocrita di "società civile",il restringimento delle libertà costituzionali.Tutto ancora sotto la spinta feroce di una magistratura obnubilata nel suo delirio di onnipotenza.
Sì,é ancora questa l'Italia del dopo 30 aprile 1993.Ma nel frattempo il debito pubblico è triplicato,la pandemia e la guerra hanno fatto precipitare il ceto medio in povertà,e le aziende delocalizzano o chiudono.La classe politica è drasticamente peggiorata e l'Italia è l'unico Paese a non avere più un partito liberale,socialista o democratico-cristiano.E se ne vedono le conseguenze.Se il 30 aprile 1993 è stato un giorno di rivoluzione,allora meglio farne a meno di rivoluzioni come queste.