15 aprile 2023

IL DOMINIO DELL'UOMO






La vicenda del runner trentino morto a causa di un attacco da parte di un orso,ha molto colpito l'opinione pubblica che subito si é divisa in due:uccidere l’orso cattivo,risparmiare il povero animale.Succede sempre così,in un Paese manicheo come il nostro dove non ci sono mai mezze misure,ma sempre e solo due parti e due colori,o bianco o nero,senza sfumature.Ne è nata addirittura una spaccatura ideologica,perché poi è molto più facile fare i guelfi o ghibellini che ragionare sui problemi,anche se complicati.Problemi,per esempio, che riguardano la presenza e il ruolo dell’uomo in un ecosistema,oltretutto così alterato proprio per mano e per colpa dell'uomo.Oppure ragionare sul diritto dell'uomo a difendersi che a volte,però,sconfina nella prevaricazione.
E' superfluo dire che ben si comprende e si condivide la pena,lo strazio,il dolore  di chi ha perso una persona cara(peraltro gli stessi familiari del giovane runner hanno fatto sapere che non vogliono che l'orso sia ucciso)ma il problema é più ampio e più vasto e concerne la convivenza tra noi umani e i grandi animali carnivori,in particolare l’orso e il lupo.E questo rapporto presuppone risposte a inevitabili domande che sono poi anche domande esistenziali come quella del ruolo nel mondo e nella natura  dell'Uomo in quanto "homo sapiens".Il "Sapiens",cioé l'essere umano moderno.Proprio su questa tematica lo storico e saggista israeliano Yuval Noah Harari ha scritto un libro:"Sapiens.Da animali a dèi",nel quale viene raccontato ciò che l'uomo é e come lo é diventato,attraverso un'analisi biologica,politica,economica e filosofica.Nel libro,tra l'altro,così scrive Harari:

"Siamo passati dalle canoe(....)alle navette spaziali,ma nessuno sa dove stiamo andando.Siamo più potenti di quanto siamo mai stati,ma non sappiamo che cosa fare con tutto questo potere. Peggio di tutto,gli umani sembrano più irresponsabili che mai".

L'Homo Sapiens,cioé l'Uomo moderno,si illude dunque di essere superiore,ha la presunzione,forse,come dice Harari,di essere diventato davvero un Dio e di poter fare a meno di tutti gli altri esseri viventi,regolandone tipo,numero,carattere e stile di vita.Ma questo é solo un pregiudizio basato sulla propria autoreferenzialità e arroganza,che é pari solo alla sua ignoranza del mondo naturale.Perché le domande sono proprio queste.Possiamo poi dirci davvero unici padroni del mondo e della natura?Davvero riteniamo di poter fare a meno del mondo animale e naturale che ci circonda?
Quello dell'uomo sulla natura é un continuo intervento antropico,per trasformarla e adattarla  ai propri interessi,spesso con effetti ecologicamente nefasti.Ed anche con gli animali crediamo che eliminandoli o sottomettendoli al nostro volere, possiamo restare gli unici padroni del nostro habitat.Alterare e distruggere la natura,eliminare gli animali,"colpevoli" solo di vivere nel loro habitat,che noi uomini andiamo a violare di continuo con le nostre devastanti deturpazioni ambientali.E' questo che l'Uomo fa,tutti i giorni.

La risposta a questi interrogativi DEVE essere NO.L'Uomo non può e non deve sentirsi padrone del mondo,quasi sentendosi un dio e volendo competere con Dio.
La superbia e il delirio di onnipotenza dell’uomo gli fa credere di poter fare ciò che vuole con l’ambiente che lo circonda,inquinando aria e acqua,bruciando boschi,edificando su fiumi e litorali e ai piedi dei vulcani,sterminando intere specie animali accecato dallo scintillio del dio danaro.
L'uomo,però,non si accorge che così facendo la specie umana non potrà sopravvivere a lungo senza che la natura prima o poi reclami in maniera brutale il suo spazio.Anzi,essa lo sta già facendo e i cambiamenti climatici(siccità,desertificazione del pianeta)ne sono solo l’esempio più lampante.
Se dunque l'uomo ucciderà l’orso che ha ucciso il runner,tutto avrà solo il senso di un'ottusa vendetta con la presunzione dell'uomo stesso di sentirsi Supremo Giudice che decide cosa sia bene e cosa sia male fare,in quanto unico padrone della Terra.

In questi giorni alcuni giornali,nel commentare i fatti del Trentino,hanno richiamato le parole del grande scrittore Dino Buzzati di oltre 70 anni fa:



(...)quanto più si estende sulla terra vergine il dominio dell’uomo,tanto più diminuiscono le sue possibilità di salvezza,e a un certo punto egli si troverà prigioniero di se stesso,gli verrà meno il respiro e per un angolo di autentico bosco sarà disposto a dar via tutte le sue diaboliche città".

Ecco,sarebbe bene che l'Uomo,nella sua immensa presunzione(e stupidità)riflettesse sulle parole di Buzzati.

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