Il 20 novembre sono cominciati in Qatar i Campionati Mondiali di calcio 2022.Per la prima volta essi si svolgono in un Paese arabo e per la prima volta tra novembre e dicembre.Ma già prima di cominciare questa edizione dei Mondiali ha dato luogo ad innumerevoli polemiche e discussioni.Un’edizione in cui lo sport passa quasi in secondo piano,visto che questo Paese è accusato da più parti di non garantire diritti umani a migranti,omosessuali,transgender e alle donne.Secondo informazioni diffuse da Amnesty International e Human Rights Watch,la donna in Qatar è sottoposta a un regime sistemico e maschilista che ne preclude l’autonomia personale e lavorativa.Anche se in Qatar non esiste una specifica legge che ne limita i diritti,le donne sono sottoposte a un sistema strutturale di pratiche che le richiudono sotto una "tutela" maschile:quasi tutte le scelte di vita devono essere approvate dalla figura maschile della famiglia.Tutte queste oppressioni e restrizioni delle libertà e dei diritti individuali e collettive erano note già da prima che i Mondiali venissero assegnati al Qatar.Si poteva perciò dire "NO" ai Mondiali al Qatar.12 anni per dire "NO".Tanti sono infatti gli anni passati da quel folle 2010 in cui i plenipotenziari del calcio,in accordo con i potenti della Terra decidesero di assegnare i Mondiali di calcio a Doha.Adesso,12 anni dopo,sono in tanti che,più o meno ipocritamente,si stracciano le vesti e chiedono il boicottaggio di quei Mondiali,dalla Norvegia alla Germania.Perfino qui da noi in Italia,c'è stata qualche sparuta voce di protesta.Quella di Fiorello,per esempio,che ha criticato la Rai per aver speso 200 milioni per un Mondiale in un Paese dove si calpestano i diritti umani".Oppure quella del "Fatto Quotidiano",che,come il giornale tedesco "Die Zeit",ha deciso di non pubblicare una sola riga dedicata all'evento calcistico dell'anno.
Ma intanto il Qatar ha avuto il Mondiale.Come ha fatto per averlo?Semplice,con il mezzo più forte e potente di sempre:"Money".Nient'altro che tantissimo "money",mettendo cioè in tasca alla corruttibilissima cricca di potere politico-calcistica di Fifa e Uefa paccate di milioni di petrodollari,prelevati dall'infinito tesoro della famiglia Al-Thani,l'emiro del Qatar.E siccome la fame vien mangiando,Gianni Infantino,Presidente della Fifa,non ancora sazio di un Mondiale con 32 nazionali in gara in Qatar sta già organizzando un Mondiale a 48 squadre per la prossima edizione del 2026 che si disputerà nel triangolo Usa-Canada-Messico.Ecco cosa oggi i vertici mondiali calcistici.Una banda affamata di potere e danaro che governa il calcio in modo cinico e spietato e sai che gliene sbatte a questa gente delle violazioni dei diritti umani che avvengono in Qatar.Hanno voglia i poveri militanti di Amnesty International a denunciare che il Qatar non ha alcun rispetto dei diritti umani,che è sospettato di finanziare i guerriglieri dell’Isis e che ha violato ogni norma di sicurezza sul lavoro,causando tantissime "morti bianche" tra i lavoratori impegnati nei cantieri degli stadi del Mondiale,vittime di sfruttamento estremo,turni di lavoro massacranti e divieto di riposi.Sono più di 6.500 le vittime nei cantieri dei Mondiali,censite dal giornale britannico Guardian in un’inchiesta del Febbraio 2021.Ma tanto in Qatar la vita e la dignità dei lavoratori conta meno che zero.Agli emiri interessava che i lavori fossero fatti in fretta per affermare il dominio planetario dello showbusiness per allestire il quale hanno costruito un circo pallonaro da 300 miliardi di dollari.
Ma tutto si dimentica in fretta.Così,adesso che i Mondiali sono cominciati,il popolo degli indignati si è già tramutato nel festante popolo degli stadi.Come già accaduto,del resto,in altri posti e in altri tempi.I tanti milioni di tifosi di calcio di tutta la terra faranno quello che già si è fatto quando si è accesa la torcia olimpica di Pechino 2006,quando anche lì si denunciava il regime in Cina,le repressioni delle libertà e delle minoranze,ma poi gli affari anzitutto perchè lo "show must go on",come raccomandava il Comitato Olimpico Mondiale.Lo stesso accadde al Mundial del ’78 in Argentina,quando i carnefici del generale Videla torturavano i giovani argentini in carcere e poi li facevano sparire per sempre gettandoli in mare.Ed anche lì dopo un pò di indignazione passeggera,tutti allo stadio o davanti alle tv a tifare.
In Qatar,almeno,si è "sentito" il silenzio dei calciatori iraniani che,prima della partita con l'Inghilterra,non hanno cantato l'inno nazionale del loro Paese.Con quel silenzio sono riecheggiate così le grida delle donne e dei ragazzi che da mesi,dalla morte di quella ragazza,di Masha Amini ad opera della "polizia morale" iraniana,si stanno ribellando al regime degli Ayatollah che li ammazza senza pietà mentre gridano "women,life and freedom".Quel regime assassino degli Āyatollāh che intanto fornisce droni al criminale Putin per massacrare il popolo ucraino.
Così,adesso che tutto è cominciato,chi ama il vero calcio,che non è quello degli Infantino,si sente truffato da questo Mondiale farsa,e nessuno più pensa alle morti che ci sono state e alla repressione dei diritti delle donne.Ma di tutto questo alla Fifa e ai suoi sponsor(tra gli altri Adidas,Coca-Cola,McDonalds,Visa,Hyundai-Kia,nomi di cui bisognerebbe ricordarsi quando si va fare la spesa)non frega assolutamente nulla.E cresce dentro la rabbia e la tristezza pensando che un altro Mondiale o un'altra Olimpiade sempre si disputerà in un altro stato-canaglia:basti pensare che prima del Qatar gli ultimi Mondiali si son tenuti proprio nella Russia del criminale Putin.Ma forse questo in pochi lo ricordano e Infantino potrà organizzarsi un altro Mondiale come dice lui.Grazie anche al nostro silenzio.