Sabato 22 ottobre centomila iraniani hanno sfilato a Berlino,per testimoniare la loro opposizione alla Repubblica islamica per unirsi virtualmente ai manifestanti che da sei settimane scendono nelle vie delle città iraniane contro la repressione,voluta dal regime,delle manifestazioni che si stanno svolgendo in tutto il Paese dopo il feroce assassinio della 22enne Masha Amini,massacrata di botte fino alla morte dalla c.d. "polizia morale",perché non portava il velo secondo le leggi islamiche.
Colui intorno al quale si é raccolta a Berlino la protesta contro il regime degli ayatollah iraniani é Hamed Esmaeilion importante scrittore e medico iraniano,attivista per i diritti umani nel suo Paese
Esmaeilion sembra ormai essere assunto a leader internazionale del movimento di protesta. “Noi iraniani abbiamo un sogno”, ha spiegato nel suo intervento a Berlino nel quale ha letto un suo scritto col quale esprimeva il sogno suo e di tanti iraniani per un futuro di libertà e di nuove speranze anche in quella bellissima Terra dalla cultura millenaria e per l'abbattimento della feroce e sanguinaria dittatura degli ayatollah.Ecco il testo del discorso:
"Tutti noi abbiamo dei sogni. Nei nostri sogni, nessuno viene giustiziato dopo un processo farsa di tre minuti. Nei nostri sogni, i poeti non vengono ammanettati; nessuno si azzarda a perseguitare le minoranze; nessuno si azzarda a imprigionare e uccidere dopo aver torturato un lavoratore perché ha espresso la sua opinione. Nei nostri sogni, insegnanti e registi, attivisti civili e lavoratori non sono in prigione. Nei nostri sogni, nessuno ha il coraggio di lanciare missili contro un aereo civile o di rapire un giornalista. No, nei nostri sogni, migliaia di manifestanti pacifici non sono sotto il tiro di colpi indiscriminati nelle strade. Nei nostri sogni, i bambini non vengono indottrinati a scuola con ideologie di epoche oscure. Nei nostri sogni, nessuno spara gas lacrimogeni nelle aule dove studiano le ragazze; nessuno lancia i bambini dai tetti né sbatte le loro teste contro i marciapiedi; nessuno, mai nessuno, spara loro proiettili in testa alle spalle. Nei nostri sogni, il vento della libertà soffia tra i capelli delle donne. I paesi vicini sono lasciati in pace; la Siria e il Libano non bruciano nel fuoco della guerra e della distruzione; nessuno vende armi a Putin perché uccida gli ucraini. E nei nostri sogni,le ricchezze naturali come il petrolio non sono la causa della sofferenza, ma un mezzo per la prosperità. Nei nostri sogni, essere iraniani non è un motivo di tristezza, ma un segno di orgoglio e di gioia. E no, amici miei, nel sogno di cui parlo non ci sono fiumi di sangue che scorrono per le strade. Tutti noi abbiamo dei sogni e i nostri sogni diventano realtà solo se l’Iran è libero dalle catene della Repubblica islamica. I nostri sogni prevedono il crollo di questo impero della paura, dei suoi crimini contro l’umanità e della corruzione: i pilastri che sorreggono Ali Khamenei. Mentre marciamo su queste strade, lontani dai nostri fratelli e sorelle che sono sotto assedio in Iran, guardiamo negli occhi i leader del mondo libero e diciamo loro smettete di negoziare con lo stato criminale chiamato Repubblica islamica, che non rappresenta l’Iran. Cacciate i loro ambasciatori dai vostri paesi e mostrate loro la vostra posizione in materia di giustizia e diritti umani. Smettete di collaborare con i loro agenti e chiedetene conto, proprio come come fate con i sostenitori di Putin. Confiscate le ricchezze che hanno rubato al popolo iraniano che soffre di povertà, persecuzione e oppressione. Nessuno vi chiede di interferire, o di fare una guerra. Nessuno vi chiede di sanzionare il popolo iraniano. Quello che vi chiediamo è di imporre sanzioni mirate ai leader, gli operatori e i lobbisti della Repubblica islamica. Marciamo qui oggi a nome del nostro popolo per chiedervi di stare dalla parte giusta della storia e di mandare un chiaro messaggio alla Repubblica islamica: che state finalmente credendo alle donne, alle ragazze, agli studenti, ai lavoratori, alle minoranze e ai genitori in lutto; che riconoscete la rivoluzione guidata dai coraggiosi giovani iraniani. Vi chiediamo di aprire i vostri cuori e di gettare lo sguardo verso la rivoluzione più progressista e lungimirante nella storia del medio oriente. Vi chiediamo di rispettare la volontà del popolo iraniano e la voce della società civile iraniana. Noi, il popolo iraniano, siamo le vittime del regime della Repubblica islamica e non lo dimenticheremo mai, né perdoneremo mai coloro che hanno ammansito i nostri oppressori, e hanno collaborato con loro".