Gli appelli e le sottoscrizioni di petizioni affinché Draghi rimanesse alla guida del governo erano state tante e molteplici.Associazioni di categoria,organizzazioni del commercio e dell'industria,Università,scuole,medici e ricercatori.Ed anche i sondaggi condotti tra gli italiani esprimevano la forte preferenza della stragrande maggioranza di essi per la continuazione del governo Draghi.Perché in tanti hanno apprezzato in Draghi la competenza,il credito e l'autorevolezza di cui egli gode in campo europeo e mondiale.Questa competenza e questa autorevolezza non si acquisiscono con superficiali dichiarazioni di vicinanza al popolo o addirittura con la comica supponenza di essere "avvocato del popolo",come si autorappresentava l'ex Premier Conte.L'autorevolezza di Draghi,al contrario,deriva anche dall'aver avuto il coraggio di dire la verità agli italiani sullo stato dell'economia,senza nasconderla dietro facili bugie o demagogie spicce,come invece troppe volte ha fatto il populismo italiano da Berlusconi a Salvini e Conte.E alla fine Draghi si é dimesso.
Eppure se si vuole cercare un aspetto positivo in tutta questa tragicommedia inscenata dai vari Meloni,Salvini,Conte e Berlusconi,questo sta nel fatto di aver disvelato l'esercizio diseducativo svolto dal populismo che pervade il nostro Paese da ormai tre decenni.Al momento dell'assunzione delle responsabilità,quando cioé le forze politiche avrebbero dovuto guardare realmente al bene comune,i populisti italiani si sono invece dimostrati essere solo uomini piccoli piccoli,incapaci di abbandonare gli slogan e comprendere i problemi del Paese e la gravità del momento.Altro che statisti capaci di governare il Paese.Nella vicenda della caduta del governo,Berlusconi,Meloni e Salvini si sono mossi guidati da mediocri calcoli elettoralistici,mentre Conte,nel cercare di raccattare quel che resta del Movimento 5Stelle,si é mosso con l'arroganza sprezzante di chi crede di avere ancora una significanza politica e personale,senza accorgersi,invece,di essere lo zero assoluto.
Ma le responsabilità non sono solo della classe politica.Esse coinvolgono prima di tutto i media pronti a carpire e a ingigantire ogni sciocchezza blaterata dal più infimo rappresentante di quel ciarpame politico che si é ritrovato a sedere in Parlamento.E le responsabilità sono anche delle parti sociali,sia datoriali che sindacali.Una parte sindacale ripiegata su vecchi slogan fuori dal tempo,e un ceto imprenditoriale non sempre disposto a innovare,rischiare,competere,anzi più spesso preoccupato solo di arraffare comodi sussidi statali.
Le responsabilità toccano però anche un pò tutti noi e comunque quel pezzo di società non educata all'amara constatazione che ogni scelta ha un costo e che non si può pensare che il debito pubblico possa crescere sempre e a dismisura,senza che nessuno(classi sociali o generazionali)sia mai chiamato a onorarlo.Perché,poi,nel tempo più debito pubblico significa servizi pubblici(scuole,ospedali,trasporti,etc.)inefficienti:e questo un Paese civile e industrializzato proprio non può permetterselo,come l'esperienza della pandemia insegna.
Un Paese in declino,come purtroppo l'Italia é,richiama,infatti,responsabilità collettive che trovano nell'ignoranza diffusa un ideale terreno di coltura e nel populismo/sovranismo veloci fattori di propagazione.Una società non cresce se mancano un senso di direzione e comuni valori su cui appoggiarne la crescita e se non si riconosce nell'istruzione,nella cultura e nel riconoscimento delle competenze i suoi valori fondanti.Sono più di 20 anni,infatti,che il nostro Paese è sostanzialmente fermo,in attesa di riforme che cambino non soltanto le leggi ma anche il comune "sentire" verso lo Stato ed i conseguenti comportamenti.Ecco,Draghi aveva detto queste scomode verità.Inaccettabili,ovviamente,per il populismo di Salvini e Conte.
Con un percorso obbligato,segnato da una pandemia persistente e dai problemi conseguenti alla guerra in corso in Ucraina,e cioé caro-energia,inflazione,bassi salari e precarietà della condizione giovanile e della discriminazione femminile,Draghi aveva appunto posto queste domande scomode:"Siamo/siete capaci di affrontare questi problemi"?Domanda inammissibile per politici abituati a far credere che si possa avere sviluppo senza rinunciare a niente.E Mario Draghi aveva chiesto responsabilità alle forze politiche.Figuriamoci:lo aveva chiesto a persone che ritengono di essere sempre stati responsabili,con le loro piccole verità raccolte su Wikipedia e su Google e con le loro certezze basate sul numero di "like" sui social.Come se il mondo fosse fatto di certezze e non invece dominato dalle problematicità,in un momento come questo.La risposta di questo ceto politico così mediocre é in realtà sempre la stessa:"Faremo ciò che serve agli italiani",come se poi questo ceto politico fosse pure capace di interpretare le istanze di una società complessa come é diventata quella italiana.
Ora é impossibile che la classe politica si rigeneri nel brevissimo tempo che ci separa dalle elezioni.E così ci ritroveremo con le solite facce e con nuove/vecchie promesse fatte di parole altisonanti,in realtà largamente vuote.Ed é perciò che bisognerà selezionare partiti e persone,giacché all'interno di ogni partito un certo numero di persone preparate,disinteressate,appassionate e disposte a lavorare per il bene comune,c'è ancora.Piccolo,quel numero,ma ancora c'é.Ed é allora proprio questa la grande responsabilità di quella maggioranza di italiani che avrebbero voluto che Draghi restasse al suo posto.Pensare al futuro proprio e dei propri figli,cancellando i passatismi e i parassitismi del populismo.