15 luglio 2022

LA RUSSIA NON E' PUTIN




Il sogno era rinato all'alba di quel 9 novembre 1989,all’indomani della caduta del Muro di Berlino.Fu da quel giorno che gli europei cominciarono a credere che il sogno di sempre,quello di un luminoso futuro di un solo grande popolo europeo che abitasse dalle rive dell'Atlantico fino alle catene degli Urali,potesse diventare finalmente realtà,con la Russia parte integrante dell'Europa.Fu in questo nuovo clima che cominciarono a realizzarsi quei progetti fino allora solo "in nuce":la moneta unica,l'allargamento dell’Unione a Paesi dell’ex Patto di Varsavia,il consolidamento del modello economico e sociale di "welfare" che prometteva sicurezza e prosperità per tutti.

L’euforia per quel sogno fu grande è proprio perciò,il risveglio fu più doloroso quando agli occhi apparvero altre tragiche realtà.Il conflitto nella ex Jugoslavia e poi l’11 settembre.La crisi finanziaria del 2008 e poi la bocciatura,sull’onda crescente dei populismi,del Trattato Costituzionale Europeo;la crisi economica greca,la Brexit.L’Europa,intanto,era arrivata ad essere un'Unione di 27 Stati:ma era solo una magnifica architettura ideale,cui mancavano,però,le colonne portanti della fiscalità e della difesa comuni,mentre la governance politica era condizionata da veti incrociati e da una eccessiva burocrazia,mentre i popoli erano esclusi dai concreti processi decisionali.Fu questo che fece risorgere populismi e nazionalismi contro l'Euro e l'Europa,che si scoprì debole e impreparata di fronte alle drammatiche emergenze del nuovo secolo.Soltanto la volontà e la determinazione di alcuni leader — Mario Draghi,Emmanuel Macron e Angela Merkel — riuscirono ad arginare i rischi di implosione,alimentati anche da spinte centrifughe(la Brexit)e da posizioni critiche di alcuni Paesi su temi fondamentali,quali la giustizia, l’immigrazione,il rapporto con gli Stati Uniti.

Di fronte alla nuova emergenza pandemica del 2020,l’Europa é stata capace di ritrovare coesione e una nuova consapevolezza della propria forza,dei propri valori,della propria capacità reattiva,dando concreta solidarietà sociale ed economica ai popoli con i Piani di Resilienza,su spinta decisiva di Parigi,Berlino,Roma e della Bce.Anche questa volta,però,l’euforia è durata lo spazio di un mattino. L’invasione russa dell’Ucraina sembra avere riportato indietro l’orologio della Storia.La guerra ha reciso,almeno per una generazione,i legami culturali ed economici con la Russia.Anzi,la divisione Europa e Russia é aumentata perché Finlandia e Svezia,Paesi con essa confinanti,per secoli gelosi del loro neutralismo,hanno richiesto,sull'onda di una grande richiesta popolare,l'ingresso nella Nato,perché timorose dell'aggressività di Mosca.

Oggi,però,l'Europa,dopo il forte sostegno politico e militare all'Ucraina,deve misurarsi con le conseguenze devastanti del conflitto: crisi economica ed energetica,divisioni politiche crescenti all’interno dei singoli Paesi,ricaduta sociale di nuovi flussi migratori,dipendenza energetica da Paesi poco affidabili sul piano dei diritti.Con la pandemia,oltretutto,che sembra rialzare la testa a seguito delle nuove varianti.Fino a che punto saranno sopportabili caro bollette,lampioni spenti,termosifoni più bassi e calo delle esportazioni in nome della guerra economica alla Russia?Tutti problemi,questi,che,come é facile prevedere,in autunno esploderanno con ricadute anche sociali e di ordine pubblico,ma che già oggi si riverberano sui governi.

Ed infatti in Francia si assiste alla clamorosa sconfitta di Emmanuel Macron alle legislative,ad opera di movimenti di estrema destra e di estrema sinistra i cui leader(Marine Le Pen e Jean Luc Mélenchon)sono contro la Nato e l'Europa,e non sarà un caso se alcuni di questi movimenti sono apertamente finanziati da Putin.In Gran Bretagna è caduto Boris Johnson,uno dei più forti sostenitori di Zelensky.E da ultimo anche qui in Italia l'indegno e irresponsabile "show" dei 5Stelle e di Giuseppe Conte sulla pelle degli italiani,rischia di far perdere i soldi del PNNR,proprio nel momento in cui aumentano le emergenze economiche,energetiche e sanitaria. 

Intanto la guerra continua e le stragi che giornalmente si consumano sulle popolazioni ucraine e le parole di odio di Putin,Medvedev e Kyrill verso l'Occidente e la cultura occidentale,che veramente credono di poter eliminare il decadente modello delle democrazie liberali,sostituendolo con  deliranti fantasie di una nuova Grande Madre Russia,allontanano al momento ogni possibilità di dialogo tra i due Mondi.

Ma basta volgerci al passato per capire che il futuro di Europa e Russia é tutt'altro e inevitabilmente diverso dalle speranze di Putin e dei suoi scherani.Non possiamo non ricordare,cioé,che Russia,Armenia e i Balcani sono da secoli territori coinvolti  negli scambi economici,culturali,religiosi con le altre popolazioni del continente europeo.Basti pensare al contributo,nel Settecento,di artisti e architetti italiani in città come S. Pietroburgo od Odessa;e come è grande l'influsso dei grandi romanzieri russi nella cultura delle nazioni europee.

Ed allora,quanto più la Russia sarà pensata come europea tanto più il regime putiniano potrà essere sconfitto e la società civile russa aprirsi agli ideali di libertà e alla complessità della modernità;e,viceversa,quanto più la Comunità Europea si aprirà alla Russia tanto più potrà imparare da quel popolo le sue doti di laboriosità,pazienza,tenacia e di una particolare religiosità.Perché la Russia non é Putin,e tantomeno Medvedev,vecchi arnesi di un mondo putrescente che non può più tornare. 

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