Il 24 luglio dovevano iniziare a Tokio le Olimpiadi,la XXXII Edizione dell'era moderna.Ma a causa del Covid,esse sono state annullate e rinviate.Ed allora,almeno noi italiani,possiamo forse "consolarci",ricordando quelle altre Olimpiadi,quelle del 1960,che si tennero a Roma,giusto 60 anni fa.Era l'anno in cui una giovanissima Mina esordiva al Festival di Sanremo.L'anno di Jurij Gagarin primo uomo nello spazio.Il suicidio di Hemingway.Il primo concerto dei Beatles,la nascita del muro di Berlino.Ed era l'anno de "La dolce vita" di Fellini Fellini,che vinceva la Palma d'oro al Festival di Cannes.Erano gli anni di Cinecittà,la Hollywood sul Tevere.Il 1960.Roma sta attraversando un momento di raro splendore,sia culturale che commerciale.Sono gli anni del boom,del culmine del miracolo economico.Uscita oramai dalla ricostruzione post-bellica,la città eterna sta vivendo una grande bellezza.Quella bellezza che poi,con straziante nostalgia e con angoscia esistenziale,il regista Paolo Sorrentino ha raccontato nel suo film,Premio Oscar,intitolato,non a caso,"La grande bellezza".
Il 1960 e gli anni successivi furono gli anni che cambiarono radicalmente il mondo.Le tensioni tra Urss e Stati Uniti erano al loro culmine.Proprio nel 1960 J. F. Kennedy era stato eletto Presidente degli Stati Uniti e appena 2 anni dopo il mondo fu ad un passo da una guerra atomica con la crisi dei missili russi a Cuba.Nel 1960 fu costruito il Muro di Berlino.E fu nel 1960 che Papa Giovanni XXIII annunciò la convocazione del Concilio Vaticano II per aprire la Chiesa verso il mondo nuovo,verso altre fedi,lingue ed etnie.Tutti questi eventi si intrecciarono nell'Olimpiade di Roma.Ex colonie ed ex imperi si apprestavano a gareggiare tra di loro.Gli atleti della Germania dell´Est e di quella dell´Ovest facevano ancora parte della stessa squadra e solo qualche mese dopo il muro di Berlino li avrebbe divisi.E per molti atleti neri,discriminati nei paesi di origine,a cominciare dagli USA,le Olimpiadi furono una grande occasione nella battaglia per l'emancipazione.Alcune successive edizioni dei Giochi saranno poi ricordate per altri aspetti.Come Città del Messico 1968,ad esempio,con gli atleti di colore,Smith e Carlos,sul podio con il pugno alzato verso il cielo,simbolo di lotta contro il razzismo.O come le Olimpiadi di Monaco nel 1972,con l'assassinio degli atleti israeliani.Roma,invece,venne poi celebrata come una delle più belle Edizioni di tutta la storia delle Olimpiadi.Eppure anche senza traumi,quei 18 giorni di gare rappresentarono uno spartiacque,come scrisse lo scrittore americano David Maraniss nel suo libro "Roma 1960,le Olimpiadi che cambiarono il mondo"."Quei colori infuocati dei tramonti sulle strade, sulle piazze e sui muri di Roma-scrive Maraniss- avevano un significato metaforico:stava morendo un'era e ne nasceva un´altra".Ed infatti quell'Olimpiade significò molto anche al di fuori dei campi di gara.In quei giorni stava avvenendo l'inesorabile declino della vecchia concezione europea e aristocratica,maschilista e dilettantesca dei giochi olimpici,con l'emergere di forze nuove e nuove Nazioni ex colonie di Francia,Italia,Belgio,Inghilterra,rendendo,così,lo sport più egualitario.Ma quell'Olimpiade segnò,per contro,l'inizio di un mondo condizionato da soldi,organizzazioni statali,propaganda politica.In quelle Olimpiadi,infatti,fecero irruzione per la prima volta le tv commerciali,le sponsorizzazioni,ed anche il doping.Il ciclista danese Jensen collassò durante la prova e poco dopo morì per un farmaco iniettato nelle vene.Per la prima volta una rete privata americana,la Cbs,comprò i diritti per le riprese pagando 600mila dollari.Da un punto di vista politico le due superpotenze si sfidarono anche nello sport.Per l'URSS comunista tutte le successive Olimpiadi divennero come la sfida contro il mondo capitalista.Ed anche gli USA cominciarono ad affrontare la preparazione sportiva in modo più aggressivo,puntando molto sugli atleti neri che proprio a Roma ebbero grandi successi.Simbolo di un mondo che stava finendo fu Avery Brundage,presidente del C.I.O,un americano razzista,antisemita,incapace di vedere il cambiamento nel mondo,anche in quello dello sport.Di questa rivoluzione,invece,Roma fu piena di protagonisti,a cominciare da Cassius Clay, un diciottenne pugile di colore che vinse la medaglia d´oro e che 4 anni dopo,con il nome di Muhammad Ali, sarebbe diventato la star sportiva più famosa del ventesimo secolo.E ci fu un'altra atleta di colore,Wilma Rudolph che riuscì a vincere tre medaglie d´oro,a dispetto della povertà e della poliomelite che l´aveva colpita da piccola.E furono,quelle del 1960,le Olimpiadi anche di Abebe Bikila,un pastore somalo,che,correndo di notte a piedi nudi,per le strade di Roma,vinse la maratona ed è ancora oggi considerato tra i più grandi maratoneti di tutti i tempi.
Noi italiani,però,abbiamo ancora negli occhi la corsa cadenzata di Abdon Pamich,e gli occhiali da sole di Valerio Berruti,medaglia d´oro nei 200 metri,o i pugni del giovane Nino Benvenuti,o i cavalli dei fratelli D'Inzeo o la bicicletta di Sante Gaiardoni.
Il significato di quelle Olimpiadi,di quel mondo che stava cambiando,lo raccontò Pier Paolo Pasolini in un articolo dal titolo:"Un mondo pieno di futuro".E' il mondo che Pasolini vede sfilare nella cerimonia d'inaugurazione delle Olimpiadi,un mondo nuovo con i numerosi paesi africani che di recente avevano conquistato l’indipendenza,con gli stati più poveri che stavano iniziando ad avere una loro vita civile,mentre gli Usa e l’Urss vogliono "possedere il cosmo".Pasolini concludeva quell'articolo descrivendo la "parte più bella" di quei Giochi:quella giovanile,quella colorata visione del mondo,riunito in una pacifica sfida,quella evocazione dei momenti storici,come staccati dal male e dal bene,quasi pronti a far parte di una coscienza più alta e serena,quella che li giudicherà domani".
Il 1960 e gli anni successivi furono gli anni che cambiarono radicalmente il mondo.Le tensioni tra Urss e Stati Uniti erano al loro culmine.Proprio nel 1960 J. F. Kennedy era stato eletto Presidente degli Stati Uniti e appena 2 anni dopo il mondo fu ad un passo da una guerra atomica con la crisi dei missili russi a Cuba.Nel 1960 fu costruito il Muro di Berlino.E fu nel 1960 che Papa Giovanni XXIII annunciò la convocazione del Concilio Vaticano II per aprire la Chiesa verso il mondo nuovo,verso altre fedi,lingue ed etnie.Tutti questi eventi si intrecciarono nell'Olimpiade di Roma.Ex colonie ed ex imperi si apprestavano a gareggiare tra di loro.Gli atleti della Germania dell´Est e di quella dell´Ovest facevano ancora parte della stessa squadra e solo qualche mese dopo il muro di Berlino li avrebbe divisi.E per molti atleti neri,discriminati nei paesi di origine,a cominciare dagli USA,le Olimpiadi furono una grande occasione nella battaglia per l'emancipazione.Alcune successive edizioni dei Giochi saranno poi ricordate per altri aspetti.Come Città del Messico 1968,ad esempio,con gli atleti di colore,Smith e Carlos,sul podio con il pugno alzato verso il cielo,simbolo di lotta contro il razzismo.O come le Olimpiadi di Monaco nel 1972,con l'assassinio degli atleti israeliani.Roma,invece,venne poi celebrata come una delle più belle Edizioni di tutta la storia delle Olimpiadi.Eppure anche senza traumi,quei 18 giorni di gare rappresentarono uno spartiacque,come scrisse lo scrittore americano David Maraniss nel suo libro "Roma 1960,le Olimpiadi che cambiarono il mondo"."Quei colori infuocati dei tramonti sulle strade, sulle piazze e sui muri di Roma-scrive Maraniss- avevano un significato metaforico:stava morendo un'era e ne nasceva un´altra".Ed infatti quell'Olimpiade significò molto anche al di fuori dei campi di gara.In quei giorni stava avvenendo l'inesorabile declino della vecchia concezione europea e aristocratica,maschilista e dilettantesca dei giochi olimpici,con l'emergere di forze nuove e nuove Nazioni ex colonie di Francia,Italia,Belgio,Inghilterra,rendendo,così,lo sport più egualitario.Ma quell'Olimpiade segnò,per contro,l'inizio di un mondo condizionato da soldi,organizzazioni statali,propaganda politica.In quelle Olimpiadi,infatti,fecero irruzione per la prima volta le tv commerciali,le sponsorizzazioni,ed anche il doping.Il ciclista danese Jensen collassò durante la prova e poco dopo morì per un farmaco iniettato nelle vene.Per la prima volta una rete privata americana,la Cbs,comprò i diritti per le riprese pagando 600mila dollari.Da un punto di vista politico le due superpotenze si sfidarono anche nello sport.Per l'URSS comunista tutte le successive Olimpiadi divennero come la sfida contro il mondo capitalista.Ed anche gli USA cominciarono ad affrontare la preparazione sportiva in modo più aggressivo,puntando molto sugli atleti neri che proprio a Roma ebbero grandi successi.Simbolo di un mondo che stava finendo fu Avery Brundage,presidente del C.I.O,un americano razzista,antisemita,incapace di vedere il cambiamento nel mondo,anche in quello dello sport.Di questa rivoluzione,invece,Roma fu piena di protagonisti,a cominciare da Cassius Clay, un diciottenne pugile di colore che vinse la medaglia d´oro e che 4 anni dopo,con il nome di Muhammad Ali, sarebbe diventato la star sportiva più famosa del ventesimo secolo.E ci fu un'altra atleta di colore,Wilma Rudolph che riuscì a vincere tre medaglie d´oro,a dispetto della povertà e della poliomelite che l´aveva colpita da piccola.E furono,quelle del 1960,le Olimpiadi anche di Abebe Bikila,un pastore somalo,che,correndo di notte a piedi nudi,per le strade di Roma,vinse la maratona ed è ancora oggi considerato tra i più grandi maratoneti di tutti i tempi.
Noi italiani,però,abbiamo ancora negli occhi la corsa cadenzata di Abdon Pamich,e gli occhiali da sole di Valerio Berruti,medaglia d´oro nei 200 metri,o i pugni del giovane Nino Benvenuti,o i cavalli dei fratelli D'Inzeo o la bicicletta di Sante Gaiardoni.
Il significato di quelle Olimpiadi,di quel mondo che stava cambiando,lo raccontò Pier Paolo Pasolini in un articolo dal titolo:"Un mondo pieno di futuro".E' il mondo che Pasolini vede sfilare nella cerimonia d'inaugurazione delle Olimpiadi,un mondo nuovo con i numerosi paesi africani che di recente avevano conquistato l’indipendenza,con gli stati più poveri che stavano iniziando ad avere una loro vita civile,mentre gli Usa e l’Urss vogliono "possedere il cosmo".Pasolini concludeva quell'articolo descrivendo la "parte più bella" di quei Giochi:quella giovanile,quella colorata visione del mondo,riunito in una pacifica sfida,quella evocazione dei momenti storici,come staccati dal male e dal bene,quasi pronti a far parte di una coscienza più alta e serena,quella che li giudicherà domani".