06 gennaio 2018

QUEL DESIDERIO DI PRESEPE

Immagine correlata
SOPRA : BOTTICELLI ADORAZIONE DEI MAGI
 
Eh sì.Quest'anno ho fatto il presepe.O meglio:ho rifatto il presepe,dopo tant'anni che non lo facevo più.Son tornato a metter su,come un tempo facevo ogn'anno,la Grotta e le montagne e le casette e il ruscelletto di carta,fatto con la carta argentata,e il pozzo e i pastori e i Magi e la carta-roccia e quella stellata e il quant'altro che in un presepe va messo.E mentre lo facevo ,ho ritrovato quel senso antico di interna soddisfazione,quel sentimento di contentezza,di compiutezza che provavo tant'anni fa,nel tempo nel quale facevo il presepe,in quel tempo di una vita fa.Certo,non è chissà che il "mio" presepe.Non è,non può essere,come quelli che si fanno con le statuine di San Gregorio Armeno, la via di Napoli dove prosegue la storia e la tradizione del presepe napoletano iniziata con i fratelli Giovanni e Pietro Alemanno,con Domenico Impicciati ,san Gaetano da Thiene,Michele Perrone,Giuseppe Sanmartino e Michele Cuciniello con il suo presepe con più di 800 statuine.Ci mancherebbe.E nemmeno il "mio" presepe poteva assomigliare a quello di "Lucariello",il personaggio innamorato del presepe,nella commedia "Natale in casa Cupiello",quel capolavoro del teatro italiano,scritta ed interpretata da Eduardo De Filippo.

 
Certo che no.Ma ci tenevo a farlo quest'anno il presepe,intorno al quale ci ho lavorato un pò:non perché ci volesse tempo,ma perché ho "voluto" metterci tempo,per vivere appieno quest'aria di Natale,quest'incredibile tempo del presepe.E' stato un po' come la tela di Penelope.Montavo e smontavo casette e montagne,spostavo i pastori ogni volta in maniera diversa.E anche dopo che l'ho finito per la canonica data dell'8 dicembre,Festa dell'Immacolata,pure ogni tanto ci son tornato dintorno a guardarlo,aggiustarne una parte,modificarne un'altra,aggiungerci qualcos'altro ancora, perché mi sembrava che mancasse sempre qualcosa,che qualcosa ancora andava fatto.E ora che è arrivato il 6 gennaio,adesso che i Magi sono arrivati alla Grotta,si tratterebbe di smontarlo il presepe.Mi ricordo che quand'ero bambino il presepe lo si smontava il 7 o l'8 gennaio o giù di lì.Ma quest'anno che il presepe l'ho costruito dopo tant'anni,smontarlo "già" adesso,dopo "solo" un mese da che l'ho fatto,proprio non mi va.Voglio che rimanga ancora per un po' il presepe.Perchè toglierlo mi da il senso di perdere un qualcosa che già ho fatto fatica a ritrovare,il lasciarsi sfuggire un tempo lieto di vita ritrovato dopo tant'anni,ritornare ai "normali" giorni dell'anno,fatti di ansie ed angosce,non di speranze ed attese.A dire il vero ho trovato anche l'"alibi" per smontarlo più tardi il presepe.Leggendo qualcosa sui presepi e sul Natale ho trovato che,secondo la tradizione il presepe va tolto il 2 di febbraio,il giorno della Candelora,quando la Chiesa celebra la presentazione di Gesù Bambino al Tempio.Ora,magari,qualcuno ci potrà sorridere su questo mio desiderio di presepe,su questa nuova ma in fondo antica voglia di fare il presepe.E forse se fossi sul lettino di uno strizzacervelli,lui probabilmente,con una qual forma di sussiego,mi direbbe che:"Trattasi di una forma di regressione",un voler tornare bambino per recuperare certezze e sicurezze smarrite.Mah,forse sarà così,non so.Ma Natale è proprio quel tempo dell'anno e dell'animo nel quale un po' tutti si sforzano di ritrovare i sentimenti della loro infanzia e le aspirazioni dimenticate da anni e poi mai più realizzatesi;l'accorgersi,almeno a Natale,del "qualcosa" d'altro che c'è attorno a noi e al quale,negli altri tempi dell'anno,non diamo importanza e anzi,ne proviamo fastidio.Forse perché solo in questo tempo dell'anno e dell'animo capiamo l'orrore di questi giorni nostri.
Sì,occorerebbe che facessimo durare il tempo del presepe e il tempo del Natale un pò di più.Dovremmo restare a guardare per qualche tempo in più quelle stradine tortuose che scendono giù,verso valle,verso la Grotta.E restare a guardare quelle statuine,che camminano verso la grotta.Perchè quelle stradine tortuose sono la metafora del duro e difficile percorso di vita di ognuno di noi.Restare a guardare,e magari cercare di imitare,tutto quel piccolo mondo di statuine,di pastori e perfino quei Re,che sente il bisogno di recarsi verso la stessa meta,perchè ognuno di loro  pensa,spera,ha fiducia di trovare quel Qualcuno che ridia loro speranze,fiducia e vita nuova.Mettersi in cammino su quelle stradine e andare a cercare il qualcosa e il Qualcuno che ridia senso a questi giorni nostri,a questo tempo d'oggi,così tanto devastato nei singoli individui e nei popoli d'ogni parte del mondo.Cercarlo,sperando di trovarlo questo Qualcuno,anche se talora,per come vanno le vicende di questi giorni nostri,ti senti smarrito,nell'impressione che quel Qualcuno non ci sia.Ma il cammino è lungo,aspro e difficile.E' per questo che è meglio che il presepe rimanga ancora un po'.Per cercare speranza,nonostante tutto.

Nessun commento: