02 gennaio 2018

LE DUE GALLERIE

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Chi conosce Milano sa che la Galleria Vittorio Emanuele II è il salotto buono della città.Da un lato essa si apre su Piazza Duomo difronte all'inconfondibile facciata del Duomo.L'opposta entrata della Galleria s'apre su Piazza della Scala,con l'omonimo Teatro della Scala e Palazzo Marino,sede del Comune di Milano con la statua di Leonardo da Vinci al centro della Piazza.Si può dire che in questa sua strutturazione,la Galleria funge da ideale collegamento tra la parte religiosa e spirituale della città,rappresentata dal Duomo,e la laicità della metropoli lombarda,rappresentata materialmente da Palazzo Marino,sede materiale del Comune.E può dirsi anche che Piazza della Scala,con il suo Teatro,sia il simbolo della Cultura in senso lato,e,con il monumento a Leonardo,sia simbolo della ricerca continua e costante dell'Uomo verso le tante articolazioni scientifiche,pittoriche,letterarie e architettoniche nelle quali si eleva il suo Essere.Ecco.In questi pochi metri quadri si raccoglie il significato e l'essenza di Milano:capitale economica d'Italia,ma ancor più città europea;città fortemente industrializzata e tecnologicamente avanzata,ma anche sede delle più varie forme di cultura classica,moderna e futuribile e città sempre più interetnica ed interreligiosa.
C'è poi un'altra Galleria,in un'altra città d'Italia.La Galleria Umberto I a Napoli,che affaccia sul centro storico della città:il Teatro San Carlo ,Piazza Plebiscito,Piazza Trieste e Trento e Via Toledo.Napoli,con la sua grande storia e cultura.La storia e la cultura della Repubblica Partenopea del 1799,ad esempio,del "Monitore Napoletano",di Eleonora de Fonseca Pimentel.E poi la storia e l'intelletto degli uomini e delle donne di Napoli e delle sue terre:Giambattista Vico,Giordano Bruno,Domenico Cimarosa,Salvator Rosa,Torquato Tasso e Giambattista Basile(lo scrittore de "Lo cunto de li cunti")il matematico Renato Cacioppoli,Raffaele Viviani,Matilde Serao,Libero Bovio,Enrico Caruso,Eduardo De Filippo,Totò e tanti altri uomini di pensiero,i quali,pur non essendo di Napoli,a Napoli vissero,come Benedetto Croce,e che Napoli amarono fin nel profondo,come Virgilio e  Leopardi(che qui sono sepolti).E i tanti geni della letteratura mondiale che di Napoli restarono estasiati(per Goethe:"Napoli è un paradiso",e per Stendhal Napoli era addirittura "la città più bella dell’universo" e Dostoevskij che ne:"L'idiota" definiva Napoli:"La nuova Gerusalemme").Ma purtroppo oggi Napoli non è più "quella" Napoli.Napoli viene oggi ricordata per le bruttezze e la barbarie che sono il segno e la testimonianza della sua decadenza e dello scempio che di essa e della sua cultura è stato fatto dalla malavita in combutta con la malapolitica.Così Napoli in questi giorni è sulle pagine dei giornali per quello che è accaduto proprio nella Galleria,proprio nei giorni di Natale.L'Albero di Natale,donato alla città dallo storico  Caffè "Gambrinus"( grancaffegambrinus )e posto nella galleria,è stato per 4 volte sradicato e portato via dalle baby gang della camorra che hanno voluto affermare che altro che cultura!La città è "roba loro" e sono essi che adesso "comandano";loro,ragazzini di 15-16 anni,adusi alla violenza e agli assassini e che sostituiscono i loro genitori,i boss ora in galera.Quell'albero 4 volte buttato giù,4 volte tirato su.Ma non basta rialzare quell'albero.Perchè è Napoli che non riesce più a rialzarsi.Non bastano più girotondi e cortei e fiaccolate e appelli a istituzioni e uomini di cultura.Napoli è stanca.Napoli non ce la fa più.E mentre dalla Galleria di Milano si guarda al futuro,dalla Galleria di Napoli si guarda allo squallido presente.Alla violenza di Scampia e dei Quartieri Spagnoli e agli altri,tanti,troppi posti violenti di questa città.Napoli è sfinita,Napoli è stanca.E a dirla con Annamaria Ortese,che pure amò tanto Napoli, "Il mare non bagna Napoli",per significare che essa è una città lacera e ferita,con la cecità del vivere,un orrore di questo tempo di vita, pur nell'incanto delle bellezze di questa povera,grande città.

2 commenti:

Julia ha detto...

Hai ragione Clem che tristezza.. Napoli potrebbe essere il giardino sul mare per eccellenza ma ho paura che troppe cose dovrebbero cambiare e non c'è la volontà, il coraggio.. E poi a troppi va bene così. Il sindaco bisognerebbe deportarlo...
Buon tutto a te e grazie
Ciao

Clem ha detto...

Avvilente davvero,Julia...e la cosa più triste è che non si avverte nella gente il minimo segnale di indignazione morale e culturale. Tutto appiattito in un conformismo,un lasciar andare e un tirare a campare, un vivere alla giornata in perché tanto,come diceva Eduardo De Filippo in un'altra sua splendida commedia ("Napoli Milionaria") "adda passà a' nuttata" (dovrà pure passare la notte,cioè,in senso lato,i tempi bui e negativi...ma non sembra proprio,non si avverte proprio il minimo segno di cambiamento.Il sindaco ? un personaggio squallido che fa concorrenza a Pulcinella nella sua comicità che però va tutto a danno della città.
Ciao Julia,grazie a te
Clem