La donna in piedi nella foto è Masih Alinejad .Tuta da ginnastica e capelli sciolti sulle spalle.L’immagine della ragazza in piedi su di un cassonetto in una piazza di Teheran,è diventata l’icona delle manifestazioni che negli ultimi giorni del 2017 hanno invaso le principali città iraniane.In mano, un bastone con un drappo bianco,simbolo dei ‘white wednesdays’,i mercoledì ‘bianchi’,nei quali Masih ha invitato tutte le donne a realizzare foto o video di loro stesse mentre indossano qualcosa di bianco e di diffonderli sui social media con l'hashtag “#whitewednesdays.L'iniziativa è nata nell'ambito dell'attività dell’associazione per i diritti civili My Stealthy Freedom, (La mia libertà clandestina) fondato proprio da lei,la giornalista,scrittrice e attivista iraniana Masih Alinejad,che dal 2014,tramite il web,cerca di organizzare la rivolta delle donne iraniane contro le imposizioni e le oppressioni della Repubblica islamica,ed in particolare contro l'obbligo imposto alle donne iraniane di indossare il velo e abiti lunghi.Negli ultimi giorni del 2017, migliaia di cittadini sono scesi in piazza per protestare contro il sistema politico iraniano che sta affossando l’economia del Paese:l’inflazione è all’8% annuo;la disoccupazione supera il 12%,e poi tantissima corruzione in tutti gli apparati dello stato.Ma anche se la protesta era di carattere economico,alla base delle manifestazioni c'era il desiderio di cambiamento della società iraniana,e il sentimento diffuso di difendere le proprie libertà dopo anni di repressioni e violenze.Un sentimento "sentito" soprattutto dalle donne iraniane.Perciò quella foto di Masih,della "Donna senza il Velo",assume anche un significato simbolico.Negli ultimi quarant’anni,cioè dall'avvento al potere degli Ayatollah di Khomeyni,le donne in Iran hanno subito una forte repressione e stanno cercando di ribellarsi a tutto quello che hanno subito.E quella simbologia di libertà non è soltanto la particolarità di una storia personale,di una giovane donna.E' anche la protesta di tutte le donne iraniane.Il colore bianco del velo,sventolato pacatamente ma convintamente sulla strada,non è il segno di una resa difronte all'ottusità di un regime illiberale,di un’impotenza a contrastare le minacce e la violenza del regime.Rappresenta invece,il candore delle ragioni rivendicate dalle donne iraniane,nella fiducia che quelle ragioni siano così forti da potersi affermare anche in quel paese e senza alcuna violenza.Un gesto e un colore.Il gesto,lo sventolare quel velo tutto bianco, diventato quasi una bandiera,fatto con convinzione,nella leggerezza di quegli splendidi sorrisi delle donne iraniane,uno sventolio fatto in modo teneramente visibile e garbato.Nella convinzione che possa essere accolto e condiviso in tutto il mondo,se non nel presente in un futuro ormai prossimo.Il colore:il bianco è capace di creare un improvviso contrasto tra l’ombra della violenza di Stato e la luce delle rivendicazioni liberali,coltivate con stupefacente semplicità e naturalezza,senza alcuna arroganza e con la forza di quegli splendidi sorrisi di donna.Far risaltare proprio le ragioni di libertà così sostenute e rivendicate.Un episodio che sa di luminosità,ritratto dell’atto di coraggio di una giovane donna a nome di tutte le altre,e documentazione di una lacerazione diventata insostenibile nel tessuto sociale di quel paese.Però.A pensarci è davvero "curioso".Ci sono donne,come quelle iraniane,che vogliono togliere il velo,per acquistare con quel gesto la propria libertà.E ci sono poi altre donne,donne italiane,donne della politica italiana,che si sentono in dovere di indossare il velo quando vanno in Iran o in genere nei paesi islamici.Per "non offendere"-dicono loro-"la sensibilità di un'altra civiltà e di altre religioni".Così hanno fatto,ad esempio,la Commissaria UE,Federica Mogherini e la Presidente della Camera Laura Boldrini,e financo la "libertaria" Emma Bonino.Tutte loro,forse,invece della sensibilità islamica farebbero meglio a parlare dei diritti delle donne iraniane,delle Donne senza il Velo,delle donne di Libertà.
04 febbraio 2018
QUEL VELO BIANCO
La donna in piedi nella foto è Masih Alinejad .Tuta da ginnastica e capelli sciolti sulle spalle.L’immagine della ragazza in piedi su di un cassonetto in una piazza di Teheran,è diventata l’icona delle manifestazioni che negli ultimi giorni del 2017 hanno invaso le principali città iraniane.In mano, un bastone con un drappo bianco,simbolo dei ‘white wednesdays’,i mercoledì ‘bianchi’,nei quali Masih ha invitato tutte le donne a realizzare foto o video di loro stesse mentre indossano qualcosa di bianco e di diffonderli sui social media con l'hashtag “#whitewednesdays.L'iniziativa è nata nell'ambito dell'attività dell’associazione per i diritti civili My Stealthy Freedom, (La mia libertà clandestina) fondato proprio da lei,la giornalista,scrittrice e attivista iraniana Masih Alinejad,che dal 2014,tramite il web,cerca di organizzare la rivolta delle donne iraniane contro le imposizioni e le oppressioni della Repubblica islamica,ed in particolare contro l'obbligo imposto alle donne iraniane di indossare il velo e abiti lunghi.Negli ultimi giorni del 2017, migliaia di cittadini sono scesi in piazza per protestare contro il sistema politico iraniano che sta affossando l’economia del Paese:l’inflazione è all’8% annuo;la disoccupazione supera il 12%,e poi tantissima corruzione in tutti gli apparati dello stato.Ma anche se la protesta era di carattere economico,alla base delle manifestazioni c'era il desiderio di cambiamento della società iraniana,e il sentimento diffuso di difendere le proprie libertà dopo anni di repressioni e violenze.Un sentimento "sentito" soprattutto dalle donne iraniane.Perciò quella foto di Masih,della "Donna senza il Velo",assume anche un significato simbolico.Negli ultimi quarant’anni,cioè dall'avvento al potere degli Ayatollah di Khomeyni,le donne in Iran hanno subito una forte repressione e stanno cercando di ribellarsi a tutto quello che hanno subito.E quella simbologia di libertà non è soltanto la particolarità di una storia personale,di una giovane donna.E' anche la protesta di tutte le donne iraniane.Il colore bianco del velo,sventolato pacatamente ma convintamente sulla strada,non è il segno di una resa difronte all'ottusità di un regime illiberale,di un’impotenza a contrastare le minacce e la violenza del regime.Rappresenta invece,il candore delle ragioni rivendicate dalle donne iraniane,nella fiducia che quelle ragioni siano così forti da potersi affermare anche in quel paese e senza alcuna violenza.Un gesto e un colore.Il gesto,lo sventolare quel velo tutto bianco, diventato quasi una bandiera,fatto con convinzione,nella leggerezza di quegli splendidi sorrisi delle donne iraniane,uno sventolio fatto in modo teneramente visibile e garbato.Nella convinzione che possa essere accolto e condiviso in tutto il mondo,se non nel presente in un futuro ormai prossimo.Il colore:il bianco è capace di creare un improvviso contrasto tra l’ombra della violenza di Stato e la luce delle rivendicazioni liberali,coltivate con stupefacente semplicità e naturalezza,senza alcuna arroganza e con la forza di quegli splendidi sorrisi di donna.Far risaltare proprio le ragioni di libertà così sostenute e rivendicate.Un episodio che sa di luminosità,ritratto dell’atto di coraggio di una giovane donna a nome di tutte le altre,e documentazione di una lacerazione diventata insostenibile nel tessuto sociale di quel paese.Però.A pensarci è davvero "curioso".Ci sono donne,come quelle iraniane,che vogliono togliere il velo,per acquistare con quel gesto la propria libertà.E ci sono poi altre donne,donne italiane,donne della politica italiana,che si sentono in dovere di indossare il velo quando vanno in Iran o in genere nei paesi islamici.Per "non offendere"-dicono loro-"la sensibilità di un'altra civiltà e di altre religioni".Così hanno fatto,ad esempio,la Commissaria UE,Federica Mogherini e la Presidente della Camera Laura Boldrini,e financo la "libertaria" Emma Bonino.Tutte loro,forse,invece della sensibilità islamica farebbero meglio a parlare dei diritti delle donne iraniane,delle Donne senza il Velo,delle donne di Libertà.
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