09 aprile 2013

UN "VIAGGIO" STRAORDINARIO

Diverse ricerche storiche e letterarie,passate e recenti, hanno individuato nella notte tra il 7 e l'8 aprile 1300,l'inizio del viaggio di Dante Alighieri nell'Inferno,il primo dei "mondi" dell'aldilàcon il quale inizia la "Divina Commedia" che i più grandi scrittori e poeti di ogni tempo e di ogni luogo hanno considerato come la più straordinaria opera letteraria di sempre.Da Pasolini a Luzi,da Eugenio Montale ad Eliot,da Ezra Pound a Julies Borges,tanti scrittori ed intellettuali hanno utilizzato e continuano ad utilizzare la "Commedia" come fonte di immensa ispirazione tematica,linguistica ed espressiva.
Nella "Commedia" Dante incontra Virgilio,che lo accompagnerà nella visita dell'Inferno, prima tappa della sua purificazione dal peccato.La scelta del poeta latino Virgilio come guida di Dante nel suo viaggio non è casuale.Nella concezione medievale,infatti,Virgilio era considerato l'uomo più sapiente esistito prima della Rivelazione di Cristo:egli è quindi simbolo della ragione e dell'apice che essa può raggiungere senza l'illuminazione divina.E sempre nel Medioevo,Virgilio era ritenuto un profeta "inconsapevole" della venuta di Cristo,in quanto nella IV Bucolica egli parla della nascita di un "puer" che riporterà gli uomini all'età dell'Uomo,che farà riscoprire e ritornare l'Età dello Spirito e della vera dimensione umana.
La Commedia tende a una rappresentazione drammatica della realtà,intrisa di una spiritualità cristiana nuova che si mescola alla passione politica e agli interessi letterari del poeta.In essa,infatti,si narra di un viaggio immaginario nei tre regni dell'aldilà (Inferno,Purgatorio e Paradiso)nei quali si proiettano il bene e il male del mondo terreno,compiuto dal poeta stesso, quale "simbolo" dell'umanità, sotto la guida della ragione e della fede.
"Per me si va ne la città dolente,
per me si va ne l’etterno dolore,
per me si va tra la perduta gente.
Giustizia mosse il mio alto fattore:
fecemi la divina podestate,
la somma sapienza e ’l primo amore.
Dinanzi a me non fuor cose create
se non etterne, e io etterno duro.
Lasciate ogne speranza, voi ch’intrate".
(Divina Commedia Canto III dell'Inferno) 

2 commenti:

Julia ha detto...

Apri la mente a quel ch'io ti paleso e fermalvi entro; ché non fa scïenza, sanza lo ritenere, avere inteso.
(Beatrice: V, 40-42)

Questa è una delle mie citazioni preferite insieme alla più famosa ma non meno significativa:

Considerate la vostra semenza:
fatti non foste a viver come bruti,
ma per seguir virtute e canoscenza.

Ho riletto l'Inferno e il Paradiso alcuni anni fa e devo dire è stata una sorpresa. Purtroppo quando te lo insegnano a scuola non riesci ad apprezzarlo..

Grazie per il commento. In questo schifo di mondo scambiarsi idee attraverso la poesia rende felici e lascia una speranza..
Ciao
Julia

Clem ha detto...

Grazie Julia,perchè con i tuoi post,le pubblicazioni di dipinti ed opere letterarie,spesso a me sconosciuti,stimoli semmpre la voglia di approfondire e "curiosare" nel mondo splendido del pensiero dell'Uomo,che pure c'è ancora,in questo schifo di mondo che vive di gossip,di vil danaro,di arrivismo,ambizione e pochezza di idee e valori.
Dante è il mio autore preferito,subito prima di Kafka e Proust.Ed hai ragione.A scuola non lo si apprezza (come non si apprezza "I promessi sposi").Ora lo sto leggendo,con le correlate ricerche critiche letterarie e mi convinco ogni volta di più che la "Commedia" è un patrimonio imprescindibile dell'Umanità.
Ciao Julia e buon fine settimana
Clem