25 aprile 2013

CRONACA DI UNA MORTE ANNUNCIATA

C'è voluto un uomo di 88 anni,c'è voluta la rielezione di Giorgio Napolitano a Presidente della Repubblica per arginare (arginare,non certo por fine)la follia suicida del Pd,il suo masochismo politico-istituzionale.E' stata la prima volta nella storia repubblicana che un Presidente della Repubblica uscente viene rieletto.Ma proprio questo fatto nuovo ed eccezionale dà il senso della gravità della crisi del PD.E si può star certi che non è mica finita qui.
Si dice che il Pd è diviso in bande o tribù in lotta tra loro.Indubitalmente vero.Ma che ci siano fazioni diverse e contrastanti in un partito non è poi così strano,anzi è quasi inevitabile.Basti pensare alle feroci lotte di potere tra le varie correnti della DC della Prima Repubblica.Ma il problema vero è il modo in cui queste fazioni si combattono e la (in)capacità del segretario Bersani di tenerle sotto controllo.Del resto l'incapacità di gestire i contrasti interni al partito si è riflessa nella lunga vicenda delle trattative per la formazione del nuovo governo.Ma la colpa non è stata solo la incapacità di Bersani di gestire le fibrillazioni interne del partito.Il fatto è che il PD non ha una linea politica e questo è dovuto al fatto che il Pd è nato già in modo anomalo:perchè c'è stata una fusione di due diverse tradizioni politiche:ex e postcomunisti,ex e postdemocristiani.Entrambe non sono riuscite a tagliare col proprio passato con la conseguenza che mai il PD ha saputo/potuto elaborare una identità nuova.Le identità si formano con le scelte politiche.Ma il Pd non ha avuto la forza di fare queste scelte,il coraggio di affrontare i problemi che queste scelte comportavano.Risultato: nessuno è in grado di dire quali siano le idee del Pd,che cosa sia il PD oggi.Già in campagna elettorale la segreteria Bersani ha ondeggiato se allearsi con Casini o con Vendola,anziché definire una proposta politica per il paese.Fare riformismo o appoggiare le pulsioni estremizzanti della Cgil?Liberismo o corporativismo statalista,Monti o Vendola?Tra tutti queti tentennamenti e contraddizioni ne è venuta fuori una  campagna elettorale fiacca,priva di idee-forza che hanno consentito il recupero di Berlusconi che di idee-forza ne ha messe tante in campo,a cominciare dall'IMU.
Nasce da qui la guerra tra bande all'interno del Pd.Quello di Bersani è stato un fallimento totale ma annunciato:prima alle elezioni,poi nelle trattative per il governo (mai con il PDL,sempre alla rincorsa indecorosa dei grillini)infine nella trattativa per la presidenza.
Ora si andrà al congresso.Che sarà,quasi sicuramente e ancora una volta,un congresso non risolutivo,perchè un Congresso delle non scelte,nel quale non si discuterà di idee e quindi di identità,ma ci sarà il solito scontro tra potentati locali e regionali con un accordo finale di potere (magari  Franceschini capogruppo e Renzi segretario).Con la solita violenta truculenza antiberlusconiana della base,del resto a tanto nutrita per anni dal gruppo dirigente.
"Cronaca di una morte annunciata"a dirla con Gabriel García Márquez?Sì.Una morte annunciata,un suicidio di massa se il Pd non affronta le sue divisioni interne,spostandole dalla guerra per bande alla dialettica politica.Per questo, però,c'è bisogno di persone capaci di spendersi per un progetto,invece di patti di potere.Ai quali non si sono sottratti nemmeno i giovani parlamentari e i giovnidirigenti di questo nuovo,vecchissimo Partito. 

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