Qualche mese fa Feruccio De Bortoli,direttore del "Corriere della Sera",proclamò una giornata dell’«orgoglio di appartenenza al Corriere».Ed in quella occasione promise la valorizzazione professionale dei redattori ed il rafforzamento dell’identità della testata.Beh,a due mesi di distanza e a ben guardare non è che cotanta solenne promessa sia mai stata almeno in parte mantenuta.E a dirlo è lo stesso CDR del "Corrierone".E di cosa il Cdr accusa De Bortoli?Troppa "tolleranza" (la vogliamo chiamare così?) rispetto ad un male storico nei giornali e nel Corriere,ma oggi endemico, come il nepotismo:stessa famiglia: fratelli, padri e figli, padri e figlie,mariti e mogli, mariti di..., mogli di..., generi di,....Chi per esempio?Beh,si potrebbe dire Stefano Jesurum,ad esempio,genero di Enzo Biagi.O il critico cinematografico Paolo Mereghetti, marito della collega Orsola Riva, figlia di Massimo Riva, giornalista amico di De Bortoli e per nove anni senatore del Pci. O Maria Laura Rodotà, figlia di cotanto padre. O Gianna Fregonara, moglie di tanto Letta.Il molto onorevole PD Enrico Letta,ad esempio.
Eppure per mezzo della "grande firma" di Francesco Giavazzi Il Corriere ha condotto da tempo,sulle sue prime pagine,furenti campagne contro il nepotismo universitario.Eppure Gianantonio Stella e Sergio Rizzo attaccano da tempo la Casta politica.Ma il nepotismo e la Casta giornalistica,così numerosa al "Corriere,quella no.Di quella non se ne parla al Corriere,nemmeno un accenno a Via Solferino.
E poi c'è dell'altro dicono quelli del CDR.Il Corriere prima chiede e ottiene un sostegno economico pubblico per lo stato di crisi.E allontana nell’ultimo periodo 49 giornalisti,incentivati al prepensionamento.E poi distribuisce soldi e rubriche a palate a nuovi collaboratori esterni.Oppure strapaga altre "grandi firme".Aldo Grasso,"dicunt" a via Solferino,ha ben sei rubriche (una di tv, quella del lunedì che era di Francesco Alberoni, una sul Corriere.it , tre sui periodici del gruppo: Io donna , Style , Sette ).Certo.Grasso è bravo,non si discute.Ma è giusto un così vasto impegno di "energie"? In più, ogni settimana, scrive due pagine su "La Lettura" firmate insieme con la sua allieva prediletta,Cecilia Penati.
Fonti attendibili dentro il Corriere riferiscono che Pietro Citati, barone della critica italiana, è pagatissimo (4mila euro ad articolo.La crisi economica,evidentemente,alcuni non sanno nemmeno cos'è,salvo poi a strologare su di essa).
E poi c’è la contestatissima campagna acquisti in altre testate (solo per caso esclusivamente di sinistra),assumendo o chiamando a collaborare molti giornalisti provenienti soprattutto dal "Riformista",grazie alla,diciamo così,"sponsorizzazione" dell’emerito opinionista Antonio Polito (a sua volta e a suo tempo sponsorizzato da D’Alema), che non appena oltrepassato il portone di Via Solferino,firmano subito in prima pagina.Tommaso Labate,ad esempio.Luca Mastrantonio,per esempio.Una volta,invece, si assumeva gente (quasi) solo dall’ Unità ... dal condirettore Luciano Fontana al caporedattore Gianpaolo Tucci.Anche se, a pensarci, pure Lucrezia Reichlin, che oggi scrive in gran spolvero di economia sul Corriere , è figlia di Alfredo, altro storico direttore del quotidiano comunista.
Ma comunque niente paura.Avanti un altro.C'è sempre un posto al "Corrierone".Purchè abbia parenti importanti.E di sinistra,of course....