27 dicembre 2024

UN UOMO "CONTRO"

 



30 anni fa,nel dicembre del 1994,moriva Gianmaria Volontè,uno dei più grandi attori del cinema e del teatro italiano.Ciascuno di noi può avere il suo attore o la sua attrice preferita, il suo genere di film che più lo coinvolge e appassiona,e poi i gusti sono gusti.E nemmeno ci si può rifare ai Premi ricevuti da questo o quell'attore in questa o quella Rassegna cinematografica per stilare una "classifica",perchè molto spesso essi sono assegnati,diciamo così,per ragioni funzionali al mercato delle case cinematografiche.
Ma nella storia del cinema italiano, specialmente nel periodo degli anni '60 e '70,che poi è stato quello del suo massimo splendore in cui la produzione cinematografica italiana primeggiava per qualità e varietà, ci sono stati una serie di attori e attrici,ma anche registi, sceneggiatori e compositori,che hanno abbattuto i paletti del “De gustibus non disputandum est” per diventare vere e proprie icone culturali.Possiamo così ricordare attori della grandezza di Tognazzi, Sordi, Mastroianni, Gassman o Manfredi,o quelle straordinarie attrici come Vitti,Loren,Cardinale o Melato.Ed ognuno di questi/e potrebbe essere considerato il/la migliore per ragioni diverse.C’è un attore italiano, però, che negli stessi anni scelse strade diverse rispetto ai suoi colleghi, utilizzando ogni film in cui recitò non solo come forma di espressione artistica ma come vera e propria missione politica e sociale e quell'attore fu proprio Gian Maria Volonté.

Volonté,infatti,non interpretava soltanto un personaggio,ma trasformava quel personaggio in un manifesto politico,rappresentando l’Italia della contestazione.Una contestazione collettiva e personale ad un sistema sociale ed economico ingiusto e generatore di diseguaglianze.
Egli,infatti, apparteneva a quella categoria di artisti che fanno della propria immagine pubblica un mezzo di comunicazione e di impegno civile costante.Perchè c’è stato un periodo storico del Novecento in cui il legame tra arte e politica era talmente forte da farle diventare una cosa sola.Oggi,invece,la spinta di contestazione sociale e culturale dei decenni tra il dopoguerra e gli anni Ottanta che per anni ha prodotto letteratura, teatro, musica e cinema cosiddetto “impegnato” è praticamente scomparsa ed è per questa ragione che il lavoro di Gian Maria Volonté rimane un patrimonio capace di non invecchiare mai.

Volontè iniziò la sua carriera artistica in teatro interpretando i personaggi di grandissimi scrittori ed autori:da Shakespeare a Beckett e Dostoevskij;continuò poi nel cinema collaborando con alcuni grandi registi di quel periodo.In tutte le sue interpretazioni cinematografiche Volonté seppe sempre dar vita o a personaggi di finzione rappresentativi della politica e della società italiana,oppure a fatti ed uomini realmente esistiti, adattando alla forma cinematografica le biografie di personalità del calibro di Giordano Bruno,Enrico Mattei o Aldo Moro.Ma le capacità artistiche ed interpretative si espressero con l’esplorazione di ruoli socialmente significativi, come quello del sindacalista Salvatore Carnevale  in Un uomo da bruciare, del 1962,dei fratelli Taviani.
Quel suo impegno politico,però,lo portò nel 1964 a scontrarsi con le conseguenze dell’arte impegnata:infatti,a causa della sua rappresentazione de Il Vicario, opera nella quale si criticava fortemente il collaborazionismo di Pio XXII con il nazifascismo egli venne addirittura scomunicato.
Nonostante ciò egli continuò questo suo impegno politico,collaborando in particolare con Elio PetriFrancesco Rosi e Giuliano Montaldo, tre registi che scrissero la storia del cinema italiano politico e di denuncia. Il punto di contatto tra questi tre registi e l’attore era infatti la comune matrice ideologica marxista, l’attenzione per i temi sociali,dalle lotte sindacali alla corruzione, ma anche, indubbiamente, l’intento di creare un "cinema verità" che fosse erede del neorealismo e portatore di un’idea di arte che facesse riflettere il pubblico.

Grazie a Elio Petri,in particolare,Volonté diventò il volto del protagonista di "Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto",un film sulla corruzione e sull’abuso di potere talmente iconico e penetrante(anche grazie alla colonna sonora di Ennio Morricone)da diventare tra le pellicole più celebri sia in Italia che all’estero,tanto da vincere addirittura un Oscar come miglior opera straniera.E vennero poi pellicole che sono ancora oggi un "cult":"A ciascuno il suo","La classe operaia va in paradiso","Todo Modo".In ognuno di questi film Volonté raccontava in modo coinvolgente ed angosciante i lati oscuri della società italiana, dalla vita nelle fabbriche alla corruzione morale del Paese portata dalla Democrazia Cristiana nella vita civile e politica,fino al film documentario "Documenti su Giuseppe Pinelli",una vera e propria inchiesta cinematografica sulla morte dell’anarchico,"suicidato",secondo alcuni nella Questura di Milano,dopo i fatti Piazza Fontana.

Con il regista Francesco Rosi Volonté girò pellicole del livello di "Uomini contro",film sul Primo conflitto Mondiale che prendeva spunto dal romanzo dello scrittore Emilio Lussu "Un anno sull'Altopiano".Nella pellicola si denunciava non solo l'assurdità della guerra e del conflitto tra popoli e tra gli uomini,ma anche quello tra le classi sociali con un potere che manteneva il proprio dominio con un falso nazionalismo,a discapito delle classi sociali subalterne.E un altro grande film girato in sodalizio con Rosi fu "Il caso Mattei",sulla vicenda politica e personale di quello che fu "l'italiano più potente dopo Giulio Cesare",come fu detto all'epoca.

Volonté ebbe quella peculiare capacità di farsi volto di personaggi storici realmente esistiti,esaltando i tratti del carattere della persona raccontata e nel contempo di rendere,grazie alla  sua voce, al suo tono, al suo particolare modo di articolare il viso,l’essenza di personaggi di finzione che rappresentano intere categorie sociali, dall’operaio al politico, fino al direttore di un giornale come in Sbatti il mostro in prima pagina, di Marco Bellocchio. Così, per esempio, nei film di Giuliano Montaldo "Giordano Bruno" e "Sacco e VanzettiVolonté interpreta i due protagonisti storici riuscendo a rappresentarli come vittime del potere e dell'arbitrio,entrambi martiri per motivi diversi in epoche diverse.

Volontè non fu solo attore impegnato, dissidente, rivoluzionario,ma visse anche in prima persona le proteste,le manifestazioni e le lotte che portava sulle scene.Egli era in prima linea accanto a quegli operai di cui si parlava nei film in cui recitava.Il suo impegno non è si limitava,infatti,a un qualcosa di distante.Fu accanto agli operai della Coca Cola, della Metalfer e di molte altre fabbriche,e in alcune contestazioni venne anche arrestato.Si iscrisse al Pci,venendo eletto consigliere regionale nel Lazio, carica che abbandonò di lì a poco perchè figuriamoci se un uomo come lui poteva accettare i compromessi che la politica impone.Gian Maria Volonté è dunque stato la sintesi perfetta tra teoria e pratica, tra realtà e arte, tra impegno, contestazione, dissidenza e bellezza.Forse per utilizzare proprio il titolo del suo film "Uomini contro",si potrebbe dire che anche lui era un uomo "contro".Contro il sistema,le ingiustizie e i benpensanti.
Ora,se anche non possiamo dire chi sia stato il migliore attore di tutti i tempi, di sicuro, però, il migliore a combinare tutti questi elementi insieme è stato lui.

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