8 anni fa,il 7 gennaio 2016,moriva Valerio Zanone.Valerio Zanone fu un grande liberale;un liberale davvero.Perchè i principi del liberalismo,quella laica Fede liberale lui la visse fin nel profondo e fino all'ultimo giorno.Un solo desiderio,infatti,aveva espresso:che sulla sua tomba fosse scritta una sola parola:"Liberale".Una parola che oggi tanti usano,della quale in così tanti oggi si appropriano,senza nemmeno conoscerne la valenza ed il significato.
Zanone,invece,la conosceva bene quella parola ed anzi la viveva e sopra ci rifletteva nei suoi tanti studi,scritti e discorsi.E forse proprio questo è il miglior modo di ricordare Valerio Zanone,perchè,al di là della carriera politica(tanti i suoi incarichi istituzionali:Consigliere Regionale PLI del Piemonte,Segretario del PLI dopo Malagodi,Sindaco della "sua" Torino,parlamentare per più legislature e Ministro dell'Ecologia,dell'Industria e della Difesa)fu anzitutto un fine e coltissimo intellettuale oltre che uomo con grande senso dello Stato,ma questo è del tutto normale per ogni vero liberale.Anzi si può dire che più che un politico,lui fu un intellettuale prestato alla politica. Il liberalismo,per lui,era un'"mestiere" difficile.Agli amici "raccomandava" spesso:"Non diventare liberale,perchè in Italia è il modo migliore per complicarsi la vita".Come aveva ragione! La cosa più facile,infatti,in Italia era,è sempre stata quella di aderire alle forze che gestiscono il potere,a quel sistema partitico dedito soltanto a spartirsi le prebende del sottobosco politico ed economico italiano,nell'ambito di un degrado ed una corruzione morale dei costumi istituzionali e politici.Del resto nulla di nuovo sotto il sole:queste cose continuano ad accadere ancora oggi,al tempo del dominante populismo nostrano.In questo sembrava riprendere le parole di Ernesto Rossi che nel suo libro "Elogio della galera" scriveva di essere in galera con i comunisti perché insieme a loro combatteva il regime fascista.Ma sentendoli ragionare,capiva che se quei comunisti avessero vinto,lui sarebbe finito in galera di nuovo.Come a dire:è difficile per un pensiero libero e liberale trovare spazio in Italia.
Dopo la stagione di Mani Pulite,che spazzò via i partiti della Prima Repubblica e quindi anche il "suo" PLI,Zanone non volle mai aderire a quella che lui chiamava "la grande truffa" berlusconiana.Così egli scriveva:"si è voluto regalare la bandiera liberale a un demagogo millantatore che fino ad allora aveva fatto affari di bassa lega con il partito socialista.L’etichetta di “liberale” a Berlusconi è servita per dare uno straccio di dignità politica a chi ne è totalmente sprovvisto.I complici sono molti:si va da Bertinotti alla stampa padronale, persino al Pd sempre incline all’inciucio e al compromesso di potere.(....)La “rivoluzione liberale” predicata da Gobetti e quella di Berlusconi,per i pennivendoli di Arcore,sono state la stessa cosa. Alcuni hanno avuto persino la faccia tosta di espungere Gobetti dalla storia del pensiero liberale per dare posto al monopolista di Arcore(....).Come ci si possa,la mattina,guardare allo specchio senza ridere o vergognarsi, non si sa proprio(....).Ci si strofina su Meloni come nel 1922 i fascioliberali su Mussolini".Incredibile,ma queste parole furono scritte da Zanone 15 anni fa,all'albeggiare del sistema di potere berlusconiano.
Di Zanone,però,non condivisi una scelta,quella cioè di non essere stato a fianco di Enzo Tortora,che pure del PLI faceva parte,ingiustamente ed indecentemente accusato dalla malagiustizia italiana.Ancora oggi non comprendo il perchè della rinuncia a combattere una battaglia tipicamente liberale per lo stato di diritto contro l'angheria di una giustizia ingiusta,arrogante e prepotente che già allora angariava la vita degli individui.Battaglia che invece poi fecero Marco Pannella e i Radicali.In ogni caso per noi liberali Valerio Zanone rimarrà sempre Valerio Zanone.E a mio avviso il modo migliore per ricordarlo è rileggere il suo "decalogo" liberale,quella sorta di Comandamenti Liberali,che lui enunciò in quel meraviglioso Congresso liberale di Firenze del 1981:
- Liberale è darsi una regola piuttosto di doverla ricevere.
- Liberale è la società aperta che riconosce a ciascuno il diritto e la possibilità di diventare ciò che vuole essere.
- Liberale è rinunciare all'illusione della società perfetta,ma cercare ogni giorno di correggerne qualche imperfezione.
- Liberale è l'iniziativa individuale combinata con la responsabilità collettiva.
- Liberale è il rifiuto di staccare nel tempo la libertà e la socialità;ai marxisti che promettono la libertà dopo la socialità,ai conservatori che promettono la socialità dopo la libertà,i liberali devono rispondere che la libertà e la socialità si guadagnano e si perdono insieme
- Liberale è la sintesi difficile non impossibile,fra l'efficienza del mercato,le riforme della socialità, le regole della democrazia.
- Liberale è chi non delega e non si sottomette,chi chiede al grande fratello pubblico il conto delle spese.
- Liberale è chi,dopo aver letto il romanzo di Orwell,scopre che il fatidico "1984" è alle porte,e prepara la difesa contro la più illiberale delle diseguaglianze,quella che potrebbe instaurarsi fra una massa livellata e una oligarchia di livellatori
- Liberale è il rifiuto di separare il tempo dalla propria vita,di scinderlo fra un tempo di lavoro senza fantasia e un tempo libero senza significato
- Liberale è la voglia di cambiare ogni tanto lavoro e pensieri, di imparare qualcosa anche quando è finita la scuola.
- Liberale è per noi, italiani, credere nella vivacità e opporci alle politiche che la mortificano, respingere le lamentazioni catastrofiche, avere fiducia in questo paese dissestato e grande; e cercare nelle ragioni della libertà le nostre ragioni di speranza".
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