20 settembre 2024

GRAZIE TOTO'









Non è arrivata inattesa la notizia.Si sapeva ormai da tempo che era gravemente malato di quella maledetta malattia che ti assale,ti azzanna e non ti dà scampo.E la notizia era che Salvatore Schillaci,che di "mestiere" faceva il calciatore,ci aveva lasciati.Lo chiamavano tutti Totò,per quella istintiva simpatia che suscitava,per quella sua semplicità e umiltà.
Totò era un ragazzo di Sicilia e di Palermo;dall'officina di gommista nella quale lavorava,aveva visto partire tanti amici e tanti ragazzi siciliani per Torino per andare a lavorare nella Fiat.La Fiat di Gianni Agnelli.Anche Totò un giorno partì per andare a lavorare a Torino.Solo che lui andava a lavorare in un'altra fabbrica della Fiat,che sempre di Gianni Agnelli era e che si chiamava Juventus.
Quelli della Juve,infatti,avevano visto giocare quel ragazzo prima nel Messina e poi nel Palermo e si dissero che certo un fuoriclasse Schillaci non era,ma che quel ragazzo comunque nella Juve ci sarebbe stato davvero bene.
E già al primo anno fece faville alla Juve,vincendo una Coppa Uefa e una Coppa Italia,e subito entrò nel cuore dei tifosi che lo accostarono a un altro ragazzo del Sud,un altro ragazzo anche lui siciliano,che pure nella Juve venne a giocare,Pietro Anastasi si chiamava quell'altro ragazzo ed era di Catania.

Si può dire che successe tutto (o quasi) in una stagione.Il grosso della storia di Salvatore Schillaci alla Juventus si condensa nella stagione 1989-90.La chiamata della Juve rappresentava per lui l'occasione della vita, del riscatto dopo le difficoltà, del salto in alto nel grande calcio. Era l'opportunità di giocare per la squadra di cui era tifoso fin da bambino,quando giocava con gli amici nel quartiere Cep(Coordinamento Edilizia Popolare)di Palermo.
Totò realizzò così il suo sogno perchè giocare a pallone era la cosa più importante."Da quando ero ragazzino,diceva Totò,l’unica cosa che contava per me era segnare.Ma da noi, per emergere, devi avere la fortuna che qualcuno venga a scovarti. Non ci sono scuole calcio, i club investono poco nel settore giovanile.Fu per questo che quando smise di giocare, ricordandosi chi era stato e da dove veniva,aprì una scuola calcio per i ragazzini di Palermo,dove faceva giocare anche i migranti,perchè poi nella vita ci sono anche quelli che tra tutti sono più in difficoltà degli altri.

E poi fu il tempo di quella maglia azzurra,la maglia dell'Italia ai Mondiali di calcio del '90 che proprio in Italia si giocavano.Nemmeno lui s'aspettava di essere convocato in Nazionale.Partì come riserva di Vialli e Carnevale,poi fu sempre titolare:6 reti, alla fine, capocannoniere e Scarpa d’oro,secondo nel Pallone d’oro dietro al tedesco campione del mondo Lothar Matthäus.E furono notti magiche per Schillaci le notti delle partite di quel Mondiale '90."Notti magiche",il titolo della canzone composta e cantata proprio per quel Mondiale da Gianna Nannini ed Edoardo Bennato. 

Ma oggi Totò ci ha lasciati,presto,troppo presto ci ha lasciati,a soli 59 anni.Eppure di lui ci rimarrà per sempre il ricordo di quel suo sorriso,di quella sua esultanza braccia al cielo e di quegli occhi spiritati dell'esultanza dopo un gol.Perchè non era un giocatore qualsiasi e banale Schillaci,uno dei tanti che passano sui campi di gioco.Perchè lui sul campo trasfondeva tutta quella sua grande passione per il pallone,la stessa di quando giocava nella squadretta del Cep di Palermo.E tra lui e i tifosi si stabilì subito un rapporto stretto e speciale.  
Perchè c’è un momento in cui,certe volte è come se si stabilisse un patto tra un protagonista e un’intera generazione. È un fatto di sentimenti,di emozioni e di passione. Qualcosa che appartiene solo a quel tempo e a chi c’era:cosa vuoi che possano capire di quei sentimenti,di quelle emozioni e passioni i ragazzi d'oggi;cosa vuoi che possano capire di Schillaci e di cosa abbia rappresentato per noi ragazzi del Mondiale '90.E' un'emozione tutta speciale che resta in fondo al cuore per tutto la vita e che torna in superficie quando un suono,una figura,una canzone o un sapore riporta a galla quell’immagine.Come la "madaleine" di Proust,per dire.

Per coloro per i quali il calcio non è e non sarà mai solo un gioco ma un'emozione e un meraviglioso sentimento, Totò Schillaci è tutt’altro che un calciatore qualsiasi che ha attraversato per un pò le nostre vite.Sarà piuttosto una specie di eroe popolare,lui che dai quartieri popolari di Palermo veniva.

Se i ragazzi d'oggi che danno importanza solo alle statistiche e guardano gli highlights,ci chiedessero chi era Schillaci,forse avremmo difficoltà a spiegarlo,perchè i sentimenti e le emozioni vivono dentro e non sono facili da raccontarsi.E Schillaci era un sentimento,un'emozione perchè erano quelle le cose che lui ci regalava.Era l’eroe di un Mondiale anche se perso;l’autore di gol quasi mai famosi come invece quello indimenticabile di Rivera del 4 a 3 alla Germania nell'epica partita dello Stadio Azteca di Città del Messico.Certo,Schillaci non era  famoso e appariscente come i suoi compagni di Nazionale Baggio,Vialli o Mancini.Ma noi lo ricordiamo e continueremo a ricordarlo per quel suo sorriso,le braccia al cielo e gli occhi spiritati dopo un gol.Perchè Schillaci ci ha dato notti magiche in quell'estate del '90.
Schillaci rimane nel cuore degli italiani proprio perché veniva da umili origini e aveva faticato per imporsi.Di soldi in famiglia ce ne erano pochi,eppure il padre muratore fece di tutto per aiutarlo.Totò non mollò mai,anche quando lavorava come gommista,in pasticceria o da ambulante.Ecco perchè ricordiamo Totò Schillaci:perchè con fatica e sacrificio aveva realizzato un sogno;i sogni,come per Totò,a volte si realizzano,se ci crediamo veramente,se davvero vogliamo e ci impegniamo,possiamo realizzarli i nostri,di sogni.
Ciao Totò e grazie.Anche se l'Italia quel Mondiale del '90 non vinse,tu resti comunque Campione del Mondo negli occhi degli italiani.In questo tempo di fuoriclasse di plastica strapagati e senza passione,tu sei sempe vivo in chi ti ha amato per quelle emozioni che in quelle notti magiche ci hai date.Grazie Totò.

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