07 settembre 2024

"NOI" E "LORO"

 






Dopo circa un mese è stato arrestato dai carabinieri il presunto assassino di Sharon Verzeni,la barista di un paese della bergamasca.L'uomo,un trentunenne nato a Milano da una famiglia di origini del Mali,ha dichiarato ai magistrati:"Non c'è un motivo per cui l'ho uccisa,nemmeno conoscevo quella donna.Ma in quel momento è scattato irrefrenabile un raptus di uccidere qualcuno,purchessia".

Parole che lasciano esterrefatti oltretutto per la freddezza con la quale vengono dette.E figuriamoci.Non è sembrato vero a gente come Salvini usare questo caso per scatenare una campagna d'odio razzista contro il presunto assassino(presunto,sì:perchè,nonostante Salvini,ancora si dovrebbe usare questa parola in un "presunto" Stato di diritto).Per Salvini la cosa grave è che quell'uomo,pur di cittadinanza italiana,è di origini africane.E non è un caso che Salvini abbia sottolineato che l'assassino era "cittadino italiano".In quel modo Salvini ha voluto chiudere a qualsiasi ipotesi di "ius scholae",cioè alla concessione della cittadinanza ai bambini nati in Italia o che qui giungano da piccini e che completino un ciclo di studi anche se figli di genitori stranieri.
Ma,al di là della drammaticità del caso specifico,c’è un qualcos’altro che va oltre il miserabile calcolo di un lucro elettorale che si può trarre da un delitto come fa Salvini per raccattare qualche voto nella spazzatura e nel ciarpame dell'Italia più becera e razzista.

Stiamo vivendo un pò in tutta Europa(come le elezioni regionali tedesche testimoniano nelle quali ha ha trionfato il partito xenofobo e neonazista Adf)un sentimento di timore e di paura verso i cambiamenti epocali che stanno avvenendo,dei quali la migrazione dal Sud al Nord del mondo è solo il più appariscente segnale.Guardiamo al futuro con gli occhi del passato e non sappiamo dare il giusto nome a questi fenomeni.Così usiamo frasi e parole ambivalenti a seconda delle circostanze e non capiamo(non vogliamo capire)che il razzismo sta proprio nel fatto di sottolineare l’etnia o la nazionalità di qualcuno quando fa comodo,e non considerare razzismo quando questi termini non giovano alla propria causa,quando,ad esempio,gli stessi fatti accadono ma a parti invertite nel caso dei due italiani che uccisero il ragazzo di colore Willy Montero a Colleferro(Roma).

Dietro le speculazioni della destra sovranista ci sono le paure della parte più fragile della popolazione,soprattutto delle periferie delle città,e la precisa volontà da parte della stessa destra, di non fare niente per emanciparla da questa angoscia che fa vedere la modernità non come opportunità e possibilità ma come un incubo,qualcosa da cui difendersi invece di viverla.

Questa concezione di sovranità e nazionalità non è basata sui diritti, la cittadinanza, la Costituzione e la libertà, ma ancora e sempre sull’identità biologica originaria da conservare e proteggere.Sono del resto proprio queste le idee care a quel tal generale Vannacci.Per lui gli esseri umani si devono classificare non in quanto esseri umani ma per categorie,comunque altre e diverse.Così i gay "non sono normali" e i disabili vanno messi in classi separate.E perchè "quelli" che hanno un diverso colore della pelle rispetto a "noi","non hanno le caratteristiche somatiche italiane".Come se poi il popolo italiano non fosse quello etnicamente più eterogeneo con tutte le migrazioni avvenute nei secoli e per i contatti multietnici e culturali avvenuti sulle nostre terre.

La presunzione per le destre è dunque quella secondo cui noi,italiani ed europei,all'interno del fenomeno migratorio rappresentiamo la “normalità” ed è per questo che saremmo autorizzati a distinguere tra un “noi” e un “loro”. La politica di destra intravvede un mercato elettorale nel cittadino solo, spaesato, che dopo non essere mai uscito dai confini del Paese si trova improvvisamente globalizzato a casa sua, e lo incoraggia a trasformare “loro” in un pericolo permanente. I migranti sono l’avversario,il nemico:e se da irregolari diventano regolari "loro" possono lavorare in Italia,potendo(giustamente)rivendicare aspettative di diritti, del welfare, della cittadinanza. Qui nasce il conflitto, perché "loro", gli "intrusi" diventerebbero addirittura come "noi" ed è qui che esplodono fomentate insicurezze che negano il diritto ad avere diritti dei "nuovi" italiani,ricacciandoli in ghetti sociali e culturali.Di conseguenza i "veri" italiani vivono i diritti come cosa propria ed esclusiva,come privilegio, rifiutando condivisioni e solidarieta'.

Ma spacciando paure si finisce col vivere proprio nella paura e nell'angoscia.Abbiamo così quelle narrazioni del ministro Lollobrigida per il quale sarebbe in corso addirittura "una sostituzione etnica" e l’impegno epico-etico della Premier Meloni di "difendere Dio,la Patria e la nostra civiltà".

Ecco quindi che ne vien fuori quell'idea identitaria di comunità nazionale  chiusa nella tutela biologica della discendenza,basata su una presunta superiorità etnica,che cerca garanzie nei suoi valori sacri,Dio, Patria, famiglia.È un'idea cieca e ottusa che non vede i cambiamenti epocali culturali ed economici che vengono da una società sempre più multietnica,come anche quella italiana è già diventata e che invece è come angosciata da questi mutamenti e dal rischio della perdita dell'identità nazionale in un mondo globalizzato che là fuori,oltre i nostri confini,comunque esiste e con la quale comunque bisogna fare i conti.

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