03 settembre 2024

SCIREA, UN ESEMPIO CHE NON MUORE

No.Sarò forse nostalgico,ma il "mio" calcio non è quello che oggi siamo abituati a vedere.Il "mio" calcio,l'idea che ho del calcio,non è quella di uno sport che,come oggi succede,si aggira nei meandri di un mondo di presidenti-affaristi e intrallazzatori,di società dai bilanci,per usare un eufemismo,poco trasparenti,da procuratori speculatori e senza scrupoli e dagli stessi ragazzi che corrono dietro a quel pallone ricoperti dalla cima dei capelli alle punta delle scarpette da sponsor a non finire.

Il calcio io l'ho imparato "studiando" sugli album delle figurine Panini,sui quali c'attaccavo le figurine adesive dei calciatori.E quelle figurine le scambiavamo con gli altri bambini,se dalle bustine t'usciva un calciatore "a doppione",che cioè avevi già.Erano figurine con calciatori con i baffi(indimenticabile quella di Albertosi)sguardi arcigni e sopracciglia folte.Ma di qualcuna di quelle figurine,ti veniva naturale metterla da parte,perché sapevi che l’avresti conservata.E perchè un bambino dovrebbe conservare una figurina?La risposta è semplice.Perchè "sentivi",perchè avevi per quella figurina,per quel calciatore una specie di rispetto,anche se non era della squadra per la quale tenevi tu.Come per Mazzola,ad esempio;o Rivera o Riva.O come Gaetano Scirea.

Gaetano Scirea vestiva la maglia della Juve,quella più detestata, per tutti quelli che non sono juventini.Non certo da me che juventino sono.Eppure,lo sapevo,me ne accorgevo,che quelle strisce bianconere,addosso a lui destavano nei miei amici bambini e ancor oggi in tutti destano,rispetto ed ammirazione,per quel suo modo di giocare,ma soprattutto per quel suo modo di essere Uomo vero.Il 3 settembre 2024 di anni ne fanno 35 anni dalla sua morte così casuale,così orrenda.Avvenne in Polonia,dove Scirea era andato per "visionare" come si diceva una volta,una squadra polacca,prossima avversaria della sua Juve,perchè lui aveva lasciato il calcio giocato e cominciava quella di osservatore sempre per la sua Juve.35 anni son tanti,eppure più passa il tempo più ti sorprendi nell'accorgerti di quanto sia vitale il ricordo e dell’importanza di Scirea. Più passa il tempo e più ci si rende conto che l’esempio che ha lasciato sconfigge giorno dopo giorno la sua assenza.Forse perché Scirea,era un atleta consapevole,con quel suo modo di giocare e di stare al mondo,dei valori dello sport.Fors'anche perchè sapeva il significato della parola "sacrificio",avendoli visti fare ai suoi genitori.

L’educazione e la gentilezza i suo tratti distintivi e la capacità di ricordare, per ognuna delle sue tante vittorie,che vincere non vuol dire mai sentirsi superiori. Di conseguenza, nessuno mai dovette insegnargli a saper perdere, perché Scirea sapeva che nello sport,come nella vita,qualche volta si può perdere ma bisogna sempre imparare dagli errori.

Perché Scirea era uomo vero.Perchè era uno che sapeva tenere i piedi per terra,al contrario di quei tanti ragazzini di oggi che per un gol che fanno si atteggiano a campioni ineguagliabili.Perchè Scirea non dimenticava mai che i suoi genitori avevano lavorato in fabbrica,per un millesimo del suo stipendio e che perciò meritavano più ammirazione e rispetto più di quello che tanti nutrivano per lui,che era diventato ricco giocando a pallone.

L'Uomo e il grande calciatore.Perchè,oltre a quelle qualità umane Scirea era un grande calciatore, precursore di un calcio moderno.A quel tempo si chiamava “libero” il ruolo che ricopriva,quello che oggi definiremmo difensore centrale,con strepitose capacità di lettura, anticipo e marcatura e capacità di  avanzare come una mezzala,il ruolo che,del resto,aveva avuto nelle giovanili dell'Atalanta.Insomma.giocatore universale, dotato di intelligenza calcistica superiore e una tecnica di base eccellente, grazie alla quale non gli mancava nessun fondamentale.E lui c'era in quella finale del Mondiale '82,in quell'Italia del mitico Bearzot che vinse la Coppa contro la Germania Ovest.La finale dell'ormai indimenticabile urlo di Tardelli al suo gol.

Vinse praticamente tutto Scirea:Coppa Uefa,Coppa delle Coppe,Supercoppa,Coppa dei Campioni e Coppa Intercontinentale.Un primato mondiale.E,così,tanto per gradire,anche 7 scudetti e 2 Coppe Italia.E forse ancora avrebbe continuato a vincere quando cominciò una nuova vita da tecnico,ma in Polonia una vampa di fuoco se l’è portato via, lasciando tutti allibiti.Tutti.Juventini e non.

E forse,se ancora oggi continuiamo ad amare il calcio pur così cambiato in peggio,è perchè ci sono stati uomini che hanno dato a questo gioco un senso che va oltre i risultati.Perchè ci sono stati giocatori come Gaetano Scirea,che con il loro essere uomini e campioni,hanno reso migliore il loro tempo e ci hanno aiutato a sognare che forse un'altra vita si può.

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