A 170 anni dalla sua nascita,é stata organizzata a Roma,dall'8 ottobre 2022 al 26 marzo 2023,una mostra sul grande pittore olandese Vincent Van Gogh.Il suo vissuto fu breve,tortuoso il suo cammino,quasi un angoscioso pellegrinaggio verso una meta sconosciuta.Egli stesso scrive,infatti,in una sua lettera:"Noi siamo dei pellegrini,la nostra vita è un lungo cammino,un viaggio dalla terra al cielo".Certamente fu un viaggio personale ed esistenziale in salita quello di van Gogh,che proprio perché amava la vita,era capace di meravigliarsi e commuoversi davanti alla semplice e ammaliante bellezza della semplicità.Attraversò molti posti Van Gogh.E fu uno di questi posti,Parigi,a segnarlo particolarmente.Qui scelse di dedicare la sua esistenza alla pittura,qui conobbe pittori come Monet,Degas,Renoir,Toulouse-Lautrec,che gli apriranno un mondo tutto nuovo.
La sua esistenza sempre così in bilico e precaria ha condotto alcuni registi a creare dei film proprio sulla vita visionaria del pittore olandese. L’ultimo è stato, nel 2018, il film di Julian Schnabel:"Van Gogh – sulla soglia dell’eternità"(sotto)
Il film riprende e dà vita ai colori dei quadri di van Gogh:il giallo del grano,dei girasoli,delle estati torride ma anche ma anche il blu della notte e il rosso dei papaveri.
Un altro film che merita di essere citato è "Vincent e Theo",di Robert Altman,
Questo secondo film si concentra su una delle figure fondamentali nella vita del pittore e cioé il fratello Theo.Fu lui ad aiutarlo economicamente durante tutta la sua vita.Ma non solo.Fondamentali sono lo scambio intenso di lettere che i due fratelli si scambiarono.In esse si delinea chiaramente sia la vulnerabilità psichica di Vincent e i suoi tormenti,sia la sua concezione artistica.Van Gogh,infatti,era affetto da un malessere psichico del quale non si conosce precisamente la natura.Ciò che si sa è che soffriva di attacchi di panico e allucinazioni che gli causavano atti violenti e istinti suicidi.A ciò si aggiungeva anche la predilezione di van Gogh per l’alcol e l’assenzio.
Una delle cose più belle della natura d Van Gogh fu l’amore per gli ultimi.Egli,infatti,si recò nelle regioni minerarie del Belgio per prendersi cura delle persone più fragili,i malati e i minatori. Decise di vivere come loro,dividendo con loro miseri pasti intorno ad un tavolo,alla tenue luce di una lampada.Nasce da qui una delle sue opere più conosciute, I mangiatori di patate.
I deboli,gli emarginati,i dimenticati furono i soggetti prediletti da van Gogh,ossia gli ultimi,i minatori e i lavoratori dei campi.
Ma anche la natura viva,luminosa,i campi di grano e i girasoli,furono le immagini emblema del pittore.
Questo quadro coinvolge l’osservatore con dei colori che conducono nel turbinio del vento che scuote l’aria,le stelle e il cipresso.Quasi un preannuncio,un’attesa di qualcosa che sta per accadere,qualcosa che può essere bellissimo o terribile.Nella parte bassa del dipinto,la città che ignara dorme.A sinistra, il cipresso che oscilla e vibra come una fiamma.
Nella vita del pittore fondamentale é l’esperienza in Provenza.Nella sua casa di Arles vive felicemente alcuni mesi con il suo amico Paul Gauguin. Ma la serenità dura poco.I due hanno caratteri diversi,modi d’intendere la vita differenti.Un giorno tra i due scoppia una lite violenta,e Vincent,in preda alle allucinazioni,si mozzò con un rasoio metà di un orecchio.Qualche giorno dopo, van Gogh si ritrasse con un’ampia fasciatura a coprire l’orecchio mutilato.
L’ultima tappa del suo viaggio terreno è vicino Parigi,dove trova una nuova casa e nuovi paesaggi,prati, campi.Qui,nel mese di luglio del 1890,dopo aver dipinto un campo di grano,mette fine alla sua vita con un colpo di pistola.
Era un animo sensibile van Gogh,forse per questo destinato alla sofferenza.Vedeva e sentiva come il resto della gente non può e non sa.È un dono per tutti noi la sua delicatezza d’animo,la sua sensibilità,i suoi dipinti sanno riprendere il mondo dentro di noi.Per questo dovremo per sempre ringraziare l’artista Vincent van Gogh.Come lui,anche oggi tante anime sensibili,pure,vere non sono comprese,anzi,sono derise,umiliate,calpestate.Van Gogh potrebbe essere un ultimo dei giorni nostri.Magari vittima di quell'odio e quella violenza così diffusa e dilagante ai giorni nostri,nella vita pubblica e nelle vite private.Forse il rimedio sarebbe quello di godere pienamente dell’arte,di quello che essa trasmette e rinascere da essa più grandi,migliori,soprattutto più umani.E forse era questa la missione di questo grande,immortale pittore.
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