09 marzo 2021

IL MINISTERO DELLA SOLITUDINE



Poteva sembrare una suggestione tratta da un romanzo letterario,del tipo "Cent'anni di solitudine" di  Gabriel Garcia Marquez.Ed invece quello che è stato chiamato il "Ministero della Solitudine",esiste davvero:lo creò qualche anno fa l'ex Premier inglese,Theresa May.Un "Minister for Loneliness",che si occupa di quello che le autorità sanitarie già allora consideravano una questione nazionale:milioni di persone che vivono ai margini,sole,senza relazionamenti sociali e umani,soprattutto anziani che trascorrono settimane senza incontrare nessuno,ma anche giovani che vivono problematiche di disagio sociale.Il vivere soli è considerato un fattore che genera numerose malattie,a cominciare dalla depressione,ma anche cardiopatie e neuropatie,ed è quindi un problema di salute pubblica.A lanciare per prima la richiesta di un'iniziativa di questo tipo fu Jo Cox,la parlamentare laburista assassinata da un fanatico xenofobo di estrema destra alla vigilia del referendum sulla Brexit.La Cox aveva compreso la gravità del problema della solitudine e si era spesa personalmente e politicamente per sradicarla.L’obiettivo era quello di riformare le comunità,dando priorità alla salute mentale,all'assistenza domiciliare agli anziani,ma anche allo sviluppo di politiche giovanili,perchè anche i giovani vivono il problema.Erano tempi "normali" quelli in cui la Cox parlava della solitudine.Poi è arrivato quest'altro tempo,il tempo della pandemia,che ha portato morte e crisi economica,ma anche un qualcosa prima sconosciuto,che è il lockdown.Già,il lockdown.Un tempo chiuso e recluso,di isolamento e confinamento,uno stato fisico e psicologico,una nuova e diversa forma di solitudine:l'assenza di contatti sociali e relazioni personali con amici,parenti,vicini;l'assenza di una comunità di discussione reale,con la quale scambiare sentimento e vissuto quotidiano.L’isolamento sociale rappresenta l’aspetto tangibile della separazione fisica e di interazione con l'altro.Un tempo che mai più dimenticheremo.Un tempo delle "prime volte":la prima volta dello smartworking e didattica a distanza(DAD).La prima volta in cui ci privano della libertà di disporre del nostro spazio e del nostro tempo,rimanendo appesi all’ennesimo DPCM che decide al posto nostro se,come,quando e chi incontrare.Ed è per questo che,per fronteggiare queste nuove solitudini,anche in Giappone è stato creato un “Ministero per la Solitudine”.Erano già anni che i governi di Tokyo stavano cercando di dare risposte a problemi sociali che pesano sulla popolazione.Problemi tra loro tutti connessi:l'assenza di relazioni tra i cittadini;l’altissimo tasso di suicidi anche giovanili;il declino demografico e l’invecchiamento della popolazione.La pandemia ha peggiorato tutto.Già il modello economico che il Giappone si è dato,all’inizio degli anni '80,aveva trasformato la società:in essa il lavoro veniva prima di tutto:gran parte della giornata di un giapponese medio è di  lavoro,con quasi 80 ore lavorative settimanali.L’ex primo ministro Shinzo Abe aveva cercato di riformare questo modello,cercando di limitare i tempi di lavoro,rimettendo il cittadino al centro,cercando di far capire la necessità di riappropriarsi di spazi e tempo libero,e quindi di sentirsi meno soli.Il virus ha accelerato tutto e la creazione del Ministero della Solitudine,è arrivata dopo gli ultimi,allarmanti dati sui suicidi e degli effetti che l’isolamento dovuto alla pandemia ha avuto sulla popolazione.Soprattutto violenze sulle donne e disagio infantile e giovanile per la negazione di spazi e tempi esistenziali.Perchè la solitudine fa elaborare idee negative:quando un dolore ci lacera,sentiamo il bisogno di cercare qualcuno con cui parlare,per trovare qualche parola di conforto.Ma la pandemia ha imposto distanze e lontananze e ci vieta anche questo "comunicare",che Gadda chiamerebbe la nostra "Cognizione del dolore".Così il dolore rimane dentro,aggravando il senso di solitudine.I più esposti alla solitudine sono i giovani e gli anziani.Con la chiusura delle scuole,i ragazzi hanno avuto,come interlocutori,solo il loro telefonino e i “social”,ma di certo non si può chiamare “socializzato” chi rimane davanti al computer per ore e ore.Proprio in Giappone,la prima causa di mortalità giovanile è rappresentata dall’ Hikikomori: Hikikomori  è la sindrome che colpisce quegli adolescenti che vivono reclusi nella loro casa o nella loro stanza,sempre attaccati al computer,senza alcun contatto con l’esterno.E poi ci sono le persone anziane,le più esposte alla solitudine.Ora ben venga un Ministero della Solitudine che si occupi di queste problematiche.Ma la solitudine è qualcosa di più.È l’esperienza della propria insignificanza sociale quando hai l’ impressione di non interessare a nessuno,e raccogli al massimo un gesto di gentilezza in questa società,dove le persone passano vicine al prossimo come si passa vicino ai muri.In una simile condizione nessuno ti vede e nessuno ti guarda.E quell'assenza di sguardo diventa ancor più tragica quando in una coppia uno dei due se ne va e ti lascia solo al mondo,perché nessuno più ti restituisce quello che con lui o con lei hai condiviso.Soprattutto perchè hai perso il testimone della tua vita perché, in fondo,tutte le cose che facciamo nella vita,le facciamo perché uno sguardo le accoglie e le testimonia.Quando un testimone non c'è,si perde anche la motivazione,la voglia di essere e di esserci,che sono gli ingredienti della vita stessa.E qui la solitudine ti si offre in tutta la sua abissalità.E non c’ è parola o Ministero che possa lenirla.


Anche Fabrizio De Andrè,nella canzone scritta con Ivano Fossati "Anime salve" ha fatto un "elogio" della solitudine:






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