17 febbraio 2021

L'EUROPA E' UN DOVERE

Ancora una volta la crisi di governo appena conclusasi con la formazione del Governo Draghi,si è svolta tutta all'interno dei Palazzi della politica,con lo squallido spettacolo di tanti saltimbanchi passati dall'uno all'altro schieramento,per il "bene del Paese" naturalmente.Una crisi nel Palazzo,lontana dalla gente,dai loro bisogni,dalle domande di chi ogni giorno vive le tre paure,sanitaria,economica e del lavoro e con una pandemia che continua il suo assedio con i tanti,troppi numeri drammatici,con un programma di vaccinazione che procede a rilento e un piano di utilizzo dei 209 miliardi del Recovery sul quale l' "avvocato del popolo" Conte non ha fatto niente,impegnato com'era a trastullarsi  negli Stati Generali di Villa Pamphili.E' questa una vera e propria crisi sistemica della politica,che ha imposto al presidente della Repubblica una soluzione d’eccezione,con la chiamata di Mario Draghi,un uomo che viene dal di fuori della politica.Un’abdicazione,perciò, della politica stessa,perchè si è chiesto a Draghi,utilizzando il credito internazionale di cui egli gode,di fare quello che la politica doveva fare e non ha fatto,per soddisfare gli obblighi che l'Italia ha con Bruxelles per l'utilizzo del "Recovery Fund" e per fronteggiare le paurose urgenze sanitarie ed economico-sociale che incombono sul Paese.E' questo un "dèja vu",una situazione già vissuta 10 anni fa col Governo Monti,e proprio per questo ancor più grave,perché significa che in questi 10 anni la politica non è stata capace di rinnovarsi e svolgere il ruolo che la Costituzione le assegna.Draghi,però,per la sua esperienza alla BCE,svolgerà anche un ruolo politico,anche se egli,così come Monti,riceve un mandato dal capo dello Stato e non dai partiti depositari della volontà popolare,che costituisce la loro legittimazione.Draghi perderà la neutralità del tecnico dovendo fare necessariamente il "politico",per le scelte dirimenti da adottare,in un momento di crisi dominante,dove sono richieste decisioni,visioni,concezioni di società e opzioni di futuro.Draghi sarà il nostro credibile e autorevole rappresentante presso l'Europa,ma i partiti che lo appoggeranno devono sapere che anche il loro europeismo non dovrà essere una convenienza del momento o una finzione per scelte tattiche e di puro oppurtunismo,ma dovrà essere una scelta di campo precisa,una cultura,una politica e che adesso più che mai,il sentirsi europeo è un "dovere" ed esso comporta obblighi,responsabilità e un ripudio di quei sistemi autoritari,come quelli di Putin,Erdogan,Orbán e Maduro ai quali il sovranismo ha guardato con complicità.Abbiamo bisogno di Europa e questo comporta la fine dell'ideologismo populista,delle false religioni predicate contro l’euro e la Ue,fino ad arrivare all’Italexit.E questo sarà,finalmente,la fine del sovranismo nazionalista e l’indebolimento del populismo,e con esso l’esaurimento dell’antipolitica del Salvini d'antan e del grillismo più vieto e sguaiato.In questo tempo si chiedono ai cittadini sacrifici e responsabilità individuale davanti alla minaccia del virus,ma ciò pretende un corrispettivo di responsabilità pubblica.Oggi non serve sguaiare più.Non è consentito,anzi.Nel momento in cui il Paese ha bisogno di governo e non di ruspe e di “vaffa”,si vanno riscoprendo le virtù dimenticate della competenza,e non dell' "uno vale uno",l’utilità della conoscenza e più in generale del "Sapere",per così tanto tempo ridicolizzato.Questo è anche il momento di fare scelte precise e coraggiose per uscire dalle logiche del Palazzo,per tenere l’Italia dentro la cultura politica e istituzionale europea e dentro la civiltà democratica occidentale.Questo significa costruire un quadro politico europeo,occidentale,riformatore,e quindi liberaldemocratico.Una volta messo il Paese in sicurezza,arriverà anche il momento di dare un orizzonte cultural-politico all’Italia e in quel momento si capirà chi vorrà davvero lavorare per costruire una politica con la P maiuscola,che non abbia più bisogno di tecnici od esperti.Anche perché dopo l'attuale vuoto politico,dietro questo governo di salvezza nazionale,non ci sarà nessun'altra rete di salvataggio,nessuno spazio per nessuna altra possibilità.E non ci sarà più spazio nemmeno per le nostre libertà,personali e collettive,già oggi così tanto vessate.

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