14 febbraio 2021

TORNARE AD "ASCOLTARE"




Un nuovo social network si sta rapidamente affermando tra i colossi degli store digitali.Si chiama Clubhouse si distingue dagli altri giganti del settore per la sua principale peculiarità:l’impiego esclusivo della voce per comunicare con gli altri utenti.La principale forma di comunicazione non è infatti la parola scritta come su Facebook o Twitter,ma quella parlata.Gli utenti possono entrare e uscire liberamente dalle conversazioni,prendendovi attivamente parte  o semplicemente ascoltando gli altri utenti.Una caratteristica vincente,ai tempi della pandemia,nella quale avevamo tanta voglia di parlare e ascoltare qualcuno.Forse,chissà,sorridendone al pensiero,se il grande filosofo ateniese,Platone,fosse vissuto ai giorni nostri,avrebbe sicuramente scelto Clubhouse come social preferito e non Facebook o Twitter.Secondo il filosofo britannico Whitehead,l’intera storia della filosofia occidentale non è che un lungo commento a Platone,volendo con ciò significare che Platone è il padre della Filosofia di tutti i tempi.Di questo era consapevole e convinto anche uno dei più grandi pittori italiani,Raffaello Sanzio,quando dipinse uno dei propri massimi capolavori,l' "Accademia di Atene",l'affresco nelle "Stanze della Segnatura" ai Musei Vaticani.Per Whitehead dal pensiero di Platone non si è mai potuti prescindere,fosse per contestarlo o condividerlo.Di Platone restano moltissime  opere,ma questo solo grazie ai suoi discepoli che riportarono per iscritto il suo pensiero.Ma per il Maestro,la ricerca della verità,fine ultimo della Filosofia,è "dialettica",cioè in continuo movimento,e quindi refrattaria a lasciarsi esaurire in uno scritto.Lo scritto,per Platone,non educa il Pensiero.Lo scritto uccide nel pensiero l’attività viva del pensare,è una specie di aiuto che giunge all’anima dall’esterno e la disabitua allo sforzo interiore.E' una civiltà orale quella di Platone.Nascere in una cultura orale significa cibarsi di ascolto.
La trasmissione della cultura in Grecia restò orale sino alla fine dell’epoca classica(V secolo a.C.)quella della grande stagione del teatro, dell’oratoria e della filosofia,momento in cui cominciarono a esserci testi scritti.Ma Platone,da buon insegnante,amava comunque il dialogo diretto e vivo.Una parola scritta è per Platone muta,incapace di difendersi e di rispondere senza che noi possiamo più interrogarla.È pur vero,però,che spesso è la parola scritta a interrogare noi.Siamo una generazione difficile da definire.Ci serviamo quotidianamente della scrittura attraverso mail e post di social,ma nel lessico quotidiano(e familiare come il titolo del libro Premio Strega di Natalia Ginzburg)nella qualità della forma ci comportiamo come se usassimo una comunicazione orale:le conversazioni sulle chat dei gruppi di whatsapp o sui post di Facebook sono lì a testimoniarlo.Ma non dovremmo mai dimenticare che il verbo latino "scribere",significa incidere,come anticamente si faceva con lo stilo sulle tavolette di cera per lasciare i segni delle lettere dell’alfabeto.La parola scritta è lì con il suo enorme potere graffiante.Essa può farci sognare,innamorare,sorridere e consolare ma anche offendere e ferire.Perciò,quando come in questo nostro tempo scriviamo così tanto su Facebook e Twitter,bisognerebbe farlo con la cura di chi sa di lasciare segni e sentimenti.Belli ma anche feroci.Così,riflettendo sul valore della scrittura,c'è da dire che Clubhouse, il nuovo social network solo audio che permette di discutere a voce dei propri argomenti preferiti,e non con fredde e distanti chat,provoca sensazioni nuove e diverse dagli altri "social".Anche perchè è una nuova applicazione alla quale ci si può iscrivere solo dopo aver ricevuto un invito da altre persone che già la utilizzano,e già questo rappresenta un comune sentire su qualche argomento specifico(cultura,politica,sport).Non so quale sarà il futuro di Clubhouse,ma questo nuovo social è già il segno che è arrivato il tempo di tornare ad ascoltare.Gli altri,ma anche noi stessi.Ed anche questa è una cosa sulla quale questa pandemia ci porta a rivedere i nostri modelli e tempi di vita. 


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