17 aprile 2020

UNA CASA COMUNE


L'Unione Europea sta discutendo in questi giorni sugli aiuti da concedere all'Italia per l'emergenza del coronavirus.Riunioni,contese,dispute,trattative infinite su formule e sigle complicate,MES,Eurobond,Recovery Fund,Sure,tutte cose così distanti dai problemi veri della gente.E intanto in Italia la gente continua a morire,e intanto i camion militari continuano a riempirsi di bare.Neanche difronte ad un dramma epocale come questo,l'Europa riesce ad avere sensibilità e offrire solidarietà ad un popolo in sofferenza.Sono in particolare due Nazioni,la Germania e l'Olanda,ad opporsi a qualsiasi forma di aiuti economici agevolati all'Italia.Ed anzi in questi due Paesi sembrano riformarsi vecchi (pre)giudizi e ricostuirsi nuovi razzismi.Culturali e finanziari.Così,anche nei giorni in cui in Italia si contano più di 22.000 morti per il coronavirus,il giornale tedesco "Die Welt",proposito degli aiuti economici all'Italia,è uscito con questo titolo:"La mafia italiana non aspetta altro che i soldi di Bruxelles".Un film già visto.Era infatti il 1977,quando un altro giornale tedesco,il "Der Spiegel",pubblicava la famosa copertina di una pistola sopra un piatto di spaghetti con le parole:"Urlaubsland italien"

,il cui senso era,più o meno:"Italia,Paese a vocazione mafiosa".Per fortuna che questa non è la vera Germania;questa è la più volgare,becera e razzista Germania,quella che neanche conosce la grande cultura tedesca.La vera Germania è quella di Goethe(che tanto amò l'Italia)e Thomas Mann,di Bertolt Brecht ed Hermann Hesse,di Johann Sebastian Bach e di Beethoven,di Immanuel Kant e  Friedrich Hegel.I titoli razzisti di quei giornali offendono quel grande pensiero tedesco,prima ancora che noi italiani.Ma forse la Germania pensa di sottomettere l'Italia con strumenti di controllo finanziario(il famigerato MES)così come già fece con la Grecia.E magari pensa di poter giocare "uber alles",facendo a meno dell'Europa,penalizzando proprio quei Paesi europei come la Francia,l'Italia,la Spagna e il Belgio,che nel dopoguerra acconsentirono a dimezzare il debito pubblico tedesco,evitandole il default(nel 1945 quel debito era di 30 miliardi di marchi di allora,che mai la Germania avrebbe potuto pagare).Di questo è consapevole un grande uomo di Stato come l’ex cancelliere tedesco Gerhard Schröder che ha detto:"La Germania è stata aiutata molto dopo la seconda guerra mondiale ed è arrivato il momento di restituire quanto ricevuto".Ma i tedeschi evidentemente fingono di non ricordare tutto questo,preferendo gemellarsi con i neo-razzisti olandesi.Anche loro,anche i giornali olandesi,hanno infatti parlato "della sporcizia degli italiani che spiega perché abbiano dovuto chiudere le scuole";oppure degli "italiani che si prendono una siesta,che è poi la cosa che sanno fare meglio".Ma già.L'Olanda,è tutta un'altra cosa.L'Olanda è un Paradiso.Un "paradiso fiscale" per la precisione,perchè,l'Olanda offre ai più grandi gruppi industriali del mondo agevolazioni fiscali che rendono i loro oneri risibili.A farne le spese sono i sistemi di welfare(in primo luogo i Sistemi Sanitari)e i cittadini europei ed italiani che oggi sono più colpiti dalla pandemia.Ecco,questa è "la civile Olanda".Difronte a queste miserie,meglio ricordare le parole di Jurgen Habermas,il più grande filosofo tedesco vivente,che ha affermato:"Se il Nord non aiutasse il Sud Europa,perderebbe non solo sé stesso,ma anche l’Europa".Ed allora è meglio per i tedeschi tenersela questa Europa,che  già l'ha aiutata nel dopoguerra e al momento della riunificazione delle due Germanie.Quanto all’Italia,c’è da rilevare quanto male hanno fatto sovranismi e i nazionalismi nostrani che hanno isolato l'Italia agli occhi dell'Europa.Il "sovranismo",quale cancro del nostro tempo,sviluppa egoismi e sovranismi uguali e contrari.Perchè nell’Europa del Nord ci sono quelli che vedono Bruxelles troppo cedevole alle pretese dei sudisti e degli italiani spendaccioni e mafiosi e quaggiù ci sono quelli che accusano la Ue di taccagneria ai nostri danni.Ecco.Se una cosa ci stanno dolorosamente insegnando queste settimane di vita sospesa è che,nonostante tutto,l'Europa,è l'unica salvezza per tutti i popoli europei.Era quello che diceva in quel formidabile,profetico scritto del 1950,"Appello all'unità europea",il grande intellettuale Piero Calamandrei.Ne riporto qualche passo,rimanendo ancora oggi estasiato difronte all'attualità delle parole scritte addirittura 70 anni fa:


L’Europa dimostrerà di non esser finita solo se riuscirà ad aver fiducia nella sua unità;solo se riuscirà, con un supremo gesto di decisione,a spezzare quest’incubo disgregatore e a risvegliarsi unita.Bisogna che i popoli divisi,per tornare ad essere una forza che conti,sentano la unità della patria europea,e in essa ricompongano ad armonia questa meravigliosa varietà di vocazioni diverse e complementari,dalla quale è sbocciata in questo continente la civiltà del mondo.(....)
Tutti i problemi dei popoli europei,oggi disorientati e sfiduciati,sono problemi di unificazione:per mettere in valore le immense risorse di questo continente è indispensabile il crollo delle barriere doganali, omogeneità monetarie e coordinazione di economie;per correggere gli squilibri demografici,le frontiere debbono aprirsi alla libera emigrazione(....)    L’unità dev’essere costruita dal didentro,per volontà dei popoli:unità vuol dire federazione di libere democrazie,che osino finalmente rompere il mito della sovranità nazionale,e,rinunciando a una parte di essa,cooperino a creare una sovranità europea più alta e più vasta,alla quale tutti i popoli possano partecipare ascendendo in condizioni di parità,come un unico popolo.(....).Chi si pone contro questa speranza è al servizio di vecchi incorreggibili nazionalismi o di nuovi imperialismi che considerano l’Europa come una vile pedina del loro giuoco mondiale(...).Solo nella solidarietà europea,primo passo verso la solidarietà mondiale,è la salvezza. Bisogna volere,basta volere:l’ora è questa o non più.
Quando la casa del vicino brucia,anche la mia casa sta per bruciare; perché uno si salvi,bisogna salvarsi tutti insieme.Il mondo, in virtù delle grandi scoperte che hanno annullato le distanze,è diventato veramente una piccola aiuola;(....)L’Italia non si salva,se non si salva l’Europa.



06 aprile 2020

IL TIMORE DELLA NATURA




Era il 6 aprile,“in venerdì santo”, e l’astro di Raffaello nasceva e moriva al tempo stesso.Raffaello era infatti nato ad Urbino il 6 aprile 1483,nella giornata del Venerdì Santo.Morì a Roma appena 37 anni dopo,il 6 aprile 1520,e anche quello era un Venerdì Santo.E dunque il 6 aprile non può essere una data qualunque
Quest'anno  ricorrono i 500 anni dalla sua morte ed era stata organizzata alle Scuderie del Quirinale quella che qualche critico aveva già definito una mostra “epocale”. E invece,a 500 anni dalla morte,i più grandi capolavori di Raffaello ,dalle sue splendide,dolcissime Madonne a quei paesaggi naturali sconfinati;da quegli sguardi intensi,magnetici e raffinati ai dettagli minuziosi di mani,vesti e monili,lettere e arazzi(famosissime quelli conservate nei Musei Vaticane)sono rimaste nascoste all'occhio umano.La notte distesa dall’emergenza Covid-19 ha fatto chiudere quell'esposizione in onore di Raffaello.E così quei capolavori,prestati alle Scuderie da istituzioni di tutto i mondo,dalle Gallerie degli Uffizi alla National Gallery,dal Museo del Prado,alla National Gallery of Arts di Washington,al Metropolitan Museum di New York,dobbiamo accontentarci di vederli in una mostra virtuale.Che è tutt'altra cosa,certo,ma di certo l'arte donataci da Raffaello non si ferma,perchè "il sogno non si ferma".

Raffaello volle essere sepolto nel Pantheon di Roma. (in basso la foto della sua tomba)


Su di essa c'è quest'epitaffio:

"Qui giace Raffaello,dal quale la natura temette mentre era vivo di essere vinta;ma ora che è morto teme di morire".




05 aprile 2020

ULTIMI TRA GLI ULTIMI



Questa pandemia,questa immane tragedia dei giorni nostri,questa catastrofe mondiale che è il Coronavirus,colpisce tutti indistantamente,non guarda in faccia a nessuno.E si contagia la gente comune ma anche quella famosa,come Carlo d'Inghilterra e il Premier inglese Johnson;lo scrittore Luis Sepulveda e la cantante Marianne Faithfull,diventata famosa a soli 17 anni,grazie alla canzone"As Tears Go Bye" scritta da Mick Jagger e Keith Richards dei Rolling Stones.

E poi cardinali,ministri di ogni Nazione del mondo,calciatori strapagati,e poi "lui",quel bimbo di soli 5 anni,che ti fa ricordare la morte del bambino,figlio del giudice Othon,nel romanzo "La Peste" di Camus.Tutti,indistintamente,senza selezione di ruolo o di rango,di età e di sesso.E ti vien fatto di pensare che forse sì,forse in questo e solo in questo,siamo davvero tutti uguali.Pù nessuna scala sociale od economica,come ci raccontava Totò/Principe De Curtis nella sua famosissima poesia " 'A Livella" :



E invece no.Neanche difronte a questa tragedia siamo tutti uguali.Anche qui,anche difronte a questo dramma epocale siamo tutti uguali.Anche qui c'è chi sta peggio,chi,parafrasando Orwell,"è più ultimo tra gli ultimi".Sono i senzatetto di Las Vegas,ritratti in quella foto scattata a Las Vegas qualche giorno fa,che vede decine e decine di box delimitati da strisce bianche all'interno di un parcheggio all'aperto dove sono stati accolti i senzatetto della città.Fino a poco prima dormivano in una struttura della Catholic Charities(la "Caritas" italiana)ente benefico tra i più grandi del paese,che sono stati costretti a lasciare i propri letti perché è stato riscontrato un caso di positività tra gli homeless.Per questo,in attesa della sanificazione,i senzatetto sono stati destinati in un parcheggio all'aperto alle spalle del Cashman Center:rimarranno lì almeno fino al 3 aprile.E per garantire il distanziamento sociale necessario ad evitare il contagio,gli agenti della contea hanno disegnato delle linee bianche sull'asfalto,creando dei minuscoli box delimitati da transenne in ferro dove i senzatetto possono dormire:e non un tappeto,nessuna coperta è stato fornita loro.Quattro strisce,qualche mini box:questa è ormai la nostra "normale" Umanità.Eppure ci sono 150.000 camere d'albergo a Las Vegas,che non sono utilizzate in questo momento.Questo accade a Las Vegas,la città degli eccessi,dei casinò e del gioco d'azzardo.La città dove scorrono fiumi di danaro;ma che è la stessa città dove c'è quest'altra Umanità dolente.Las Vegas.Quasi un simbolo di questi nostri tempi,di questo nostro mondo di adesso.Perchè in fondo quelle immagini sono semplicemente uno stato di accusa per la nostra società,per come l'abbiamo costruita e per come la viviamo,in un vuoto di sentimenti e sensibilità.E' la prova di una società,che anche in questi tempi di angoscia e paura,tratta l'altro e il diverso in maniera indifferente,incapace di soccorrere i suoi cittadini più deboli nelle loro elementari necessità umane.Uno Stato e una città tra le più ricche al mondo che fa dormire gli "homeless" a cielo aperto,sul duro materasso del cemento di un parcheggio.Las Vegas,Usa,Mondo.